Adolfo Natalini (Pistoia, 10 maggio 1941 – Firenze, 23 gennaio 2020) è stato un architetto italiano. Era considerato uno degli iniziatori dell'architettura radicale, di cui tracciò le origini nel n° 10&11 della rivista Spazioarte, curato da Ugo La Pietra. Si laureò nel 1966 a Firenze e, nel medesimo anno, fondò il Superstudio con Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Roberto e Alessandro Magris e Alessandro Pol. L'esperienza del Superstudio terminò dopo circa venti anni; i progetti maturati durante quel periodo trovarono ampio risalto sulle riviste specializzate. Opere realizzate e progetti di questa esperienza fanno parte delle collezioni di musei come il Museum of Modern Art a New York, Museo d'Israele a Gerusalemme, il Deutsches Architekturmuseum a Francoforte sul Meno e il Centro Georges Pompidou a Parigi. Alla fine degli anni sessanta, con Roberto Barni, Umberto Buscioni e Gianni Ruffi fu membro della Scuola di Pistoia. Fu accademico ordinario nell'Accademico delle Arti del Disegno di Firenze. Proseguendo l'attività autonoma, Natalini elaborò una serie di progetti in Italia, Germania e Paesi Bassi. Docente presso l'Università di Firenze, nel 1991 assieme a Fabrizio Natalini creò lo studio "Natalini Architetti".
lunedì 21 aprile 2025
Corso di storia dell'architettura: Purini 1941
Franco Purini, all'anagrafe Francesco Purini (Isola del Liri, 9 novembre 1941), è un architetto, saggista e docente universitario italiano. Ha studiato architettura a Roma con Ludovico Quaroni laureandosi nel 1971 e frequentando assiduamente gli ambienti degli artisti Franco Libertucci, Achille Perilli e Lorenzo Taiuti. Dopo un primo periodo di lavoro con Maurizio Sacripanti e Vittorio Gregotti, dal 1969, principalmente presso le università di Firenze e di Cosenza, Purini ha partecipato al laboratorio di progettazione "Belice '80" e, dopo un breve periodo di insegnamento a Reggio Calabria e a Roma, è diventato docente presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Dal 2003 insegna presso la Facoltà di Architettura della Sapienza di Roma. Per i meriti conseguiti nell'ambito della sua attività professionale e teorica, è stato eletto Accademico Corrispondente dall'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Data al 1966 l'inizio di una lunga collaborazione a Roma con la moglie Laura Thermes, con cui parteciperà sia alla Biennale di Venezia che alla Triennale di Milano. Nel 1980 è infatti uno degli architetti chiamati da Paolo Portoghesi alla Biennale di Venezia per partecipare all'installazione "Strada Novissima", che diverrà manifesto dell'Architettura postmoderna. I suoi progetti sono densi di linee, rimandi, campiture, e le sue strutture riecheggiano di razionalismo e tradizione classica, con chiare citazioni di Maurizio Sacripanti e Giovan Battista Piranesi, che rimandano a suggestioni di carattere metafisico.
Corso di storia dell'architettura: Ito 1941

Il teatro dell’opera Taichung è un complesso costituito da tre elementi: il gran teatro con 2014 posti a sedere, il teatro di prosa con 800 e la sala sperimentale o black box con 200. Si aggiungono a questi tre elementi la Art Plaza, lo spazio dedicato all’arte e alla creatività, ristoranti e caffetterie. Ogni piano dispone di aree aperte al pubblico, collegate con il parco e con il giardino pensile. Tutti gli ambienti sono tra loro collegati grazie a una struttura dalla superficie curva e tridimensionale costituita da catenoidi, che forma una rete verticale e orizzontale di vuoti tubolari. Tutti possono godersi la magia di uno spettacolo con video e audio di alta qualità, grazie ai sistemi di home theater. Domandarsi dunque quale sia il senso di realizzare un nuovo teatro equivale a domandarsi quale sia l’essenza stessa dell’arte performativa, significa ripensare la natura del progetto architettonico poiché lo spazio architettonico e l’arte che si svolge in esso sono elementi inscindibili. La strategia adottata dallo studio è stata quella di utilizzare, quale concetto spaziale, la caverna del suono. L’arte performativa nasce dall’integrazione, a livello spaziale, di tutta una serie di energie, quella del pubblico, quella dell’attore, del corpo, dell’arte, della musica e dell’informazione. Il teatro dell’opera Taichung può essere interpretato non solo come un complesso che riunisce in sé più teatri, può altresì essere visto come una “combinazione di attività tra loro differenti”; il complesso dunque, nella sua interezza, diviene un affascinante centro di produzione di cultura. Negli ultimi anni, gli edifici adibiti a teatro si sono rivelati troppo rigidi, una rigidità dettata da una serie di preconcetti didascalici, che definivano le specifiche tecniche della tipologia “teatro”. Quest’ultimo è essenzialmente un luogo in cui le persone si incontrano, cantano, danzano, un luogo brulicante di attività e pieno di sorprese. Immaginiamo che antichi esploratori si trovino a percorrere un tunnel e che, alla fine di questo, si trovino di fronte ad una piazza magica; senza dubbio esclamerebbero “forza, venite tutti qui, questo è un teatro. C’è posto per 2014 persone, ci vuole una festa!”. Sono all’interno del Taichung si può veramente capire cosa significhi trovarsi di fronte a un teatro all’uscita di una caverna. La forma della caverna è il risultato dell’applicazione di un sistema denominato “griglia emergente”, un sistema non lineare che dà vita ad uno spazio organico e complesso, partendo tuttavia da regole semplici e flessibili. La superficie curva in 3D è ottenuta dall’elaborazione di una griglia bidimensionale a più strati; intervenendo su tale griglia è stato possibile integrare il teatro e la caverna del suono. Quest‘ultima è divisa in due zone da una sottile membrana: una lontana ma collegata, l’altra vicina ma separata dalla membrana. Ecco dunque che si vengono a creare nuovi rapporti tra i diversi spazi e tra le persone all’interno di essi. L’utilizzo di tecnologia digitale permette a un sistema non lineare di divenire realtà. Il nostro scopo, tuttavia, è quello di creare un’esperienza spaziale estremamente realistica, partendo da qualcosa di primitivo. Lo stesso processo di costruzione risulta particolarmente realistico. Abbiamo scelto materiali primitivi, come l’acciaio, per barre che sono state piegate a mano, il calcestruzzo è stato invece gettato.
Lo Shinmai Media Garden è stato inaugurato nell'aprile 2018 e funge da centro commerciale e ufficio principale del giornale locale Shinmai. Ci sono un totale di 11 negozi, ristoranti e caffè dal primo al terzo piano. Il Media Garden vanta una bella terrazza che permette di ammirare dall'alto il centro di Matsumoto. Per gli appassionati di architettura, l'edificio è stato progettato dall'architetto giapponese di fama mondiale Toyo Ito.
Corso di storia dell'architettura: Ando 1941










Tadao Andō (Osaka, 13 settembre 1941) è un architetto giapponese, tra i più noti sulla scena internazionale. Il suo approccio all'architettura è talvolta classificato come Regionalismo critico.