lunedì 16 gennaio 2023

Corso Artisti Internazionali del XX Secolo: Lezione 6 1895 - 1903 Magritte Moore Calder Michaux Tomlin Dubuffet Giacometti Diulgheroff Gottlieb Rothko

Magritte 1898

https://youtu.be/Xs3pXlt4-nQ



Magritte ‹maġrìt›, René. - Pittore belga (Lessins 1898 - Bruxelles 1967). Dopo brevi esperienze futuriste e cubiste, nel 1925 si unì al gruppo surrealista. A Parigi, dove rimase fino al 1930, fu amico di P. Éluard. I primi quadri surrealisti di M. ricercano un effetto sconcertante con un gioco di scambî, opposizioni, combinazioni di oggetti comuni, riprodotti con estrema fedeltà naturalistica (La bagnante, 1925, Charleroi, Musée des beaux-arts; L'impero delle luci, 1954, Bruxelles, Musées royaux des beaux-arts). Dal 1936 la sua ricerca compositiva si fa più complessa, più densa di significati: la realtà ottica è espressione diretta del pensiero. Dopo un periodo neoimpressionista, nel 1946 tornò alla antica maniera, interpretando ancora in modo visionario la realtà (Sheherazade; interpretazioni di M.me Récamier di Gérard e del Balcone di Manet). Scrittore asistematico ma fecondo (la sua produzione è raccolta nel volume Tutti gli scritti, 1979), negli ultimi anni sperimentò anche nuove tecniche e mezzi espressivi: dalla pittura murale alla fotografia, dalle incisioni alla plastica.

Moore 1898






Moore, Henry. - Scultore (Castleford, Yorkshire, 1898 - Much Hadham, Hartford shire, 1986), figlio di un minatore d'origine irlandese, nel 1919 frequentò la scuola d'arte di Leeds e nel 1921, grazie a una borsa di studio, il College of Arts di Londra; nel 1923 fu a Parigi, nel 1925 divenne professore, per sette anni, del Royal College di Londra. La sua prima mostra personale è del 1927. Partecipò alla mostra internazionale surrealista del 1936 e nello stesso anno visitò le grotte preistoriche dei Pirenei. Dal 1939 cessò di insegnare. Tra il 1940 e il 1942 eseguì molti disegni ispirati alla vita londinese durante i bombardamenti. Nel 1946 fu a New York per la sua grande retrospettiva; nel 1948 fu invitato a tenere una personale alla Biennale di Venezia. In seguito venne frequentemente in Italia, dove nel 1972 fu allestita una grandiosa mostra di sue sculture al castello del Belvedere di Firenze. Fu insignito nel 1963 del premio Feltrinelli internazionale per la scultura e nel 1968 del premio Erasmo. Nel 1967 donò alla Tate Gallery di Londra circa trenta sue sculture, che costituiscono una sezione speciale di quella galleria, mentre nel 1977 è stata inaugurata a Much Hadham la Henry Moore Foundation. Frutto di una costante elaborazione formale-stilistica, che dai primi entusiasmi per la monumentalità della scultura precolombiana si orienta alla creazione di una plastica quanto più possibile vicina a un oggetto naturale, le sue opere, spesso felicemente destinate agli ampî spazî aperti, tendono a un rapporto diretto con il paesaggio naturale circostante; in esse ricorrono alcuni temi fondamentali: la maternità, la figura sdraiata o assisa, la donna; talora anche con sottile riferimento al mito e alla storia: il re e la regina, il guerriero. Da varie ricerche di integrazione della forma in esterno e interno, nello sforzo di rompere la scultura come blocco estraneo e di farne sentire la crescita dal di dentro, si passa alla scomposizione della figura in pezzi staccati, nei quali la statua sembra dissolversi nello spazio circostante.

Calder 1898










Alexander Calder (Lawnton, 22 luglio 1898 – New York, 11 novembre 1976) è stato uno scultore statunitense. È famoso per l'invenzione di grandi sculture di arte cinetica chiamate mobile. Oltre alle opere di scultura, mobile e stabile, Alexander Calder si dedicò anche alla pittura, alle litografie e alla progettazione di giocattoli, arazzi, tappeti e gioielli. Calder proveniva da una famiglia di artisti. Il nonno, lo scultore Alexander Milne Calder, nacque in Scozia ed emigrò a Filadelfia nel 1868. È l'autore della colossale statua di William Penn in cima alla torre di Philadelphia City Hall. Il padre, Alexander Stirling Calder, è stato anch'esso uno scultore noto, ha prodotto molti monumenti pubblici, per lo più a Filadelfia. La madre, Nanette Lederer Calder, era una ritrattista professionista che aveva studiato presso l'Académie Julian e alla Sorbona a Parigi dal 1888 al 1893 circa. Essa si spostò in seguito a Filadelfia per frequentare la Pennsylvania Academy of the Fine Arts, dove incontrò Alexander Stirling Calder. Si sposarono il 22 febbraio 1895. Un anno dopo, nel 1896, nasceva la sorella di Alexander Calder, Margaret “Peggy„, una delle personalità importanti nella fondazione del Berkeley Art Museum and Pacific Film Archive. Nel 1902, all'età di quattro anni, Calder posò nudo per la scultura del padre The man Cub (il cucciolo dell'uomo), che oggi si trova al Metropolitan Museum of Art di New York. Nello stesso anno, Calder completava la sua prima scultura, un elefante d'argilla. Tre anni dopo, quando aveva sette anni e sua sorella nove, il padre contrasse la tubercolosi; i genitori di Calder si trasferirono in un ranch a Oracle in Arizona, lasciando i figli alla cura di amici di famiglia per un anno. I bambini raggiunsero i genitori in Arizona alla fine del mese di marzo del 1906 e lì rimasero fino all'autunno dello stesso anno. Dopo l'Arizona, la famiglia si trasferì a Pasadena, California. Il seminterrato della casa di famiglia divenne il primo studio di Alexander, ed egli ricevette il suo primo set di strumenti. Usava avanzi di filo di rame che riusciva a trovare per strada e le perline delle bambole della sorella per creare gioielli. Il 1º gennaio 1907, la madre lo portò con sé al Tournament of Roses dove poté osservare una corsa di carri trainati da cavalli. Questo evento divenne più tardi il modello del finale degli spettacoli dei circhi di filo di Calder. Nel 1909, al quarto anno di scuola, Calder creò, come regalo di Natale per i propri genitori, una cane e una papera da un foglio di ottone. Queste sculture erano tridimensionali e la papera era cinetica, poiché dondolava se sfiorata. Queste opere sono frequentemente citate come esempi dell'abilità precoce di Calder. Nel 1910, la guarigione di Stirling Calder, il padre, fu completa e la famiglia tornò a Filadelfia, dove Alexander frequentò per breve tempo la Germantown Academy, e successivamente a Croton-on-Hudson a New York.A Croton, durante i primi anni di scuola, Calder strinse amicizia con il pittore Everett Shinn, con il quale costruì un sistema di treni meccanici con propulsione a gravità. Calder stesso lo descrisse così: Facevamo correre il treno su rotaie di legno tenute da chiodi; un pezzo di ferro che correva giù per la pendenza accelerava le carrozze. Illuminavamo addirittura alcune vetture con luci di candela. Dopo Croton, i Calder si trasferirono a Spuyten Duyvil per essere più vicini al Tenth Street Studio Building di New York, dove Stirling Calder aveva affittato uno studio. Durante la permanenza a Duyvil, Calder frequentò la Yonkers High School. Nel 1912, Stirling Calder venne eletto alla carica di direttore del Dipartimento di Scultura della Panama Pacific International Exposition a San Francisco.[8] Iniziò a lavorare sulle sculture per l'esposizione che si tenne nel 1915. Durante gli anni di scuola superiore di Alexander, tra il 1912 e il 1915, la famiglia fece la spola tra New York e la California. In ogni nuova abitazione, comunque, i genitori destinarono la cantina come atelier per il figlio. Alla fine di questo periodo, Calder, quando i suoi genitori tornarono a New York, rimase con i propri amici in California, così da potersi diplomare alla Lowell High School di San Francisco. Si diplomò nel 1915. Sebbene i genitori avessero incoraggiato la sua creatività quando era bambino, essi non desideravano che i propri figli divenissero artisti, sapendo che li avrebbe attesi una carriera incerta e finanziariamente difficoltosa. Così, nel 1915, Calder decise di studiare ingegneria meccanica dopo aver saputo della disciplina da un compagno di classe della Lowell High School, tale Hyde Lewis. Stirling Calder iscrisse perciò il figlio allo Stevens Institute of Technology di Hoboken (New Jersey). Durante il suo anno da matricola allo Stevens, Calder si unì alla squadra di football e si allenò con la squadra per tutti i quattro anni seguenti, senza mai giocare una partita. Giocò anche a lacrosse, per il quale era più portato. Era membro della confraternita Delta Tau Delta. Eccelleva in matematica. Nell'estate del 1916, Calder trascorse cinque settimane di formazione al Plattsburg Civilian Military Training Camp. Nel 1917, entrò a far parte dello Student's Army Training Corps, Sezione Navale, allo Stevens e venne nominato guida del battaglione.  Ho imparato a parlare lateralmente alla bocca e non sono mai stato del tutto in grado di correggermi da allora. Calder si laureò presso lo Stevens nel 1919. Per diversi anni a seguire, eseguì numerosi lavori di ingegneria, come ingegnere idraulico e come disegnatore per la New York Edison Company, senza però sentirsi soddisfatto di nessuno di questi ruoli. Nel giugno 1922, Calder iniziò a lavorare come fuochista nella sala caldaie della nave H. F. Alexander. Mentre la nave era in viaggio tra San Francisco e New York, Calder vide in prossimità delle coste del Guatemala il sole sorgere e contemporaneamente la luna tramontare su opposti orizzonti. Così ne parlò nella propria autobiografia: Era mattino presto e il mare era calmo al largo del Guatemala, quando sopra il mio giaciglio - una corda arrotolata - vidi l'inizio di una fiammeggiante alba da una parte e la luna che pareva una moneta d'argento dall'altra. Quando la H.F. Alexander attraccò a San Francisco, Calder viaggiò fino ad Aberdeen, Washington, dove la sorella viveva con il marito, Kenneth Hayes. Calder trovò impiego come addetto al controllo delle ore di lavoro in una segheria. Lo scenario montuoso lo ispirò a scrivere a casa per richiedere colori e pennelli. Poco dopo decise di tornare a New York per intraprendere la carriera di artista. Alla decisione di diventare un artista, seguì il viaggio di Calder verso New York per iscriversi alla scuola d'arte Art Students League di New York. Da studente, collaborò con la National Police Gazette dove, nel 1925, uno dei suoi compiti fu di disegnare il Ringling Brothers and Barnum and Bailey Circus. Calder venne affascinato dal circo, un tema che sarebbe riapparso nei suoi lavori successivi. Nel 1926, Calder si trasferì a Parigi dove affittò uno studio al 22 di rue Daguerre nel quartiere di Montparnasse. Su suggerimento di un mercante di giocattoli serbo, cominciò a produrre giocattoli articolati. Non trovò mai più il commerciante di giocattoli, ma, su pressione dell'amico scultore José de Creeft, presentò i suoi giocattoli al Salon des Humoristes. Successivamente, Calder cominciò a creare il suo Circo Calder, un circo in miniatura costruito con filo metallico, spago, gomma, stracci ed altri oggetti di recupero. Progettato per essere contenuto in valigie (alla fine crebbe tanto da riempirne cinque), permise a Calder di viaggiare e tenere spettacoli su entrambi i lati dell'Atlantico. Calder elaborava spettacoli improvvisati, ricreando i numeri di un circo reale. Presto il suo Circo Calder (normalmente visibile presso il Whitney Museum of American Art, divenne popolare con l'Avanguardia parigina. Certi mesi Calder faceva pagare un biglietto di ingresso per poter pagare l'affitto. Nel 1927, Calder tornò negli Stati Uniti. Progettò parecchi giocattoli cinetici di legno per bambini, che venivano prodotti in serie dalla Gould Manufacturing Company, a Oshkosh, nel Wisconsin. Gli originali, come le repliche in serie, sono visibili nel Berkshire Museum a Pittsfield, Massachusetts. Nel 1928, Calder tiene la sua prima mostra personale in una galleria commerciale, presso la Galleria Weyhe a New York. Nel 1934, ha avuto la sua prima mostra personale in un museo degli Stati Uniti presso la The Renaissance Society della Università di Chicago. Nel 1929, la sua prima mostra personale di scultura di filo a Parigi presso la Galerie Billiet. Il pittore Jules Pascin, un amico di Calder dai tempi dei caffè di Montparnasse, ne ha scritto la presentazione. Nel giugno del 1929, mentre viaggiava da Parigi a New York, Calder incontrò la futura moglie, Louisa James, pronipote dello scrittore Henry James e del filosofo William James. Si sono sposati nel 1931. Mentre era a Parigi, Calder incontrò e divenne amico di molti artisti dell'Avanguardia, incluso Joan Miró, Jean Arp, e Marcel Duchamp. Una visita del 1930 allo studio di Piet Mondrian lo "shockò" e lo convinse ad abbracciare la bandiera dell'astrattismo. Il Circo Calder può essere visto come l'inizio dell'interesse di Calder sia per la sculture di filo di ferro che per l'arte cinetica. Mantenne un'attenzione costante per il rispetto dell'equilibrio del bilanciere delle sue sculture e le utilizzò per sviluppare le sculture cinetiche che Marcel Duchamp avrebbe nominato in modo definitivo "mobiles", un gioco di parole francese che significa sia "mobile" che "motivo". Calder progettò alcuni personaggi del suo circo sospesi ad un filo. I numerosi esperimenti per sviluppare la scultura astratta, dopo la sua visita fatta a Mondrian, lo portarono alle sue prime vere sculture cinetiche, azionate per mezzo di manovelle e pulegge. Entro la fine del 1931 era arrivato rapidamente alle più delicate sculture che derivavano il loro moto dalle correnti d'aria negli ambienti. Così sono nati i veri mobiles di Calder. Nello stesso periodo, Calder stava anche sperimentando sculture astratte autoportanti, soprannominate stabiles da Arp per differenziarle dai mobiles. Calder e Louisa tornarono in America nel 1933 per stabilirsi in una fattoria che acquistarono a Roxbury, nel Connecticut, dove misero su famiglia (la prima figlia, Sandra, nacque nel 1935, e la seconda, Mary, nel 1939). Calder continuò a dare spettacoli col suo Circo Calder; lavorò anche con Martha Graham, disegnando la scenografia per i suoi balletti e creò una macchina scenografica in movimento per il Socrate di Eric Satie nel 1936. La sua prima commissione pubblica è stata un paio di mobiles progettati per il teatro aperto nel 1937 nel Museo Berkshire a Pittsfield (Massachusetts) Durante la seconda guerra mondiale, Calder tentò di arruolarsi nel corpo dei marines ma la sua domanda fu respinta. Proseguì perciò nell'attività artistica: in questo periodo, per la penuria di metallo difficile a reperirsi in tempo di guerra, dovette utilizzare il legno e realizzò nuove originali sculture, definite da James Johnson Sweeney e Marcel Duchamp costellazioni: opere costituite da elementi di legno uniti e tenuti insieme da filo di ferro, che presentavano suggestive affinità formali con la struttura del cosmo. Nella primavera del 1943 Calder espose questi lavori in una personale alla Pierre Matisse Gallery, ultima sua mostra in quella sede, l'artista cessò infatti di lì a poco la sua collaborazione con Matisse e scelse la Buchholz Gallery di Curt Valentin per farsi rappresentare a New York. La carriera di Calder in questi decenni, anni '40 e '50, fu costellata di eventi, a partire dalla prima retrospettiva alla George Walter Vincent Smith Gallery di Springfield, Massachusetts, nel 1938. Nel 1943 il Museum of Modern Art di New York ospitò una sua retrospettiva che ebbe grande rilevanza, curata da James Johnson Sweeney e Marcel Duchamp. Espose inoltre al Museo d'arte di San Paolo del Brasile, nel 1949, e alla Biennale di Venezia dove vinse il Primo Premio per la Scultura nel 1952. Calder fu inoltre uno dei 250 scultori della 3rd Sculpture International presso il Philadelphia Museum of Art nell'estate del 1949. La sua scultura International Mobile è stata il fulcro della mostra e si trova tuttora (2007) dove fu originariamente posta. Negli anni '50, Calder concentrò sempre più i suoi sforzi nel produrre sculture monumentali. Mirabili esempi sono .125 per JFK Airport nel 1957; La Spirale per l'UNESCO a Parigi nel 1958 e Trois disques per l'Expo 1967 di Montreal. La scultura più grande di Calder, alta 20.5 metri, fu El Sol Rojo, costruita per i Giochi olimpici di Città del Messico. Teodelapio fu la prima installazione monumentale di Alexander Calder, realizzata e donata alla città di Spoleto in occasione del Festival dei Due Mondi del 1962; l'esposizione open air, Sculture in città, ideata da Giovanni Carandente comprendeva 104 sculture di 53 artisti contemporanei. La scultura è in acciaio verniciato di nero trae il nome da un re longobardo. È antistante la stazione di Spoleto ed è divenuta a tutti gli effetti uno dei simboli della città. Alta 18 metri, l'opera viene considerata la prima scultura monumentale stabile del mondo. Di fatto, le altre famose e grandiose sculture dello stesso autore (presente con le sue opere in città come Montréal, Chicago e Città del Messico) sono tutte successive. Il fatto che la scultura poggi direttamente sull'asfalto della piazza e che funga quasi da rotatoria atipica per i veicoli in partenza o diretti alla stazione ferroviaria, non è casuale: l'autore dell'opera, da sempre attratto ed affascinato dalla dinamicità, immaginò il Teodelapio immerso e attraversato proprio dalla caoticità del traffico cittadino; in quest'ottica, tutta la piazza e tutti i veicoli che vi transitano, partecipano alla dinamicità della scultura. Resta l'unica scultura monumentale dell'artista presente in Italia. Altre sue opere sono conservate al Museo Carandente, Palazzo Collicola - Arti visive della stessa città umbra. Nel 1964-65 il Solomon R. Guggenheim Museum di New York allestisce una vasta retrospettiva Nel 1966, Calder pubblica la sua Autobiografia con Immagini con l'aiuto di suo genero, Jean Davidson. Fra le opere di grandi dimensioni si inserisce La grande vitesse, prima opera d'arte destinata a una collocazione pubblica finanziata dal NEA, Fondo nazionale per le arti (National Endowment for the Arts), per la città di Grand Rapids nel Michigan (1969). Successivamente Calder creò una scultura chiamata WTC Stabile (nota anche come The Cockeyed Propeller e Three Wings), installata nel 1971 all'entrata della torre nord del World Trade Center. Quando il quartiere di Battery City Park è stato inaugurato, la scultura è stata spostata a Vesey and Church Streets. Si trovava di fronte al 7 World Trade Center quando fu distrutto l'11 settembre 2001.Nel 1973, Calder è stato incaricato dalla Braniff International Airways di dipingere un DC-8-62 a grandezza naturale come una "flying canvas". Nel 1975, completò un secondo aereo, questa volta un Boeing 727-227, come tributo al Bicentenario degli Stati Uniti. Calder muore nell'11 novembre 1976, poco dopo l'apertuta di un'altra importante retrospettiva al Whitney Museum a New York. Stava lavorando ad un terzo aereo intitolato Tributo al Messico. Due mesi dopo la sua morte, gli è stata assegnata la Medaglia presidenziale della libertà, il massimo onore civile degli Stati Uniti, che egli stesso aveva modestamente rifiutato qualche anno prima perché non rispecchiava i suoi valori culturali, dal Presidente Gerald Ford. Durante la cerimonia di consegna, il 10 gennaio 1977, i familiari furono sollecitati a fare "una dichiarazione a favore dell'amnistia per i ribelli della Guerra del Vietnam". Nel 1987 la famiglia costituisce La Fondazione Calder con l'obiettivo di tutelare le opere, di eseguire i progetti dell'artista, di collaborare alle esposizioni e alle pubblicazioni, nonché al restauro dei lavori di Calder. The U.S. copyright representative for the Calder Foundation is the Artists Rights Society. Nel 2003, quasi trent'anni dopo la sua morte, una sua opera senza nome è stata venduta per 5.2 milioni di dollari al Christie's New York.

Michaux 1899





Henri Michaux (Namur, 24 maggio 1899 – Parigi, 19 ottobre 1984) è stato uno scrittore, poeta e pittore belga naturalizzato francese nel 1955. La sua opera è spesso posta in relazione con la corrente del tardo surrealista sebbene, tuttavia, egli non abbia mai fatto parte del movimento; successivamente è stato accostato da Octavio Paz alla letteratura psichedelica, per i suoi testi ispirati ai suoi esperimenti con LSD e mescalina, precedenti all'esplosione di tale movimento negli anni sessanta. Michaux trascorre la sua infanzia in un'agiata famiglia di fabbricanti di cappelli, a Bruxelles, in via Defacqz nº 69. Dopo un periodo trascorso in un pensionato della regione di Anversa, prosegue i suoi studi presso il Collège Saint-Michel dove, tra i suoi compagni, figura il futuro poeta Geo Norge. Adolescente angosciato, le sue prime esperienze letterarie sono segnate dalla lettura di Tolstoj e Dostoevskij. Anche se legge molto, nei suoi iniziali studi presso i Gesuiti non si orienta verso ambiti letterari, ma verso la medicina, che abbandonerà abbastanza presto per imbarcarsi come marinaio nella Marina militare. Naviga nel 1920 e 1921 ma è poi costretto a sbarcare quando la sua nave viene disarmata. All'incirca nella stessa epoca, a spingerlo a scrivere è la lettura di Lautréamont. Il risultato sarà il Cas de Folie Circulaire del 1922, un primo testo che già rende un'idea di ciò che sarà il suo stile. In seguito gli scritti si succedono (Les rêves et la jambe nel 1923, Qui je fus nel 1927) e gli stili si moltiplicano. Nel 1928 si stabilisce a Parigi, dirigendovi anche la rivista "Hermès". Nel 1929 ricomincia a viaggiare. Dal 1955 si dedicò alla sperimentazione degli allucinogeni, in particolare della mescalina.

Tomlin 1899





Bradley Walker Tomlin (Syracuse, 19 agosto 1899 – New York, 11 maggio 1953) è stato un pittore statunitense, tra i primi esponenti dell'Espressionismo astratto. Nacque ultimo di quattro figli. Il suo interesse per l'arte cominciò presto e all'età di 14 anni compì studi di scultura. Dal 1917al 1921 studiò pittura alla Syracuse University, e dopo la laurea si trasferì a New York, dove lavorò come illustratore grafico per giornali e riviste, tra cui Vogue, House & Gardens e Town & Country. Nel 1923 si trasferì a Londra e Parigi per studiare alla Académie Colarossi e alla Académie de la Grande Chaumière. Tornato a New York nel 1924, riprese il lavoro di illustratore grafico fino al 1929, anno in cui iniziò ad esibire le proprie opere al Whitney Studio Club, una delle quali venne acquistata dalla Pennsylvania Academy of the Fine Arts. La sua prima mostra personale fu allestita nel 1926. L'anno successivo si trasferì di nuovo in Europa. Durante la Grande Depressione, tra il 1932 al 1941, lavorò come insegnante al Sarah Lawrence College di Bronxville, alla Buckley School e Dalton School di New York. Dopo una sua mostra al Museum of Modern Art, nel 1936, il suo stile si fece meno realistico e più surreale. Nel 1945 conobbe alcuni espressionisti astratti, tra cui Adolph Gottlieb, Robert Motherwell, Philip Guston e Jackson Pollock, dai quali fu influenzato al punto da mutare il proprio stile cubista in favore di un approccio più spontaneo e astratto. Nel 1950 partecipò a un simposio allo Studio 35 insieme a William Baziotes, Willem de Kooning, Theodoros Stamos e Hans Hofmann. Morì a New York nel 1953.

 Dubuffet 1901










Jean Dubuffet (Le Havre, 31 luglio 1901 – Parigi, 12 maggio 1985) è stato un pittore e scultore francese. È considerato il fondatore del movimento artistico dell'Art Brut. Dopo aver frequentato per due anni l'Accademia d'Arte locale, nel 1918 si reca a Parigi per frequentare l'Académie Julian, che lascia dopo appena sei mesi. In questo periodo frequenta Suzanne Valadon, Fernand Léger e Raoul Dufy, ed ha una forte influenza su di lui il libro di Hans Prinzhorn sull'arte degli alienati; Dubuffet è anche affascinato dalla produzione dei popoli primitivi, dall'arte africana, dai disegni tracciati dai bambini e dai malati di mente. Nel 1923 vive in Italia e nel 1924 in Sudamerica. Smette di dipingere per molti anni, lavorando come disegnatore industriale. Per un lungo periodo si occupa della gestione dell'Azienda vinicola familiare di Buenos Aires. La scelta di diventare pittore è avvertita in lui fin dai tempi dell'Académie Julian ma poi, più volte ritrattata, diventa definitiva nel 1942 e, nel 1944, tiene la sua prima mostra personale alla Galerie René Drouin di Parigi. In questo periodo lo stile delle sue opere è influenzato dall'astrattismo di Paul Klee. Inizia nel 1945 il vero e più sentito percorso artistico di Dubuffet, quando teorizza e introduce il concetto di Art Brut, lavori che sono spontanei, immediati, prodotti da persone prive di specifica formazione artistica, come i malati mentali, i bambini. Nel 1947, assieme ad André Breton, Paulhan e Drouin fonda la "Compagnie de l'art brut": il termine definisce l'attività creativa di "artisti loro malgrado", che creano senza intenzioni estetiche, per una personale pulsione emotiva confluente in una comunicazione immediata e sintetica. Contemporaneamente organizza una mostra esponendo i disegni di bambini e alienati mentali. Organizza la sua prima personale americana che si svolgerà a New York, alla Pierre Matisse Gallery. Sin dall'inizio della sua avventura artistica, Jean Dubuffet rivendica delle posizioni anticulturali, poiché secondo lui la cultura impoverisce, soffoca, livella, genera tenebre e, per dirla in altri termini, è asfissiante. Il suo obiettivo è quello di liberarsi della tradizione artistica, per andare alla ricerca di forze artistiche originali e tracciare una nuova strada per l'arte. Seguendo l'esempio di numerosi pittori dell'avanguardia, quali Kandinskij, Mirò o Klee, Dubuffet presta un'attenzione speciale ai disegni infantili. Confrontando un grande numero di disegni e dipinti eseguiti da Dubuffet tra gli anni Quaranta e Cinquanta con opere infantili che egli ha avuto tra le mani e che hanno suscitato il suo interesse, è facile riscontrare una serie di influenze iconografiche e formali. Il disegno infantile non costituisce per lui un modello estetico. Se a livello formale sono presenti alcune similitudini con l'arte infantile, questo elemento deve essere letto come il riflesso di un'influenza determinante di tutt'altra portata, che permea il suo approccio filosofico e ideologico. New York lo colpisce, e vi risiede dal 1951 al 1952; dopodiché torna a Parigi, dove ha luogo nel 1954 una retrospettiva al Cercle Volney. Dal 1949 al 1960 si dedica a vari cicli di opere: Paysage Grotesque (1949-1950), Corps de Dames e Sols et Terrains (1950-1952), Assemblage e Texturologie (1953-1959), Materiologìes (1959-1960). Sperimenta anche in campo musicale, assieme all'amico Asger Jorn. Nel 1957 lo Schloss Morsbroich a Leverkusen, in Germania, è il primo museo che gli dedica una retrospettiva. Lo seguiranno successivamente il Musée des Arts Décoratifs di Parigi, il Museum of Modern Art di New York, l'Art Institute di Chicago, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Gallery di Londra e la Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Venezia ospita le sue opere a Palazzo Grassi nel 1964, con l'esposizione dei quadri di una serie iniziata nel 1962, l'Hourloupe. Viene pubblicata una raccolta di scritti, Prospectus et tous écrits suivants nel 1967, anno in cui inizia la realizzazione di strutture architettoniche da lui progettate; poco dopo inizia varie sculture monumentali commissionategli per esterni. Nel 1971 realizza i suoi primi oggetti scenici, i "practicables". Nel 1980-1981 ha luogo una ricca retrospettiva all'Akademie der Künste di Berlino, al Museum Moderner Kunst di Vienna e alla Joseph-Haubrichkunsthalle di Colonia. Nel 1981 il Solomon R. Guggenheim Museum di New York gli dedica una mostra in occasione dell'ottantesimo compleanno. Dubuffet muore a Parigi il 12 maggio 1985.

Giacometti 1901





Giacométti, Alberto. - Scultore e pittore svizzero (Stampa, Grigioni, 1901 - Coira 1966), figlio di Giovanni. Frequentò la scuola d'arte di Ginevra; nel 1920-21 fu a Roma; nel 1922 si stabilì a Parigi, ove frequentò Bourdelle e s'iscrisse all'Académie de la Grande-Chaumière. Dal 1925 al 1928 eseguiva sculture di carattere decisamente cubista. Nel 1929 aderì al movimento surrealista, realizzando degli objets e delle constructions-cages (Boccia sospesa, 1930, Zurigo, Kunsthaus) e dall'esperienza surrealista trasse un senso magico dello spazio, talvolta definito per mezzo di fragili strutture lineari (Palazzo alle 4 del mattino, 1932-33, New York, Museum of modern art). Ciò si osserva nel successivo ritorno alla figura umana, nella quale le relazioni tra spazio e ambiente sono suggerite dall'esile, sensibile plastica delle figure, che talvolta rievocano le forme dei bronzetti preistorici; il tema prediletto della sua scultura è la solitudine, la vulnerabilità dell'uomo nell'infinita vacuità dello spazio (Uomo indicante, 1947, Londra, Tate Gallery). Restò a Ginevra durante tutta la seconda guerra mondiale. Nel 1947 riprese a dipingere e a disegnare dal vero, come negli anni della giovinezza, coltivando tuttavia nello stesso tempo la scultura. Il senso angoscioso dell'esistenza che definisce l'opera di G. è stato particolarmente avvertito da J.-P. Sartre. Nel 1962 ottenne il gran premio alla Biennale di Venezia e nel 1965 il Grand prix des arts de la ville de Paris. Un gruppo cospicuo delle sue opere si trova a Zurigo (Kunsthaus), dove è stata istituita una fondazione a lui intitolata.

Diulgheroff 1901

Nicolay (o Nicola) Diulgheroff (Kjustendil, 20 dicembre 1901 – Torino, 9 giugno 1982) è stato un pittore, designer e architetto bulgaro legato soprattutto al Futurismo. Dopo aver frequentato la Kunstgewerbeschule di Vienna e la Neue Schule Fur Kunst der Weg di Dresda, nel 1923 è alla Bauhaus di Weimar. Dopo avere incontrato alcuni esponenti del Secondo futurismo tra cui Fillia, nel 1926 si trasferisce definitivamente a Torino dove termina gli studi nella Scuola Superiore di Architettura dell'Accademia Albertina di Torino, laureandosi nel 1932. Nel gruppo futurista a cui ha aderito inizia a esporre le sue prime opere di pittura in mostre collettive e personali. Inoltre disegna mobili, lampade e oggetti in ceramica e in cristallo, e si dedica al disegno industriale. Collabora poi con diverse riviste futuriste tra cui “La Città Nuova” e “Stile Futurista”. Espone alla Prima Mostra di Architettura Futurista, e successivamente in molte altre città, tra le quali Mantova, Milano, Alessandria, Venezia, Roma, Parigi. Nel 1928 partecipa alla XVI Biennale di Venezia, nella sala dedicata ai futuristi. Lavora come cartellonista presso un'importante ditta pubblicitaria creando una serie di tabelloni pubblicitari su lamiera. Nel 1930 è nuovamente presente alla Biennale di Venezia, poi all'“Esposizione futurista” di Alessandria e alla “Mostra Amici dell'Arte” a Torino. Realizza anche interni per appartamenti e negozi arredando con Fillia la “Taverna Futurista del Santopalato”.Nel 1931-32 si dedica alla costruzione di Casa Mazzotti, abitazione privata ad Albissola Marina, che ha progettato in stile razionalista per il ceramista Tullio Mazzotti. Per la famiglia di ceramisti Mazzotti realizza anche molte ceramiche e progetta numerosi arredamenti. L'architettura tuttavia rimase per lui un'attività piuttosto secondaria: Diulgheroff predilesse infatti soprattutto la grafica pubblicitaria (sua era la spirale rossa dell'amaro Cora), gli allestimenti di padiglioni e gli arredamenti di negozi e abitazioni; continuò inoltre a dedicarsi alla pittura in stile futurista, lavorando molto sull'intersecarsi di linee, piani e sfere. Nel 1976, in occasione del centenario della nascita di Marinetti, crea una serie di lito-seri-collage dal titolo Marinetti Rotante in Divenire.

Gottlieb 1903








Adolph Gottlieb (New York, 14 marzo 1903 – New York, 4 marzo 1974) è stato un pittore statunitense.Alla fine degli anni dieci studiò pittura sotto la guida di Robert Henri.Nel 1921 compì un viaggio in Europa, fermandosi in particolare a Parigi, Berlino e Monaco. Nel 1923 tornò a New York e cominciò ad esporre con successo, guadagnandosi la stima dei più importanti artisti e critici d'arte con opere che risentono dell'influenza della psicologia junghiana, in particolare per le ricerche sui miti e sui simboli. Nel 1935 insieme ad altri artisti, tra cui Mark Rothko, cominciò ad esibire opere con elementi di espressionismo e di astrattismo: i componenti di questo gruppo sarebbero diventati noti come gli espressionisti astratti (furono proprio Gottlieb e Rothko a pubblicare nel 1943 sul New York Times quello che viene considerato il manifesto del gruppo). Nel 1937 Gottlieb visse per alcuni mesi nel deserto dell'Arizona, vicino a Tucson, prendendo ispirazione dall'ambiente e dipingendo i cactus ed il paesaggio sterile ed arido: queste opere tendono al surrealismo, con incongruenze misteriose in un paesaggio al contrario normale. Col passare degli anni la sua attenzione si spostò sempre più verso lo spazio: il suo obbiettivo fu di far provare allo spettatore le stesse emozioni da lui provate guardando il cielo del deserto dell'Arizona, espresse in forma sostanzialmente astratta. Durante gli anni quaranta Gottlieb incontrò a New York molti surrealisti che avevano lasciato l'Europa a causa della seconda guerra mondiale: queste nuove amicizie aumentarono e riaffermarono il suo interesse per il subconscio come tramite per un'arte evocativa ed universale. Questa ricerca portò il suo interesse verso le popolazioni primitive ed indigene, soprattutto dell'America settentrionale e del Medio Oriente, alla ricerca di simboli basilari ed elementari che dovevano avere lo stesso effetto su tutti coloro che li guardavano. Nel dopoguerra il suo stile acquisì una struttura più solida, in cui sono rintracciabili influenze di arte giapponese. Negli anni cinquanta continuò le sperimentazioni stilistiche focalizzate sull'elemento dello spazio e della profondità, dipingendo paesaggi elementari popolati da figure rudimentali, in cui la rappresentazione si semplifica sempre più, fino ad arrivare a poche forme circolari e serpeggianti. In questi anni l'uso del colore divenne cruciale, tanto che oggi Gottlieb è considerato come uno dei coloristi tecnicamente più dotati del periodo.Nel 1970 la sua salute peggiorò tanto da paralizzarlo parzialmente. Ciononostante, continuò a lavorare fino alla morte.

Rothko 1903









Markus Rothkowitz, noto come Mark Rothko (Daugavpils, 25 settembre 1903 – New York, 25 febbraio 1970), è stato un pittore statunitense, spesso classificato come espressionista astratto. È il quarto figlio di una famiglia ebrea ed è l'unico a frequentare una scuola talmudica per bambini. Nel 1910 il padre Jacob emigrò negli Stati Uniti. Nel 1913 lasciò il paese natale, la Lettonia, per trasferirsi con la famiglia a Portland, nell'Oregon. Tra il 1921 e il 1923 frequentò l'università di Yale e l'anno successivo abbandonò gli studi per trasferirsi a New York e nel 1925 studiò con Max Weber all'Art Students League. La sua prima esposizione risale al 1928 presso una collettiva alle Opportunity Galleries di New York. Negli anni seguenti allacciò una profonda amicizia con altri grandi artisti come Milton Avery e Adolph Gottlieb. Nel 1933 tornò a Portland per organizzare la sua prima personale, a cui seguì lo stesso anno un'altra personale a New York, presso la Contemporary Arts Gallery. Nel 1935 fu uno dei fondatori del gruppo The Ten, rivolto soprattutto a ricerche nell'ambito dell'astrazione e dell'espressionismo. Tra il 1936 e il 1937 dipinse su cavalletto per il Federal Art Project e conobbe Barnett Newman. Cominciò una stretta collaborazione con Gottlieb, sviluppando uno stile pittorico dal contenuto mitologico, figure piatte e derivate dal linguaggio artistico primitivo. Intorno al 1945 avvicinò il suo stile alle tecniche e alle immagini del surrealismo e, grazie a Peggy Guggenheim, poté allestire una personale alla galleria Art of This Century di New York. Il suo lavoro si concentrò sulle emozioni di base, spesso riempiendo grandi tele di canapa con pochi colori intensi e solo piccoli dettagli immediatamente comprensibili. Per questo può anche essere considerato precursore dei pittori color field (come Helen Frankenthaler). È infatti tra la fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta che sviluppa il suo stile della maturità. Luminosi rettangoli colorati sembrano stagliarsi sulla tela librandosi al di sopra della sua superficie, come in Number 10. Tuttavia Rothko rimase semisconosciuto sino al 1960, sostenendosi insegnando arte, prima presso il Brooklyn Jewish Academy Centre e poi alla California School of Fine Arts di San Francisco. In seguito collaborò con William Baziotes, David Hare e Robert Motherwell alla fondazione The Subjects of the Artist a New York. In questi anni strinse a New York amicizia con William Congdon e con il pittore italiano Toti Scialoja. Nel 1958 Ludwig Mies van der Rohe commissionò a Rothko di dipingere una serie di murales per il ristorante Four Seasons nel Seagram Building di New York, un progetto su cui lavorò per più di un anno. Negli anni Sessanta ha corrispondenza anche in Italia col critico d'arte Eraldo Di Vita. Una volta ultimato, Rothko non fu felice di vedere le sue pitture come sfondo ad una sala da pranzo, quindi ne consegnò nove di quelle marroni e nere alla Tate Gallery, dov'è tuttora presente un'installazione permanente progettata dallo stesso Rothko. Nel 1967 collaborò nuovamente con l'architetto Philip Johnson ad una pittura murale per una chiesa di Houston, in Texas, realizzando quattordici lavori a tema per un'installazione ambientale. Numerosi altri lavori di Rothko sono sparsi in giro per il mondo in altrettanti importanti musei. Fisicamente logorato a causa del suo regime alimentare (beveva e fumava con piacere) e dopo una vita segnata dalla depressione, nel primissimo mattino del 25 febbraio 1970 si suicidò nel suo studio di New York. Due giorni dopo si tennero i funerali. L'anno successivo venne inaugurata a Houston la Rothko Chapel nella chiesa in cui aveva esposto l'installazione a tema ambientale nel 1967. A seguito della sua morte la determinazione della sua eredità divenne il soggetto di un famoso caso giudiziario. Nel 2003, in occasione del centesimo anniversario della nascita, la famiglia dell'artista decise di concedere in sua memoria un contributo finanziario per il restauro della sinagoga Kaddish di Daugavpils, sua città natale in Lettonia. I lavori iniziarono nel 2003 e durarono tre anni, riportando l'edificio alla sua forma originaria. La cerimonia di riapertura, l'11 aprile 2006, avvenne alla presenza del Presidente della Lettonia Vaira Vīķe-Freiberga, delle autorità civili e religiose della città e della figlia dell'artista, Kate Rothko. La fortuna di critica e di pubblico di Rothko è cresciuta senza sosta sino a farlo divenire negli anni 2000 uno degli artisti più costosi al mondo. Un suo quadro, White Center (Yellow, Pink and Lavender on Rose) è stato venduto nel maggio 2007 da Sotheby's di New York per la cifra record di 72,84 milioni di dollari, andando più che a triplicare il precedente record dell'artista, stabilito nel novembre 2005 da Christie's di New York con Homage to Matisse venduto per 22,41 milioni di dollari. Nel 2014 No. 6 (Violet, Green and Red) superò tutti i record venendo acquistata dal magnate russo Dmitrij Rybolovlev per 186 milioni di dollari, la terza cifra più alta mai pagata per un dipinto finora.

Nessun commento:

Posta un commento