sabato 14 gennaio 2023

Corso Artisti Italiani del XX Secolo: Lezione 9 1960 - 1975 Cattelan Corbo Cagol Microbo Bo130 Eron

Maurizio Cattelan






Artista italiano (n. Padova 1960). Formatosi autonomamente, ha iniziato la propria carriera alla fine degli anni Ottanta. Le sue opere, che prendono forma da oggetti e persone del mondo reale, costituiscono il frutto di una operazione dissacrante nei confronti di arte e istituzioni. In Senza titolo (1986), considerato dai più una sorta di manifesto del suo lavoro, ha squarciato la tela in tre punti, per poi incidervi una Z di Zorro alla maniera di L. Fontana. Alla Biennale di Venezia, nel 1997, ha presentato invece un fachiro sepolto con le sole mani in evidenza. Trasferitosi a New York, ha ottenuto popolarità internazionale con Nona ora, una statua di cera raffigurante papa Giovanni Paolo II colpito da un meteorite (opera esposta alla Royal Academy di Londra nel 1999). Al 2001 risale Hollywood, un immenso cartello ricalcato su quello che troneggia sugli studi cinematografici californiani, collocato ironicamente su un deposito di immondizia di Palermo. Alla stessa provocatoria cifra stilistica rimandano singolari iniziative quali il suo ruolo di protagonista nel falso documentario realizzato da M. Penso ed E. Del Drago È morto Cattelan! Evviva Cattelan!  (2006) in cui simula la propria morte, o le esasperazioni anatomiche di opere come Frank and Jamie (2002) e Donna crocifissa (2008). Nel 2011 è stata oggetto di un vivace dibattito l'installazione di duemila piccioni impagliati presentata alla 54° edizione della Biennale di Venezia, mentre nello stesso anno al Guggenheim di New York è stata allestita la mostra Maurizio Cattelan all, con oltre 130 sue opere legate al soffitto in un ironico gioco sull'abisso, ed è del 2016 l'importante retrospettiva Not afraid to love tenutasi al Monnaie de Paris. Nel 2011 sono stati pubblicati  sul percorso intellettuale di C. il volume, curato dallo stesso artista con C. Grenier, Un salto nel vuoto. La mia vita fuori dalle cornici e, di F. Bonanni, Maurizio Cattelan. Biografia non autorizzata, mentre è del 2017 il documentario di M. Axerod Maurizio Cattelan: be right back, acuto sguardo sul dissacrante mondo dell'artista.

Allegra Corbo 



 

 









Allegra Corbo (1968, Italia) crea narrazioni con figure archetipe e grottesche, dove elementi di fiaba, simboli e parole, compongono rebus filosofici che ribaltano la logica interpretativa di chi le guarda. Visual artist e performer, vissuta nella scena underground italiana ed europea, lavora con pittura e collage, installazioni site-specific, sculture di fuoco, murales e arazzi e recentemente photo-poetry. Ha collaborato con le realtà teatrali Societas Raffaello Sanzio e con il circo cyberpunk Mutoid Waste Co., esperienze fondamentali di arte e vita. Dal 1996 espone le sue opere in Italia e all’estero, in gallerie, happening e festival di arte contemporanea e della scena di arte visionary. Disegna concept artistici di progetti speciali per città, porti, navi, architetture abbandonate e industriali e molto altro. Negli ultimi anni la sua ricerca e attività artistica incontra i diversi contesti sociali, attraverso progetti community specific. Dal 2008 conduce workshop e laboratori per studenti e artisti e con artigiani e imprese per condividerne saperi e know how. Nel 2012 iniziano le sue attività nel campo dell’infanzia e adolescenza con progetti quali “Children in the Forest” (passeggiate artistiche nella natura) e “Lupus et Agnus” (trekking di arte urbana con le fiabe di Esopo). Nel 2019 inizia il progetto sperimentale “Arte/Natura/Risveglio” con gli anziani di una casa di riposo. Vive e lavora ad Ancona.


Stefano Cagol 










Stefano Cagol (Trento, 11 settembre 1969) è un artista italiano. Cagol ha vissuto dieci anni a Berna, ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Brera e alla Ryerson University di Toronto. Vive e lavora in Italia, Germania e Norvegia. Nel 2009 vince il primo premio al Terna Prize, categoria Megawatt. Cagol vince nel 2014 VISIT Artist in residence program della Innogy Stiftung, prima RWE, con il progetto trans-nazionale "THE BODY OF ENERGY", che si sviluppa tra musei e centrali di produzione d'energia tra il 2014 e il 2015. È vincitore dell'Italian Council 2019. Il progetto intitolato "The Time of the Flood. Beyond the myth through climate change" è realizzato a Berlino, Tel Aviv/Jerusalem, Roma e Venezia, promosso da MIBACT. Dopo l'Istituto d'Arte a Trento, Stefano Cagol nel 1993 ha concluso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ed in seguito ha ottenuto un post-doctoral fellowship del governo canadese alla Ryerson University di Toronto, con un progetto di video arte. Nel 1998 partecipa al Marshall McLuhan Program in Culture and Technology di Toronto. Ha frequentato l'Internationale Sommerakademie für Bildende Kunst di Salisburgo e l'ICP-International Centre of Photography di New York. È stato artist in residence alla Künstlerhaus di Salisburgo, al Leube Group Art's Program di Gartenau, Austria, allo IOR di Londra nel 2003 e 2005, nel 2010 al BAR International di Kirkenes, oltre il Circolo Polare Artico in Norvegia e all'ISCP - international studio & curatorial program di New York. Cagol mette in evidenza la contraddittorietà di elementi e situazioni simboliche dell'oggi, e il mutato sistema di valori del momento attuale attraverso un'elaborazione digitale minima o attraverso installazioni site-specific d'arte pubblica e performance. In particolare le immagini nelle opere fotografiche e nelle opere video spesso sono ribaltate, mutate nell'orientamento e sdoppiate al centro, tanto che si creano forme nuove nate dalla fusione delle due parti specchiate, e l'oggetto di partenza e il suo significato sono resi quasi irriconoscibili: i tipici paesaggi metropolitani e i simboli della cultura urbana che fanno parte del nostro immaginario diventano multiformi identità in continua trasformazione. All'interno del suo percorso artistico un fattore fondamentale è sempre stato il viaggio, attraverso il quale ricerca o incontra i paesaggi contemporanei e i simboli della nostra epoca. Nel 2000 espone al MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Nel 2004 durante una permanenza a Tokyo sviluppa un work in progress, "TOKYOSPACE", presentato da Superdeluxe a Tokyo. Nello stesso anno realizza una project room da Stefan Stux Gallery a New York. Da evidenziare nel gennaio 2005 la personale "Lies" a Londra da Platform (catalogo con testo critico di Mami Kataoka) e "Babylon Zoo" alla Galleria Oredaria di Roma (con critic essay di Pier Luigi Tazzi). Alla galleria Priska C. Juschka Fine Art di New York espone in due solo show: "Guinea Pig" nel 2008, e "Stockholm Syndrome" nel 2011. Da ricordare sono l'intervento di arte pubblica per “Ponti d'artista” a Bolzano nel 2002, e “White Flags” all'apertura della 51.Biennale di Venezia. Mentre in giugno 2005 realizza un'installazione site-specific nell'atrio della Facoltà di Sociologia di Trento dove hanno esposto Loris Cecchini (2003) e Maurizio Cattelan (2004). Nel 2006 realizza alla Biennale di Berlino il progetto speciale "Bird Flu / Vogelgrippe" (Influenza aviaria), supportato dalla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, Museion - Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Bolzano e la Kunstraum di Innsbruck, Austria. Del 2006 è il suo Satellite Event "Power Station" alla Singapore Biennale. La sua installazione intitolata "Flu Power Flu" è stata in visione dal 2007 al 2012 sulla facciata del BeursSchouwburg Art Center di Bruxelles. Il suo progetto personale "11 settembre" nel 2009 è allo ZKM di Karlsruhe, alla Kunstraum Innsbruck e al MART. Nel 2011 partecipa con un evento collaterale ufficiale alla 54. Esposizione Internazionale d'Arte - la Biennale di Venezia con il solo show "CONCILIO" a cura di Gregor Jansen, direttore della Kunsthalle Düsseldorf, presso la Chiesa di San Gallo. Il suo progetto "The End of the Border (of the mind)", commissionato dalla Barents Art Triennale all'estremo confine nord della Norvegia, prende l'avvio dalla diga del Vajont (in collaborazione con Dolomiti contemporanee) nell'anno del cinquantenario della tragedia e si svolge come un viaggio/spedizione in marzo e aprile 2013. Nel 1996 è selezionato per partecipare ad Art Basel (fiera internazionale d'arte di Basilea) in “Video Forum”, la sezione speciale dedicata al video dove si trova, a soli ventisette anni, al fianco di artisti consolidati come Erwin Wurm, Silvie Blocher, Marcel Odenbach, e al padre/pioniere della videoarte Nam June Paik. L'anno seguente è tra i giovani artisti italiani invitati al palazzo della Triennale di Milano ad esporre in Generazione Media: le ultime tendenze creative legate alle nuove evoluzioni della tecnologia, soprattutto giovani impegnati nella nascente "nuova" videoarte. Nel 1999 si trasferisce per un breve periodo a New York dove espone alla Trans Hudson Gallery. Nel 2001 partecipa a “Strategies Against Architecture” alla Galleria Zanutti di Milano (a cura di Luca Beatrice). Nel 2002 al Festival Internazionale di Fotografia di Roma ed a “Nuovo Spazio Italiano” (a cura di Cavallucci, Verzotti, Nicoletti) alla Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento e al MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto in occasione dell'apertura della nuova sede progettata da Mario Botta. Nel 2003 è al Museo di Villa Croce di Genova per “In faccia al mondo” (a cura di Matteo Fochessati) e all'IKOB, Centro d'Arte Contemporanea di Eupen, Bruxellels. Nel 2004 è presente alla Artcore Gallery di Toronto (con William Kentridge, Francis Alÿs, Miguel Angel Rios, Sven Pahlsson) e alla Luxe Gallery di New York; in Italia al Centro Arte Contemporanea della Spezia nella Biennale Europea Arti Visive. Nel giugno-luglio 2005 prende parte ad “Atomica” (a cura di Ombretta Agrò Andruff) alle Lombard Freid e Esso Gallery di New York. In settembre-ottobre 2006 partecipa a "Zoo Logical garden" (Giardino zoologico) a Ghent a cura di Angelique Campens (con Johan Grimonprez, David Shirgley, Superflex). Realizza nel 2008 il Parallel Event di Manifesta 7 “Dissoluzione di luce” e partecipa a “Eurasia” al MART – Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto a cura di Achille Bonito Oliva. Nel 2010 espone al SUPEC – Shanghai Urban Planning Exhibition Center di Shanghai in occasione del World Expo 2010. Nel 2013 partecipa alla 55. Esposizione Internazionale d'Arte - la Biennale di Venezia, con il progetto The Ice Monolith, parte del padiglione nazionale delle Maldive a cura del collettivo curatoriale CPS Chamber of Public Secrets. 


Microbo




Microbo è un'artista italiana contemporanea nata nel 1970. È conosciuta in tutto il mondo artistico come persona di bassa statura, ma di grande talento. Nato e cresciuto in Sicilia, l'artista ora vive a Milano. Come suggerisce il nome, è affascinata dai microrganismi e le sue opere d'arte ruotano attorno a loro. L'artista si è recata a Londra per proseguire gli studi e lì ha lavorato nel campo della grafica e della multimedialità. Infatti, proprio lì nella capitale dell'Inghilterra, ha incontrato Bo130 , e due di loro hanno iniziato quella che può essere definita una relazione che cambia la vita, sia personale che artistica. Nel 2000 la coppia torna in Italia e si stabilisce a Milano. Si sono resi conto della cattiva fama dei graffiti negli ultimi anni e hanno deciso di aiutare nell'organizzazione del primo evento di strada alternativo in Italia, in modo che il vero potenziale della street art potesse essere illustrato e mostrato alla gente. Nel suo lavoro, Microbo ritrae un nuovo mondo, il micro-cosmo, che consiste di filamenti, humus di alghe e piccoli organismi che vivono a gravità zero. L'artista sa che tutta la vita è iniziata con qualcosa di infinitamente piccolo, così il suo lavoro si è trasformato in una sorta di ricerca di tutto l'invisibile e costantemente presente nella nostra vita. Ha esposto in tutto il mondo, spesso con il suo partner Bo130. 

Bo130





Ha studiato Arte e Design alla Central Saint Martins, University of the Arts, Londra, Regno Unito, e Graphic and Media Design al London College of Communication. In quegli anni trascorsi nella capitale dell'Inghilterra, Bo130 incontrò Microbo e stabilirono una collaborazione artistica e personale che cambia la vita. Sono tornati a Milano nel 2000 e, contemporaneamente, sono scesi in strada con i loro poster, adesivi, stencil e disegni a mano libera. Bo130 è un artista italiano contemporaneo nato a Milano nel 1971. È street artist, illustratore, grafico, scrittore, ma si è occupato anche di animazione e web design. Etichettare il suo lavoro non si è mai sentito a suo agio, poiché fa quello che fa perché gli piace trovare modi diversi per descrivere visivamente le cose che lo ispirano. L'artista si ispira alla musica di Sun Ra e del suo Astro Intergalactic Infinity Arkestra, Herbie Hancock, A Tribe Called Quest e alla colonna sonora di Experimental Beathead Jams. Gli piace particolarmente la fotografia di Terry Gilliam, Spike Lee, Quentin Tarantino e Robert Rodriguez. Intrappolato nel mondo dei graffiti dal 1985, l'artista è noto per la sperimentazione di diverse tecniche, dalla pittura, agli stampini, agli adesivi, ai pennarelli, il tutto per trascrivere ciò che lo ispira in immagini che spaziano dallo stile urbano, alla musica, al cibo, ai graffiti. , ecc. Ha esposto in tutto il mondo, spesso con il suo partner Microbo.

Eron







Eron, pseudonimo di Davide Salvadei (Rimini, 1973), è un artista italiano. Considerato come uno dei più noti esponenti del graffitismo italiano a cavallo fra XX e XXI secolo, Eron si dedica al graffitismo a partire dalla fine degli anni ottanta, quando all'età di 15 anni inizia a praticare graffiti principalmente sui vagoni dei treni. Nel 2010 compie l'opera Forever and ever... nei secoli dei secoli (2010), un trompe-l'œil sul soffitto della chiesa di San Martino in Riparotta a Rimini, un raro caso di opera d'arte di strada in un edificio di culto; nel 2014 crea un dipinto per il ciclo Mindscape, commissionato dal Comune di Rimini per la promozione turistica della città, esposto nel Museo della Città. Gli viene inoltre commissionata l'affrescatura degli oltre 200 metri del muro di cinta del porto cittadino. Nel 2014 Eron viene invitato dall'Istituto Italiano di Cultura a New York, per la mostra From Street to Art. Nel febbraio 2014 partecipa alla mostra Critica in arte presso il Museo d'arte di Ravenna con un'installazione costituita dal segno, dipinto sulla parete, di uno specchio staccato dal muro stesso, sopra il quale l'artista ha disegnato con estremo realismo un buco nella parete causato dal chiodo staccato; terminata l'installazione, un operaio addetto all'imbiancatura degli ambienti, non essendosi reso conto di trovarsi davanti l'opera dell'artista, avrebbe cercato invano di stuccare quel buco.

Nessun commento:

Posta un commento