sabato 11 ottobre 2025

Corso di storia dell'architettura: 12 L’Architettura Ellenistica (323–31 a.C.): Dalla Città Ideale al Paesaggio Monumentale

Ricostruzione filologico congetturale della Biblioteca di Alessandria.

L’Architettura Ellenistica (323–31 a.C.): Dalla Città Ideale al Paesaggio Monumentale

1. Premessa storica: crisi della polis e diffusione della cultura greca

Con la morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. e la frammentazione del suo impero nei regni dei diadochi, la polis greca perde la propria autonomia politica e, con essa, il ruolo di centro creativo della vita culturale e civile. Tuttavia, proprio questa crisi politica coincide con un’espansione senza precedenti della cultura ellenica in tutto il bacino del Mediterraneo e fino all’Oriente asiatico⁽¹⁾.

Il periodo ellenistico — convenzionalmente delimitato tra il 323 e il 31 a.C., anno della conquista romana dell’Egitto — è caratterizzato da una sintesi tra tradizione greca e influssi orientali, da un cosmopolitismo culturale, e da una crescente attenzione verso le arti applicate al potere.
La nuova architettura, libera dalla misura classica della polis, si apre alla scala imperiale e al monumentalismo scenografico⁽²⁾.

2. La nuova organizzazione del sapere e del lavoro artistico

La trasformazione politica e sociale del mondo ellenistico si accompagna a un profondo mutamento della condizione dell’artista e dell’intellettuale.
Se nel periodo classico l’artista era un libero professionista, riconosciuto ma itinerante, nel mondo ellenistico nasce un sistema organizzato della cultura. Si istituiscono centri di ricerca e formazione come il Museion e la Biblioteca di Alessandria, dove l’arte e la scienza si intrecciano in un quadro di razionalizzazione del sapere⁽³⁾.

L’artista non è più semplice interprete del mito, ma funzionario del potere: lavora al servizio delle dinastie ellenistiche — in particolare dei Tolomei, dei Seleucidi e degli Attalidi — e diventa parte integrante di una politica culturale pianificata⁽⁴⁾.
Questa nuova condizione istituzionalizza il lavoro artistico, che si configura come attività specialistica, scientificamente fondata, in grado di fornire modelli replicabili di architettura, scultura e decorazione.

3. Evoluzione dell’architettura ellenistica

3.1. Dall’ordine dorico all’eclettismo ionico e corinzio

La riflessione sull’architettura si fa storica e teorica: l’artista guarda al passato, ne analizza i modelli, li codifica e li rielabora.
Il dorico tende a scomparire, mentre ionico e corinzio si affermano come ordini dominanti per la loro flessibilità decorativa e per la capacità di adattarsi a edifici complessi e scenografici⁽⁵⁾.
Il corinzio, in particolare, raggiunge ora la sua forma canonica, e diviene simbolo dell’eleganza e della raffinatezza ellenistica, diffondendosi in tutto il Mediterraneo, fino a Roma⁽⁶⁾.

3.2. Teoria, trattatistica e standardizzazione

Si definisce progressivamente una teoria architettonica sistematica, anticipata dai trattatisti greci e poi formalizzata nel De Architectura di Vitruvio, scritto in epoca augustea.
L’architettura viene analizzata attraverso moduli, proporzioni e numeri, in una sorta di razionalizzazione del canone estetico, parallela alla formazione della koiné linguistica⁽⁷⁾.
Questa tendenza alla codificazione porta a un meccanismo stilistico che, se da un lato consente il controllo delle forme, dall’altro riduce la libertà creativa dell’artista.

3.3. L’espansione della scala architettonica

Una delle più profonde innovazioni dell’età ellenistica è la modifica della scala architettonica.
L’interesse compositivo si sposta dalla precisione dei dettagli alla visione d’insieme, dalla percezione ravvicinata a quella panoramica e sintetica⁽⁸⁾.
Si sviluppa un gusto per le grandi dimensioni, favorito da nuovi mezzi tecnici e da risorse economiche senza precedenti: il Faro di Alessandria, alto circa 180 metri, e il Colosso di Rodi, simboli della potenza e della tecnica ellenistica, rappresentano esempi emblematici di questa ricerca di grandiosità⁽⁹⁾.

4. Dalla scena al paesaggio: la nascita della composizione paesistica

L’evoluzione del teatro greco è forse la più chiara manifestazione del nuovo spirito dell’età ellenistica.
Il teatro, ora in pietra e perfettamente simmetrico, è concepito come spazio architettonico totale, in cui edificio, uomo e paesaggio si fondono in un’unica esperienza visiva.

Le caratteristiche fondamentali — la cavea semicircolare, la skené monumentale, il proscenio, e l’orchestra circolare — rispondono a un equilibrio tra funzionalità scenica e composizione architettonica⁽¹⁰⁾.
Il teatro di Epidauro, opera attribuita a Policleto il Giovane, rappresenta il vertice di questa concezione: la prospettiva scenografica integra lo spazio naturale come parte dello spettacolo.
Il paesaggio non è sfondo, ma quadro attivo, ultimo piano dell’azione teatrale⁽¹¹⁾.

Questa esperienza visiva, estesa poi all’architettura civile e sacra, porta a una nuova idea di composizione: gli edifici sono pensati come elementi del paesaggio, e la visione da lontano diventa principio ordinatore.
L’Ara di Pergamo ne è l’esempio più compiuto: il monumento si inserisce nel pendio dell’acropoli con un equilibrio proporzionale dinamico. Da lontano appare come parte del paesaggio, da vicino lo incornicia e lo definisce⁽¹²⁾.

5. Conclusione: il mondo come città dell’arte

L’età ellenistica segna il passaggio dall’architettura della polis all’architettura del mondo.
Il rapporto tra arte, potere e natura si ridefinisce su scala universale.
L’architetto non costruisce più solo templi o agorai, ma città, santuari, musei, porti, regge, secondo un principio di rappresentazione scenografica del potere.
In questo contesto, l’architettura diviene linguaggio universale della grecità, capace di unire Alessandria, Pergamo, Antiochia e Rodi in una stessa visione culturale.

È l’inizio della modernità del paesaggio e della concezione estetica dello spazio urbano, destinata a influenzare in modo decisivo la Roma imperiale e tutta la tradizione architettonica occidentale.

Note

  1. P. Green, Alexander to Actium: The Historical Evolution of the Hellenistic Age, Berkeley, University of California Press, 1990, p. 12.

  2. M. Torelli, Arte e cultura nel mondo ellenistico, Torino, Einaudi, 1997, p. 24.

  3. F. Lanza, La Biblioteca di Alessandria, Roma, Laterza, 1987, p. 56.

  4. E. Pollitt, The Art of Hellenistic Greece, Cambridge, Cambridge University Press, 1986, p. 18.

  5. J. Boardman, Greek Architecture, London, Thames & Hudson, 1994, p. 144.

  6. M. Robertson, A History of Greek Art, Cambridge, CUP, 1975, p. 339.

  7. Vitruvio, De Architectura, I, 2–3.

  8. P. Gros, Architettura e società nel mondo greco e romano, Torino, Einaudi, 1998, p. 81.

  9. R. Tomlinson, Greek Architecture, New York, Cambridge University Press, 1995, pp. 189–190.

  10. A. W. Lawrence, Greek Architecture, New Haven, Yale University Press, 1996, p. 165.

  11. V. Scully, The Earth, the Temple, and the Gods, New Haven, Yale University Press, 1962, pp. 132–137.

  12. C. Habicht, Pergamon and the Hellenistic Kingdoms of the Ancient World, Princeton, Princeton University Press, 2019, p. 94.

Bibliografia

  • Boardman, J., Greek Architecture, London, Thames & Hudson, 1994.

  • Green, P., Alexander to Actium: The Historical Evolution of the Hellenistic Age, Berkeley, University of California Press, 1990.

  • Gros, P., Architettura e società nel mondo greco e romano, Torino, Einaudi, 1998.

  • Habicht, C., Pergamon and the Hellenistic Kingdoms of the Ancient World, Princeton, Princeton University Press, 2019.

  • Lawrence, A. W., Greek Architecture, New Haven, Yale University Press, 1996.

  • Lanza, F., La Biblioteca di Alessandria, Roma, Laterza, 1987.

  • Pollitt, E., The Art of Hellenistic Greece, Cambridge, Cambridge University Press, 1986.

  • Robertson, M., A History of Greek Art, Cambridge, CUP, 1975.

  • Scully, V., The Earth, the Temple, and the Gods, New Haven, Yale University Press, 1962.

  • Tomlinson, R., Greek Architecture, New York, Cambridge University Press, 1995.

  • Torelli, M., Arte e cultura nel mondo ellenistico, Torino, Einaudi, 1997.

  • Vitruvio, De Architectura, trad. it., Torino, Einaudi, 2002.

Il teatro di Epidauro.

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