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Ordine dorico |
Aspetti formali e limiti strutturali dell’architettura greca
L’evoluzione architettonica greca non può prescindere dalla codificazione degli ordini, strumenti concettuali e tecnici che disciplinano proporzioni, forme e decorazioni. Il primo ordine ad affermarsi è il dorico, severo e monumentale, simbolo dell’ufficialità e della classicità della polis. Esso si caratterizza per capitelli stilizzati, colonne massicce di altezza pari a 4–6 volte il diametro, architravi scanditi da triglifi e metope, soffitti a cassettoni che reinterpretano in pietra la memoria delle antiche travi lignee, e un ampio spazio riservato alla scultura policroma, inclusi fregi e altorilievi nel timpano¹.
Parallelamente, si sviluppa l’ordine ionico, tipico delle città anatoliche e delle isole dell’Egeo. Questo ordine privilegia l’eleganza: i capitelli presentano volute raffinate, il fusto delle colonne è più slanciato e sottile, le trabeazioni sono decorate da fasce orizzontali e cimase con motivi a ovuli e dentelli. I fregi in rilievo, spesso continui, conferiscono leggerezza e ritmo all’edificio².
1. Funzione e vantaggi degli ordini architettonici
Gli ordini greci costituiscono strumenti normativi e operativi, che incidono sia sulla progettazione che sulla realizzazione degli edifici sacri. I principali vantaggi sono i seguenti³:
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Condivisione di soluzioni: gli ordini circoscrivono un terreno comune di ricerca; soluzioni ottimali a problemi ricorrenti diventano patrimonio condiviso, accessibile anche a chi opera in aree geografiche distanti.
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Efficienza progettuale: limitando le variabili formali, si riduce la necessità di sperimentazione continua; ogni soluzione collaudata diventa un precetto da applicare e adattare, senza ricominciare da zero.
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Distribuzione ottimale delle forze: il rispetto dei rapporti proporzionali e dei canoni garantisce equilibrio strutturale e stabilità estetica.
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Riferimento critico per progettisti e pubblico: gli ordini offrono un modello di riferimento per valutare scostamenti formali e apprezzare le innovazioni con maggiore consapevolezza.
2. Limiti tecnici e sociali
Nonostante i vantaggi, il sistema degli ordini comporta precisi vincoli⁴:
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Vincoli strutturali: il sistema trilitico, pur elegante e proporzionato, impone limiti agli interassi e alle altezze, poiché gli architravi in pietra sopportano carichi ridotti rispetto al legno; la conoscenza della volta rimane marginale.
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Vincoli politici e sociali: l’architettura greca è intimamente legata alla polis e al suo regime politico; la forma e la funzione degli edifici riflettono valori civici e religiosi condivisi.
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Rigidità evolutiva: il forte rispetto dei canoni limita l’innovazione radicale; quando nuovi modelli strutturali o culturali emergono, come dopo la conquista macedone, la tradizione greca mostra scarsa adattabilità.
In conclusione, l’architettura greca rappresenta un equilibrio tra genio creativo e codificazione normativa, tra bellezza ideale e necessità strutturali. La sua influenza si protrarrà nei secoli, ma la sua rigidità tecnica e sociale ne delimita l’adattabilità alle trasformazioni storiche⁵.
Note
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J. Boardman, Greek Art, London, Thames & Hudson, 1996, p. 67.
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R. Camp, The Archaeology of Ancient Greece, Cambridge, Cambridge University Press, 2001, pp. 145–150.
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J. Travlos, Greek Architecture, London, Thames & Hudson, 1971, pp. 50–55.
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A. Hurwit, The Acropolis in the Age of Pericles, Cambridge, Cambridge University Press, 2004, pp. 75–80.
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D. Robertson, A Shorter History of Greek Art, Cambridge, Cambridge University Press, 1981, pp. 112–118.
Bibliografia
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Boardman, J., Greek Art, London, Thames & Hudson, 1996.
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Camp, R., The Archaeology of Ancient Greece, Cambridge, Cambridge University Press, 2001.
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Hurwit, J., The Acropolis in the Age of Pericles, Cambridge, Cambridge University Press, 2004.
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Robertson, D., A Shorter History of Greek Art, Cambridge, Cambridge University Press, 1981.
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Travlos, J., Greek Architecture, London, Thames & Hudson, 1971.
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