venerdì 6 gennaio 2023

Corso di storia dell'architettura moderna: Lezione 3 Il Deutscher Werkbund






Il Deutscher Werkbund ("Lega tedesca artigiani") è stata un'associazione tedesca, fondata a Monaco di Baviera nel 1907, su iniziativa dell'architetto Muthesius, dell'imprenditore Karl Schmidt e del pastore protestante e politico liberale Friedrich Naumann. Lo scopo dell'associazione era quello di saldare la cesura tra industria e arti applicate avvenuta nel corso del recente straordinario sviluppo economico, proponendo una nuova cultura del lavoro industriale nella quale, per ogni progetto, dovevano essere analizzati i costi di produzione, la qualità artigianale, le modalità ed i tempi di produzione, cercando di coniugarli con le politiche aziendali. Negli intenti della Werkbund c'era anche quello di mettere la Germania al passo con lo sviluppo industriale di Inghilterra e Stati Uniti. Il suo motto "Vom Sofakissen zum Städtebau" (dai cuscini per il sofà alla costruzione della città) ne svelava gli obiettivi. L'associazione, a differenza dell'Arts and Crafts, non punta esclusivamente alla produzione artigianale ed approva i metodi di lavoro in serie. La Werkbund rappresenterà una tappa importante nello sviluppo dell'architettura moderna e del disegno industriale, in particolare nella successiva fondazione del Bauhaus. Il movimento è rimasto in vita fino al 1934 quando fu soppresso dal regime nazista e fu fatto rinascere nel 1950 e rimase in attività fino agli anni sessanta, perdendo, però, il peso e l'importanza che aveva avuto negli anni precedenti.

Premessa

Nel 1852 l'architetto rivoluzionario Gottfried Semper aveva pubblicato un suo saggio Wissenschaft, Industrie und Kunst (Scienza, industria e arte) nel quale analizzava l'impatto dell'industrializzazione e dei consumi di massa e l'influenza dei nuovi metodi e materiali sulla progettazione. Ben presto le sue idee divennero parte integrante della cultura teorica tedesca del XIX secolo, soprattutto dopo la pubblicazione del suo saggio più importante Der Stil in den technischen und tektonischen Künsten oder praktische Aesthetik (Lo stile nelle arti industriali e strutturali o l'estetica pratica) (1860-63). Dopo l'unificazione della Germania l'industria tedesca si era sviluppata notevolmente, nel 1883 Emil Rathenau aveva fondato a Berlino la AEG che in pochi anni era divenuta un'azienda industriale con una vasta gamma di prodotti che venivano commercializzati in tutto il mondo. Dopo le dimissioni di Bismarck nel 1890 nel clima culturale tedesco vi fu un importante svolta. Numerosi critici sostenevano la necessità di una progettazione di qualità nella produzione artigianale e industriale in modo da poter competere nei mercati con prodotti di altissima qualità. Friedrich Naumann fu uno dei sostenitori di questa teoria che sviluppò nel suo saggio del 1904 Die Kunst im Machinenzeitalter (L'arte nell'epoca della macchina). La risposta politica a queste esigenze iniziò a concretizzarsi nel 1896 quando l'architetto Hermann Muthesius fu inviato a Londra, come addetto diplomatico, con il compito di studiare l'architettura ed il design dell'Inghilterra. Muthesius pertanto ebbe modo di conoscere l'architettura e la produzione industriale inglesi e la cultura dell'Arts and Crafts. Rientrò in Germania nel 1904 dove fu incaricato dal Ministero prussiano del Commercio di riformare il programma nazionale della Kunstgewerbeschule (Scuola di arti e mestieri) e quindi dell'insegnamento nel campo delle arti applicate[4]. Già nel 1898 l'industriale Karl Schmidt aveva fondato la Werstatten fur Handwerkskunst (Laboratorio statale di artigianato) di Hellerau a Dresda. Un impulso notevole alla riforma fu dato con la nomina di Peter Behrens a direttore della Kunstgeweberschule di Düsseldorf.

La nascita dell'associazione

Nel 1906 in occasione dell'esposizione tedesca delle arti e mestieri di Dresda Muthesius, che era il commissario, si alleò con Naumann e Schmidt contro il gruppo conservatore dell'Unione per le arti applicate tedesche, nel 1907 i tre fondarono il Deutscher Werkbund

Il movimento all'inizio comprendeva dodici architetti e dodici industrie. Fra gli architetti c'erano Peter Behrens, Theodor Fischer, che ne fu il primo presidente, Josef Hoffmann, Joseph Maria Olbrich, Bruno Paul, Wilhelm Kreis, Max Langer, Richard Riemerschmid, Adalbert Niemeyer. Fra le ditte: Eugen Diederichs, Silberwarenfabrik Peter Bruckmann & Söhne, Vereinigte Werkstätten für Kunst im Handwerk di Monaco di Baviera, ecc.

L'esposizione di Colonia del 1914

L'Esposizione del Werkbund a Colonia, organizzta dal Deutscher Werkbund, si tenne da maggio ad ottobre del 1914 nel Rheinpark a Colonia in Germania. In questa occasione si manifestò la frattura ideologica che persisteva all'interno del Werkbund; da un lato l'accettazione collettiva della Typisierung (tipo)[1] dall'altro la kunstwollen[2] (volontà di forma) che era l'espressione individuale[3]. Da un lato Behrens e Gropius con la standardizzazione dall'altro van de Velde e Taut con l'individualismo della kunstwollen.

Elenco dei principali architetti, designer e artisti presenti all'esposizione del 1914:

    Henry van de Velde il Teatro del Werkbund;

    Walter Gropius un modello di industria;

    Peter Behrens la Festhalle (in italiano "salone delle feste");

    Hermann Muthesius la Casa dei colori;

    Bruno Taut il Glaspavillon (in italiano il Padiglione di vetro).

Manifesto disegnato da Peter Behrens in occasione dell'esposizione del 1914

Nel 1914 a Colonia ebbe luogo l'Esposizione universale ed in quell'occasione il Deutscher Werkbund ebbe modo di progettare e realizzare diverse opere importanti. A Walter Gropius e Adolf Meyer fu affidata la progettazione del padiglione destinato ad ospitare le opere della Werkbund; a Henry van de Velde il teatro che, considerato la sua opera migliore, verrà tuttavia distrutto appena un anno dopo a causa degli eventi bellici della Prima guerra mondiale. Bruno Taut realizzò il Glaspavilion (padiglione in vetro oggi distrutto) e Walter Gropius un modello di industria dove venivano ribaditi i principi seguiti nelle Officine Fagus. Nell'occasione dell'esposizione si manifestò la frattura ideologica che persisteva all'interno del Werkbund; da un lato l'accettazione collettiva della Typisierung (tipo)[5] dall'altro la Kunstwollen[6] (volontà di forma) che era l'espressione individuale[7]. Da un lato Behrens e Gropius con la standardizzazione dall'altro van de Velde e Taut con l'individualismo della kunstwollen.

L'esposizione di Stoccarda del 1927

Il Weißenhof (anche Weißenhofsiedlung, letteralmente «insediamento Weißenhof») è un complesso di edifici abitativi costruito a Stoccarda nel 1927, in occasione dell'esposizione organizzata dal Deutscher Werkbund. È stato una sorta di "vetrina" internazionale, per esporre le innovazioni (architettoniche e sociali) proposte dal Movimento moderno. Il comprensorio includeva trentatré edifici, per un totale di sessantatré abitazioni, progettate da diciassette architetti europei, la maggior parte dei quali tedeschi. Ludwig Mies van der Rohe era stato incaricato della gestione del progetto, in qualità di direttore architettonico del Werkbund, e fu lui a scegliere gli architetti, a distribuire i lotti e i fondi, e a supervisionare l'intero progetto. Le Corbusier ottenne due lotti diretti verso la città e il budget più ampio. Gli edifici non variano molto nella forma, presentando una grande coerenza progettuale; si tratta di case a schiera, villette e blocchi di appartamenti. Le caratteristiche comuni agli edifici sono le facciate essenziali, i tetti piani, adibiti a terrazza, le finestre a nastro, la cosiddetta "pianta libera" e l'elevato livello di prefabbricazione, che permise l'edificazione del complesso in soli cinque mesi. L'esposizione aprì al pubblico il 23 luglio 1927, con una notevole partecipazione di pubblico.

Dei ventuno edifici originari, attualmente ne sopravvivono undici.

Omaggi

Dal 2006, la storia e l'architettura del quartiere è raccontata nella casa bifamiliare di Le Corbusier trasformata nel Weissenhofmuseum.

Architetti partecipanti

    Peter Behrens

    Victor Bourgeois

    Le Corbusier (Charles Edouard Jeanneret-Gris) e Pierre Jeanneret

    Richard Döcker

    Josef Frank

    Walter Gropius

    Ludwig Hilberseimer

    Ludwig Mies van der Rohe

    Jacobus Johannes Pieter Oud

    Hans Poelzig

    Adolf Rading

    Hans Scharoun

    Adolf Gustav Schneck

    Mart Stam

    Bruno Taut

    Max Taut

    Ferdinand Kramer

Per l'Esposizione di Stoccarda del 1927 la Werkbund affidò la progettazione del quartiere residenziale di Weissenhof sia a propri membri che ad architetti "esterni" di fama internazionale come Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe, Lilly Reich, Ludwig Hilberseimer, J.J.P. Oud, Hans Poelzig, Hans Scharoun. L'evento segnerà una tappa importante per il nascente Movimento Moderno in quanto i principi che ispirarono il progetto (nonostante la presenza di personalità così diverse) fu la necessità di ricercare una coerenza fra estetica e funzionalità nell'architettura moderna piuttosto che la ricerca di uno stile unitario. L'esperienza condotta in Germania acquistò valore internazionale: nel 1910 fu fondata la Werkbund austriaca (Österreichischer Werkbund), nel 1913 la Werkbund elvetica (Schweizerischer Werkbund) e nel 1915 quella inglese, associazioni che si ispirarono al modello tedesco.


11 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 1

  

Vi racconto la Storia dell’Architettura 1 raccoglie in maniera divulgativa e narrativa le lezioni tenute nel corso di molti anni d’insegnamento superiore ed universitario e pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/). L’opera completa si compone di 3 volumi.

12 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 2


 
Vi racconto la Storia dell’Architettura 2. In questo secondo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione prebellica ed interbellica pubblicate nel blog  “Homo ludens” (
https://nonmirompereitabu.blogspot.com/). L’opera completa si compone di 3 volumi.



13 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 3


 
Vi racconto la Storia dell’Architettura 3
. In questo terzo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione postbellica pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/) L’opera completa si compone di 3 volumi.

 

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