venerdì 12 gennaio 2024

Corso di Architettura contemporanea: Lezione 6 I RAPPORTI TRA ARCHITETTURA E NATURA






https://youtu.be/m0qxQhzE5mo

Quali sono negli anni ottanta i rapporti tra architettura e natura? Molteplici ed esemplificarne alcuni contribuirà in parte a fare chiarezza. Ma prima una premessa. Gia’ la crisi energetica del ‘73 aveva dato il via ad una serie di riflessioni sul tema. Van der Ryn e Bunnell, in The Integral Urban House, invitano ad una biomorphic aesthetic fondata su forme naturali, per favorire il risparmio energetico. Forse si tratta di un'impostazione ancora ingenuamente naturalistica, ma con le prime concrete realizzazioni il discorso cambia. C’è un approccio possiamo dire semplificatorio. E’ quanto succede nel 1981 quando Maya Lin, una studentessa non ancora ventunenne, figlia di due intellettuali scappati dalla Cina di Mao Tze Tung, vince, con un progetto di alto valore paesaggistico, il concorso per la realizzazione del Vietnam Veterans Memorial nel Mall di Washington, vicino al Lincoln Memorial, al Washington Memorial ed al Campidoglio, cioe’ la sede del Congresso degli Stati Uniti. Il monumento è semplicissimo: una zona del terreno, delimitata da due tagli secchi, viene incassata mentre a raccordare il dislivello creato c’e’ una lastra continua di granito nero sulla quale sono incisi i nomi di tutti i soldati caduti. Il giudizio sull’opera vede subito delle contrapposizioni nette. C’e’ chi lo trova troppo semplice, minimalista, laconico, silenzioso, senza statue di eroi che cadono brandendo un'arma o una bandiera. Ma c’e’ chi si commuove di fronte alla vista del gelido ma eloquente elenco dei 57.000 morti, chi trova il nome del proprio caro e lo ricalca su fogli di carta con il frottage, chi fotografa la propria immagine riflessa sulla pietra sovrapponendola al nome di un amico scomparso. In ogni caso il Vietnam Veterans Memorial diventa subito un'icona popolare che accoglie 2.500.000 di visitatori l'anno. Ma il suo successo e’ ancora piu’ incisivo poiche’ comincia a farsi strada l'idea che si possa fare architettura col verde, riducendo l'intervento a poche e selezionate emergenze. Una integrazione più stretta tra edificio e verde è quella di Wines dei SITE nell'Hialeah Showroom un intervento del 1982, dietro alla facciata in curtain wall, colloca una serra per favorire il bilancio termico, che diventa il reale prospetto dell'edificio con interessanti effetti estetici. Successivamente nel Forest Building distaccano la facciata in mattoni dal corpo principale dell'edificio per far crescere una abbondante vegetazione. Ma c’è anche chi affronta la materia in maniera diametralmente opposta, usando la natura potremmo “contro natura”. Siamo nel 1982 e Tschumi vince il concorso per il parco della Villette di Parigi con una progettazione antinaturalistica, metropolitana, i cui riferimenti sono il razionalismo architettonico, la pittura astratta di Kandinsky, le teorie della complessita’, dei frattali, del caos e delle catastrofi di Thom, Mandelbrot, Prigogine, la logica rizomatica di Deleuze e Guattari rielaborate grazie alla luce dei programmi CAD di disegno su computer. Nel parco sono individuabili tre livelli progettuali: i punti, le linee, le superfici. I punti sono le follies, costruzioni organizzate su un reticolo cubico di 10x10x10m, cadenzate su una griglia modulare di 120 metri. Ognuna ospita una funzione diversa ed ha una forma nata da permutazioni casuali dei suoi elementi di base. Le linee sono i percorsi, due assi tra loro ortogonali, una serpentina e i muri. Le superfici sono spazi triangolari, circolari, rettangolari o più complessi per le varie attività. Così facendo Tschumi si scrolla di dosso le soluzioni preconfezionate, schemi, tipologie o morfologie consolidate e tronca con il passato. Aggrega gli elementi secondo un principio debole di ordine, per aggiungere o togliere senza alterare l'equilibrio complessivo, giungendo persino ad una logica casuale che introduce l'imprevisto generando una nuova complessità. Ed infine c’è la progettazione architettonica con la natura. Un architetto che esemplifica questa istanza è Ambasz che nel 1988 progetta il Lucile Halsell Conservatory a San Antonio in Texas, un edificio ipogeo coperto da un prato illuminato da lucernari e pozzi che evoca una vita nel sottosuolo insieme arcaica e tecnologicamente sviluppata. Quale di queste soluzioni risulterà vincente? E’ ancora presto per dirlo, o forse è già tardi visto l’effetto serra che marcia spedito in tutto il globo?


11 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 1

  

Vi racconto la Storia dell’Architettura 1 raccoglie in maniera divulgativa e narrativa le lezioni tenute nel corso di molti anni d’insegnamento superiore ed universitario e pubblicate nel blog HOMO LUDENS 
(https://nonmirompereitabu.blogspot.com/)
L’opera completa si compone di 3 volumi.

12 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 2


 
Vi racconto la Storia dell’Architettura 2. In questo secondo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione prebellica ed interbellica pubblicate nel blog  
HOMO LUDENS
(https://nonmirompereitabu.blogspot.com/)
L’opera completa si compone di 3 volumi.

13 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 3

 
Vi racconto la Storia dell’Architettura 3. In questo terzo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione postbellica pubblicate nel blog HOMO LUDENS 
(https://nonmirompereitabu.blogspot.com/)
 L’opera completa si compone di 3 volumi.

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