lunedì 16 gennaio 2023

Corso Artisti Internazionali del XX Secolo: Lezione 1 < 1870 Puvis de Chavannes Redon Rodin Ensor Klimt Munch Kandinsky Nolde

Puvis de Chavannes 1824


Puvis de Chavannes ‹püvì d šavàn›, Pierre. - Pittore (Lione 1824 - Parigi 1898). Riallacciandosi a talune soluzioni di Ingres, si propose, in netto contrasto con le contemporanee ricerche degli impressionisti, l'ideale di una grande pittura decorativa, ispirata all'affresco. Nelle sue vaste composizioni, in genere di contenuto simbolico (Ave Picardia nutrix, nel museo di Amiens; Marsiglia colonia greca e Marsiglia porta dell'Oriente, Marsiglia, Musée des beaux-arts; a Parigi, decorazioni nell'Hôtel de Ville e nell'anfiteatro della Sorbona, tele con le storie di s. Genoveffa nel Panthéon; Inter artes et naturam, nel museo di Rouen; ecc.), in cui la raffinata semplicità degli accordi cromatici trova rispondenza nella chiarezza di ogni singolo elemento, riuscì a effetti di notevole altezza, importanti anche per il primo periodo di P. Picasso.

Redon 1840

Redon ‹rëdõ´›, Odilon. - Pittore francese (Bordeaux 1840 - Parigi 1916), considerato il maggiore rappresentante del simbolismo pittorico. La sua produzione, caratterizzata da soggetti inusuali e bizzarri legati al mondo onirico, fu inizialmente circoscritta al disegno e alla litografia per trovare in un secondo momento un cromatismo intenso con l'utilizzo della tecnica del pastello e dell'olio. Amato dai poeti simbolisti (in particolare  Mallarmé), fu particolarmente apprezzato dai Nabis, e in seguito dai surrealisti. Appassionato di scienze naturali, musica, poesia, dopo aver studiato disegno a Bordeaux, nel 1858 R. si trasferì a Parigi dove subì l'influsso dell'incisore R. Bresdin e studiò litografia con H. de Fantin-Latour. Entrò quindi in contatto con G. Moreau attraverso il quale si avvicinò alle tematiche simboliste. Fin verso il 1890 si dedicò quasi esclusivamente al disegno, specie a carboncino, e alla litografia. Gli studi di paesaggi, nei quali è evidente anche il richiamo a B.-C. Corot, ma soprattutto le composizioni dai soggetti strani e insoliti, intrisi di tristezza e disperazione, trovano la loro originalità nella volontà di R. di "far vivere umanamente degli esseri inverosimili secondo le leggi del verosimile mettendo, per quanto è possibile, la logica del visibile al servizio dell'invisibile". Al primo album di litografie, Nel sogno (1879) fecero seguito: A E. Poe (1882), Le origini (1883), Apocalissi di s. Giovanni (1883), La Nuit (1886), La tentazione di s. Antonio (1888-96), I fiori del male (1890). Dopo il 1890 R. usò con sempre più frequenza il colore: i pastelli, come Nascita di Venere (Parigi, Petit Palais) o le varie versioni di Anemoni, i quadri a olio, come Pegaso e l'Idra (Otterlo, Kröller Müller Museum), Ciclope (id.), Occhi chiusi (1890, Parigi, Musée d'Orsay), si accendono di un intenso impasto cromatico. Notevoli sono anche i pochi ritratti (Ritratto del figlio Ari, Chicago, Art Institute; Ritratto di M. lle Violette Heymann, Cleveland, Museum of art). Nel 1910 R. decorò la biblioteca dell'abbazia di Fontfroide. La sua opera ebbe poca pubblicità (la sua prima esposizione è del 1881, nel 1904 al Salon d'Automne gli fu riservata una sala). Di estremo interesse è il suo diario, A soi-même, pubblicato postumo nel 1922.

Rodin 1840




Rodin, Auguste. - Scultore (Parigi 1840 - Meudon 1917). Artista di grande talento e di robuste capacità espressive, tentò di fondere l'impostazione monumentale michelangiolesca con l'intenso, vibrante realismo memore della tradizione gotica francese e delle soluzioni di J.-B. Carpeaux. Ai numerosi busti e ritratti di acuta penetrazione psicologica, così come alle opere d'impegno monumentale, R. seppe imprimere l'idea del movimento, forzando i contrasti tra pieni e vuoti, con effetti di dinamismo e vitalità che fecero della sua opera un imprescindibile punto di riferimento per la generazione successiva. Vita e opere.A Parigi frequentò i corsi di disegno della Petite École (1854-57) per poi proseguire gli studi presso l'École de la manifacture des Gobelins (1857-59) e con A.-L. Barye presso il Musée d'histoire naturelle dove, in quegli anni, lavorò saltuariamente. Ripetutamente respinto agli esami di ammissione all'École supérieure des beaux-arts, dopo una prima esperienza come ornatista, nel 1864 presentò, senza successo, al Salon parigino l'Uomo dal naso rotto (1864, Parigi, Musée Rodin); nello stesso anno, entrò come sbozzatore nello studio di A.-E. Carrier-Belleuse con il quale avrebbe a lungo collaborato, prima a Parigi (1864-71) e poi a Bruxelles (1871-77). Concluso un viaggio in Italia (1875-76), nel 1877 presentò al Salon di Parigi l'Età del Bronzo (Parigi, Musée Rodin), opera d'ispirazione classica ma di straordinario realismo che, creduta un calco dal vivo, suscitò vivaci polemiche; due anni più tardi, il S. Giovanni Battista (1879, Parigi, Musée Rodin), eseguito con grande libertà formale, in uno stile ancora più realistico e vibrante, gli valse una menzione d'onore al Salon. Raggiunto un certo successo di critica e di pubblico, nel 1880 R. ottenne la prima importante commissione: il portale in bronzo per il Musée des arts décoratifs. Per quest'opera, lungamente elaborata e mai compiuta, l'artista concepì, ispirandosi al soggetto dantesco, la Porta dell'Inferno e modellò, durante l'intero arco della sua vita, un gran numero di piccoli marmi e bronzetti che furono alla base delle sue più celebri sculture (Il bacio, Adamo, Le tre ombre, Eva, Il dolore, Il pensatore, L'addio, Il sogno, ecc.). Autore di numerosi busti e ritratti (A.-E. Carrier-Belleuse, 1882; Benedetto XV, 1915) così come di opere monumentali (I Borghesi di Calais, 1887-95, Calais; Victor Hugo, 1889-1909, Parigi; Honoré de Balzac, 1894-98, Parigi; Domingo Sarmiento, 1895-1900, Buenos Aires) R. seppe comunque infondere nelle sue opere l'idea del movimento. Vasta e intensamente espressiva la sua opera di disegnatore. Gran parte delle opere di R., in marmo e in bronzo, e numerosi gessi sono raccolti nelle sue residenze di Parigi (Hôtel Biron) e di Meudon (Villa dei Brillanti, dove è anche la sua tomba), dall'artista donate alla Francia e trasformate in musei; esemplari e repliche sono conservati anche nei principali musei europei, americani e giapponesi.

Ensor 1860






James Sidney Edouard, Barone di Ensor (Ostenda, 13 aprile 1860 – Ostenda, 19 novembre 1949) è stato un pittore e incisore belga. Introverso e misantropo, trascorse gran parte della sua vita nella sua città natale, dedicandosi ad una pittura che fu una delle manifestazioni più significative del periodo e che si pose al centro della cultura del tempo. Nel 1877 s'iscrisse all'Accademia di belle arti di Bruxelles, dove rimase fino al 1880, entrando in contatto con gli ambienti anarchici e intellettuali della città e dove, nel 1881, tenne la prima mostra personale.Le opere di questo periodo, che arrivò fino al 1885 circa, formano il cosiddetto periodo scuro, in cui i colori sono profondi e cupi, con una luce attenuata ma vibrante; in questo si vede l'influenza del naturalismo tipico della tradizione fiamminga e dei realisti francesi, in particolare di Gustave Courbet. I temi preferiti si rifanno alla tradizione fiamminga: nature morte, ritratti, interni borghesi intimi e malinconici, paesaggi dall'orizzonte piatto e basso, con una luce suggestiva che ricorda William Turner. Queste opere si avvicinano parzialmente all'impressionismo di Édouard Manet, di Edgar Degas e di Claude Monet, senza tuttavia arrivare all'ariosa immediatezza, all'abbandono alla natura, alla luminosità che sfalda la forma.Verso il 1885, rielaborando l'uso del colore brillante degli impressionisti e la grottesca immaginazione dei primi maestri fiamminghi, come Hieronymus Bosch e Pieter Bruegel il Vecchio, Ensor si rivolse verso i temi e gli stili dell'avanguardia. Si accostò così a suo modo al Simbolismo e al Decadentismo, svolgendo un ruolo determinante nel rinnovamento dell'arte belga e anticipando le correnti dei fauves e dell'Espressionismo. Il distacco dalla visione naturalistica rivela nel pittore quella crisi del rapporto tra l'uomo e la natura, e quella tendenza all'allusione simbolica tipica di tutta l'arte postimpressionista.Questo processo di trasfigurazione della realtà è basato su un linguaggio fatto di colori puri e aspri, con vibranti colpi di pennello interrotti che accrescono l'effetto violento dei suoi soggetti. La tavolozza si schiarisce ed appaiono elementi inquietanti come maschere, scheletri, spettri e demoni, usati per mettere in satira gli aspetti più tipici del mondo borghese. L'antica immagine della morte si nasconde dietro maschere spaventose, cariche di un simbolismo ambiguo ed ossessivo, tipico del clima decadente di fine secolo.La vena grottesca oscilla tra ironia ed inquietudine, in una specie di incubo in cui sogno e realtà si confondono, anticipando il surrealismo. Per i suoi soggetti, Ensor prese spesso spunto dai vacanzieri di Ostenda, che lo riempivano di disgusto: ritraendo gli individui come pagliacci o scheletri, o sostituendo le loro facce con maschere di carnevale, rappresentò l'umanità come stupida, vana e ripugnante.Il suo lavoro esercitò un importante influsso sulla pittura del XX secolo: i suoi soggetti aprirono la strada al Surrealismo e al Dadaismo, mentre la sua tecnica, in modo particolare l'uso del pennello e il senso del colore, condusse direttamente all'Espressionismo. Alla cultura del suo tempo Ensor non partecipò attivamente, anche perché le sue opere erano spesso rifiutate alle esposizioni, per la loro eccentricità; si limitò ad unirsi al gruppo di artisti d'avanguerdia, denominato La Chrysalide, poi al gruppo noto come Les XX e a pubblicare alcuni scritti violentemente polemici verso la critica ufficiale. Molto importante è anche la sua produzione di incisioni e disegni, con paesaggi e scene di vita quotidiana: anche in queste opere l'intreccio di sogno e realtà precorre il Surrealismo. Con il nuovo secolo i critici rivalutarono e apprezzarono il suo stile, ma la sua vena artistica aveva ormai perduto quella carica aggressivamente ironica e fantastica che ne aveva costituito il carattere più originale.Morì il 19 novembre 1949 a Ostenda. Nella casa in cui ha passato gran parte della sua vita è oggi presente un museo dedicato al suo lavoro.

Gustav Klimt 1862


Pittore austriaco (Baumgartner, Vienna, 1862 - Vienna 1918); è stato il principale esponente della Secessione viennese. Figlio dell'incisore e orefice boemo Ernst, incominciò a lavorare seguendo la professione paterna. Nel 1867 si iscrisse alla Kunstgewerbeschule, dove nel 1878 fu suo maestro F. Laufberger, che esercitò su di lui una profonda influenza. Fu Laufberger a procurargli, nel 1880, la commissione di decorare il palazzo, appena costruito, dell'architetto Sturany sullo Schottenring a Vienna. In quest'opera, che durò due anni, K. ebbe come aiuto il fratello Ernst junior e il più anziano F. Matsch. Con gli stessi decorò nel 1882 il soffitto del teatro di Reichenberg; l'anno dopo i tre artisti lasciarono la scuola e crearono un proprio studio. Nello stile del loro maestro, che risentiva del gusto decorativo di H. Makart, produssero un numero notevole di decorazioni: teatro di Fiume, 1883; Kurhaus e teatro di Karlovy Vary (Karlsbad), 1886-88; scalea del Burgtheater di Vienna. Nel 1891 cominciarono a dipingere le lunette sopra la scalinata del Kunsthistorisches Museum. Sono i primi lavori in cui l'opera di K. si distingue da quella degli altri due membri del gruppo, la cui attività fu interrotta in seguito alla morte del fratello Ernst nel 1892. Gli anni immediatamente successivi furono per K. ricchi di esperienze e di ricerche volte verso le problematiche del post-impressionismo (Musica, 1895, Monaco, Neue Pinakothek). Sempre più in contrasto con le autorità accademiche, nel 1897, seguendo l'esempio di quanto era già avvenuto a Monaco nel 1892, con altri 19 artisti fondò la Secessione viennese (Vereinigung bildender Künstler Österreichs, Secession), della quale fu presidente fino al 1905. Dal 1900 al 1903 fu incaricato di dipingere tre composizioni, ispirate alla Filosofia, alla Medicina e alla Giurisprudenza, per l'università di Vienna, tutte rifiutate e aspramente criticate perché ritenute oscene. In una alternativa di crudo naturalismo e di astratto decorativismo, K. aveva infatti cercato di esaltarvi la natura e la vita in antitesi con le convenzioni sociali. Intanto si maturava il suo stile più personale e inconfondibile, impostato su una preziosità inesauribile, raggiunta con l'uso di materiali diversi (oro, vetri), in un continuo svolgersi di forma dal reale all'astrazione decorativa. A formare la cultura figurativa di K. concorrono motivi bizantini e giapponesi e, soprattutto, elementi dello stile "floreale". La pittura di K. mira a un'espressione raffinata, piena di sottintesi letterarî e simbolici, al cui cerebrale estetismo si associano accenti di acuta sensualità. La sua ricerca di sottili ritmi decorativi di linee e di colori ebbe grande influenza per la formazione delle correnti astrattiste, e dello stesso Kandinskij.



Munch 1863



Munch, Edvard. - Pittore norvegese (n. Loten 1863 - m. presso Oslo 1944). Nipote dello storico P. A. Munch, è considerato tra i maggiori interpreti della stagione simbolista degli anni Ottanta e Novanta dell'Ottocento, di cui anticipò l'esasperazione e la violenza cromatica. Al sentimento profondo e malinconico della natura M. unì un senso doloroso dell'amore e della morte, in opposizione ai valori borghesi, influenzando grandemente l'espressionismo tedesco.Vita.Fu provato fin dalla fanciullezza da gravi disgrazie familiari. Diciassettenne, entrò nello studio dello scultore J. O. Middelthun, che lasciò l'anno dopo per studiare con Ch. Krohg. Nel 1885 si recò per breve tempo a Parigi e visitò la Riviera; dal 1889 al 1908 fu quasi sempre all'estero (a Parigi e a Nizza; a Berlino, dove strinse amicizia con A. Strindberg; in Italia e poi in Germania), ma dal 1885 al 1905 era solito lavorare l'estate in una casa a Åsgårdstrand, sul fiordo di Oslo, il cui paesaggio appare in molte sue composizioni in quel tempo (Notte d'estate, a Bergen, Billedgalleri; Mistero della spiaggia e Chiaro di luna, a Oslo, Nasjonalgalleriet). Nel 1908-09 una malattia nervosa lo portò in una clinica di Copenaghen. Guarito, si stabilì a Kragero, dove fino al 1916 lavorò a importanti commissioni pubbliche, come le  grandi composizioni del ciclo pittorico per l'Aula magna dell'univ. di Oslo. Dal 1920 si trasferì a Ekely, dove visse per lo più isolato fino alla morte solitaria. Opere. Nel 1880  M. si dedicò alla pittura di ritratti; dipinse in seguito, seguendo il gusto dell'epoca, quadri naturalistici, approfondendo soprattutto lo studio della vita spirituale dei soggetti. Nel 1884 il suo dipinto Il mattino (Bergen, Billedgalleri) indicava già una maturità piena nell'uso sapiente della luce e un interesse non convenzionale per la rappresentazione della vita. È però soprattutto dopo il 1890, quando si schiariscono i colori della sua tavolozza e si fa più pesante il contorno della sua figura e prevale l'elemento simbolico, che nascono le opere chiave della sua pittura: Malinconia (1891, Coll. priv.; 1892, Oslo, Nasjonalgalleriet); Il bacio (1892, Oslo, Munch Museet e Nasjonalgalleriet); Disperazione (1892, Stoccolma, Thielska Galleriet). Esposte a Berlino (1892), le sue opere provocarono scandalo ma furono di stimolo per la futura Secessione berlinese e per l'espressionimso tedesco. M. approfondì il discorso così iniziato con una serie di dipinti destinati a comporre un progetto unitario che definì il Fregio della vita: Il grido, 1893; Vampiro, 1893; Cenere, 1894; La donna in tre fasi della vita, 1895 circa; La danza della vita, 1899-1900 (Oslo, Nasjonalgalleriet), in cui ricompare la metafora medievale della vita come danza e i grandi temi ossessivi della solitudine e della morte. Nel 1894 M. incominciò a dedicarsi alla grafica, campo di attività che non abbandonò più e in cui eccelse come uno dei grandi maestri moderni. Lavorò anche per il teatro (fregio per il Kammerspieltheater di Berlino). Tra il 1901 e il 1909 dipinse alcuni monumentali ritratti, di grande intensità psicologica e cromatica. Altri dipinti (Bagnanti, 1907-09, Helsinki, Ateneumin Taidemuseo; Lavoratori che tornano a casa, 1912, Oslo, Munch Museet) dimostrano un interesse e un'aspirazione verso una vita fisica sana, ma altri (Morte di Marat, 1907, Oslo, Munch Museet) sono la spia di una malattia nervosa. Da allora la sua arte non parve avere altro svolgimento e, pur non calando mai di tono (bellissimi i nudi e sempre di altissimo interesse gli autoritratti), fu spesso nostalgica rispetto alle origini impetuose dell'artista. Lasciò alla città di Oslo oltre mille dipinti.

Kandinsky 1866




Kandinskij ‹kand'ìnsk'i›, Vasilij Vasil´evič. - Pittore (Mosca 1866 - Neuilly-sur-Seine 1944). Il principale esponente dell'astrattismo, e in particolare dell'astrattismo non-geometrico, la sua ricerca di puri valori formali ha condotto a risultati della più grande importanza, soprattutto nello sviluppo dei rapporti linea-colore. La sua arte, sulla quale influì verosimilmente la teoria della Einfühlung di W. Worringer, è indubbiamente ricca di motivi culturali e intellettualistici, ma giunge spesso a valori di libera poesia. Tra le sue opere si ricordano in particolare: Il corteo della sposa (1902-03, Monaco, Städtische Galerie), Der Blaue Reiter (1903, Zurigo, collezione E.G. Bührle), Murnau (1909, Düsseldorf, Kunstmuseum), il primo acquerello astratto (1910, Neuilly-sur-Seine, collezione N. Kandinskij), Composizione IV (Düsseldorf, Schloss Jägerhof), Cerchio policromo (1921, New Haven, Yale University Gallery), Composizione VIII (New York, Guggenheim Museum)..La sua formazione culturale fu complessa: si occupò di letteratura, di musica (Wagner), di etnografia. Nel 1897 si recò a Monaco e si dedicò interamente alla pittura; studiò con F. von Stuck; viaggiò in Europa e in Oriente; fu in stretto contatto col musicista e pittore lituano M. K. Čiurljonis, che si dedicava allora a esprimere mediante variazioni coloristiche alcune sinfonie musicali. Venne poi a contatto con gli espressionisti; fu tra i fondatori del gruppo Der Blaue Reiter. Nel 1910 eseguì i primi dipinti totalmente privi di riferimento al mondo oggettivo e per lo più intesi a esprimere visivamente emozioni musicali; contemporaneamente scriveva Über das Geistige in der Kunst e tentava di sviluppare una teoria dei segni e dei colori. Nel 1913 pubblicò uno scritto autobiografico: Rückblicke. Nel 1914 tornò in Russia, partecipò attivamente ai movimenti d'avanguardia, insegnò (1920) nell'univ. di Mosca. Tornò in Germania (1921) e, fino al 1933, insegnò nel Bauhaus di Weimar e di Dessau. Nel 1923 pubblicò il trattato Punkt und Linie zu Fläche. Nel 1934 si stabilì a Parigi seguitando a dipingere composizioni astratte, ma più misurate e non prive di caratteri decorativi.Tra le sue opere, oltre a quelle citate sopra,  occorre citare gli acquerelli conservati nella collezione Kandinskij di Neuilly, oltre che gli ultimi, del 1939-44, con forme allusive a immagini.

Nolde 1867



Emil Hansen, chiamato Emil Nolde (Nolde, presso Burkhall, 7 agosto 1867 – Seebüll, 13 aprile 1956), è stato un pittore tedesco. Emil Nolde nacque nel paesino tedesco di Nolde, vicino al confine con la Danimarca; il suo vero nome era Emil Hansen ma, a partire dal 1902, si fece chiamare come il paese natale, per sottolineare il legame con la sua terra. Dal 1884 al 1891 abitò a Flensburg, dove lavorò in un mobilificio e studiò per diventare intagliatore e illustratore. Dal 1892 al 1897 insegnò disegno ornamentale alla Scuola d'arte industriale di San Gallo, in Svizzera. Negli anni successivi fece diversi viaggi a Monaco, Karlsruhe e Berlino. In questo periodo fu attratto particolarmente dall'arte assira ed egizia e dalle opere di Rembrandt, Francisco Goya, Honoré Daumier e Édouard Manet. Nelle sue prime opere le figure umane e le forme della natura sono rese sulla tela in modo semplificato, caricaturale e grottesco. A partire dal 1904 il suo stile si avvicina inizialmente all'impressionismo per poi arrivare all'espressionismo, con i colori che diventano sempre più intensi: in questa evoluzione ebbero probabilmente una notevole influenza le opere di Paul Gauguin e di Edvard Munch. Nel 1906 strinse amicizia con Karl Schmidt-Rottluff e nel 1907 espose con i pittori del gruppo Die Brücke, uno dei primi gruppi espressionisti tedeschi; si accostò inoltre alla Secessione berlinese e al gruppo Blaue Reiter. Una malattia nel 1909 e un contatto diretto con l'arte di Vincent van Gogh e di James Ensor, conosciuto a Ostenda nel 1911, contribuirono ad accentuare il carattere drammatico della sua pittura. Produsse allora opere per lo più misticheggianti, in cui lo spazio, la forma e il colore perdono ogni funzione descrittiva per assumere un valore espressivo autonomo. Sono importanti anche i molti acquerelli, i disegni, le incisioni su legno, i dipinti del porto di Amburgo e della vita notturna di Berlino, in cui il colore risplende e le forme diventano sempre più sintetiche per mezzo di un segno estremamente vitale. Nel 1913 e nel 1914 Nolde compì un lungo viaggio, che lo portò a visitare luoghi lontani ed esotici, come la Russia, il Giappone e la Cina, fino ad arrivare in Nuova Guinea. Questo viaggio alimentò i suoi interessi per le qualità ritmiche e decorative dell'arte primitiva, favorendo la comparsa di elementi esotici nella sua pittura e mettendo in risalto le forze primordiali della natura e dell'uomo. Nelle sue creazioni del periodo la figura umana continua ad essere gradualmente ma violentemente deformata attraverso una stesura del colore per grandi pennellate. Nel 1919 Nolde realizzò "Gli Orafi", un olio su compensato, acquisito dal Cleveland Museum of Art nel 2008. In esso Nolde spezza ogni schema disegnativo, gettando i personaggi con forza istintiva. La scena rappresenta due uomini barbuti a mezzo busto, due orafi, da qui il titolo, colti rispettivamente di fronte e di tre quarti. Quello che si trova destra ha un volto affilato, la cui triangolarità è accresciuta dalla barba gialla. L’incarnato, realizzato con pennellate di rosa e di viola, dà al volto dai grandi occhi azzurri un’aria inquietante, quasi diabolica. L’assoluta inverosimiglianza dei colori è ribadita dallo stesso Nolde, che in una lettera precisa: " Desidero che la mia opera scaturisca dalla materia, come nella natura la pianta cresce dal terreno che le è più adatto”. Nel 1926 Nolde conseguì una laurea honoris causa all'università di Kiel. Nolde fu un sostenitore del Partito operaio nazionalsocialista tedesco dai primi anni venti, essendo diventato un membro della sua sezione danese. Esprimeva opinioni antisemite e negative sugli artisti ebrei e considerava l'espressionismo uno stile tipicamente germanico. Questa opinione fu condivisa anche da alcuni membri del partito nazista, in particolare Joseph Goebbels e Fritz Hippler. Ma pochi anni dopo cominciò ad essere perseguitato dai nazisti perché Hitler considerò il modernismo un'arte degenerata: dal 1937 i suoi lavori furono vietati e non gli fu permesso di dipingere. In quegli anni produsse segretamente una serie di dipinti nei quali il suo stile si fece più pacato e disteso. Riscoperto e rivalutato finita la seconda guerra mondiale, è oggi considerato uno dei maggiori rappresentanti dell'espressionismo. Morì a Seebüll, nel nord della Germania, il 13 aprile 1956.

Nessun commento:

Posta un commento