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Ricostruzione dei Fori Romani |
Lo Status Quo all’Atto della Fondazione di Roma: Origini, Cultura e Formazione dell’Identità Architettonica
1. Premessa storica: la nascita di Roma in un contesto italico complesso
Parallelamente alla fioritura della civiltà etrusca, nella penisola italica prende forma la civiltà latina, destinata a raccogliere e trasformare l’eredità della cultura greca ed ellenistica¹. Essa nasce in un ambiente caratterizzato da pluralità etnica e culturale: il ceppo etrusco, gli Oscoumbri, i Sabini, i Sanniti e, a sud, le colonie della Magna Grecia².
Secondo la tradizione, la fondazione di Roma (753 a.C.) avviene in un momento in cui l’Italia centrale era un mosaico di città e tribù indipendenti, senza un potere egemone. In questo scenario, Roma mostra da subito una straordinaria capacità sincretica, assorbendo i caratteri più evoluti delle culture circostanti – la religiosità simbolica etrusca, il senso civico latino e l’ordine formale greco – per trasfonderli in un linguaggio unitario e pragmatico³.
Nel mito fondativo, l’unione tra Romolo e i popoli sabini allude già alla vocazione inclusiva e assimilatrice che sarà il tratto distintivo della civiltà romana. Come osserva Ovidio nei Fasti, ai Romani «fu dato in sorte non un luogo, ma il mondo intero»⁴, anticipando la futura identificazione dell’Urbs con l’Orbis terrarum, cioè la totalità del mondo conosciuto.
2. L’affermazione tardiva del concetto di arte a Roma
Solo nel II secolo a.C., con l’intensificarsi dei contatti con il mondo ellenistico, Roma sviluppa un proprio linguaggio artistico e architettonico, capace di conciliare tecnica, simbolo e potere⁸.
3. L’arte come instrumentum regni: il concetto romano di monumento
Le grandi campagne militari portano a Roma ingenti bottini di guerra, che comprendono anche opere d’arte etrusche e greche. Esposte nel Foro Romano, queste opere assumono un significato simbolico di gloria e dominio⁹.
4. L’architettura come sintesi di tecnica e ideologia
I Romani si distinguono per un eccezionale spirito costruttivo, che unisce empirismo etrusco, formalismo greco e razionalità tecnica. L’architettura diventa strumento politico, capace di tradurre in pietra l’ordine del mondo e la volontà del potere¹³.
Grazie a tali tecniche, i Romani superano i limiti statici dell’architettura trilitica greca e introducono un nuovo concetto di spazio: continuo, dinamico e generatore di interiorità monumentale. Le coperture a volta e a cupola, come quelle delle Terme di Caracalla o del Pantheon, divengono manifestazioni tangibili dell’idea di universalità imperiale¹⁶.
5. La funzione civile del costruire
Il motto “Urbs et Orbis” sintetizza questa visione: Roma come microcosmo universale, luogo in cui l’architettura coincide con la civiltà stessa¹⁷.
Note
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M. Torelli, Storia dell’arte romana, Roma-Bari, Laterza, 1985.
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G. Colonna, L’Italia prima di Roma, Firenze, Olschki, 1996.
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A. Carandini, La nascita di Roma. Dèi, Lari, eroi e uomini all’alba di una civiltà, Torino, Einaudi, 1997.
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Ovidio, Fasti, II, 683–684.
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Catone, De Agricultura, Praefatio.
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P. Zanker, Augustus und die Macht der Bilder, München, Beck, 1987.
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G. Becatti, Arte e gusto negli ambienti romani, Roma, De Luca, 1962.
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F. Coarelli, Roma e il Mediterraneo, Roma, Quasar, 1998.
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L. Quilici, Topografia e urbanistica di Roma antica, Roma, Quasar, 2001.
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Cicerone, De Oratore, II, 9.
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R. Lanciani, Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collezioni romane di antichità, Roma, 1902.
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Orazio, Odi, III, 30, 1.
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F. Zevi, L’architettura romana, Milano, Garzanti, 1984.
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J.-P. Adam, L’arte di costruire presso i Romani, Milano, Longanesi, 1990.
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M. MacDonald, Roman Architecture, New Haven, Yale University Press, 1982.
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A. Claridge, Rome: An Oxford Archaeological Guide, Oxford, Oxford University Press, 1998.
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Bibliografia
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Torelli, M. Storia dell’arte romana, Roma-Bari: Laterza, 1985.
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Zanker, P. Il potere delle immagini nell’età di Augusto, Torino: Einaudi, 1989.
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