martedì 3 gennaio 2023

Corso di composizione architettonica: Lezione 6 Forma dimensione funzione

  

Michelangelo: studio di pianta.
Architettura ed attività umane
Possiamo fissare un punto di partenza ideale per la composizione architettonica? Se è vero che, il fine della realizzazione, è la customer satisfactionsoddisfare al meglio le richieste del cliente, contribuendo, doverosamente, anche a farle emergere, allora, il risultato architettonico, deve possedere un giusto equilibrio:
  • da un lato, l’aspirazione del progettista di produrre un edificio che contenga, in sé, l’impronta della propria personalità ;
  • dall’altro, il legittimo desiderio del committente, di vedere soddisfatte, al meglio, le sue reali esigenze.
Cominciamo, allora, col chiederci, molto umilmente: quali attività si devono svolgere in questo edificio e nello spazio esterno adiacente? Proviamo a stilarne un elenco ed individuiamo, insieme al nostro cliente (che, in prima battuta, avrebbe potuto non pensare ad alcune di esse), quelle più opportune al nostro caso.

Forma, dimensione, funzione
Come trattare architettonicamente questi dati?
Occorre fornire una forma alle esigenze emerse, che chiameremo, come è prassi consolidata, funzioni.
Come si vede, la partenza è subito in salita, poiché, fin dal primo presupposto operativo, ci si trova già a cavallo di due versanti progettuali: quello funzionale e quello formale.
Infatti, non si può utilizzare qualsiasi forma per soddisfare una funzione, né il semplice gradimento estetico di questa forma è, da solo, garanzia della sua validità. Occorre cercare altri criteri di verifica.
Il primo di questi può essere fornito dalla nota formula funzionalista:
giusta dimensione = dimensione strettamente necessaria.
Gli elementi culturali di questo studio sono costituiti dai dati antropometrici, vale a dire le dimensioni occupate dall’uomo nelle diverse posture. E’ questo un metodo che affonda le radici nella notte dei tempi ed è stato oggetto di numerosi studi formali e filosofici, detti antropocentrici, cioè che attribuivano all’uomo una posizione centrale nell’universo, considerandolo misura di ogni cosa.
Vale a dire che, ogni attività, per essere svolta adeguatamente, necessita di uno spazio necessario, dato dalla somma dello spazio fisso, occupato dagli arredi finalizzati (o dalle macchine), e dallo spazio libero, necessario per espletarla.


Dimensionamento dei mobili correlato alle dimensioni della figura umana secondo i criteri proporzionali, detti Modulor, del grande architetto svizzero-francese Le Corbusier. Le diverse posture corporee, espresse con quote e disegni, sono il motore generativo di tutto il sistema progettuale. Si noterà la ricorrenza di due dimensioni (16 cm e 27 cm), tra loro relazionate da una regola armonica natural-empirica detta rapporto aureo, ricorrente in molti fenomeni fisici e dimensioni biologiche.




Una serie di esempi possono aiutare a comprendere meglio il concetto della formula funzionalista giusta dimensione = dimensione strettamente necessaria.
1-Partiamo da un portaposate (1):
A.       Cucchiai
B.       Forchette
C.      Coltelli
D.      Forchettoni, cucchiai di legno, ecc…
E.       Cucchiaini, ecc…
F.       Filo da cucina, ecc…
 Poiché A B C D contengono oggetti di forma stretta ed allungata, possono essere facilmente estratti, anche se, in parte, sono situati in una zona di non facile estrazione.
La misura complessiva del portaposate è di 10x40x50 cm.
2-Il portaposate deve essere contenuto in un cassetto (2).
La misura complessiva del cassetto è di 15x45x55 cm.
3-Più cassetti devono essere contenuti in una cassettiera (3).
La misura complessiva della cassettiera è di 90x45x60 cm.
4-Per usufruire comodamente di quanto contenuto all’interno della cassettiera, occorre disporre di uno spazio di manovra variabile (4) tra i 60 e i 90 cm.
5-Lo spazio funzionale è, quindi, 180 x 45 x 150 cm (5).
Disegno di Leonardo da Vinci, tratto da uno dei suoi numerosi  diari di appunti, denominati Codice Atlantico. Le parole criptate (scritte da destra a sinistra, leggibili con l’aiuto di uno specchio) ed i disegni contribuiscono, con estrema efficacia, ad illustrare la sua idea di geometrizzazione delle proporzioni nella figura umana.
Le teorie filosofiche che stanno a monte sono dette antropocentriche, l’uomo è al centro dell’universo ed è misura di ogni cosa. Da ciò derivano le visioni antropometriche in cui ci troviamo di fronte alla funzione di una idea di bellezza e di funzione assolute.

Nessun commento:

Posta un commento