Michelangelo: studio di pianta. |
Possiamo fissare un punto di partenza ideale per la composizione architettonica? Se è vero che, il fine della realizzazione, è la customer satisfaction, soddisfare al meglio le richieste del cliente, contribuendo, doverosamente, anche a farle emergere, allora, il risultato architettonico, deve possedere un giusto equilibrio:
- da un lato, l’aspirazione del progettista di produrre un edificio che contenga, in sé, l’impronta della propria personalità ;
- dall’altro, il legittimo desiderio del committente, di vedere soddisfatte, al meglio, le sue reali esigenze.
Cominciamo, allora, col chiederci, molto umilmente: quali attività si devono svolgere in questo edificio e nello spazio esterno adiacente? Proviamo a stilarne un elenco ed individuiamo, insieme al nostro cliente (che, in prima battuta, avrebbe potuto non pensare ad alcune di esse), quelle più opportune al nostro caso.
Forma, dimensione, funzione
Come trattare architettonicamente questi dati?
Occorre fornire una forma alle esigenze emerse, che chiameremo, come è prassi consolidata, funzioni.
Come si vede, la partenza è subito in salita, poiché, fin dal primo presupposto operativo, ci si trova già a cavallo di due versanti progettuali: quello funzionale e quello formale.
Infatti, non si può utilizzare qualsiasi forma per soddisfare una funzione, né il semplice gradimento estetico di questa forma è, da solo, garanzia della sua validità. Occorre cercare altri criteri di verifica.
Il primo di questi può essere fornito dalla nota formula funzionalista:
giusta dimensione = dimensione strettamente necessaria.
Gli elementi culturali di questo studio sono costituiti dai dati antropometrici, vale a dire le dimensioni occupate dall’uomo nelle diverse posture. E’ questo un metodo che affonda le radici nella notte dei tempi ed è stato oggetto di numerosi studi formali e filosofici, detti antropocentrici, cioè che attribuivano all’uomo una posizione centrale nell’universo, considerandolo misura di ogni cosa.
Vale a dire che, ogni attività, per essere svolta adeguatamente, necessita di uno spazio necessario, dato dalla somma dello spazio fisso, occupato dagli arredi finalizzati (o dalle macchine), e dallo spazio libero, necessario per espletarla.
Dimensionamento dei mobili correlato alle dimensioni della figura umana secondo i criteri proporzionali, detti Modulor, del grande architetto svizzero-francese Le Corbusier. Le diverse posture corporee, espresse con quote e disegni, sono il motore generativo di tutto il sistema progettuale. Si noterà la ricorrenza di due dimensioni (16 cm e 27 cm), tra loro relazionate da una regola armonica natural-empirica detta rapporto aureo, ricorrente in molti fenomeni fisici e dimensioni biologiche.
Nessun commento:
Posta un commento