lunedì 21 aprile 2025

Corso di storia dell'architettura: Natalini 1941

Natalini 1941









Adolfo Natalini (Pistoia, 10 maggio 1941 – Firenze, 23 gennaio 2020) è stato un architetto italiano. Era considerato uno degli iniziatori dell'architettura radicale, di cui tracciò le origini nel n° 10&11 della rivista Spazioarte, curato da Ugo La Pietra. Si laureò nel 1966 a Firenze e, nel medesimo anno, fondò il Superstudio con Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Roberto e Alessandro Magris e Alessandro Pol. L'esperienza del Superstudio terminò dopo circa venti anni; i progetti maturati durante quel periodo trovarono ampio risalto sulle riviste specializzate. Opere realizzate e progetti di questa esperienza fanno parte delle collezioni di musei come il Museum of Modern Art a New York, Museo d'Israele a Gerusalemme, il Deutsches Architekturmuseum a Francoforte sul Meno e il Centro Georges Pompidou a Parigi. Alla fine degli anni sessanta, con Roberto Barni, Umberto Buscioni e Gianni Ruffi fu membro della Scuola di Pistoia. Fu accademico ordinario nell'Accademico delle Arti del Disegno di Firenze. Proseguendo l'attività autonoma, Natalini elaborò una serie di progetti in Italia, Germania e Paesi Bassi. Docente presso l'Università di Firenze, nel 1991 assieme a Fabrizio Natalini creò lo studio "Natalini Architetti".


Corso di storia dell'architettura: Purini 1941

Purini 1941










Franco Purini, all'anagrafe Francesco Purini (Isola del Liri, 9 novembre 1941), è un architetto, saggista e docente universitario italiano. Ha studiato architettura a Roma con Ludovico Quaroni laureandosi nel 1971 e frequentando assiduamente gli ambienti degli artisti Franco Libertucci, Achille Perilli e Lorenzo Taiuti. Dopo un primo periodo di lavoro con Maurizio Sacripanti e Vittorio Gregotti, dal 1969, principalmente presso le università di Firenze e di Cosenza, Purini ha partecipato al laboratorio di progettazione "Belice '80" e, dopo un breve periodo di insegnamento a Reggio Calabria e a Roma, è diventato docente presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Dal 2003 insegna presso la Facoltà di Architettura della Sapienza di Roma. Per i meriti conseguiti nell'ambito della sua attività professionale e teorica, è stato eletto Accademico Corrispondente dall'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Data al 1966 l'inizio di una lunga collaborazione a Roma con la moglie Laura Thermes, con cui parteciperà sia alla Biennale di Venezia che alla Triennale di Milano. Nel 1980 è infatti uno degli architetti chiamati da Paolo Portoghesi alla Biennale di Venezia per partecipare all'installazione "Strada Novissima", che diverrà manifesto dell'Architettura postmoderna. I suoi progetti sono densi di linee, rimandi, campiture, e le sue strutture riecheggiano di razionalismo e tradizione classica, con chiare citazioni di Maurizio Sacripanti e Giovan Battista Piranesi, che rimandano a suggestioni di carattere metafisico. 



 

Corso di storia dell'architettura: Ito 1941

Ito 1941

https://youtu.be/rIalHBPyc7I

  











 
Toyo Ito (1941) architetto giapponese considerato tra i più innovativi ed influenti al mondo, particolarmente apprezzato per la creazione ed elaborazione di concetti architettonici estremi, nei quali combina il mondo fisico con quello virtuale. È uno degli esponenti più significativi di quell’indirizzo architettonico che viene definito della città simulata.
Ito dopo gli studi presso la facoltà di architettura dell’Università di Tokyo ed un apprendistato nello studio del metabolista Kikutake, nel 1971 apre il proprio studio Urban Robot (urbot), a Tokyo che diventerà nel 1979 Toyo Ito & Associates, Architects. Ha svolto attività accademica presso l’Università di Tokyo, l’University of North London e la Columbia University.

 






Il teatro dell’opera Taichung è un complesso costituito da tre elementi: il gran teatro con 2014 posti a sedere, il teatro di prosa con 800 e la sala sperimentale o black box con 200. Si aggiungono a questi tre elementi la Art Plaza, lo spazio dedicato all’arte e alla creatività, ristoranti e caffetterie. Ogni piano dispone di aree aperte al pubblico, collegate con il parco e con il giardino pensile. Tutti gli ambienti sono tra loro collegati grazie a una struttura dalla superficie curva e tridimensionale costituita da catenoidi, che forma una rete verticale e orizzontale di vuoti tubolari. Tutti possono godersi la magia di uno spettacolo con video e audio di alta qualità, grazie ai sistemi di home theater. Domandarsi dunque quale sia il senso di realizzare un nuovo teatro equivale a domandarsi quale sia l’essenza stessa dell’arte performativa, significa ripensare la natura del progetto architettonico poiché lo spazio architettonico e l’arte che si svolge in esso sono elementi inscindibili. La strategia adottata dallo studio è stata quella di utilizzare, quale concetto spaziale, la caverna del suono. L’arte performativa nasce dall’integrazione, a livello spaziale, di tutta una serie di energie, quella del pubblico, quella dell’attore, del corpo, dell’arte, della musica e dell’informazione. Il teatro dell’opera Taichung può essere interpretato non solo come un complesso che riunisce in sé più teatri, può altresì essere visto come una “combinazione di attività tra loro differenti”; il complesso dunque, nella sua interezza, diviene un affascinante centro di produzione di cultura. Negli ultimi anni, gli edifici adibiti a teatro si sono rivelati troppo rigidi, una rigidità dettata da una serie di preconcetti didascalici, che definivano le specifiche tecniche della tipologia “teatro”. Quest’ultimo è essenzialmente un luogo in cui le persone si incontrano, cantano, danzano, un luogo brulicante di attività e pieno di sorprese. Immaginiamo che antichi esploratori si trovino a percorrere un tunnel e che, alla fine di questo, si trovino di fronte ad una piazza magica; senza dubbio esclamerebbero “forza, venite tutti qui, questo è un teatro. C’è posto per 2014 persone, ci vuole una festa!”. Sono all’interno del Taichung si può veramente capire cosa significhi trovarsi di fronte a un teatro all’uscita di una caverna. La forma della caverna è il risultato dell’applicazione di un sistema denominato “griglia emergente”, un sistema non lineare che dà vita ad uno spazio organico e complesso, partendo tuttavia da regole semplici e flessibili. La superficie curva in 3D è ottenuta dall’elaborazione di una griglia bidimensionale a più strati; intervenendo su tale griglia è stato possibile integrare il teatro e la caverna del suono. Quest‘ultima è divisa in due zone da una sottile membrana: una lontana ma collegata, l’altra vicina ma separata dalla membrana. Ecco dunque che si vengono a creare nuovi rapporti tra i diversi spazi e tra le persone all’interno di essi. L’utilizzo di tecnologia digitale permette a un sistema non lineare di divenire realtà. Il nostro scopo, tuttavia, è quello di creare un’esperienza spaziale estremamente realistica, partendo da qualcosa di primitivo. Lo stesso processo di costruzione risulta particolarmente realistico. Abbiamo scelto materiali primitivi, come l’acciaio, per barre che sono state piegate a mano, il calcestruzzo è stato invece gettato.

 




Un porticato affacciato sul lago, una passeggiata coperta, una tettoia volante che, sospesa su colonne bianche, disegna un paesaggio atmosferico, fatto di linee e di luce, e racchiude un interno accogliente, un luogo per il ricordo condiviso. È il Meguri No Mori, Funeral Hall della città di Kawaguchi in Giappone.Il contatto con gli elementi naturali, come l’acqua, la vegetazione e la luce, ha un effetto rasserenante e consolatorio, e l’architettura giapponese tradizionalmente include elementi di naturalità, magari in miniatura, in un disegno di armonia e di pacificazione. Un tempio per il commiato, in un crematorio, è un tema perfetto, per Toyo Ito.Nel suo attraversare epoche e luoghi con progetti anche molto diversi, dalle piccole case unifamiliari, come la bellissima White U che, nel 1976, lo portò alla ribalta internazionale, ai grandi edifici complessi, come la mediateca di Sendai e il National Taichung Theater di Taiwan, il maestro giapponese ha lavorato a sovvertire la percezione dell’edificio, giocando con effetti di trasparenza di leggerezza che tendono a una sua personale idea di smaterializzazione.Questa volta, nella casa funeraria di Kawaguchi, Ito dispone l’edificio a ridosso di un piccolo serbatoio di bilanciamento rivisto dal vecchio lago inserito nel verde dell’Akayama Historic Nature Park. Inclusa tra l’acqua e il prato, la funeral hall crea una presenza atmosferica, fatto di linee e di luce, che segue il flusso del tempo sospeso, dell’addio e dell’assenza, e si offre alla meditazione con metodi non banali.Il gelo dell’abbandono, la simmetria vertiginosa della non vita, sono sublimati nella inversione percettiva dell’edificio in cui la copertura è come un suolo che lievita, un paesaggio volante. Al centro, si erge lo ziggurat di mattoni della fornace, chiuso e compatto, che dovrà essere rivestito dalle piante alloggiate nelle terrazze ricavate dal set-back.All’interno del blocco centrale si trovano sette stanze destinate ad accogliere i due passaggi del cerimoniale, l’addio alla salma e la deposizione delle ceneri nell’urna. Per favorire il raccoglimento e la privacy dei parenti, e per evitare che vengano avvertiti i rumori prodotti dai sistemi meccanizzati, le stanze hanno un accurato sistema di isolamento acustico e sono illuminate con luci indirette provenienti da sorgenti invisibili, localizzate negli spigoli e nel controsoffitto.Entrando nell’edificio, i visitatori accedono allo spazio continuo che fluisce tra il blocco centrale e le vetrate continue del perimetro esterno, su cui affacciano le stanze cerimoniali del blocco centrale. Proseguendo, si giunge a un corridoio centrale che porta a un gruppo di dieci sale, vasti spazi luminosi, affacciati sul lago artificiale e sul parco, dove riunirsi nel tempo che intercorre tra la cremazione e la deposizione nell’urna.



Lo Shinmai Media Garden è stato inaugurato nell'aprile 2018 e funge da centro commerciale e ufficio principale del giornale locale Shinmai. Ci sono un totale di 11 negozi, ristoranti e caffè dal primo al terzo piano. Il Media Garden vanta una bella terrazza che permette di ammirare dall'alto il centro di Matsumoto. Per gli appassionati di architettura, l'edificio è stato progettato dall'architetto giapponese di fama mondiale Toyo Ito.

Corso di storia dell'architettura: Ando 1941

Ando 1941
Ando

https://youtu.be/8tfMIGNTKbg

Ando





































Tadao Andō (Osaka, 13 settembre 1941) è un architetto giapponese, tra i più noti sulla scena internazionale. Il suo approccio all'architettura è talvolta classificato come Regionalismo critico.
Prima di dedicarsi all'Architettura da autodidatta, conduce una vita molto varia, lavorando come camionista e pugile.
Fortemente influenzato dal Movimento moderno e in particolar modo da Le Corbusier, ma allo stesso modo legato all'architettura tradizionale giapponese, alle sue opere conferisce un carattere quasi "artigianale" nella definizione dei dettagli. Utilizza quasi esclusivamente il cemento a vista, con casseformi che si basano sulla dimensione del tatami giapponese, e lo associa spesso al legno e alla pietra. È noto per uno stile esemplare che evoca in modo tipicamente giapponese la materialità, il collegamento e la lettura degli spazi, attraverso la comparazione estetica col modernismo internazionale. I suoi edifici sono spesso caratterizzati da volumi stereometrici attraversati da complessi percorsi tridimensionali, che si incrociano tra spazi interni ed esterni. Elemento fondamentale è sempre la luce, che contribuisce a definire il carattere degli spazi.
Nel 1969, ha aperto lo studio Tadao Ando Architects & Associates.
La sua Row House (casa a schiera) in Sumiyoshi (Azuma House), una piccola casa a due piani in getto di cemento completata nel 1976, gli valse il Premio annuale dell'Architectural Institute of Japan. Anticipatrice di quello che diventerà il suo stile, consiste in tre volumi rettangolari di uguali dimensioni: due elementi di spazi interni, separati da un cortile aperto. Per la sua posizione, il cortile interno diventa parte integrale del sistema di circolazione della casa.
Nel 1995 vince il Premio Pritzker. Ha donato il premio di 100.000 dollari agli orfani del Grande terremoto di Hanshin del 1995.
In Italia, Tadao Andō ha realizzato il centro di ricerca del Gruppo Benetton Fabrica a Villorba (frazione Lancenigo, nella provincia di Treviso), il progetto di risistemazione della Punta della Dogana a Venezia, sede della Fondazione François Pinault e la AB-house (la casa invisibile) a Ponzano Veneto. Per Giorgio Armani ha progettato la sede della casa di moda e il Teatro Armani a Milano. Sempre a Milano ha realizzato il flagship store e lo show-room di Duvetica.
Stile
Ando è cresciuto nel Giappone, dove la religione e lo stile di vita hanno fortemente influenzato la sua architettura e il suo design. Si dice che lo stile architettonico di Ando crea un effetto "haiku", enfatizzando il nulla e lo spazio vuoto per rappresentare la bellezza della semplicità. Predilige la progettazione di una complessa circolazione spaziale mantenendo l'aspetto della semplicità. Architetto autodidatta, tiene in mente la sua cultura e lingua giapponese mentre viaggia in Europa per la ricerca. Come architetto, crede che l'architettura possa cambiare la società, che "cambiare dimora significa cambiare la città e riformare la società". La "società di riforma" potrebbe essere una promozione di un luogo o un cambiamento dell'identità di quel luogo. L'architetto svizzero Werner Blaser ha dichiarato: "I buoni edifici di Tadao Ando creano un'identità memorabile e quindi pubblicità, che a sua volta attira il pubblico e promuove la penetrazione del mercato".
La semplicità della sua architettura enfatizza il concetto di sensazione ed esperienze fisiche, influenzato principalmente dalla cultura giapponese. Il termine religioso Zen, si concentra sul concetto di semplicità e si concentra sul sentimento interiore piuttosto che sull'aspetto esteriore. Le influenze Zen mostrano vividamente nel lavoro di Ando e sono diventate il suo segno distintivo. Al fine di praticare l'idea di semplicità, l'architettura di Ando è in gran parte costruita con cemento, fornendo allo stesso tempo un senso di pulizia e assenza di gravità (anche se il cemento è un materiale pesante). A causa della semplicità dell'esterno, la costruzione e l'organizzazione dello spazio sono relativamente potenziali per rappresentare l'estetica della sensazione.
Oltre all'architettura religiosa giapponese, Ando ha anche progettato chiese cristiane, come la Chiesa della Luce (1989) e la Chiesa di Tarumi (1993). Sebbene le chiese giapponesi e cristiane presentino caratteristiche distinte, Ando le tratta in modo simile. Crede che non ci dovrebbero essere differenze nella progettazione di case e architetture religiose.
Oltre a parlare dello spirito dell'architettura, Ando sottolinea anche l'associazione tra natura e architettura. Intende che le persone sperimentino facilmente lo spirito e la bellezza della natura attraverso l'architettura. Crede che l'architettura sia responsabile dell'esecuzione dell'atteggiamento del sito e lo renda visibile. Ciò non solo rappresenta la sua teoria del ruolo dell'architettura nella società, ma mostra anche perché trascorre così tanto tempo a studiare architettura dall'esperienza fisica.
Opere
Selezione di progetti
    Casa Row (altro nome di Casa Azuma), a Sumiyoshi, nella prefettura di Ōsaka (1976)
    Rokko Housing One, a Rokko, nella prefettura di Kobe (1983)
    Festival, a Naha, nella prefettura di Okinawa, (1984)
    Edificio TS, ad Osaka (1985)
    Cappella sull'acqua, a Tomamu, nella prefettura di Hokkaidō (1988)
    Galleria akka, ad Osaka, in Giappone (1988)
    Children's Museum di Himeji, nella prefettura di Hyōgo (1989)
    La chiesa della Luce, a Ibaraki, nella prefettura di Osaka (1989)
    Collezione a Tokyo, in Giappone (1989)
    Tempio dell'Acqua all'isola Awaji, nella prefettura di Hyōgo (1991) [3]
    Museo d'arte contemporanea di Naoshima, nella prefettura di Kagawa (1992) [4] [5]
    Padiglione giapponese per l'Esposizione di Siviglia, in Spagna (1992)
    Rokko Housing Two, a Rokko, Kobe (Giappone, 1993)
    Padiglione Vitra per le conferenze, a Weil am Rhein, in Germania (1993)
    Centro Fabrica per Benetton, Catena di Villorba (TV), in Italia (2000)
    Fondazione Pulitzer per le arti, a Saint Louis, nel Missouri (2001)
    Museo memoriale di Ryōtarō Shiba, a Higashiōsaka, nella prefettura di Osaka (2001)
    Teatro Armani e Sede internazionale della Giorgio Armani S.p.A. a Milano, in Italia (2002)
    Museo d'arte moderna a Fort Worth, in Texas (2002)
    Museo d'arte Chichu, a Naoshima, nella prefettura di Kagawa (2004) [9]
    AB-house a Ponzano Veneto (TV), in Italia (2004)
    Jingumae 4-Chome Project, a Tokyo
    Palazzo Grassi, a Venezia, in Italia (2006), restyling interni
    Punta della Dogana, Venezia, in Italia (2009), restauro
    Abitazione, stalle e mausoleo per Tom Ford presso Santa Fe, nel Nuovo Messico
    Espansione del Clark Art Institute di Williamstown, in Massachusetts
    Casa-studio per Karl Lagerfeld a Biarritz, in Francia
    Flagship store e show-room per Duvetica, una a Milano e una a Kitzbühel, in Austria
Premi
    Premio annuale (Row House, Sumiyoshi), Architectural Institute of Japan (1979)
    Cultural Design Prize (Rokko Housing One and Two), Giappone (1983)
    Medaglia Alvar Aalto, della Finnish Association of Architects (1985)
    Medaglia d'Oro per l'architettura, Académie royale d'architecture (1989)
    Premio Carlsberg, Danimarca (1992)
    Japan Art Academy Prize, Giappone (1993)
    Premio Pritzker (1995)
    Chevalier de l'Ordre des Arts et des Lettres, Francia (1995)
    Praemium Imperiale First “FRATE SOLE” Award in Architecture, Japan Art Association (1996)
    Officier de l'Ordre des Arts et des Lettres, Francia (1997)
    Royal Gold Medal, Royal Institute of British Architects (R.I.B.A., 1997)
    AIA Gold Medal, American Institute of Architects (A.I.A., 2002)
Onorificenze
Onorificenze giapponesi
Premio Imperiale - nastrino per uniforme ordinaria Premio Imperiale
Tokyo, 25 ottobre 1996
Medaglia d'onore con nastro viola - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'onore con nastro viola Tokyo, 26 ottobre 2010
Onorificenze straniere
Cavaliere dell'Ordre des Arts et des Lettres (Francia) nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordre des Arts et des Lettres (Francia) 1995
Ufficiale dell'Ordre des arts et des lettres (Francia) nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell'Ordre des arts et des lettres (Francia) 1997
Grande ufficiale dell'Ordine della stella d'Italia (Italia) nastrino per uniforme ordinaria Grande ufficiale dell'Ordine della stella d'Italia (Italia)16 gennaio 2013