martedì 3 gennaio 2023

Corso di composizione architettonica: Lezione 12 PROSSEMICA E MEDIALOGIA

I CONTRIBUTI DELLA PROSSEMICA E DELLA MEDIALOGIA
Gli studi formalistico-spaziali più utilizzati, per perseguire una migliore qualità della vita, attraverso la gestione degli spazi architettonici, sono quelli che derivano dalla prossemica, vale a dire la scienza che studia gli effetti della prossimità relazionale, e dalla medialogia, vale a dire la scienza che analizza e regola le conseguenze del modo in cui sono gestiti i meccanismi della  comunicazione.
Nel primo caso, si tratta di comprendere a quale distanza relazionale ottimale gradiscono stare le persone, per compiere le loro attività nel modo migliore, senza sentirsi a disagio o subire condizionamenti negativi.
Nel secondo caso, si tratta di comprendere quale sia il messaggio, che lo spazio ambientale, in cui operiamo, ci deve comunicare; quale deve essere la componente di supporto scenografico (spazio trattato alla stregua dell’ambientazione di un set cinematografico o teatrale); quale deve essere la componente di credibilità spettacolare (spazio trattato come luogo in cui accade una determinata scena, che è l’attività che vi dobbiamo compiere).

DISTANZE RELAZIONALI
Senza entrare in inutili specialismi, diremo che si possono individuare distanze relazionali di diverso tipo (di confidenza, di cameratismo, di diplomazia, di rispetto, di isolamento, ecc.), individuabili, sia fisicamente (distanza in cm., interposizione di arredi, schermi divisori, porte, pareti, livelli diversi del pavimento, altezze non uniformi del soffitto, ecc.), sia psicologicamente (coercizione a posture corporee ed a toni di voce necessari a comunicare, ecc.).
Così, ad esempio, la vicinanza tra due persone in confidenza tra loro, che conversano sottovoce, sedute accanto nello stesso divano, contribuisce a rafforzare un clima di intimità gratificante, ma la stessa distanza tra due persone estranee, che si trovano in una sala d'attesa (in una situazione di forzato mutismo), può risulare fastidiosa.

SUPPORTI EMPATICO-EMOZIONALI
Parimenti forme spaziali, stili architettonici, uso delle proporzioni, dei materiali e degli arredi, possono favorire o scoraggiare il buon compimento della funzione per cui sono stati immaginati, a seconda del livello di supporto empatico-emozionale, che sono in grado di attivare.
Vi ricordate l’irresistibile gag del grande attore comico italiano Paolo Villaggio quando, interpretando il ragionier Fracchia alle prese col capufficio, è costretto a sedersi su un sacco-poltrona col rischio sempre di ribaltarsi, chiaro simbolo di sudditanza psicologica?
La fruizione empatica (cioè l’atteggiamento di comprensione profonda e di feeling, che pone subito sulla stessa lunghezza d’onda), relativamente ad un ambiente, si manifesta, quando percepiamo un senso di avvolgimento, ci sentiamo completamente a nostro agio e ci muoviamo, dentro, come dei pesci nell’acqua.
Così, ad esempio, vediamo che esistono ristoranti nei quali viene subito voglia di mettersi a tavola a mangiare, cucine che ispirano la voglia di mettersi ai fornelli, ecc. ma, anche, saloni troppo grandi, in cui ci sentiamo sperduti, tendaggi eccessivamente sontuosi da risultare soffocanti, soffitti troppo bassi per far assumere la giusta dignità ad un evento, volte troppo alte, che creano un senso di vertigine, ambienti che fanno esplodere il suono in un rimbombo caotico, uffici troppo ovattati per sembrare credibilmente produttivi, ecc.
 
Accanto alla dimensione funzionale minima, data dall’ingombro degli arredi e dello spazio necessario ad un loro corretto utilizzo esistono anche criteri psicologici, di cui bisogna tenere adeguatamente conto, nella progettazione dimensionale degli spazi. Esiste una distanza relazionale ottimale, che è legata al livello di confidenza e di cameratismo che esiste tra due o più persone. Mettiamo a confronto una stessa situazione spaziale e distributiva in due differenti condizioni psicologiche
SALA D’ATTESA.
Sul divano sussiste un’area di disagio psicologico, dovuta ad una eccessiva vicinanza tra soggetti privi di confidenza tra loro, costretti a sedere vicini. Sulle sedie, invece, sussiste un’area di agio psicologico.
SOGGIORNO
La confidenza dei soggetti porta ad una ricerca di vicinanza tale da favorire un raggruppamento, per entrare nell’area di agio psicologico di chi condivide un programma televisivo fruito comunitariamente.
AULA
Area di distanza tra major e pari
Caso1: Il docente spiega alla lavagna.
Caso 2: Il docente spiega dalla cattedra.
Area di vicinanza tra major e pari
Caso 3: Il docente spiega avvicinandosi ad un banco.
Caso 4: Il docente spiega avvicinandosi ad un allievo interrogato alla lavagna.
Area di vicinanza tra pari
Caso 5: Gli allievi seguono la lezione dai banchi.


Possiamo individuare alcuni criteri che ci permettono di misurare la bontà della nostra soluzione:
• la disposizione reciproca dei diversi ambienti, deve essere funzionale e rispondere ai criteri di orientamento voluti;
• la superficie assegnata agli spazi asserventi, deve essere la minore possibile (<20% superficie totale);
• la superficie degli spazi misti, deve essere minore possibile (e comunque compensare la riduzione di quelli asserventi).

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