«La rivoluzione del Movimento moderno è stata, prima di ogni altra cosa, una rivoluzione tipologica: non c’è stato edificio che ha mantenuto, a rivoluzione compiuta, il tipo o i tipi, il modello o i modelli che esistevano prima» (Ludovico Quaroni, Progettare un edificio. Otto lezioni di architettura). Il Movimento Moderno nella storia dell'architettura fu un periodo collocato tra le due guerre mondiali, teso al rinnovamento dei caratteri, della progettazione e dei principi dell'architettura, dell'urbanistica e del design. Ne furono protagonisti quegli architetti che improntarono i loro progetti a criteri di funzionalità ed a nuovi concetti estetici. Tra i più importanti movimenti della storia dell'architettura, che ha influenzato più o meno direttamente tutta l'architettura e l'urbanistica del XX secolo, vengono ricordati come Maestri del Movimento Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe, Walter Gropius, Frank Lloyd Wright, Alvar Aalto, Sven Backström, ma anche gli italiani Giovanni Michelucci, Piero Portaluppi, Gio Ponti, Gualtiero Galmanini, Franco Albini. Il movimento si identificò nel momento della sua massima espressione, negli anni venti e trenta del XX secolo. Un impulso determinante al movimento fu dato dai CIAM, promossi da Le Corbusier, che erano dei congressi internazionali dove vennero elaborate molte delle teorie e principi che furono poi applicati nelle varie discipline. A questo movimento appartengono De Stijl ("Lo Stile", in lingua olandese), il Bauhaus, il Costruttivismo, il Razionalismo italiano; nel 1936 fu coniato negli USA il termine International Style, con il quale spesso viene denominato tutto il movimento.
Antefatti
Alcuni studiosi considerano uno dei padri del Movimento Moderno William Morris, che aveva dettato i primi principi di rinnovamento dell'architettura già nel XIX secolo. Attorno al 1900 poi diversi architetti in tutto il mondo cominciarono a sviluppare nuove soluzioni architettoniche in risposta alla mutata realtà sociale e alle nuove possibilità tecnologiche, fattori che avevano avuto nella seconda parte dell'800 un notevole sviluppo. Le opere di Art Nouveau di Victor Horta a Bruxelles, la Secessione Viennese di Otto Wagner in Vienna, le nuove personali sperimentazioni architettoniche di Antoni Gaudí a Barcellona e Charles Rennie Mackintosh a Glasgow sono espressione di questo mutamento.
Il funzionalismo
Il funzionalismo è una corrente architettonica per cui l'aspetto di ogni edificio deve chiaramente rispecchiare lo scopo per cui è creato. Le origini del funzionalismo risalgono a prima della Grande Guerra. Con la nascita dell'industria e con la conseguente decadenza dell'artigianato, a partire dalla fine del Settecento e soprattutto Ottocento, si è venuto contrapponendo ciò che è "utile" a ciò che è "bello". All'inizio del '900 Adolf Loos, considerato uno dei precursori del razionalismo, sottolineava l'inutilita' dell'elemento decorativo in architettura nell'opera "Ornamento e delitto" del 1908. I concetti del funzionalismo sono alla base dell'architettura razionalista e nel caso dei movimenti del De Stijl e del Bauhaus più marcatamente anche nell'ambito del design. L'idea di riscattare l'oggetto d'uso, sentita fin dalla metà dell'Ottocento, si pone come il più importante movimento artistico fra le due guerre: il funzionalismo.
Caratteri del movimento moderno
A seguito di questi incontri di lavoro si chiariscono i princìpi fondamentali del movimento e si elaborano gli scritti teorici, così Bruno Taut nel suo libro del 1929[2] riassume i caratteri del Movimento Moderno in questi cinque punti:
La prima esigenza in ogni edificio è il raggiungimento della migliore utilità possibile;
I materiali impiegati e il sistema costruttivo devono essere subordinati a questa esigenza primaria.
La bellezza consiste nel rapporto diretto tra edificio e scopo, caratteristiche dei materiali ed eleganza del sistema costruttivo.
L'estetica di tutto l'edificio è nel suo insieme senza preminenza di facciate o piante o particolare architettonico. Ciò che è funzionale è anche bello.
Come le parti vivono nell'unità dei rapporti reciproci, così la casa vive nel rapporto con gli edifici circostanti. La casa è il prodotto di una disposizione collettiva e sociale.
Da qui nascono definizioni delle architetture che si inquadrano nel movimento:
L'architettura razionale si rivolge in modo del tutto consapevole alla ragione dello spettatore. Deve comunicare purezza, sapere e conoscenza.
L'architettura funzionale punta sui vantaggi funzionali, razionalmente dimostrabili, anziché sulle valutazioni del gusto e si rispecchia nella definizione di Le Corbusier della casa come macchina per abitare. L'architettura internazionale, che è definita così da Walter Gropius: «nell'architettura moderna è chiaramente percepibile l'oggettivazione di ciò che è personale e nazionale. Una moderna impronta unitaria, condizionata dai traffici mondiali e dalla tecnica mondiale, si fa strada in ogni ambiente culturale… fra i tre cerchi concentrici individuo, popolo, umanità - il terzo e maggiore abbraccia gli altri due; di qui il titolo architettura internazionale.»
Il movimento in Europa
Il Movimento Moderno in Europa negli anni venti, detterà canoni comuni per l'architettura universale, cioè validi a progettare in ogni luogo e ad ogni latitudine l'ambiente costruito. In questo si scontrerà con l'architettura organica di Frank Lloyd Wright, sostenitrice non di principi prestabiliti ma, invece, dell'ineludibile lettura ed interpretazione del luogo, dello spazio e del tempo. Vicino a questa corrente organica in Europa sarà Alvar Aalto. Tale contrasto, al di là delle partecipazioni anche appassionate dei protagonisti, sarà in realtà solo parziale, in quanto entrambe le tendenze faranno parte del medesimo movimento, influenzandosi e sollecitandosi a vicenda. In questi anni le ricerche progettuali più significative possono individuarsi nel movimento de Stijl nei Paesi Bassi, nel lavoro d'avanguardia quasi sociale di Le Corbusier e nei vari apporti tedeschi, dalla tradizione industriale ed artigianale ai grandi progetti di case popolari di Francoforte e Stoccarda, alla celebre scuola del Bauhaus. Quest'ultima era una scuola d'arte, architettura e design, che ricercava l'integrazione tra il "fare" della tradizione artigianale e la moderna tecnologia industriale. Tre figure saranno preminenti nell'architettura degli anni venti: Le Corbusier, che teorizza oltre ai "Cinque principi" di Verso un'architettura il concetto dell'Unité d'Habitation, Ludwig Mies van der Rohe e Walter Gropius in Germania che dal Bauhaus, di cui furono entrambi direttori, influenzarono con i loro progetti e le loro teorie proprie del razionalismo la scena architettonica internazionale.
11 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 1
Vi racconto la Storia dell’Architettura 1 raccoglie in maniera divulgativa e narrativa le lezioni tenute nel corso di molti anni d’insegnamento superiore ed universitario e pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/). L’opera completa si compone di 3 volumi.
12 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 2
Vi racconto la Storia dell’Architettura 2. In questo secondo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione prebellica ed interbellica pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/). L’opera completa si compone di 3 volumi.
13 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 3
Vi racconto la Storia dell’Architettura 3. In questo terzo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione postbellica pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/) L’opera completa si compone di 3 volumi.
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