sabato 4 ottobre 2025

Corso di storia dell'architettura: 4 Civiltà Minoica e Micenea


Le prime civiltà mediterranee tra Creta e Micene

Vista del palazzo di Cnosso a Creta. Si notino le caratteristiche colonne a rastremazione inversa (tronco di cono rovesciato), alcune delle quali lignee e perfettamente conservate nella loro decorazione a tinte vivaci.


Ricostruzione del palazzo di Cnosso a Creta.

La celebre Porta dei Leoni di Micene, uno dei più grandiosi monumenti dell’antichità.
Dromos ed ingresso del Tesoro di Atreo. La facciata, alta più di 10 m, reca, al di sopra della porta, un triangolo di scarico ornato di colonnine.

Introduzione

Le civiltà del Mediterraneo orientale tra il III e il II millennio a.C. costituiscono un crocevia fondamentale nello sviluppo della storia europea. In particolare, Creta e la Grecia micenea rappresentano due poli di una stessa traiettoria culturale che, pur partendo da influenze asiatiche, sviluppa caratteristiche originali e autonome. Le strutture architettoniche – palazzi, cittadelle e tombe – e le forme di organizzazione politica ed economica costituiscono un patrimonio che segna profondamente la successiva civiltà greca e, in senso più ampio, la storia del Mediterraneo.

La civiltà minoica e il palazzo di Cnosso

La civiltà minoica, fiorita a Creta tra il 2000 e il 1450 a.C., presenta una struttura sociale ed economica complessa, basata sul controllo dei traffici marittimi e su una rete di palazzi che fungevano da centri amministrativi e religiosi. Il palazzo di Cnosso, ricostruito nelle sue linee principali da Arthur Evans all’inizio del XX secolo, è il modello più rappresentativo di questa civiltà.

La sua architettura, priva di mura difensive, riflette un assetto pacifico o, secondo altri, una fiducia nel controllo marittimo, la cosiddetta thalassocrazia cretese¹. Il complesso si articola su più livelli, adattandosi al terreno con terrazze, rampe e cortili interni. Al centro si apre un grande cortile rettangolare, fulcro della vita cerimoniale e politica, attorno al quale si distribuiscono i diversi quartieri: residenze reali, magazzini, officine, spazi religiosi e aree destinate agli spettacoli ginnici, come le celebri acrobazie sul toro.

Un aspetto di rilievo è la presenza di colonne rastremate verso il basso, in legno dipinto, elemento distintivo dell’architettura minoica e simbolo di una estetica originale, lontana dai modelli egizi². Gli affreschi, dai colori vivaci e dai motivi naturalistici, contribuiscono a definire un immaginario estetico raffinato, che pone la natura e il mare al centro della vita culturale.

La città cretese e il mito del labirinto

Il palazzo di Cnosso è circondato da una città dal tessuto urbanistico irregolare, con strade che seguono l’andamento naturale del terreno e case addossate l’una all’altra. Questa struttura ha alimentato, fin dall’antichità, il mito del labirinto e del Minotauro, interpretato dagli studiosi moderni come una trasfigurazione mitologica della complessità palaziale³.

La civiltà minoica, tuttavia, entra in crisi attorno al 1700 a.C., forse a causa di catastrofi naturali (come l’eruzione di Thera/Santorini) o invasioni esterne. Dal 1450 a.C. circa, il predominio sull’Egeo passa progressivamente alla Grecia continentale.

Micene e la civiltà elladica

La civiltà micenea, sviluppatasi tra il 1600 e l’1100 a.C., eredita e rielabora elementi cretesi, ma ne modifica radicalmente l’impostazione. A differenza dei palazzi aperti e non fortificati di Creta, le città micenee – Tirinto, Argo, Pilo, soprattutto Micene – si caratterizzano per l’imponenza delle mura ciclopiche e per la struttura di cittadelle fortificate.

Il cuore politico è il megaron, sala del trono attorno al focolare centrale, elemento che diventerà tipico della successiva architettura templare greca. L’accesso alla città di Micene avveniva attraverso la celebre Porta dei Leoni, capolavoro dell’arte monumentale preclassica, in cui due leoni affrontati sormontano una colonna, segno del potere dinastico e della sacralità del palazzo⁴.

Architettura funeraria: le tholoi

L’architettura micenea si distingue anche per le tombe monumentali, in particolare le tholoi, sepolcri a pianta circolare con copertura a pseudocupola realizzata per progressiva aggettanza dei filari di pietra. Il “Tesoro di Atreo”, alto più di 10 metri, testimonia una capacità tecnica e simbolica che proietta il potere dinastico nella sfera dell’eterno.

A queste si affiancano le tombe a fossa, in cui furono rinvenuti ricchi corredi funebri, tra cui le celebri maschere auree, erroneamente attribuite da Schliemann ad Agamennone. L’apparato funerario testimonia un’ideologia del potere legata alla memoria dinastica e alla legittimazione politica.

Conclusioni

Il confronto tra Creta e Micene non è soltanto un capitolo della storia dell’architettura, ma un passaggio cruciale della formazione del mondo greco. La fluidità marittima e l’apertura culturale dei minoici lasciano il posto a un modello guerriero, centralizzato e gerarchico, che trova eco nei poemi omerici. La memoria di Cnosso e di Micene sopravvive nei miti di Minosse, Teseo e Agamennone, rielaborati dalla tragedia greca e poi dal pensiero occidentale.

Studiare le prime civiltà mediterranee significa, quindi, osservare non solo un’eredità archeologica, ma un laboratorio di simboli e modelli che hanno plasmato la nostra cultura.

Note

  1. V. La Rosa, Il mondo minoico, Milano: Electa, 2002, p. 45.

  2. J. Boardman, La civiltà egea, Torino: Einaudi, 1997, pp. 61-68.

  3. M. Detienne, J.-P. Vernant, Le astuzie della ragione, Milano: Feltrinelli, 1980, pp. 112-117.

  4. H. Schliemann, Mycenae: A Narrative of Researches and Discoveries at Mycenae and Tiryns, London: John Murray, 1878.

Bibliografia essenziale

  • Boardman, J., La civiltà egea, Torino: Einaudi, 1997.

  • Detienne, M., Vernant, J.-P., Le astuzie della ragione, Milano: Feltrinelli, 1980.

  • La Rosa, V., Il mondo minoico, Milano: Electa, 2002.

  • Schliemann, H., Mycenae: A Narrative of Researches and Discoveries at Mycenae and Tiryns, London: John Murray, 1878.

  • Pugliese Carratelli, G. (a cura di), I Greci. Storia, Cultura, Arte, Società, Torino: Einaudi, 1996.