martedì 3 gennaio 2023

Corso di composizione architettonica: Lezione 16/16 IL DISEGNO TECNICO PER L'EDILIZIA

 

Esempi di diagrammi funzionali in architettura.
STRUMENTI GRAFICI
La traduzione grafica è legata ai materiali a disposizione, che pos­sono essere:
  • di supporto (le carte e i cartoni);
  • di tracciamento ed incisione (le matite, le penne e i pennelli);
  • di copertura (gli inchiostri, i colori e i retini).
CODICI DI RAPPRESENTAZIONE
L’unione di linguaggio e materiali si manifesta nei codici di rappresentazione.
  • Scalare (esatto di­mensionamento, scala e proporzioni), supportato dalle leggi della geometria descrittiva.
  • Simbolico (convenzioni), a cui le regole della normativa forniscono un’ampia gamma di segni significanti appropriati.
  • Espressivo (tempo e spazio) supportato dalle leggi della perce­zione gestaltica: valori cromatici, ritmici, simmetrici, prossemici, luminotecnici.
I METODI DI RAPPRESENTAZIONE
Lo studio del disegno geometrico e proiettivo, delle tecniche grafiche di base, dei principi percettivi, ecc. si fondono e si sostengono, reciprocamente, quando il problema da risolvere è quello della scelta più opportuna della rappresentazione architettonica per funzionalità, completezza, chiarezza e suggestione.
Nel seguito, passeremo in rassegna i principali metodi di rappresentazione, finalizzati alla genesi di un’idea ed alla sua graficizzazione in un tipo di disegno mensorio ogget­tivo, per individuare, in ognuno di essi, le peculiarità e le potenzialità espressive. Dopodiché potremo compiere le scelte più opportune.

DIAGRAMMI
Un primo importante strumento della grafica architettonica sono i diagrammi. Facilmente tracciabili anche a mano libera, basano la loro forza comunicativa più sul versante qualitativo che su quello quantitativo. Infatti, non si tratta, quasi mai, di rappresentazioni in scala dimensionalmente fedele, ma in essi viene evidenziata la componente simbolica e funzionale del disegno, che può essere schematizzata con semplici figure geometriche (quadrati, cerchi, ecc.) rappresentative, in forma embrionale, ad esempio, di porzioni di una pianta. Sono utili per sottolineare contiguità, relazioni e dimensioni relative dei singoli spazi, ma possono essere propedeutici, con l’aggiunta della verticalità, alla tridimensionalità.
Sinistra. Vengono indicati i fattori che influenzano l’esposizione di un luogo: veduta, rumore, possibilità di accesso, barriere,ecc.Destra. Vengono indicati rapporti diretti o mediati tra entità dimensionalmente differenti.

Esempi di schema analitico in architettura.
SCHEMI ANALITICI
Se, alla funzionalità dei diagrammi, uniano la precisione dimensionale, possiamo costruire gli schemi analitici. Sono strumenti utili per esaminare, partendo dalle condizioni esistenti (rappresentabili ad esempio con rilievi topografici), gli elementi vincolanti e i parametri che possono influenzare un progetto. Da una sequenza di schemi analitici, che trasmettono le informazioni raccolte in loco (relazioni esistenti fra le forme naturali e quelle costruite dall'uomo; qualità delle finiture, del colore e dei materiali degli edifici già esistenti; direzione dei venti principali, zone di soleggiamento e d'ombra lungo l'arco della giornata; direzione e qualità delle diverse visuali; punti d'accesso esistenti o potenziali, servizi; ecc.), possono venire ricavate le decisioni riguardanti la posizione dell’edificio da progettare, il suo orientamento, le strutture formali, il colore, il materiale, le relazioni fra le parti aperte e quelle chiuse.
Sinistra. Rappresentazione schematica di un contesto ambientale in cui si sottolineano gli aspetti geomorfologici e vegetazionali. Destra. La situazione precedente è ora analizzata dal punto di vista delle caratteristiche dei materiali utilizzati nell’edificato
Sinistra. La stessa situazione precedente viene ora analizzata dal punto di vista del soleggiamento.
Destra. All’interno dell’appezzamento, la posizione ottimale in cui può avvenire l’edificazione del nuovo insediamento, si può ricavare dalla sovrapposizione di una serie di schemi analitici, ognuno dei quali è servito a valutare un differente aspetto (soleggiamento, viste, accessi, altimetria, infrastrutture, ecc.).



Gradi diversi di affinamento grafico della planimetria di un edificio 
LA SCELTA DELLA SCALA
Il disegnatore, scegliendo una scala, non solo regola le proporzioni di un progetto, ma regola anche le dimensioni del disegno per adeguarlo a quelle della sua tavola da disegno.
Localizzazione di un edificio residenziale
TIPI DI SCALA
Nei casi in cui la dimensione topografica è prevalente, le scale utilizzabili possono variare dall’1:5000 all’1:200, ma se si passa al livello architettonico, le piante, le sezioni e gli alzati si disegnano solitamente in scala 1:50 o 1:100 (solo per complessi di grandi dimensioni si può usare scale di 1:200 o 1:500) ma, per puntualizzare i dettagli, occorrono scale di 1:20 o 1:10.


LA PIANTA
Per descrivere un concetto costruttivo si fa, solitamente, uso della pianta. I tecnici la considerano senza dubbio il primo ed il più chiaro dei disegni, quello che permette di analizzare le relazioni fra pieni e vuoti, fra interno ed esterno, capace di controllare o addirittura generare le idee, ma, solitamente, la pianta risulta un po’ oscura ai non addetti ai lavori.
Pianta del Piano Terra dell'edificio precedente
SIGNIFICATO GEOMETRICO DELLA PIANTA
Dal punto di vista geometrico la pianta è la proiezione ortogonale, fatta sul piano orizzontale, di una sezione anch'essa orizzontale di un manufatto (ad esempio un edificio), eseguita di regola lungo il piano di minima resistenza, ma poiché questo taglia, abitualmente, porte e finestre, l’altezza solita è di circa 1,8 m. dal livello del pavimento.

Pianta del Piano Tipo dell’edificio residenziale precedente.
SPESSORI DELLE LINEE
La gerarchia di spessori delle linee è simbolica e percettiva, risponde al grado d'importanza degli elementi disegnati ed alla loro lontananza dall'occhio.

  • le linee più spesse indicano le parti sezionate (ad esempio colonne e pareti, che possono addirittura essere colorate internamente per dar loro un maggiore risalto);
  • un tratto intermedio definisce gli oggetti, per esempio gli elementi di arredo, contenuti sotto la sezione;
  • una linea più sottile descrive la superficie del pavimento, la più lontana dal punto d'osservazione, (talvolta indicata con un retino) e altri dettagli;
  • una linea tratteggiata di spessore opportuno indica i particolari che si vuole segnalare al di sopra della sezione.

Planimetria di spazio verde attrezzato.
TIPI DI PIANTE
Sono solitamente rappresentate con piante:
  • la planimetria di localizzazione, che mostra le linee di livello della zona, complete di forme naturali e costruite, con demarcazione dei confini;
  • la pianta delle fondamenta;
  • la pianta dei diversi piani;
  • la pianta delle solette (rappresentata, quando serve, vista dal di sotto);
  • la pianta delle coperture;
  • vari elaborati esecutivi, in scala maggiore per descrivere i materiali, i metodi costruttivi e il montaggio di particolari.
PIANTE AVULSE DAL CONTESTO
Spesso, nei disegni dei principianti, le piante risultano innaturalmente astratte, isolate, avulse dal contesto naturale, ridotte alla semplice componente costruttiva. Viceversa, la pianta è un primo importante controllo della validità dell’inserimento ambientale dell’edificio e dei rapporti tra interno ed esterno. La dimensione della zona adiacente all’edificio, da includere nell’elaborato grafico, va decisa a priori, servendosi di un rapido schizzo.
Ma, la sistemazione ambientale, va pensata accuratamente, integrandola colla progettazione architettonica, infatti, un altro errore tipico dei principianti, è quello di ridurre il trattamento della zona circostante ad un puro espediente grafico di abbelimento, che risulta, successivamente, completamente slegato dalle rappresentazioni correlate. Si pensi, ad esempio, alla profusione di alberi, percorsi pedonali, aiuole, elementi di arredo urbano, ecc. che correda, talvolta, alcune piante e che, curiosamente, scompaiono (o cambiano forma e dimensione) nei prospetti o nelle assonometrie correlate.
Planimetria contestualizzata.
Prospetto contestualizzato.
DISEGNI DERIVATI DALLE PIANTE
La pianta genera altri disegni, quali la sezione verticale, l'alzato e l'assonometria (planivolumetria molto gradita, specie dai non addetti ai lavori).
Ci si serve di un alzato architettonico per avere una visione delle parti esterne dell’edificio, determinare e descriverne il contorno, controllare lo sviluppo del progetto. Dal punto di vista geometrico, si tratta di una proiezione ortogonale sul piano verticale (o laterale), in cui, tutti i piani paralleli alla superficie del disegno e perpendicolari alla linea di visione dell'osservatore, mantengono la loro dimensione reale, scala, forma e proporzione.
Come per le piante, anche se in modo più limitato, possiamo definire una gerarchia nello spessore del tratto (più marcato per le superfici più vicine e più leggero per le più lontane), ma poiché negli alzati non vi è diminuzione dimensionale nei piani arretrati, occorre creare la sensazione di profondità ricorrendo ad altri mezzi quali la modulazione tonale, le ombre e la finitura delle superfici.
 

CONTROLLO DELL’INSERIMENTO AMBIENTALE TRAMITE GLI ALZATI
Come, e più delle piante, gli alzati servono, anche, per verificare l'impatto delle forme progettate sull'ambiente circostante. Anche in questo caso, tramite un veloce schizzo preliminare, si dovrà decidere quanta parte dell’ambiente e degli edifici circostanti bisogna includere nell'alzato dell’edificio, rispettivamente, anteriormente, posteriormente o sui lati.
Quindi, l'inserimento di caratteristiche del paesaggio, di persone, di edifici già esistenti e del cielo, permette di superare la rigidità di quelli isolati sul foglio e facilitare la comprensione per i non addetti ai lavori.

Prospetti

Sezione architettonica.
LE SEZIONI
La sezione è la proiezione ortogonale sul piano verticale (o laterale) dell’oggetto, sezionato con un piano parallelo al piano di proiezione, le cui tracce sono mostrate in pianta.
La scelta del piano, segue gli stessi criteri di minima resistenza, già esposti per le piante. Solitamente, questi cadono in concomitanza con le scale (o le rampe), contribuendo a focalizzare l’attenzione:
  • sull’aspetto strutturale;sul rapporto dell’edificato col piano di campagna;
  • sulle partizioni dei livelli dei solai ed i collegamenti verticali;
  • sulle coperture.
La sezione può venire intesa come lo spaccato della struttura, che si effettua per porre in relazione il profilo esterno con la sua dinamica interna e per verificare la validità di un progetto.
Se dovesse risultare utile, in tal senso, il piano di sezione può assumere una forma più articolata, con avanzamenti ed arretramenti opportuni, nelle zone dove si vogliano mettere in risalto aspetti particolari.
Nelle sezioni (come già negli alzati), viene evidenziato il profilo del terreno. Il confronto della situazione esistente, con quella modificata, è fondamentale, perché permette di verificare come un edificio s’inserisca nel suo ambiente futuro. Per la gerarchia dello spessore dei tratti da utilizzare, valgono le stesse indicazioni fornite per le piante.
A seconda dei livelli d'informazione visiva che possono venir inseriti nelle sezioni abbiamo:

  • sezioni che illustrano solo le relazioni tra pieni e vuoti;
  • sezioni che comprendono anche alzati al di fuori del piano dello spaccato;
  • sezioni in cui, la rappresentazione dello spazio interno, viene rafforzata prospetticamente.

Schizzo assonometrico. 
LIMITI DI COMPRENSIONE DEI NON ADDETTI AI LAVORI
I non addetti ai lavori incontrano notevoli difficoltà a capire le intenzioni del progettista dalle piante e dai prospetti, preferiscono i plastici, le visioni prospettiche e quelle assonometriche.
 
L’ASSONOMETRIA NEL DISEGNO ARCHITETTONICO
Le assonometrie sono astrazioni, che completano l'alzato, conferendogli tridimensionalità, danno una visione d’insieme dall'alto, utile a visualizzare, graficamente, un concetto che, prima, esisteva solo nella mente del progettista, permettendo di cogliere Io spazio esterno e scorci di quello interno.
Prima del tracciamento di una assonometria complessa, una serie di schizzi propedeutici può aiutare a trovare lo scorcio visuale migliore per mostrare l'interno, l'esterno o il di sotto dell’oggetto da illustrare.
Elementi geometrici, assai positivi, delle assonometrie sono:
·      la componente mensoria delle linee;
·      il mantenimento del parallelismo dei lati;
il mantenimento, in certe viste particolari, del valore angolare.
Le assonometrie possono essere di diversi tipi, ma, quelle utilizzate preferibilmente in architettura, sono:
·      assonometria della pianta che parte dalla pianta reale ed è sviluppata in altezza (45°-135° e 30°-90°-60°);
·      assonometria dell'alzato che parte da un vero alzato ed è sviluppata lateralmente (45°-135°);
·      isometrica, dove occorre ridisegnare la pianta con modifiche angolari (30°-120°-30°), ma, anche se più laboriosa, viene utilizzata per la sua maggiore analogia visiva con la prospettiva a volo d’uccello.
·      assonometrie a raggi x per mostrare la composizione interna di un edificio;
esplosi assonometrici per mostrare il diverso assemblaggio delle parti.

Assonometrie
Prospettiva architettonica di edificio storico.
LA PROSPETTIVA
La prospettiva è una convenzione scientifica, per ottenere illusioni fotorealistiche che, partendo dalla pianta e dall’alzato, li traspone, tramite un algoritmo proiettivo, in una visione tridimensionale sul piano del quadro (assimilabile alla superficie del foglio) rispetto al quale, un osservatore, si pone ortogonalmente. Fissata la distanza e la quota dell’osservatore, si determinano l’angolo visivo e l’orizzonte della rappresentazione.
E’ un metodo di rappresentazione dove, la tridimensionalità del soggetto, appare esaltata, quindi è particolarmente utile nelle operazioni di fotomontaggio e valutazione di impatto ambientale. Manca, però, ovviamente, la dimensione mensoria. Infatti, gli oggetti situati dietro il piano del quadro, appaiono più piccoli, mentre quelli che toccano il piano del quadro, conservano la propria dimensione reale.
Si possono rappresentare, graficamente, progetti di edifici, visti dall'interno o dall'esterno, rendendo le diverse impressioni visive che il movimento verso, attorno e attraverso la rappresentazione del progetto suscita nell'osservatore. La forza di persuasione della prospettiva, sta nella suggestione grafica che è in grado di suscitare, risulta, quindi, assai gradita ai non addetti ai lavori.
La laboriosità di esecuzione è il principale ostacolo ad un suo uso sistematico, inconveniente questo che può essere ovviato con l’ausilio di speciali reticoli prospettici di uso semplicissimo, reperibili in una amplissima gamma di tipi (ad uno, due, o più punti di fuga) o velocemente tracciabili in proprio.
L’uso di tali griglie, è particolarmente indicato ai progettisti principianti che, dopo aver lavorato su piante e prospetti, riescono a prefigurarsi, mentalmente, solo in modo parziale la reale dimensione spaziale dei loro elaborati. In tal caso, l’uso di una serie di schizzi prospettici, anche solo abbozzati, può, utilmente, servire come controllo intermedio.
Gli stessi schizzi possono, poi, servire, prima del disegno definitivo, allo scopo di determinare il miglior rapporto fra il punto di vista, la composizione e il centro d'interesse. Allora, la prospettiva finale, riuscirà ad espletare il suo apporto fondamentale, che è quello di essere un potente strumento di rappresentazione (ma con modesta duttilità progettuale).
Le prospettive dei principianti, sono caratterizzate da due difetti principali:
  • hanno un aspetto artificioso e risultano, di conseguenza, prive di atmosfera;
  • sono sovraccariche di particolari aggiuntivi, che distolgono l’attenzione dal nucleo fondamentale del messaggio.
Per evitare il primo errore, è utile separare, su due diversi fogli sovrapposti, la fase di costruzione del disegno da quella di completamento (impiego dei toni, delle qualità della superficie, del colore, della luce e delle ombre, ecc.).

Per evitare il secondo errore, può essere utile, nella fase di completamento, suddividere su più fogli trasparenti sovrapposti, i differenti particolari e gli oggetti di completamento, accertandosi, di volta in volta, che il messaggio principale del disegno resti evidente.
LE OMBRE
L'uso delle ombre, aumenta la leggibilità di quei disegni architettonici dove si vuole evidenziare l’aspetto realistico, poiché evidenzia la tridimensionalità, aiuta a descrivere la natura delle superfici e amplifica la sensazione di profondità. La proiezione delle ombre, può essere applicata con profitto a tutte le tipologie di rappresentazione ma, solitamente, non viene utilizzata nei disegni propriamente tecnici, poiché può risultare d’impaccio.

Plastico architettonico.
USO DEI PLASTICI
L’uso dei plastici può avere due diverse finalità:
  • risultare utile al progettista nell’iter progettuale;
  • promuovere l’opera terminata, nei confronti dei non addetti ai lavori.
Rientrano nella prima categoria i plastici:
  • a blocchi, per verificare l’inserimento delle volumetrie progettuali nell'ambiente in cui si verrà a trovare, rapportandole in particolar modo con gli edifici già esistenti;
  • spaziali, per evidenziare i rapporti esistenti all’interno dell’edificio tra le diverse componenti, utilizzando, eventualmente, elementi amovibili, per facilitare un esame più dettagliato;
  • strutturali, per esaminare le componenti funzionali, la struttura, l'assemblaggio o gli impianti di un edificio.
Rientrano nella seconda categoria i plastici:

  • da esposizione, per rappresentare la composizione globale di un progetto, comunicarne Io scopo e promuovere la soluzione proposta.

Esecutivo di assemblaggio.
IL PROGETTO DI MASSIMA
La rappresentazione grafica di un progetto, così come esposto finora, è l’anticipazione dell'effetto visivo dell'interazione fra forma e spazio. Esso ha, come interlocutore, in primo luogo il cliente. Per quanto possa essere composto da una nutrita serie di disegni dettagliati, si tratta, tuttavia, di un primo, anche se importante, embrione progettuale. Per questo lo diremo progetto di massima.
 
IL PROGETTO ESECUTIVO
Ma, un edificio, viene progettato per essere costruito. Ciò richiede una nuova serie di elaborati, che evidenziano il modo in cui si deve costruire l’edificio progettato, e che fanno ricorso ad un sistema di convenzioni, con le quali il progettista comunica le sue intenzioni al costruttore (che, in quanto addetto ai lavori, le deve conoscere). Per questo lo diremo progetto esecutivo.

In questa fase, tutti i nodi non risolti devono essere sciolti. Ecco perché, il passaggio dalla prima alla seconda fase, comporta, assai frequentemente, modifiche ed adattamenti dell’idea originaria.
L’esecutivo, infatti, dove la dimensione mensoria è preponderante, comprende disegni riguardanti i componenti (particolari costruttivi), il loro insieme e la loro posizione, li combina fra loro per comunicare una visione globale della meccanica del progetto.



Tavola tecnica in formato UNI.
LA NORMATIVA TECNICA DEL DISEGNO
Il disegno esecutivo, necessita di una convenzione normativa che permette al progettista ed al costruttore di parlare lo stesso linguaggio. La rappresentazione grafica del manufatto da realizzare, deve essere inequivocabile, evitando ogni possibilità di fraintendimenti. In una parola, deve essere oggettiva.
Una buona base di dialogo potrà essere l’utilizzo della normativa tecnica grafica.
 
NORME TECNICHE PER IL DISEGNO EDILE
Non è questa la sede per una trattazione dettagliata delle norme tecniche che regolamentano il disegno edile. Ricordiamo solo, sinteticamente, che l’ente internazionale preposto a questo compito, è l’ISO (International Standard Organization), mentre, quello nazionale, è l’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione).
 
MATERIA NORMATA DALL’UNI PER IL DISEGNO TECNICO
Codici e simbologie
Esempi
Codici letterari
  • nomi di prodotti, categorie di prodotti, strumenti, ecc.;
  • legende, didascalie processuali, avvertenze, ecc.;
Codici numerici e quantitativi
  • quote, misure, numerazione di pezzi o parti ricorrenti, ecc.;
  • calcoli, computi delle quantità, analisi dei prezzi, ecc.;
Simbologie
  • la posizione dei riferimenti a sezioni, particolari e dettagli;
  • i rimandi ai corrispondenti elaborati grafici;
Codici grafici
  • spessori connotativi delle linee;
  • simbologie di designazione dei materiali;
  • simbologie schematiche di oggetti complessi (apparecchiature di impianti idraulici, elettrici ed elettronici, telefonici, ecc.);
  • schematizzazioni di processi (come i grafici di temporalizzazione delle opere);
  • schematizzazione di apparati tecnologici (come gli schemi di smaltimento delle acque meteoriche nelle coperture);
Esempi di diagrammi funzionali in architettura.
STRUMENTI GRAFICI
La traduzione grafica è legata ai materiali a disposizione, che pos­sono essere:
  • di supporto (le carte e i cartoni);
  • di tracciamento ed incisione (le matite, le penne e i pennelli);
  • di copertura (gli inchiostri, i colori e i retini).
CODICI DI RAPPRESENTAZIONE
L’unione di linguaggio e materiali si manifesta nei codici di rappresentazione.
  • Scalare (esatto di­mensionamento, scala e proporzioni), supportato dalle leggi della geometria descrittiva.
  • Simbolico (convenzioni), a cui le regole della normativa forniscono un’ampia gamma di segni significanti appropriati.
  • Espressivo (tempo e spazio) supportato dalle leggi della perce­zione gestaltica: valori cromatici, ritmici, simmetrici, prossemici, luminotecnici.
I METODI DI RAPPRESENTAZIONE
Lo studio del disegno geometrico e proiettivo, delle tecniche grafiche di base, dei principi percettivi, ecc. si fondono e si sostengono, reciprocamente, quando il problema da risolvere è quello della scelta più opportuna della rappresentazione architettonica per funzionalità, completezza, chiarezza e suggestione.
Nel seguito, passeremo in rassegna i principali metodi di rappresentazione, finalizzati alla genesi di un’idea ed alla sua graficizzazione in un tipo di disegno mensorio ogget­tivo, per individuare, in ognuno di essi, le peculiarità e le potenzialità espressive. Dopodiché potremo compiere le scelte più opportune.

DIAGRAMMI
Un primo importante strumento della grafica architettonica sono i diagrammi. Facilmente tracciabili anche a mano libera, basano la loro forza comunicativa più sul versante qualitativo che su quello quantitativo. Infatti, non si tratta, quasi mai, di rappresentazioni in scala dimensionalmente fedele, ma in essi viene evidenziata la componente simbolica e funzionale del disegno, che può essere schematizzata con semplici figure geometriche (quadrati, cerchi, ecc.) rappresentative, in forma embrionale, ad esempio, di porzioni di una pianta. Sono utili per sottolineare contiguità, relazioni e dimensioni relative dei singoli spazi, ma possono essere propedeutici, con l’aggiunta della verticalità, alla tridimensionalità.
Sinistra. Vengono indicati i fattori che influenzano l’esposizione di un luogo: veduta, rumore, possibilità di accesso, barriere,ecc.Destra. Vengono indicati rapporti diretti o mediati tra entità dimensionalmente differenti.

Esempi di schema analitico in architettura.
SCHEMI ANALITICI
Se, alla funzionalità dei diagrammi, uniano la precisione dimensionale, possiamo costruire gli schemi analitici. Sono strumenti utili per esaminare, partendo dalle condizioni esistenti (rappresentabili ad esempio con rilievi topografici), gli elementi vincolanti e i parametri che possono influenzare un progetto. Da una sequenza di schemi analitici, che trasmettono le informazioni raccolte in loco (relazioni esistenti fra le forme naturali e quelle costruite dall'uomo; qualità delle finiture, del colore e dei materiali degli edifici già esistenti; direzione dei venti principali, zone di soleggiamento e d'ombra lungo l'arco della giornata; direzione e qualità delle diverse visuali; punti d'accesso esistenti o potenziali, servizi; ecc.), possono venire ricavate le decisioni riguardanti la posizione dell’edificio da progettare, il suo orientamento, le strutture formali, il colore, il materiale, le relazioni fra le parti aperte e quelle chiuse.
Sinistra. Rappresentazione schematica di un contesto ambientale in cui si sottolineano gli aspetti geomorfologici e vegetazionali. Destra. La situazione precedente è ora analizzata dal punto di vista delle caratteristiche dei materiali utilizzati nell’edificato
Sinistra. La stessa situazione precedente viene ora analizzata dal punto di vista del soleggiamento.
Destra. All’interno dell’appezzamento, la posizione ottimale in cui può avvenire l’edificazione del nuovo insediamento, si può ricavare dalla sovrapposizione di una serie di schemi analitici, ognuno dei quali è servito a valutare un differente aspetto (soleggiamento, viste, accessi, altimetria, infrastrutture, ecc.).



Gradi diversi di affinamento grafico della planimetria di un edificio 
LA SCELTA DELLA SCALA
Il disegnatore, scegliendo una scala, non solo regola le proporzioni di un progetto, ma regola anche le dimensioni del disegno per adeguarlo a quelle della sua tavola da disegno.
Localizzazione di un edificio residenziale
TIPI DI SCALA
Nei casi in cui la dimensione topografica è prevalente, le scale utilizzabili possono variare dall’1:5000 all’1:200, ma se si passa al livello architettonico, le piante, le sezioni e gli alzati si disegnano solitamente in scala 1:50 o 1:100 (solo per complessi di grandi dimensioni si può usare scale di 1:200 o 1:500) ma, per puntualizzare i dettagli, occorrono scale di 1:20 o 1:10.


LA PIANTA
Per descrivere un concetto costruttivo si fa, solitamente, uso della pianta. I tecnici la considerano senza dubbio il primo ed il più chiaro dei disegni, quello che permette di analizzare le relazioni fra pieni e vuoti, fra interno ed esterno, capace di controllare o addirittura generare le idee, ma, solitamente, la pianta risulta un po’ oscura ai non addetti ai lavori.
Pianta del Piano Terra dell'edificio precedente
SIGNIFICATO GEOMETRICO DELLA PIANTA
Dal punto di vista geometrico la pianta è la proiezione ortogonale, fatta sul piano orizzontale, di una sezione anch'essa orizzontale di un manufatto (ad esempio un edificio), eseguita di regola lungo il piano di minima resistenza, ma poiché questo taglia, abitualmente, porte e finestre, l’altezza solita è di circa 1,8 m. dal livello del pavimento.

Pianta del Piano Tipo dell’edificio residenziale precedente.
SPESSORI DELLE LINEE
La gerarchia di spessori delle linee è simbolica e percettiva, risponde al grado d'importanza degli elementi disegnati ed alla loro lontananza dall'occhio.

  • le linee più spesse indicano le parti sezionate (ad esempio colonne e pareti, che possono addirittura essere colorate internamente per dar loro un maggiore risalto);
  • un tratto intermedio definisce gli oggetti, per esempio gli elementi di arredo, contenuti sotto la sezione;
  • una linea più sottile descrive la superficie del pavimento, la più lontana dal punto d'osservazione, (talvolta indicata con un retino) e altri dettagli;
  • una linea tratteggiata di spessore opportuno indica i particolari che si vuole segnalare al di sopra della sezione.

Planimetria di spazio verde attrezzato.
TIPI DI PIANTE
Sono solitamente rappresentate con piante:
  • la planimetria di localizzazione, che mostra le linee di livello della zona, complete di forme naturali e costruite, con demarcazione dei confini;
  • la pianta delle fondamenta;
  • la pianta dei diversi piani;
  • la pianta delle solette (rappresentata, quando serve, vista dal di sotto);
  • la pianta delle coperture;
  • vari elaborati esecutivi, in scala maggiore per descrivere i materiali, i metodi costruttivi e il montaggio di particolari.
PIANTE AVULSE DAL CONTESTO
Spesso, nei disegni dei principianti, le piante risultano innaturalmente astratte, isolate, avulse dal contesto naturale, ridotte alla semplice componente costruttiva. Viceversa, la pianta è un primo importante controllo della validità dell’inserimento ambientale dell’edificio e dei rapporti tra interno ed esterno. La dimensione della zona adiacente all’edificio, da includere nell’elaborato grafico, va decisa a priori, servendosi di un rapido schizzo.
Ma, la sistemazione ambientale, va pensata accuratamente, integrandola colla progettazione architettonica, infatti, un altro errore tipico dei principianti, è quello di ridurre il trattamento della zona circostante ad un puro espediente grafico di abbelimento, che risulta, successivamente, completamente slegato dalle rappresentazioni correlate. Si pensi, ad esempio, alla profusione di alberi, percorsi pedonali, aiuole, elementi di arredo urbano, ecc. che correda, talvolta, alcune piante e che, curiosamente, scompaiono (o cambiano forma e dimensione) nei prospetti o nelle assonometrie correlate.
Planimetria contestualizzata.
Prospetto contestualizzato.
DISEGNI DERIVATI DALLE PIANTE
La pianta genera altri disegni, quali la sezione verticale, l'alzato e l'assonometria (planivolumetria molto gradita, specie dai non addetti ai lavori).
Ci si serve di un alzato architettonico per avere una visione delle parti esterne dell’edificio, determinare e descriverne il contorno, controllare lo sviluppo del progetto. Dal punto di vista geometrico, si tratta di una proiezione ortogonale sul piano verticale (o laterale), in cui, tutti i piani paralleli alla superficie del disegno e perpendicolari alla linea di visione dell'osservatore, mantengono la loro dimensione reale, scala, forma e proporzione.
Come per le piante, anche se in modo più limitato, possiamo definire una gerarchia nello spessore del tratto (più marcato per le superfici più vicine e più leggero per le più lontane), ma poiché negli alzati non vi è diminuzione dimensionale nei piani arretrati, occorre creare la sensazione di profondità ricorrendo ad altri mezzi quali la modulazione tonale, le ombre e la finitura delle superfici.
 

CONTROLLO DELL’INSERIMENTO AMBIENTALE TRAMITE GLI ALZATI
Come, e più delle piante, gli alzati servono, anche, per verificare l'impatto delle forme progettate sull'ambiente circostante. Anche in questo caso, tramite un veloce schizzo preliminare, si dovrà decidere quanta parte dell’ambiente e degli edifici circostanti bisogna includere nell'alzato dell’edificio, rispettivamente, anteriormente, posteriormente o sui lati.
Quindi, l'inserimento di caratteristiche del paesaggio, di persone, di edifici già esistenti e del cielo, permette di superare la rigidità di quelli isolati sul foglio e facilitare la comprensione per i non addetti ai lavori.

Prospetti

Sezione architettonica.
LE SEZIONI
La sezione è la proiezione ortogonale sul piano verticale (o laterale) dell’oggetto, sezionato con un piano parallelo al piano di proiezione, le cui tracce sono mostrate in pianta.
La scelta del piano, segue gli stessi criteri di minima resistenza, già esposti per le piante. Solitamente, questi cadono in concomitanza con le scale (o le rampe), contribuendo a focalizzare l’attenzione:
  • sull’aspetto strutturale;sul rapporto dell’edificato col piano di campagna;
  • sulle partizioni dei livelli dei solai ed i collegamenti verticali;
  • sulle coperture.
La sezione può venire intesa come lo spaccato della struttura, che si effettua per porre in relazione il profilo esterno con la sua dinamica interna e per verificare la validità di un progetto.
Se dovesse risultare utile, in tal senso, il piano di sezione può assumere una forma più articolata, con avanzamenti ed arretramenti opportuni, nelle zone dove si vogliano mettere in risalto aspetti particolari.
Nelle sezioni (come già negli alzati), viene evidenziato il profilo del terreno. Il confronto della situazione esistente, con quella modificata, è fondamentale, perché permette di verificare come un edificio s’inserisca nel suo ambiente futuro. Per la gerarchia dello spessore dei tratti da utilizzare, valgono le stesse indicazioni fornite per le piante.
A seconda dei livelli d'informazione visiva che possono venir inseriti nelle sezioni abbiamo:

  • sezioni che illustrano solo le relazioni tra pieni e vuoti;
  • sezioni che comprendono anche alzati al di fuori del piano dello spaccato;
  • sezioni in cui, la rappresentazione dello spazio interno, viene rafforzata prospetticamente.

Schizzo assonometrico. 
LIMITI DI COMPRENSIONE DEI NON ADDETTI AI LAVORI
I non addetti ai lavori incontrano notevoli difficoltà a capire le intenzioni del progettista dalle piante e dai prospetti, preferiscono i plastici, le visioni prospettiche e quelle assonometriche.
 
L’ASSONOMETRIA NEL DISEGNO ARCHITETTONICO
Le assonometrie sono astrazioni, che completano l'alzato, conferendogli tridimensionalità, danno una visione d’insieme dall'alto, utile a visualizzare, graficamente, un concetto che, prima, esisteva solo nella mente del progettista, permettendo di cogliere Io spazio esterno e scorci di quello interno.
Prima del tracciamento di una assonometria complessa, una serie di schizzi propedeutici può aiutare a trovare lo scorcio visuale migliore per mostrare l'interno, l'esterno o il di sotto dell’oggetto da illustrare.
Elementi geometrici, assai positivi, delle assonometrie sono:
·      la componente mensoria delle linee;
·      il mantenimento del parallelismo dei lati;
il mantenimento, in certe viste particolari, del valore angolare.
Le assonometrie possono essere di diversi tipi, ma, quelle utilizzate preferibilmente in architettura, sono:
·      assonometria della pianta che parte dalla pianta reale ed è sviluppata in altezza (45°-135° e 30°-90°-60°);
·      assonometria dell'alzato che parte da un vero alzato ed è sviluppata lateralmente (45°-135°);
·      isometrica, dove occorre ridisegnare la pianta con modifiche angolari (30°-120°-30°), ma, anche se più laboriosa, viene utilizzata per la sua maggiore analogia visiva con la prospettiva a volo d’uccello.
·      assonometrie a raggi x per mostrare la composizione interna di un edificio;
esplosi assonometrici per mostrare il diverso assemblaggio delle parti.

Assonometrie
Prospettiva architettonica di edificio storico.
LA PROSPETTIVA
La prospettiva è una convenzione scientifica, per ottenere illusioni fotorealistiche che, partendo dalla pianta e dall’alzato, li traspone, tramite un algoritmo proiettivo, in una visione tridimensionale sul piano del quadro (assimilabile alla superficie del foglio) rispetto al quale, un osservatore, si pone ortogonalmente. Fissata la distanza e la quota dell’osservatore, si determinano l’angolo visivo e l’orizzonte della rappresentazione.
E’ un metodo di rappresentazione dove, la tridimensionalità del soggetto, appare esaltata, quindi è particolarmente utile nelle operazioni di fotomontaggio e valutazione di impatto ambientale. Manca, però, ovviamente, la dimensione mensoria. Infatti, gli oggetti situati dietro il piano del quadro, appaiono più piccoli, mentre quelli che toccano il piano del quadro, conservano la propria dimensione reale.
Si possono rappresentare, graficamente, progetti di edifici, visti dall'interno o dall'esterno, rendendo le diverse impressioni visive che il movimento verso, attorno e attraverso la rappresentazione del progetto suscita nell'osservatore. La forza di persuasione della prospettiva, sta nella suggestione grafica che è in grado di suscitare, risulta, quindi, assai gradita ai non addetti ai lavori.
La laboriosità di esecuzione è il principale ostacolo ad un suo uso sistematico, inconveniente questo che può essere ovviato con l’ausilio di speciali reticoli prospettici di uso semplicissimo, reperibili in una amplissima gamma di tipi (ad uno, due, o più punti di fuga) o velocemente tracciabili in proprio.
L’uso di tali griglie, è particolarmente indicato ai progettisti principianti che, dopo aver lavorato su piante e prospetti, riescono a prefigurarsi, mentalmente, solo in modo parziale la reale dimensione spaziale dei loro elaborati. In tal caso, l’uso di una serie di schizzi prospettici, anche solo abbozzati, può, utilmente, servire come controllo intermedio.
Gli stessi schizzi possono, poi, servire, prima del disegno definitivo, allo scopo di determinare il miglior rapporto fra il punto di vista, la composizione e il centro d'interesse. Allora, la prospettiva finale, riuscirà ad espletare il suo apporto fondamentale, che è quello di essere un potente strumento di rappresentazione (ma con modesta duttilità progettuale).
Le prospettive dei principianti, sono caratterizzate da due difetti principali:
  • hanno un aspetto artificioso e risultano, di conseguenza, prive di atmosfera;
  • sono sovraccariche di particolari aggiuntivi, che distolgono l’attenzione dal nucleo fondamentale del messaggio.
Per evitare il primo errore, è utile separare, su due diversi fogli sovrapposti, la fase di costruzione del disegno da quella di completamento (impiego dei toni, delle qualità della superficie, del colore, della luce e delle ombre, ecc.).

Per evitare il secondo errore, può essere utile, nella fase di completamento, suddividere su più fogli trasparenti sovrapposti, i differenti particolari e gli oggetti di completamento, accertandosi, di volta in volta, che il messaggio principale del disegno resti evidente.
LE OMBRE
L'uso delle ombre, aumenta la leggibilità di quei disegni architettonici dove si vuole evidenziare l’aspetto realistico, poiché evidenzia la tridimensionalità, aiuta a descrivere la natura delle superfici e amplifica la sensazione di profondità. La proiezione delle ombre, può essere applicata con profitto a tutte le tipologie di rappresentazione ma, solitamente, non viene utilizzata nei disegni propriamente tecnici, poiché può risultare d’impaccio.

Plastico architettonico.
USO DEI PLASTICI
L’uso dei plastici può avere due diverse finalità:
  • risultare utile al progettista nell’iter progettuale;
  • promuovere l’opera terminata, nei confronti dei non addetti ai lavori.
Rientrano nella prima categoria i plastici:
  • a blocchi, per verificare l’inserimento delle volumetrie progettuali nell'ambiente in cui si verrà a trovare, rapportandole in particolar modo con gli edifici già esistenti;
  • spaziali, per evidenziare i rapporti esistenti all’interno dell’edificio tra le diverse componenti, utilizzando, eventualmente, elementi amovibili, per facilitare un esame più dettagliato;
  • strutturali, per esaminare le componenti funzionali, la struttura, l'assemblaggio o gli impianti di un edificio.
Rientrano nella seconda categoria i plastici:

  • da esposizione, per rappresentare la composizione globale di un progetto, comunicarne Io scopo e promuovere la soluzione proposta.

Esecutivo di assemblaggio.
IL PROGETTO DI MASSIMA
La rappresentazione grafica di un progetto, così come esposto finora, è l’anticipazione dell'effetto visivo dell'interazione fra forma e spazio. Esso ha, come interlocutore, in primo luogo il cliente. Per quanto possa essere composto da una nutrita serie di disegni dettagliati, si tratta, tuttavia, di un primo, anche se importante, embrione progettuale. Per questo lo diremo progetto di massima.
 
IL PROGETTO ESECUTIVO
Ma, un edificio, viene progettato per essere costruito. Ciò richiede una nuova serie di elaborati, che evidenziano il modo in cui si deve costruire l’edificio progettato, e che fanno ricorso ad un sistema di convenzioni, con le quali il progettista comunica le sue intenzioni al costruttore (che, in quanto addetto ai lavori, le deve conoscere). Per questo lo diremo progetto esecutivo.

In questa fase, tutti i nodi non risolti devono essere sciolti. Ecco perché, il passaggio dalla prima alla seconda fase, comporta, assai frequentemente, modifiche ed adattamenti dell’idea originaria.
L’esecutivo, infatti, dove la dimensione mensoria è preponderante, comprende disegni riguardanti i componenti (particolari costruttivi), il loro insieme e la loro posizione, li combina fra loro per comunicare una visione globale della meccanica del progetto.



Tavola tecnica in formato UNI.
LA NORMATIVA TECNICA DEL DISEGNO
Il disegno esecutivo, necessita di una convenzione normativa che permette al progettista ed al costruttore di parlare lo stesso linguaggio. La rappresentazione grafica del manufatto da realizzare, deve essere inequivocabile, evitando ogni possibilità di fraintendimenti. In una parola, deve essere oggettiva.
Una buona base di dialogo potrà essere l’utilizzo della normativa tecnica grafica.
 
NORME TECNICHE PER IL DISEGNO EDILE
Non è questa la sede per una trattazione dettagliata delle norme tecniche che regolamentano il disegno edile. Ricordiamo solo, sinteticamente, che l’ente internazionale preposto a questo compito, è l’ISO (International Standard Organization), mentre, quello nazionale, è l’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione).
 
MATERIA NORMATA DALL’UNI PER IL DISEGNO TECNICO
Codici e simbologie
Esempi
Codici letterari
  • nomi di prodotti, categorie di prodotti, strumenti, ecc.;
  • legende, didascalie processuali, avvertenze, ecc.;
Codici numerici e quantitativi
  • quote, misure, numerazione di pezzi o parti ricorrenti, ecc.;
  • calcoli, computi delle quantità, analisi dei prezzi, ecc.;
Simbologie
  • la posizione dei riferimenti a sezioni, particolari e dettagli;
  • i rimandi ai corrispondenti elaborati grafici;
Codici grafici
  • spessori connotativi delle linee;
  • simbologie di designazione dei materiali;
  • simbologie schematiche di oggetti complessi (apparecchiature di impianti idraulici, elettrici ed elettronici, telefonici, ecc.);
  • schematizzazioni di processi (come i grafici di temporalizzazione delle opere);
  • schematizzazione di apparati tecnologici (come gli schemi di smaltimento delle acque meteoriche nelle coperture);

Nessun commento:

Posta un commento