giovedì 27 marzo 2025

Corso di storia dell'architettura: 27 International Style

 





International Style e Movimento Moderno
negli Stati Uniti (1930-1950)

1. La mostra di Philip Johnson al MoMA (1932)

Nel 1932, Philip Johnson organizza al Museum of Modern Art (MoMA) di New York una esposizione che sancisce una svolta epocale per l’architettura moderna negli Stati Uniti. La mostra raccoglie edifici realizzati tra il 1922 e il 1932 e si accompagna a un catalogo scritto dallo stesso Johnson insieme a Henry Russell Hitchcock, intitolato International Style.

  • Johnson e Hitchcock codificano e promuovono un intero movimento, definendo edifici e architetti come appartenenti a un codice stilistico unitario.
  • L’International Style si caratterizza per la trascendenza delle identità regionali e nazionali, diventando un linguaggio globale dell’architettura moderna.

Principi fondanti

  1. Architettura come volume: gli edifici sono concepiti come spazi definiti da piani sottili e superfici, opponendosi alla percezione tradizionale della massa e della solidità.
  2. Composizione basata sulla regolarità: l’equilibrio nasce da proporzioni interne e ritmo, più che da simmetria evidente o ornamenti superflui.
  3. Gusto per materiali e tecnica: la bellezza risiede nella perfezione tecnica, nella scelta dei materiali e nelle proporzioni, non nella decorazione applicata.

2. L’influenza europea negli Stati Uniti

L’arrivo di architetti europei nel contesto americano rafforza e trasforma l’International Style.

Richard Neutra (Vienna, 1892 – Los Angeles, 1970)

  • Formatosi a Vienna come allievo di Adolf Loos e collaboratore di Erich Mendelsohn, Neutra introduce in America il linguaggio del Movimento Moderno.
  • Caratteristiche principali della sua opera:
    • Rigore tecnico con strutture metalliche e intonaco liscio.
    • Interazione con il paesaggio: le abitazioni dialogano con la natura, inserendosi armonicamente in ambienti drammatici o spettacolari.
    • Progettazione della luce e dello spazio interno: massima attenzione alla percezione ambientale e al comfort abitativo.

Fuga degli architetti europei negli anni ’30

Con l’ascesa del Nazionalsocialismo in Germania, l’architettura moderna viene rigettata come “degenerata”.

  • Architetti come Walter Gropius, Marcel Breuer e Ludwig Mies van der Rohe emigrano negli Stati Uniti.
  • La scuola tedesca Bauhaus influenza programmi accademici come la Harvard Graduate School of Design, integrando concetti di prefabbricazione e modernità applicata.

3. Ludwig Mies van der Rohe e il rigore americano

  • Chiamato nel 1938 a dirigere la sezione di architettura dell’Illinois Institute of Technology, Mies enfatizza un rigore tecnico e compositivo spesso assente in alcune realizzazioni superficiali del modernismo.
  • Obiettivi progettuali di Mies:
    • Ricerca di armonia e proporzione, in continuità simbolica con la sezione aurea.
    • Studio dell’unicità tra particolare costruttivo e architettonico, dall’uso dell’acciaio e vetro ai giunti e texture dei materiali.
    • Realizzazioni iconiche: il Campus IIT di Chicago (1939) e il Seagram Building di New York (1956), esempi dell’apice del modernismo razionale americano.

4. Crisi e superamento dell’International Style

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il Modernismo si diffonde in paesi lontani, come: Giappone, Brasile e India. Tuttavia emergono problemi e contraddizioni:

  • La rivoluzione razionalista ha eliminato ogni vincolo sentimentale e sociale, creando edifici spesso astratti e alienanti.
  • Le teorie di Le Corbusier, come la macchina per abitare e le Unité d’Habitation, miravano a un nuovo abitare collettivo, ma risultavano difficili da adattare alla realtà sociale europea postbellica.
  • Il boom edilizio del dopoguerra ha banalizzato le forme moderne, svuotando il Modernismo dei contenuti originari e favorendo la speculazione edilizia.

5. Esperienze nei paesi emergenti

Brasilia (Oscar Niemeyer e Lúcio Costa)

  • Si adottano principi razionalisti come: curtain wall, brise-soleil e pilotis.
  • Tuttavia, spesso le forme risultano astratte e simboliche, prive di vitalità urbana e legame con l’ambiente locale.

Chandigarh (Le Corbusier)

  • Tentativo di calarsi nel contesto indiano: interpretazione dei simboli locali e ricerca di un linguaggio architettonico personale.
  • Opere in cemento a vista mostrano il passaggio dal razionalismo puro a forme più espressive, anticipando estetiche del Postmodernismo e del Brutalismo.
  • Altri progettisti europei o indiani seguono schemi più convenzionali, evidenziando i limiti di applicazione dei canoni internazionali in contesti culturali differenti.

6. Valutazione critica

  • L’International Style rappresenta un codice estetico e tecnico innovativo, capace di unificare linguaggi regionali in una visione globale.
  • La sua applicazione indiscriminata ha però spesso prodotto architetture astratte, formalmente coerenti ma socialmente distanti.
  • Le esperienze di Neutra, Mies e Le Corbusier mostrano diverse strategie di adattamento: equilibrio tra rigore tecnico, rapporto con la natura e considerazioni sociali.
  • La crisi del Modernismo apre la strada a correnti postmoderne e brutaliste, che criticano la freddezza funzionalista e cercano un ritorno a forme simboliche, espressive e contestualizzate.



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