Abbazia di Pomposa presso Ferrara. |
IL MONASTERO: REGOLA MONASTICA ED ARCHITETTURA
Nella gestione del territorio medievale grande rilevanza assumono i monasteri. Già a partire dal sec. VII, vengono costruiti lontano dai principali centri abitati, ma non si tratta di una religiosità contemplativa, sul tipo del monastero eremitico orientale (cenobio).Gli ordini benedettino, cluniacense e cistercense, sono retti da abati attivissimi, intraprendenti e lavoratori e, al di là dello specifico religioso, svolgono numerose funzioni contemporaneamente:
- rappresentano un rifugio della sapienza classica;
- gestiscono biblioteche ed attività editoriali (copisti ed amanuensi);
- sono cenacoli di studi economici e tecnici;
- gestiscono laboratori agricoli per le regioni in cui risiedono;
- sono centri propulsori di architettura.
DALL’OTTONIANO AL ROMANICO
L'insediamento conventuale è una realtà architettonico-urbanistica complessa. Si tratta di molto più di una serie di edifici assemblati (abbazia, chiostro, abitazione dei monaci). È una vera città in miniatura, che scandisce tempi, luoghi e funzioni (preghiera, dormitorio, refettorio, ospitalità, studio, cura, lavoro).
I Benedettini fissano le loro regole in uno schema planimetrico (carta di San Gallo, 816-817), che testimonia un grado di complessità e di organizzazione che tende all’autosufficienza.
Severissima, asciutta e funzionale è la regola dell’impianto cistercense (Abbazia di La Ferte, 1098).
Ma l’edificio monastico, destinato ad avere il massimo influsso sull’evoluzione architettonica del tempo è, senza dubbio, la casa madre dei cluniacensi, il monastero di Cluny, in Borgogna, retto dal grande abate Majeul (insediato nel 965). Ricostruito ed ampliato più volte (secc. X-XII, altare maggiore consacrato nel 1095, ma purtroppo distrutto dai Francesi nel 1810) è quasi un cantiere sperimentale, in cui si sviluppa la tipologia dell'edificio religioso che, dal carolingio, attraverso l’ottoniano, porta al romanico.
San Gimignano |
LA RINASCITA DELL’EUROPA
Solo dopo il 1000, comincia la rinascita economica dell'Europa (che passa dai circa 22 milioni del 950 ai 55 milioni del 1350). Nei territori nord-occidentali dell'impero romano (Italia, Gallia, Germania e Britannia), già occupati dai regni barbarici, che hanno resistito alle conquiste degli Arabi, le città tornano a svilupparsi (cresce la massa degli artigiani e dei mercanti). Si forma una nuova vita economica e civile, che diventa l’embrione dell'Europa moderna.BORGO, SOBBORGO, COMUNE, SIGNORIA
Il borgo, città fortificata altomedievale, si ampia nei sobborghi, chiusi, successivamente, in una nuova cinta di mura: Si popola di artigiani e mercanti, la borghesia, che pretendono di sottrarsi al sistema politico feudale dei vescovi e dei principi, per assicurarsi il successo della propria attività economica.
Sorge il comune in cui convivono classi ed interessi diversi:
- il potere civile (consiglio maggiore, con i rappresentanti delle famiglie più importanti; consiglio minore, giunta esecutiva; magistrati eletti o estratti a sorte; corporazioni; compagnie del popolo armato, che nominano il capitano del popolo);
- il potere religioso (vescovi; ordini monastici);
- il podestà, l’arbitro dei conflitti.
Il comune è una democrazia in embrione, ma è monca di una parte importante: non comprende, al proprio interno, i salariati. Quando costoro scenderanno in lotta per il potere e saranno sconfitti (crisi economica del ‘300, epidemie, grande peste), il governo cadrà in mano alle famiglie aristocratiche e si formerà la signoria.
Esecuzione di Savonarola in una Firenze idealizzata. |
LA NASCITA DEL ROMANICO
Esempio ricostruttivo di chiesa romanica (S. Benigno in Canavese) |
Ovviamente, pur mantenendo una sua unità di fondo, si sviluppa regionalmente a livelli diversi, ora distinguendo ed ora intrecciando l'elemento aulico (bizantino, carolingio, ottoniano) e popolare (culture materiali regionali europee).
Si definisce questa, nuova e complessa fase artistica (più che uno stile specifico), con il termine romanico (introdotto impropriamente da De Gerville nel 1818, per stabilire un’analogia architettonica con le lingue romanze).
LA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA ROMANICA
Dalle origini del cristianesimo la concezione del rapporto colle cose terrene è molto cambiato: la ricchezza, prodotta dal lavoro, dall'opera dell'ingegno e della mente umana sulle materie della natura, produce altro lavoro. Il lavoro salva, poiché l’artigiano continua, in certo modo, l'opera creativa di Dio.
E’ questo il fulcro della rivoluzione tecnologica romanica, nata, non dalla scoperta di materie, strumenti, processi operativi nuovi, ma dal nuovo valore attribuito al procedimento, al lavoro.
E’ questo il fulcro della rivoluzione tecnologica romanica, nata, non dalla scoperta di materie, strumenti, processi operativi nuovi, ma dal nuovo valore attribuito al procedimento, al lavoro.
Facciata del Duomo di Modena |
ROMANICO E BIZANTINO A CONFRONTO
Un paragone, con l’arte bizantina, può risultare utile a comprendere quanto questa concezione sia, nelle sue conseguenze, innovativa e quindi eversiva.
L'artigiano bizantino usa materie prime pregiate, provenienti dai tesori di corte, possiede una tecnica raffinata, guidata da antichi canoni, perfettibile solo in un sempre maggiore affinamento. L’artigiano romanico usa materie povere, che può procurarsi da solo con facilità, deve vincere una concorrenza agguerrita, inventare nuovi tipi, per richiamare l'interesse, inventarsi, di volta in volta, una nuova tecnica, fondata su un'esperienza storica in sviluppo, che non si fonda su principi teorici assoluti ed immutabili.
L'artigiano bizantino usa materie prime pregiate, provenienti dai tesori di corte, possiede una tecnica raffinata, guidata da antichi canoni, perfettibile solo in un sempre maggiore affinamento. L’artigiano romanico usa materie povere, che può procurarsi da solo con facilità, deve vincere una concorrenza agguerrita, inventare nuovi tipi, per richiamare l'interesse, inventarsi, di volta in volta, una nuova tecnica, fondata su un'esperienza storica in sviluppo, che non si fonda su principi teorici assoluti ed immutabili.
LA CATTEDRALE ROMANICA
L’edificio romanico, per antonomasia, è la cattedrale, che è composta da tanti luoghi in uno.
È luogo:
• di culto;
• di riunione della comunità adunata in consiglio;
• di raccolta iconografica delle memorie gloriose (temi sacri, cronaca, allegorie, leggende, favole, proverbi);
• di testimonianza ai defunti illustri;
• di esposizione della ricchezza comune, prodotta dall’abilità dell’artigianato cittadino;
• di fortezza, in caso di minaccia di invasione.
È luogo:
• di culto;
• di riunione della comunità adunata in consiglio;
• di raccolta iconografica delle memorie gloriose (temi sacri, cronaca, allegorie, leggende, favole, proverbi);
• di testimonianza ai defunti illustri;
• di esposizione della ricchezza comune, prodotta dall’abilità dell’artigianato cittadino;
• di fortezza, in caso di minaccia di invasione.
CARATTERI DELL’ARCHITETTURA ROMANICA
Una maggiore liberalizzazione della società porta un aumento della produzione edilizia. Le figure del progettista, del committente e degli esecutori si delineano, adesso, con precisione. L’organizzazione delle esperienze maturate cominciano a strutturarsi in uno stile. Uno stile molto particolare e mutevole. Se la cultura antica, sino al bizantino, esige che un organismo architettonico sia riassumibile, complessivamente, in una singola immagine, quella medievale non sottopone le necessità utilitarie ad astratti principi formali. Ogni monumento non è immutabile, ma fa parte di una continuità spaziale e temporale e, quindi, di fronte al riproporsi di un problema, si cerca la soluzione preferibile, ma senza idealizzarla e pretendere che sia ripetuta come testimonianza di un’adesione stilistica.
Pianta, assonometria sezionata, viste esterne ed interne del Duomo di Modena. |
Volta a botte del Duomo di Spira. |
PROBLEMI TECNICI
Gli edifici religiosi romanici, risaltano nel profilo della città medievale e, planimetricamente, attraverso gli spazi aperti plurifunzionali adiacenti (assemblee, feste, spettacoli teatrali), svolgono una importante opera di regolarizzazione concettuale nell'organismo urbano, di testimonianza di una operosità mai interrotta, con i loro cantieri perennemente in azione.
Si tratta di edifici complessi ed articolati, esternamente ed internamente, poiché, assai presto, per la frequenza degli incendi, i costruttori sostituiscono, ai tetti lignei, le coperture a volta.
La risoluzione del problema della accorta distribuzione degli sforzi di compressione nella volta, in modo che incontrino adeguati spessori resistenti, condiziona e genera in parte l’organismo stesso.
In qualche decina di anni, la tecnica costruttiva evolve considerevolmente e, con essa, le forme degli edifici, passando dalle volte di Tournus (luce m. 12, altezza m. 29) a quelle di Spira (luce m. 13,50, altezza m. 52).
Sant'Ambrogio a Milano. |
RISULTATI FORMALI
Vani e strutture non si contrappongono più, ma coincidono. Lo scheletro di pilastri e costoloni funge, egli stesso, da inquadramento spaziale del vano, legando, organicamente, interno ed esterno. Lo stile romanico si qualifica, allora, per un’espressione architettonica nuova, fatta di scansioni spaziali, superando lo spirito plastico dell'arte greco-romana e la magica fluenza dell'arte protocristiana e bizantina.
In una distribuzione di luce radente, scarsa ed ineguale, che sottolinea fortemente ogni aggetto, i costruttori romanici esibiscono la nudità e la scabrezza delle pietre e dei mattoni. Per segnalare la profondità delle strutture, rompono i piani murari, con la trama degli archetti, delle logge, delle lesene e delle sculture, che si inseriscono nei ritmi del telaio costruttivo, amplificando il rilievo plastico dei punti chiave dell'edificio.
Il romanico, più che uno stile fatto di regole cononizzate, è la summa di un codice di comportamento, suscettibile delle più varie declinazioni. Ciò risulta evidente dalla presentazione riepilogativa dei principali edifici romanici europei.
San Marco a Venezia. |
Castel del Monte, castello di caccia di Federico II ad Adria, nelle Puglie. |
Duomo di Monreale. Sullo schema basilicale si innestano apporti di altre culture: absidi decorati alla moresca (archi incrociati e vivaci cromatismi), archi di profilo arabo, pulvino bizantino |
Isolato di case a schiera medioevali a Bologna |
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