venerdì 2 maggio 2025

Corso di storia dell'architettura: Holabird 1854

 Holabird (1854)





Holabird (1854)
un protagonista della Scuola di Chicago

Formazione e primi anni

William Holabird (Amenia, NY, 1854 – Evanston, IL, 1923) lasciò West Point nel 1875 e si trasferì a Chicago, dove lavorò come disegnatore nello studio di William Le Baron Jenney, il “padre del grattacielo”. Nel 1880 avviò la pratica con O.C. Simonds; nel 1881 si unì Martin Roche e dal 1883 lo studio operò come Holabird & Roche. Questa genealogia professionale — Jenney → Holabird & Roche — colloca Holabird nel cuore dell’officina tecnica che trasformò la costruzione in altezza in un’impresa industriale moderna.

Lo studio e l’“etica del mestiere”

Holabird & Roche fu tra gli studi più prolifici del Loop: rigoroso controllo dei costi, adesione alle esigenze dei committenti e una poetica della funzionalità. La critica storica ha spesso letto questa impostazione come “professionale” più che “artistica”, contrapponendola alle ambizioni espressive di Root o Sullivan; ciononostante, proprio questa pragmatica lucidità rese lo studio un motore della modernizzazione commerciale di Chicago.

Innovazioni e opere chiave (anni 1880–1890)

  • Tacoma Building (1889, demolito): tra i primi esempi in cui la logica del curtain wall è dichiarata sulle facciate principali; struttura metallica di Fuller con ampio uso di rivetti e base sorprendentemente aperta alla strada. Anche se l’edificio è perduto, la letteratura lo considera un cardine della Scuola di Chicago per chiarezza strutturale e innovazione tipologica.
  • Monadnock Building, ala sud (1893): l’ampliamento firmato Holabird & Roche segna il passaggio dal muro portante alla intelaiatura d’acciaio rivestita, mantenendo continuità cromatica con il blocco nord ma introducendo un lessico più tradizionalmente “urbano” (grandi portali, cornicione in rame). È una “capsula del tempo” che mostra il cambio di paradigma costruttivo.
  • Old Colony Building (1893–94): 17 piani, celebre per i risolti di bracciamento al vento e per l’uso esemplare della finestra tripartita “Chicago window”; fu visto come un prototipo di grattacielo per uffici speculativi, con soluzioni di fondazione e controventatura all’avanguardia.
  • Chicago (Savings Bank) Building (1904–05): uno degli esempi più didattici della Scuola di Chicago all’incrocio State & Madison, con struttura metallica, bays e continuo tappeto di “Chicago windows”; oggi è Landmark.

Poetiche di facciata e “Chicago window”

L’apporto di Holabird non fu la decorazione, ma l’orchestrazione di struttura, luce e superficie. La “Chicago window” — grande luce centrale fissa affiancata da due ante apribili — divenne nel loro lavoro un modulo ripetitivo capace di massimizzare luce naturale e superficie affittabile, riducendo materia opaca e spessori. L’ufficio Landmarks del Comune attribuisce a molti edifici H&R l’uso distintivo di questo dispositivo come cifra della modernità commerciale.

Collaborazioni, paesaggio e infrastrutture

Gli inizi con O.C. Simonds (poi affermatosi nel paesaggio) lasciarono tracce nella cultura di studio: attenzione al contesto e alla lunga durata dell’opera. Esemplari le architetture per Graceland Cemetery e il progetto del Fort Sheridan (1889–95), dove l’integrazione fra disegno edilizio e paesaggio rafforza l’idea di “città tecnica” tardo-ottocentesca.

Dialoghi e frizioni con i coevi

  • Con Burnham & Root lo scambio fu continuo (si veda la storia costruttiva del Monadnock). Se Root esplorava monumentalità organiche, Holabird & Roche consolidavano protocolli costruttivi replicabili, rendendo “scalabile” il grattacielo d’ufficio.
  • Con Louis Sullivan il confronto riguardò l’espressività: H&R privilegiavano un vocabolario più asciutto e modulare, capace di assorbire stili “a richiesta” senza tradire la logica strutturale; Sullivan puntava a una sintesi ornamentale organica. Il Gage Group (dove una facciata è di Sullivan su corpo H&R) mostra bene questa dialettica.

Valutazione critica

Ridurre Holabird a “tecnico senza arte” è fuorviante. La loro arte è la regia del sistema: rapporto superficie/luce/affitto, flussi verticali, leggibilità strutturale, cantierizzazione, manutenzione. Opere come Tacoma, Old Colony e Chicago Building hanno fissato prassi — non solo forme — della città alto-capitalistica. La storiografia più avvertita (Bruegmann) vede nello studio un vero laboratorio della modernità urbana, in cui il linguaggio del grattacielo diventa procedura riproducibile.

Eredità

Alla morte di William (1923) e poi di Roche (1927), lo studio passò al figlio John Augur Holabird e a John Wellborn Root Jr., diventando Holabird & Root (1928). Con loro la linea si aggiornò all’Art Déco (Palmolive, Board of Trade, 333 N. Michigan), segno che l’impianto metodologico trasmesso da William sapeva adattarsi alle estetiche del nuovo secolo.


In sintesi critica

  • Contributo: industrializzazione del grattacielo commerciale (tecnica, ripetizione modulare, gestione della luce).
  • Opera-faro: Tacoma (pionierismo dell’involucro non portante), Old Colony (controventi e tipologia d’ufficio), Chicago Building (manuale vivente della “Chicago window”).
  • Limiti (accusati): minore ambizione iconica rispetto a Sullivan/Root — ma compensata da efficacia urbana e longevità d’uso.