lunedì 16 gennaio 2023

Corso Artisti Internazionali del XX Secolo: Lezione 13 1931- 1935 Oldenburg Johns Spoerri Anuszkiewicz Ryman Riley Opalka Morris Maciunas Morley Paik Botero

Riley 1931






Bridget Louise Riley (Londra, 24 aprile 1931) è una pittrice inglese, una dei principali esponenti del movimento artistico dell’Op art, corrente che si basa sul tentativo di impressionare l’occhio umano.Bridget, da giovane, studiò al Cheltenham Ladies College; dopo gli studi primari, studiò arte, dapprima al Goldsmiths College, e in seguito al Royal College of Art a Londra, dove, tra i suoi compagni, c'erano gli artisti Peter Blake e Frank Auerbach. Lasciò l'università presto, per prendersi cura del padre, malato e in difficoltà. In quel periodo soffrì di una depressione. Dopodiché, intraprese molti lavori, tra i quali l'insegnante di arte, e, più brevemente, nel settore artistico della società pubblicitaria J. Walter Thompson Company. Verso la fine degli anni '50, Veronica iniziò a produrre opere in uno stile riconoscibilmente suo, ispirata da altri movimenti artistici e fonti. La sua principale fonte di studio e curiosità era il Puntinismo di Seurat: dopo aver analizzato il movimento e dipinto alcuni paesaggi, quello stile portò il suo interesse agli effetti ottici. I dipinti di Victor Vasarely, che negli anni '30 erano composti di linee e forme monocromatiche (cioè bianche e nere), ebbero una forte influenza nelle prime opere di Riley. Nei suoi lavori seguenti si può osservare l'influenza dei quadri futuristi; le maggiori somiglianze si notano con quelli del torinese Giacomo Balla. Fu proprio in questo periodo che Bridget iniziò a dipingere i quadri in bianco e nero per i quali oggi è maggiormente conosciuta. Presentano una grande varietà di forme geometriche (ad esempio cubi bianchi e neri alternati), che producono sensazioni di movimento grazie al colore, che sembra spostarsi da una figura all'altra. Nei primi anni '60, le opere di Riley ebbero la particolarità di far sentire, al visitatore, una sensazione di immersione nello spazio. Vennero esposti nella sua prima personale del 1962, a Londra, nella Galleria One di Victor Musgrave, come in numerose seguenti mostre. Visualmente, queste opere si riferiscono a molte preoccupazioni del periodo: per ravvivare la partecipazione del pubblico, si attua la sfida corpo-mente (la sensazione che si recepisce dopo l'analisi del cervello); si cerca di trasmettere la tensione di un futuro nelle mani del progresso scientifico, ma con il timore della guerra nucleare; i timori dell'individualità in un mondo sempre più globalizzato. I dipinti sono caratterizzati, a parte l'illusione ottica e il senso di movimento, anche dalla fredda e calcolata apparenza di essi. Una delle opere più importanti di questo periodo è Fall (1963). Nel 1965, Riley espose alla mostra di Op art che si tenne a New York, The Responsive Eye, insieme a Victor Vasarely; uno dei suoi dipinti è stato riprodotto sulla copertina del catalogo della mostra. Questo piccolo gesto, ma simbolico, causò una spaccatura tra lei e il resto del movimento, ed espresse disappunto sul fatto che una sua opera venisse usata a scopi economici. Dopo una grande retrospettiva nei primi anni '70, Riley iniziò a viaggiare molto. Dopo una gita in Egitto negli anni '80, dove trovò l'ispirazione ammirando i colorati geroglifici, Riley procedette con l'analisi approfondita del colore e del contrasto. In alcune opere, le linee di colore sono usate per creare un effetto simmetrico. Nel 1986 Riley incontrò i pittori Philip Taaffe e Ross Bleckner: questo confronto artistico ebbe come conseguenza l'inserimento di elementi diagonali nelle sue opere seguenti. Un esempio di questi quadri ricchi di colori è Shadowplay. Dopo l'inizio degli anni '90, Riley ha cominciato a delegare il lavoro ad alcuni operai (concentrandosi quindi unicamente sul disegno), come, dal resto, molti pittori della sua stessa corrente.

Opalka 1931








Roman Opałka (Abbeville-Saint-Lucien, 27 agosto 1931 – Roma, 6 agosto 2011) è stato un pittore polacco, nato in Francia. Roman Opałka nacque il 27 agosto 1931 a Abbeville-Saint-Lucien, in Francia, da genitori polacchi. La famiglia tornò in Polonia nel 1946 e Opałka studiò litografia in una scuola di grafica prima di iscriversi alla Scuola di Arte e Design di Łódź. Successivamente si è laureato presso l'Accademia di Belle Arti di Varsavia, per poi tornare in Francia nel 1977. Opałka visse per un periodo a Teille, vicino a Le Mans, per poi spostarsi a Venezia. Morì all'età di 79 anni dopo essersi ammalato mentre era in vacanza in Italia. Fu ricoverato in un ospedale a Roma e vi morì alcuni giorni dopo, il 6 agosto 2011, tre settimane prima del suo ottantesimo compleanno. Nel 1965, nel suo studio a Varsavia, Opałka iniziò a dipingere numeri da uno a infinito. Partendo dall'angolo in alto a sinistra della tela e finendo nell'angolo in basso a destra, i piccoli numeri sono stati dipinti in righe orizzontali. Ogni nuova tela, che l'artista definiva un "dettaglio", iniziava a contare partendo dal numero successivo a quello col quale terminava la precedente. Ogni "dettaglio" ha le stesse dimensioni (196 x 135 cm). Tutte le tele hanno lo stesso titolo, "1965/1 - ∞"; il progetto non ha mai avuto una fine definitiva, e l'artista ha dedicato la sua intera vita nel realizzare l'opera, tendenzialmente infinita: "Tutto il mio lavoro è fatto solo per descrivere e contare l'inesorabile flusso del tempo, dal primo momento a un momento infinitamente futuro. Ciò che mi devasta è la nostra piccolezza: se esistiamo in un istante, il momento dopo potremmo non essere più nulla". Nei primi dettagli, Opałka dipinse numeri bianchi su uno sfondo nero. Nel 1968, poi, l'artista lo cambiò in uno sfondo grigio "perché non è un colore simbolico, né emotivo", e nel 1972 decise di alleggerire gradualmente questo sfondo grigio aggiungendo l'1% in più di bianco allo sfondo con ogni nuovo "dettaglio". Questa scelta creava un effetto evanescente che suggeriva i temi della labilità della memoria e del dissolvimento ineluttabile di ogni cosa. L'artista si aspettava di arrivare al punto di dipingere col bianco su sfondo bianco appena raggiunto il numero 7 777 777, raggiunti i 75 anni di età. A luglio 2004, aveva raggiunto i 5,5 milioni. Adottando questo approccio rigoroso alla sua arte, Opałka si è allineato con altri artisti dell'epoca che hanno esplorato la creazione artistica attraverso la matematica, come Daniel Buren o On Kawara. Nel 1968 inoltre Opałka iniziò ad usare, mentre dipingeva, un registratore, pronunciando ogni numero in polacco nel microfono mentre lo dipingeva , cominciando anche a scattare fotografie di se stesso in piedi davanti alla tela dopo il lavoro di ogni giorno. Al progressivo sbiadire delle tele doveva corrispondere lo sbiadire del suo viso e dei suoi capelli: un documento del trascorrere dell'esistenza e della fragilità umana, una sorta di rilettura dell'antica vanitas romana. La cifra finale da lui dipinta è stata di 5 607 249, non riuscendo infine a realizzare il suo desiderio artistico.

Morris 1931

 



Robert Morris (Kansas City, 9 febbraio 1931 – Kingston, 28 novembre 2018) è stato uno scultore statunitense contemporaneo. È uno dei principali e teorici artisti del minimalismo, ma ha anche dato importanti contributi sulla performance art e sull'installazione. Dal 1964 propone grandi strutture di geometria solida elementare, realizzate con lamiera o con pannelli traforati a graticcio. L'attenzione delle grandi strutture doveva protrarsi tutta all'esterno, cioè alle caratteristiche reali. L'artista intendeva eliminare i giochi di relazione tra le varie parti di una composizione. Morris aveva al suo fianco altri colleghi artisti : Donal Judd, Carl Andre e Robert Smithson.

Maciunas 1931




George Maciunas (in lituano Jurgis Mačiūnas) (Kaunas, 8 novembre 1931 – Boston, 9 maggio 1978) è stato un artista e architetto lituano naturalizzato statunitense. È considerato uno dei fondatori del Fluxus, movimento artistico internazionale di artisti, architetti, compositori e designers. L'invenzione del nome del movimento artistico viene attribuito proprio a Maciunas. George Maciunas nacque a Kaunas, Lituania, da padre lituano e madre russa. Da giovane, emigrò negli Stati Uniti, dove studiò architettura al Carnegie Mellon University. Successivamente, si rifugiò in Germania, per fuggire ai suoi creditori. Proprio in Germania, nel 1962 a Wiesbaden, Maciunas, Dick Higgins, Nam June Paik, Wolf Vostell, Emmett Williams, Alison Knowles, e Ben Patterson organizzarono il primo festival del movimento Fluxus. Maciunas realizzò la costruzione di diversi attici a New York ed una fattoria a Great Barrington, nel Massachusetts. Maciunas ha reso SoHo un rifugio per artisti, convertendo edifici fatiscenti in attici e luoghi vivibili. Amico di molti artisti, tra i quali Jonas Mekas, La Monte Young, Nam June Paik, e Yōko Ono, e fece molto per l'avanzamento delle loro carriere. Nel 1975 rimase gravemente ferito durante un assalto da parte di alcuni creditori, attacco che lo rese cieco ad un occhio. Dopo aver sofferto di cancro morì a Boston nel 1978.

Morley 1931
Morley, Malcom. - Pittore inglese (Londra 1931 - New York 2018). Dopo una giovinezza avventurosa e segnata da drammatiche vicissitudini, M. si dedicò alla pittura, studiando a Londra alla Camberwell school of arts and crafts (1952-53) e al Royal college of art (1954-57). Attratto dall'espressionismo astratto che aveva potuto conoscere nella mostra londinese Modern art in the United States (1956), nel 1958 decise di recarsi negli Stati Uniti, dove si stabilì entrando in contatto, in particolare, con B. Neumann. Dalla metà degli anni Sessanta fu tra i protagonisti dell'iperrealismo, con dipinti che presentano tra i soggetti prediletti immagini di navi, ma superò presto il crudo realismo trompe-l'oeil, anche con l'introduzione di oggetti reali, proponendo soluzioni di un inquietante espressionismo pittorico. Velieri, piroscafi, aerei, con complessi riferimenti culturali e storici, hanno continuato a popolare i mari e i cieli dei suoi dipinti e dei suoi acquerelli. M., che ha prodotto anche sculture, ha ottenuto nel 1984 il Premio Turner della Tate Gallery di Londra. Importanti esposizioni della sua opera sono state tenute a Parigi (1993, Musée national d'art moderne), a Londra (2001, Hayward Gallery), a Milano (2003, Galleria Cardi), a New York (2005 e 2006, Sperone Westwater Gallery) e a North Miami, Florida (2006, Museum of contemporary art).

Paik 1932








Nam June Paik (Seul, 20 luglio 1932 – Miami, 29 gennaio 2006) è stato un artista statunitense di origine sudcoreana. Ha lavorato in diversi ambiti artistici, ma il suo nome è soprattutto legato alla videoarte, di cui è uno dei pionieri. Compie i suoi studi di estetica, arte e musica a Tokyo dove si laurea con una tesi su Arnold Schönberg. Tra il 1958 e 1963 partecipa alle manifestazioni Fluxus a Düsseldorf, è in contatto con artisti come John Cage e Wolf Vostell. Partecipa ad una mostra considerata oggi la prima esposizione di video arte, dal titolo Exposition of Music – Electronic television (Wuppertal, 1963) dove si mescolano musica elettronica e immagine elettronica, e nella quale Nam June Paik presenta “Tredici distorsioni per televisioni elettroniche”. Paik studia il disturbo e impara a provocarlo distorcendo l'immagine elettronica: le sue prime elaborazioni sono infatti televisori con immagini modificate. Poi sperimenta la ripresa e la rielaborazione di registrazioni con la telecamera. Nel 1965 utilizza il primo modello di telecamera portatile della Sony per riprendere il traffico caotico nel giorno della visita di Papa Paolo VI a New York, e per farne un'opera video (Café Gogo, Bleecker Street), mostrata la stessa sera al Greenwich Village.Dotato di fervida curiosità, realizza innovazioni tecnologiche come il video-synthesizer, elaborato con Shuya Abe nel 1969. La sua "instancabile indole di viaggiatore e sperimentatore" lo conduce a "continui viaggi e collaborazioni" insieme a personalità quali Merce Cunningham, Joseph Beuys o Charlotte Moorman. In particolare produce videoinstallazioni con televisori modificati, da opere più minimaliste come Moon is the Oldest TV (1965) ad opere più monumentali e fantasmagoriche come Tadaikson (The More The Better), la torre di 1003 monitor realizzata in occasione dei Giochi Olimpici di Seoul (1988). L'ultima mostra di Paik è stata Moving Time: Tribute to Nam June Paik, presenting 30 International Video Artists, New York (2006).

Botero 1932





Botero -è-, Fernando. - Pittore e scultore colombiano (n. Medellín 1932). La sua produzione giovanile fu influenzata dall'opera di J. C. Orozco, D. Rivera, D. A. Siqueiros; nel 1952 intraprese viaggi di studio in Francia, Spagna (dove frequentò l'Academia de San Fernando a Madrid) e Italia, dove studiò la tecnica dell'affresco all'Accademia di S. Marco a Firenze; fu quindi in Messico (1956). Dal 1960 si stabilì a New York, quindi (dal 1973) a Parigi. All'inizio degli anni Sessanta la sua opera risentiva dell'espressionismo astratto (Mona Lisa, 1961, New York, Museum of modern art), ma negli anni seguenti B. definì il suo stile, caratterizzato dall'uso di forme tondeggianti e gonfiate, in figurazioni spesso ironiche o sottilmente caricaturali (La famiglia del presidente, 1967, New York, Museum of modern art). Dagli anni Settanta si è dedicato anche alla scultura, riproponendo il suo stile nella terza dimensione. Le sue opere sono state esposte in varie personali, tra le quali: Firenze, Forte Belvedere (1991); Parigi, Champs-Élysées (1992-93); Washington, Art museum of the Americas (1996); Santiago del Cile, Museo Nazionale di Belle Arti (1997); Lugano, Museo d'arte moderna (1997); Firenze, Piazza della Signoria, Piazzale degli Uffizi e Sala d'Arme di Palazzo Vecchio (1999). Grazie alle cospicue donazioni di B. (opere sue e degli artisti da lui collezionati), nel 2000 sono stati inaugurati a Bogotá un museo a suo nome e a Medellín il progetto culturale noto come Ciudad Botero, che comprende anche il rinnovamento del Museo de Antioquia. Più recentemente, in concomitanza con l'ottantesimo anniversario della nascita, è stata allestita a Pietrasanta la mostra Fernando Botero: disegnatore e scultore (2012), in cui sono state esposte ottanta opere provenienti dalla collezione privata dell'artista, mentre presso il Museo de Bellas Artes di Bilbao l'artista colombiano è stato celebrato con l'antologica Fernando Botero. Celebración.


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