La Doppia Polarità Visiva del Sistema Compositivo Greco
1. Introduzione
L’architettura greca non può essere compresa soltanto come un insieme di forme statiche, ma come un sistema di relazioni visive e percettive, organizzate in modo da produrre un’esperienza estetica complessa. Il principio della doppia polarità visiva — analitica e sintetica — rappresenta uno dei cardini del pensiero architettonico ellenico e segna il passaggio da una concezione artigianale dell’edificio a una visione propriamente progettuale, capace di integrare percezione, geometria e simbolismo¹.
2. La polarità analitica: la lettura ravvicinata del dettaglio
Si trattava di una percezione analitica, che spingeva l’osservatore ad avvicinarsi per esaminare le parti, decifrare il linguaggio costruttivo e comprendere l’armonia interna dell’edificio. In questo senso, il tempio dorico arcaico — come l’Heraion di Argo o il tempio di Apollo a Corinto — si presenta come una composizione di unità modulari perfettamente leggibili, in cui l’analisi del particolare rivela l’intero⁴.
La polarità analitica è, dunque, l’espressione di un’architettura seriale e modulare, dove ogni parte mantiene autonomia visiva e formale, coerente con il sistema generale. È la fase in cui l’ordine architettonico è ancora soprattutto tecnologia costruttiva e grammatica figurativa.
3. La polarità sintetica: la visione unitaria e le correzioni ottiche
A partire dal V secolo a.C., con l’affermarsi dell’età classica, le proporzioni rigide dell’ordine vengono progressivamente adattate alle esigenze percettive dell’osservatore⁵. L’intervento più significativo consiste nell’introduzione delle correzioni ottiche — lievi curvature, inclinazioni, variazioni di interasse o di diametro — destinate a correggere le deformazioni visive prodotte dalla distanza e dalla prospettiva.
Esempi emblematici si riscontrano nel Partenone, capolavoro di equilibrio tra perfezione geometrica e percezione sensibile:
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le colonne presentano una entasi, cioè un rigonfiamento centrale, per compensare l’illusione ottica di concavità;
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la stilobate è leggermente curva verso l’alto;
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le colonne angolari sono più spesse e inclinate verso l’interno;
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i triglifi e le metope non sono perfettamente allineati ma corretti per ottenere un ritmo visivo armonico⁶.
La logica sintetica inaugura una nuova concezione dello spazio architettonico, non più puramente geometrico ma percettivo, in cui la struttura si piega alla visione dell’occhio umano⁷.
4. L’equilibrio delle due polarità
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la polarità analitica garantisce coerenza costruttiva e proporzionale;
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la polarità sintetica assicura armonia visiva e unità d’insieme⁸.
Questo equilibrio costituisce il fondamento di tutta la tradizione architettonica occidentale, da Vitruvio al Rinascimento, fino alle teorie percettive moderne di Le Corbusier e Zevi⁹.
5. Conclusione: eredità e sviluppi
Come afferma Bruno Zevi, l’architettura greca segna il momento in cui “la geometria diventa visione, e la forma si fa esperienza”¹⁰.
Note
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F. Dinsmoor, The Architecture of Ancient Greece, New York, Dover, 1975, pp. 142–145.
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R. Carpenter, The Architects of the Parthenon, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 1970, pp. 20–23.
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J. Boardman, Greek Art, London, Thames & Hudson, 1996, p. 102.
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J. Travlos, Greek Architecture, London, Thames & Hudson, 1971, pp. 56–60.
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A. Hurwit, The Acropolis in the Age of Pericles, Cambridge, Cambridge University Press, 2004, pp. 88–94.
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J. Neils, The Parthenon: From Antiquity to the Present, Cambridge, Cambridge University Press, 2005, pp. 115–118.
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V. Scully, The Earth, the Temple, and the Gods, New Haven, Yale University Press, 1962, pp. 72–79.
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P. Gros, L’architettura romana dagli inizi del III secolo a.C. alla fine dell’alto impero, Torino, Einaudi, 1996, pp. 19–25.
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B. Zevi, Saper vedere l’architettura, Torino, Einaudi, 1948, pp. 47–53.
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Ibid., p. 51.
Bibliografia
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Boardman, J., Greek Art, London, Thames & Hudson, 1996.
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Carpenter, R., The Architects of the Parthenon, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 1970.
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Dinsmoor, F., The Architecture of Ancient Greece, New York, Dover, 1975.
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Gros, P., L’architettura romana dagli inizi del III secolo a.C. alla fine dell’alto impero, Torino, Einaudi, 1996.
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Hurwit, A., The Acropolis in the Age of Pericles, Cambridge, Cambridge University Press, 2004.
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Neils, J., The Parthenon: From Antiquity to the Present, Cambridge, Cambridge University Press, 2005.
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Scully, V., The Earth, the Temple, and the Gods, New Haven, Yale University Press, 1962.
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Travlos, J., Greek Architecture, London, Thames & Hudson, 1971.
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Zevi, B., Saper vedere l’architettura, Torino, Einaudi, 1948.
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