martedì 3 gennaio 2023

Corso di composizione architettonica: Lezione 4 LA RESTITUZIONE GRAFICA DELLE IMMAGINI MENTALI

 

Immagine di una strada ottenuta con la tecnica punteggiata.
Anatomia dell'immagine
Lo studio dei meccanismi di percezione delle immagini costituisce il “viaggio di andata”, in cui abbiamo capito come si formano le immagini mentali. Ma questo non basta a migliorare la nostra competenza grafica, in modo da usare il disegno come valido aiuto della progettazione. Ci aspetta, adesso, il “viaggio di ritorno”, che affronta la restituzione grafica delle immagini mentali. Entriamo dentro di esse, per analizzare le loro componenti.
Per farlo, occorre definire quali sono gli elementi costitutivi dell’immagine e comprendere quali rapporti si stabiliscono tra essi, ai fini della produzione di significato. Diciamo ciò anatomia dell’immagine.
 
Piano del quadro e componenti grafiche dell'immagine
Di cosa è costituita un’immagine?
Cominciamo dal supporto su cui si produce l’immagine. Lo diremo piano del quadro. Il fatto che l’immagine stia sul piano del quadro è un fatto puramente fisico, infatti, con opportuni artifici grafici, possiamo fare in modo che essa, rappresentazione di una realtà tridimensionale riportata su di un supporto bidimensionale, appaia, arretrata o avanzata rispetto ad esso.
Diciamo componenti grafiche dell’immagine gli elementi che concorrono alla sua formazione.

Edificio rappresentato  con la tecnica del tratteggio


Effetto di parallasse di movimento.
IMMAGINE STATICA E MONOCULARE 
Anche se le abbiamo trattate singolarmente, non va dimenticato che le componenti grafiche sono strettamente interdipendenti tra loro, al punto che risulta, a volte, difficile riuscire ad individuare, esattamente, a quali di esse risalga la responsabilità di una determinata percezione dell’immagine.
La nostra esperienza visiva binoculare avviene, normalmente, con oggetti in movimento nello spazio tridimensionale. Questa abitudine ha fatto sì che sviluppassimo una gerarchia di funzioni ottiche primarie e secondarie. Ma, nella rappresentazione, l’immagine è statica e monoculare.
Non si tratta di una differenza di poco conto. Per chiarire meglio questo concetto, possiamo usare l’esempio della parallasse di movimento.
Se guardiamo, dalla nostra auto, due oggetti posti da noi a distanze diseguali (ad esempio un albero ed una casa), nella nostra visione, uno di essi risulterà a destra e l’altro a sinistra. Se modifichiamo il punto di osservazione, spostandoci su di un piano perpendicolare alla linea di visione, la posizione relativa dei due oggetti risulterà invertita, cosicché quello che, prima, si trovava a destra, ora, risulterà a sinistra. Diciamo questo effetto parallasse di movimento.
Ma questo vale in una visione tridimensionale e binoculare.
Se, invece, rappresentiamo sul piano del quadro l’immagine, con l’oggetto A collocato a destra e l’oggetto B a sinistra, nessun tipo di spostamento del punto di vista su di un piano parallelo al piano del quadro, creerebbe l’effetto di parallasse di movimento, spostando l’oggetto B a destra e quello A a sinistra. La profondità ed il movimento sono quindi evocabili solo con stratagemmi grafici.


Nuova Scuola di Architettura a Yale del grande architetto statunitense Rudolf. L’illusione della profondità è ottenuta con l’uso della prospettiva e delle ombre
TRASMISSIONE DI SIGNIFICATO DI UN’IMMAGINE
Oltre gli oggetti costitutivi, nella trasmissione di significato di un’immagine, esistono due categorie di elementi importanti, quelli dimensionali e quelli fruizionali.
Teatro a Dallas del grande architetto statunitense Wright. La rappresentazione prospettica dell’edificio, pur sprovvista di margini artificiali, instaura un rapporto corretto con lo sfondo.



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