venerdì 12 gennaio 2024

Corso di Architettura contemporanea: Lezione 8 L'AFFERMAZIONE DELL'ARCHITETTURA HIGH TECH

L'AFFERMAZIONE DELL'ARCHITETTURA HIGH TECH 

Il Beaubourg di Parigi di Piano & Rogers. 

 


https://youtu.be/pad4DyoTtQo

Negli anni del postmoderno, parallelamente ad esso, prende piede una nuova tendenza architettonica legata alla ipertecnologizzazione. I primi sentori si hanno nel 1975 quando Foster inaugura a Ipswich la sede della Willis Faber & Duams, un palazzo per uffici caratterizzato da una facciata fatta di un'unica superficie specchiante curvilinea che riflette l'ambiente urbano nel quale è collocato. L'interno e’ un continuum climatico, altamente tecnologizzato, suddivisibile a piacimento grazie a slot flessibili e modificabili. Nel 1976 ecco il Sainsbury Centre for Visual Arts, un contenitore di disarmante semplicità, suddiviso da sottili pannelli mobili. E’ un omaggio alle ricerche degli Archigram e di Fuller dei quali Foster è un estimatore. Se paragoniamo questi edifici con le contemporanee ricerche formali di Meier, dei neorazionalisti o dei postmoderni, capiamo che per Foster la forma è un prodotto a posteriori, mai un assunto a priori. Ma un altro edificio destinato a cambiare la storia dell’architettura si affaccia all’orizzonte.

Nel 1977 viene inaugurato il Centre Pompidou di Parigi di Piano, R. e S. Rogers e Franchini: grandi travi per evitare interruzioni strutturali, servizi accorpati collocati lungo il perimetro, impianti a vista, utilizzo di materiali di produzione industriale. Il Centro che, a differenza degli edifici di Foster, sorge nel cuore di Parigi, ha un impatto enorme. E’ un monumento alla cultura contemporanea. Banham ne è entusiasta; solo Baudrillard accusa l'edificio di essere un supermercato per la cultura di massa. Jencks lo paragona alla Tour Eiffel e lancia una nuova tendenza complementare al Post Modern: il Late Modern, i cui caratteri sono il pragmatismo e l'ultramoderno, di cui l'High Tech costituisce uno dei filoni principali, fatto di tubi in vista, giunti e snodi risolti con dettagli perfetti, ampie superfici vetrate, grande spreco di risorse energetiche.

L'innovazione scientifica e tecnologica negli anni settanta ebbero un grande impatto sulla società. Si pensi allo sbarco sulla luna di Neil Armstrong nel 1969 e alle esasperate innovazioni della tecnologia militare. Gli strumenti tecnologici (scale mobili, teleschermi, cuffie e strutture in vista) divennero sempre più comuni, portando ad un progressivo amore verso la tecnologia anche nell'architettura, sino ad allora molto tradizionalista.

Nel 1978 Joan Kron e Suzanne Slesin pubblicarono il testo High-Tech: The Industrial Style and Source Book for The Home. In esso si descrivevano un numero sempre maggiore di residenze e di edifici pubblici con un aspetto crudamente tecnologico e si delineavano le linee stilistiche, mutuate dall'estetica industriale, di un movimento ribelle nei confronti dell’architettura corrente, enfatizzato da espressioni come è probabile che i tuoi genitori lo trovino insultante.

Da esso prese il nome uno stile architettonico sviluppatosi a partire dai primi anni settanta, con l'espressione generica high-tech, cioè "alta tecnologia". Ci fu chi vide in esso solo uno stile tardo modernista, considerandolo sostanzialmente una evoluzione del Modernismo supportata da una maggiore innovazione nei supporti tecnologici. Ma il messaggio che passò fu l’esistenza di un nuovo genere di edificio, quello high-tech. Esso appare come un "contenitore", spesso trasparente nell’involucro, la cui forma è indipendente dalla funzione svolta al suo interno, anzi, poiché lo spazio interno viene suddiviso, sia orizzontalmente che verticalmente, seguendo una griglia modulare che permette la ripetizione ed il controllo di tutto l’edificio (pianta libera), le funzioni non sono impostate a priori, ma possono essere molteplici, avendo l’accortezza di affiancare, e non inserire all’interno delle unità spaziali principali, i moduli di servizio ed impiantistici per non comprometterne la flessibilità.

Emblematici in tal senso sono lo Stabilimento Renault di Norman Foster (in cui prevale la maglia); l’Aeroporto di Osaka di Renzo Piano (in cui prevale il tunnel monodirezionale); la cupola geodetica di Fuller (in cui prevale la libertà totale della gestione dello spazio).

Un edificio, simbolo epocale di tale stile architettonico, è il Centre Georges Pompidou a Parigi di Renzo Piano e Richard Rogers. Esso evidenzia tutte quelle che sono le caratteristiche dell'architettura high-tech. La struttura portante, i condotti di ventilazione, l'ingresso, i percorsi, le scale mobili, che sono all'esterno, tutto a vista.

L’integrazione, negli anni ottanta, degli stilemi dell'high-tech con la restante architettura ha fatto sì che il movimento non esaurisse la sua spinta propulsiva come provano la realizzazione di molti edifici di alto profilo quali ad esempio la Sede centrale HSBC ad Hong Kong.

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