Aymonino 1926
Carlo Aymonino (Roma, 18 luglio 1926 – Roma, 4 luglio 2010) è stato un architetto italiano. Carlo Aymonino nacque a Roma nel 1926. Grazie al sostegno di suo zio Marcello Piacentini fin da piccolo manifestò interessi verso l'architettura, imparando a disegnare scenografie per le feste familiari. Attraverso la conoscenza di Mario Mafai, Toti Scialoja, Roberto Melli, Renato Guttuso sviluppò anche la passione per l'arte. Si laureò in architettura alla "Sapienza" nel 1950. Fu docente presso le facoltà di architettura di Palermo (1967), Venezia (dal 1963 al 1981) e Roma (dove ricoprì l'incarico di ordinario di composizione architettonica tra il 1980 e il 1993). Fu, ancora, rettore dell'Istituto Universitario di Architettura di Venezia tra il 1974 e il 1979. Durante i primi anni di attività aderisce al Neorealismo, è in questo periodo che lavora ai progetti per la realizzazione della palazzina Tartaruga a Roma (1951-1954), con Ludovico Quaroni; per il quartiere Spine Bianche a Matera (1954-1957) e per il quartiere Tiburtino a Roma (1950-1954) con Ludovico Quaroni e Mario Ridolfi. Dal 1959 al 1964 ha diviso lo studio con il fratello Maurizio Aymonino. Già con la fine degli anni cinquanta la ricerca di Aymonino aspira a dare al progetto il ruolo di risolutore delle complessità e contraddizioni esistenti sia alla scala urbana, che negli stessi dettagli architettonici. Questa sua volontà ricompositiva della modernità diventa concreta con il progetto del complesso residenziale Monte Amiata del Gallaratese a Milano (1967-1972), progettato con la collaborazione del fratello Maurizio Aymonino, Alessandro De Rossi, Sachim Messarè, progetto che vede poi anche il contributo di Aldo Rossi. Il progetto del Gallaratese rappresenta il culmine della ricerca sui fondamenti della nuova scienza urbana, la risposta concreta alla ricerca teorica che stava sviluppando con Aldo Rossi. Nelle opere e nei progetti degli anni settanta la poetica di Aymonino si esprime seguendo un linguaggio che vede interagire le diversità tipologiche con rigore geometrico e cromatico. Degli anni settanta sono rispettivamente i progetti per l'Università di Firenze (1971), per l'Università della Calabria (1973), per il palazzo di Giustizia di Ferrara (1977-1984), il Campus scolastico superiore di Pesaro (1970-1984). Nel 1976 e nel 1985 è stato invitato a partecipare con le sue opere alla XIII e XV Triennale di Milano e alla Biennale di Venezia. Dal 1981 al 1985 Aymonino ricopre la carica di assessore agli interventi sul centro storico del comune di Roma, dando via ad una serie di attività e di studi sulla città che segnano un momento di svolta nel modo di utilizzare e vivere il centro storico. Degli anni ottanta sono i progetti per l'edificio residenziale alla Giudecca a Venezia (1984), il centro residenziale e commerciale Benelli a Pesaro (1980-83), il complesso residenziale Tor Sapienza a Roma (1981-1982), il sistema di piazze al centro di Terni (1985), i sistemi polifunzionali a Scandicci (1989), a San Donà di Piave (199]), in via Ostiense a Roma (1991); tra i suoi ultimi progetti la copertura del Giardino Romano all'interno dei Musei Capitolini a Roma. Fu membro nazionale dell'Accademia nazionale di San Luca (dal 1976), di cui è stato presidente dal 1995 al 1996. Ha svolto, fino a pochissimi anni fa, l'attività professionale nel campo dell'architettura e dell'urbanistica con studio in Roma e Venezia. Nel 1999 vince la medaglia d'onore per meriti della scienza e della cultura del Ministero della pubblica istruzione; è stato decorato del premio Hononary Fellow rilasciato dal The American Institute of Architects nell'anno 2000. Ha esposto le sue opere d'architettura in numerose mostre tenutesi in Italia, Austria, Germania, Belgio, Brasile, Stati Uniti, Canada, Giappone, Cina. Morì a Roma nella notte del 3 luglio 2010. Sepolto presso il cimitero monumentale di Torino, sulla sua lapide della tomba di famiglia ha chiesto fosse inscritto: «Carlo Aymonino, architetto e comunista». Carlo Aymonino ebbe un primo matrimonio con Ludovica Ripa di Meana con cui ebbe due figli, Aldo (a sua volta architetto) e Livia. Successivamente sposò Roberta Carlotto dalla quale ebbe una figlia, Silvia. Il suo terzo e ultimo matrimonio fu con Luciana Tissi dalla quale ebbe il suo quarto e più giovane figlio, Adriano.
Nessun commento:
Posta un commento