Carmassi 1943
Massimo Carmassi (San Giuliano Terme, 5 giugno 1943) è un architetto italiano. Massimo Carmassi si è laureato presso la Facoltà di Architettura di Firenze nel 1970. Ha fondato l'Ufficio Progetti della città di Pisa nel 1974, che ha poi diretto sino al 1990. È stato dal 1981 al 1985 presidente dell'Ordine degli Architetti di Pisa e Provincia. Tra i vari riconoscimenti ha ricevuto, nel 1993, la Medaglia Heinrich Tessenow dalla Heinrich-Tessenow-Gesellschaft e.V. (Alfred Toepfer Stiftung F.V.S.) e nel 2015, la Medaglia d'oro all'architettura italiana. È stato inoltre nominato Accademico ordinario nella classe di Architettura dell'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze e Accademico di San Luca. È membro dell'Internationale Bauakademie Berlin e Honorary Fellow dell'American Institute of Architects. Il suo lavoro si svolge sia nel settore del restauro che in quello della nuova architettura e della progettazione urbana. È stato per molti anni Professore ordinario di Progettazione Architettonica e Urbana presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) e ha precedentemente insegnato “Progettazione Architettonica” presso le Facoltà di Architettura di Ferrara, Genova, Torino, Reggio Calabria, all'Accademia di Architettura di Mendrisio (Università della Svizzera Italiana), presso la Hochschule der Kunst di Berlino e la Syracuse University di New York. “Di fatto le architetture antiche si presentano ai nostri occhi come la somma degli infiniti interventi di generazioni di committenti, abitanti, architetti; si tratta di architetture figlie di molti autori, spesso sconosciuti. Tutto ciò ha generato in questi edifici un grande valore, una rara bellezza difficilmente catalogabile e dettata spesso dal caso o dalla contingenza: il nostro fine ultimo è quello di conservare e restituire tale ricchezza, non solo in termini di patrimonio documentario ma anche in termini di combinazione estetica.” Per contro le nuove architetture aspirano ad una certa continuità con la storia, non tanto in termini stilistici, quanto per la filosofia costruttiva e la sintassi compositiva, dominate da una aspirazione alla lunga durata e dalla disponibilità a consentire la trasformazione dell'uso delle opere nel tempo, senza che queste perdano la loro identità.
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