Il Razionalismo Italiano: Contesto Storico e Ideale
Il Razionalismo italiano è una corrente architettonica sviluppatasi negli anni Venti e Trenta del XX secolo, in stretta connessione con il Movimento Moderno internazionale. Si fonda su principi funzionalisti e prosegue, in varie forme e frange, fino agli anni Settanta. Le radici ideali del razionalismo affondano nella Romanità vitruviana, nelle teorie rinascimentali di Leon Battista Alberti e nelle esperienze illuministiche di Gottfried Semper. Questo intreccio tra classicità, rigore proporzionale e razionalismo costruttivo fornisce al movimento italiano una forte identità, distinta pur nelle affinità con le correnti europee contemporanee.
Gruppo 7 e la nascita del MIAR
Nel 1926, un gruppo di giovani architetti provenienti dal Politecnico di Milano – Luigi Figini, Gino Pollini, Guido Frette, Sebastiano Larco Silva, Carlo Enrico Rava, Giuseppe Terragni e Ubaldo Castagnoli (sostituito l’anno dopo da Adalberto Libera) – fondò il Gruppo 7, aderente nel 1928 al MIAR (Movimento Italiano per l’Architettura Razionale).
Il gruppo pubblicò i propri principi sulla rivista Rassegna Italiana (1926), dimostrando una forte apertura verso il Deutscher Werkbund, il costruttivismo russo e le teorie di Le Corbusier, pur prendendo le distanze dai futuristi italiani. La Prima Esposizione Italiana di Architettura Razionale a Roma nel 1928 fu la prima occasione pubblica per mostrare la sintesi dei loro principi, anticipata dalle opere presentate da Terragni alla III Biennale di Monza nel 1927.
Giuseppe Terragni e la Casa del Fascio
L’opera più rappresentativa del razionalismo italiano è la Casa del Fascio a Como (1932-1936), progettata da Giuseppe Terragni. Qui si manifesta chiaramente la fusione tra moderno e classicità:
-
La facciata segue le proporzioni della sezione aurea;
-
L’equilibrio spaziale e la modulazione volumetrica rimandano a principi classici senza imitare stili storici;
-
Lo spazio interno ospitava decorazioni astratte di Mario Radice, integrando pittura e architettura in una comune fucina culturale.
Terragni ripeté simili principi nella Casa del Fascio di Lissone, oggi Palazzo Terragni, consolidando il carattere originale del movimento moderno italiano, dove la classicità è intesa in senso atemporale, come ricerca di ordine, misura e modulazione coerente delle forme.
Sviluppi e protagonisti del Razionalismo
Architetti come Luigi Figini, Gino Pollini, Giovanni Michelucci, Giuseppe Pagano contribuirono alla diffusione dei principi razionalisti, portando quasi 50 adesioni da varie regioni italiane. Tra le realizzazioni significative:
-
Casa elettrica (1930) di Figini e Pollini, presentata alla IV Triennale di Milano;
-
Palazzo di Città di Pescara (1935) di Vincenzo Pilotti, con pianta a elle, travertino e mattoni, espressione solenne del potere civile;
-
Stazione Santa Maria Novella a Firenze (1933) di Michelucci e del Gruppo Toscano, in cui l’integrazione con l’ambiente urbano storico e l’uso sapiente dei materiali (pietra forte) dimostrano l’attenzione razionalista all’equilibrio compositivo;
-
Istituto di Fisica della Città Universitaria di Roma di Giuseppe Pagano, esempio di funzionalismo controllato e sobrio, privo di monumentalismo.
Altri interventi come l’Edificio postale di piazza Bologna a Roma (1932) di Mario Ridolfi mostrano la sperimentazione formale della doppia curvatura, dimostrando che il razionalismo italiano poteva coniugare innovazione e funzionalità.
Il Razionalismo tra Moderno e Regime
Nonostante il razionalismo fosse formalmente moderno e legato a principi internazionali, la sua relazione con il regime fascista fu complessa:
-
Le opere razionaliste mal si adattavano all’ideologia autoritaria, basata su monumentalismo e simbolismo retorico;
-
Le polemiche con la vecchia "accademia" portarono allo scioglimento del MIAR nel 1932;
-
Tuttavia, gli architetti continuarono a operare in ambito pubblico, spesso in contesti locali o istituzionali, mantenendo la coerenza progettuale e la ricerca di equilibrio tra forma, funzione e classicità.
La Scuola Milanese e la diffusione del Razionalismo
Grazie a riviste come Casabella-Costruzioni, dirette da Giuseppe Pagano e Giancarlo Palanti, il razionalismo milanese si impose come centro culturale vitale. Articoli come Intervallo ottimista di Raffaello Giolli documentano l’attività di giovani architetti tra cui Gianni Albricci, Achille e Piergiacomo Castiglioni, Marco Zanuso e altri, evidenziando una rete che coniugava formazione accademica, sperimentazione e ricerca funzionale.
Conclusione: Razionalismo Italiano tra Classico e Moderno
Il razionalismo italiano si distingue dal Movimento Moderno internazionale per la sua ricerca di ordine e modulazione atemporale, in cui la classicità diventa principio di chiarezza, equilibrio e coerenza tra gli elementi architettonici. Le opere principali – dalla Casa del Fascio di Terragni alla Stazione di Firenze – dimostrano come l’architettura possa essere moderna e funzionale, senza rinunciare a proporzioni armoniche e senso dello spazio.
Il movimento, pur attraversando difficoltà politiche e conflitti ideologici, ha lasciato un’eredità duratura nella cultura architettonica italiana, influenzando progettisti e artisti fino agli anni Settanta, e costituendo un modello di integrazione tra innovazione tecnica, funzionalismo e cultura classica.
Nessun commento:
Posta un commento