Walter Adolph Gropius (Berlino, 18 maggio 1883 – Boston, 5 luglio 1969) è stato un architetto, designer, urbanista e accademico tedesco. È stato uno dei fondatori del Bauhaus. Assieme a Le Corbusier, Frank Lloyd Wright, Alvar Aalto e Ludwig Mies van der Rohe è ricordato come uno dei maestri del Movimento Moderno in architettura.
Le sue Officine Fagus, costruite tra il 1911 e il 1913 ad Alfeld an der Leine, sono state iscritte nel 2011 nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell'Umanità dall'UNESCO.
Proveniente da una famiglia di architetti (era pronipote dell'architetto Martin Gropius), studia architettura a Monaco (1903) e a Berlino (1905-1907). Nel 1915, durante una licenza militare dal fronte, sposa Alma Mahler Schindler, vedova del musicista Gustav Mahler. Insieme i due ebbero una prima figlia, alla quale diedero il nome di Manon; affetta da poliomielite, morì nel 1935 a soli diciotto anni. Un secondo figlio, Carl Martin, nacque pure gravemente malato e morì a dieci mesi di vita. I due divorziarono nel 1920[1].
Finiti gli studi, dal 1907 al 1910 lavorò a Berlino nello studio di Peter Behrens, quando questi era impegnato come consulente artistico con la AEG[2]. Nella stessa città, nel 1911 aprì il suo studio di architettura e da allora fino al 1925, lavorò in collaborazione con Adolf Meyer. Sempre nel 1911 ebbe come primo importante incarico la progettazione e realizzazione delle Officine Fagus ad Alfeld, dove sono presenti innovazioni formali: con il vetro e l'acciaio sentiti come "privi di essenza" Gropius diede all'edificio una corporeità compatta e nello stesso tempo trasparente. Per la prima volta furono applicate ampie superfici in vetro su un edificio a più piani in muratura. Gli angoli privi di sostegni del rivestimento trasparente dell'edificio, che permettono di vedere all'interno i pianerottoli sospesi in aria, contraddicevano le concezioni tradizionali della stabilità.
Le Officine Fagus, Patrimonio dell'Umanità
Nel 1914 progetta, insieme a Adolf Meyer, il Padiglione del Werkbund per l'esposizione di Colonia; l'edificio si compone di più volumi su un impianto assiale e simmetrico, rotto soltanto dal Padiglione dei Motori (il quale è affiancato da un lato da una statua classica e dall'altro da una turbina, a celebrazione dello spirito colto dell'élite industriale tedesca). L'ingresso principale è costituito da un severo volume in mattoni affiancato da due cilindri vetrati contenenti scale elicoidali; seguendo il percorso centrale si arriva alla Sala delle Macchine, spazio trattato come un capannone ferroviario.
Il Bauhaus divenne l'istituzione formale più influente del XX secolo per l'architettura, il design e la pedagogia dell'arte. Già nel nome, il Bauhaus, nel quale insegnarono molti fra i più importanti artisti moderni, alludeva ai cantieri (Bauhütten) medievali. L'arte e l'artigianato, la teoria e la pratica, dovevano essere unificati in un'opera d'arte totale, la costruzione. Si trattava però di utilizzare le tecniche contemporanee, di trasferire alle condizioni dell'epoca industriale le vecchie capacità artigianali. Condividendo con il Werkbund le idee del rispetto dei materiali e della loro funzione, l'utilizzabilità dei prodotti divenne l'idea-guida e la produzione industriale lo scopo del lavoro di progettazione. Quella che doveva sorgere era un'arte industriale.
Dessau è stata la prima località nella quale la "scuola del Bauhaus" ha potuto realizzare il suo programma non solo di corsi, ma anche di costruzioni. All'edificio della scuola e delle officine, con la sua famosa cortina di vetro, apparteneva anche la Preller - Haus con gli alloggi per gli studenti: dei balconcini, che con il loro parapetto di ferro si stagliavano nettamente nel blocco, indicavano all'esterno la suddivisione in piccole unità abitative. Dopo il complesso della scuola, Gropius progettò le case dei maestri, composte di cubi. Nel 1926 realizzò la Siedlung ("insediamento") di Dessau-Törten, uno dei capisaldi dell'urbanistica razionalista; nelle case a schiera a due piani egli sperimentò il lavoro con elementi prefabbricati e con il montaggio a catena sul luogo della costruzione. Del 1927 è il progetto per il "Total Theatre" di Erwin Piscator, progetto mai realizzato ma assolutamente innovativo: il palco e gli spalti erano in grado di ruotare ed assumere diverse configurazioni a seconda che si trattasse di una conferenza, di una rappresentazione teatrale o di un concerto. Del 1930 è Karlsruhe-Dammerstock. Dal 1928 esercita la professione a Berlino svolgendo un'intensa attività quale conferenziere su questioni riguardanti il "nuovo modo di costruire" e il Bauhaus.
Dal 1934 al 1937 lavora a Londra in collaborazione con Maxwell Fry. Nel 1937 viene chiamato negli Stati Uniti ad Harvard, presso la "Graduate School of Design", dove, a partire dal 1938, diventa direttore della sezione di architettura. Nello stesso anno organizza a New York la mostra "Bauhaus 1919-1928" e costruisce la sua casa di Lincoln (Massachusetts). Dal 1938 al 1941 gestisce uno studio di architettura in collaborazione con Marcel Breuer.
Nel 1946 fonda a Cambridge (Massachusetts) lo studio "The Architects Collaborative" (TAC) con un gruppo di suoi ex allievi, e con questa sigla firmerà le sue opere del dopoguerra: in particolare il Graduate Center di Harvard (1949-50) e l'ambasciata degli USA ad Atene (1956). Del 1964/65 è il progetto per un Archivio del Bauhaus con sede a Darmstadt che verrà poi effettivamente realizzato a Berlino (1976-79).
Architettura
La sede del Bauhaus a Dessau
La Gropius house a Lincoln
Gropius è unanimemente considerato uno dei più grandi architetti moderni. In effetti la fabbrica Fagus e gli edifici del Bauhaus costituiscono altrettante pietre miliari nella storia dell'architettura moderna. Per il Bauhaus, Gropius ha rappresentato, anche dopo la conclusione della sua esperienza come direttore della scuola, la vera personalità ispiratrice e l'autorità di riferimento. Non a caso anche dopo la chiusura della scuola egli si è sempre adoperato perché fossero conosciute e valorizzate le idee che erano state alla base della sua fondazione.
Il contributo di Gropius all'architettura moderna, importante sul piano linguistico, diventa decisivo sul piano della didattica: tutto un filone del razionalismo sarebbe impensabile senza la riflessione teorica e l'esperienza didattica del maestro tedesco. Nella teoria metodica di Gropius, infatti, trovano una precisa collocazione funzionale, all'insegna del principio metodologico, tutte le discipline architettoniche, dal design all'urbanistica.
Scritti
1935 - La nuova architettura e il bauhaus
Libro breve scritto durante il suo esilio inglese, pubblicato nel 1935 da Faber and Faber è e diviso in quattro capitoli: la nuova architettura e il Bauhaus, standardizzazione, razionalizzazione, il bauhaus. Nel libro ,l'autore descrive l'essenza della nuova architettura come costruzione razionale ,che migliora le condizioni di vita delle persone minimizzando i costi. Grande attenzione viene posta alla necessità di riportare la progettazione ad esprimere lo spirito dell'epoca ,promuovendo l'istituzione di una nuova scuola basata sulla collaborazione attiva.
La nuova architettura e il bauhaus
Nel primo capitolo, lo scopo dell'autore è identificare l'essenza della Nuova Architettura, nella quale le nuove forme sono il prodotto logico e ineluttabile delle condizioni intellettuali, sociali e tecniche dell'epoca. La critica al formalismo avviene sia quando riprende gli stili del passato, che quando utilizza le nuove forme come capriccio individuale. L'architettura per l'appagamento dell'uomo deve fondere in un'unità sia gli aspetti materiali che quelli estetici. Nel primo caso, il valore pratico della nuova architettura si contraddistingue dalla liberazione dall'ornamento, l'enfatizzazione delle caratteristiche strutturali, la creazione di soluzioni semplici ed economiche, nel secondo si distingue per una nuova visione dello spazio grazie alla tecnica che consente di ridurre il volume delle strutture. Le nuove tecniche costruttive consentono di:
- abolire la funzione portante del muro, assegnando la funzione portante ai pilastri sottili e la funzione di divisorio a muri non portanti più leggeri.
- aumentare la superficie trasparente per migliorare l'illuminazione degli ambiente e per trasmettere l'idea di leggerezza.
- eliminare il tetto a due spioventi a favore di una copertura piana che consente di avere maggiore libertà nella progettazione, stanze regolari, adibire la copertura ad altre funzioni, consentire un'eventuale estensione futura, prestare attenzione alla visione estetica a volo d'uccello, reintrodurre la natura nelle città.
Standardizzazione
Nel secondo capitolo l'autore si concentra sull'efficienza, dove la meccanizzazione è finalizzata a liberare l'uomo dalle attività manuali per potersi dedicare ad attività più elevate. Il desiderio di soddisfare i bisogni della comunità al minor costo e con il minor sforzo, tramite il miglioramento dell'organizzazione produttiva ha portato alla meccanizzazione, alla specializzazione del lavoro e alla razionalizzazione. Secondo l'autore la standardizzazione è una precondizione di una civiltà evoluta e non un rischio per l'individuo. Questo comporta la definizione di un modello standard o forma-tipo di un qualsiasi oggetto di uso comune come sintesi delle forme purificate dall'individualismo. Per raggiungere questi scopi in edilizia, lo strumento per la produzione di questi modelli tipo sarebbe la produzione di massa.
Razionalizzazione
Nel terzo capitolo l'autore si concentra sulla necessità di una transizione del settore edilizio verso una costruzione razionale al fine di raggiungere un miglioramento delle condizioni di vita e contemporaneamente una riduzione dei costi.
Caratteristiche | Architettura tradizionale | Nuova Architettura |
processo | artigianale | industriale |
esecuzione | stagionale | continua |
materiali | materiali naturali disuniformi e imprecisi | materiali sintetici uniformi e precisi |
costruzione | a umido | assemblaggio a secco |
estetica | pesante | leggera |
principi | ornamento | armonia spaziale, compostezza e proporzione, forme chiare, forme essenziali |
L'autore indica alcune opere come espressione dei suoi lavori successivi (tra cui le Officine Fagus). Conclude sostenendo che a seguito della prima guerra mondiale si era convinto che non poteva realizzare le sue idee se non era in grado di influenzare l'industria del proprio paese anche realizzando una nuova scuola di design che fosse gestita da collaboratori autonomi aventi una causa comune.
Il Bauhaus
Nell'ultimo capitolo l'autore dichiara che alla base della fondazione del primo Bauhaus c'era stata l'idea di una unità sottostante a tutti i campi del design. Nel 1919 assume il controllo della Scuola di arti e mestieri di Weimar e Accademia di belle arti con lo scopo di conciliare la creatività del design con la perizia tecnica, elaborando prodotti studiati per la produzione di massa. L'autore descrive il curriculum di studi che fonde insegnamenti pratici (Weklehre) a quelli intellettuali (Formlehre). Nel 1925 la scuola viene trasferita a Dessau e si organizza in modo diverso passando dalla gestione dei laboratori con un insegnante pratico e uno teorico ad un unico insegnante, inoltre viene realizzato il complesso di edifici nuovi. Dopo il 1928 l'autore lascia il Bauhaus e si concentra sulle problematiche dell'abitare per la grande massa della popolazione, dove sviluppa soluzioni a più piani per raggiungere la qualità dell'abitare identificata in luminosità, spazi verdi, densità abitativa, distanza ridotta, opposta sia alle soluzioni disarticolate delle abitazioni monofamiliari che alla speculazione edilizia presente a New York.
Edifici importanti
Officine Fagus, 1911 - 1925, Hannoversche Straße, Alfeld an der Leine, Germania
Padiglione del Werkbund , 1914, Colonia, (Germania)
Sede del Bauhaus, 1925 - 1926, Gropiusallee, Dessau, (Germania)
Ufficio di collocamento, 1927 - 1929, August-Bebel-Platz, Dessau, (Germania)
Gropius House, 1938, Baker Bridge Road, Lincoln (Massachusetts)
Harvard Graduate Center, 1950, Cambridge, (Massachusetts)
Progettazione della Gropiusstadt, quartiere residenziale di Berlino, 1960
Bauhaus Archiv, 1976 - 1979, Klingelhöferstraße, Berlino
Bauhaus Archiv, 1976 - 1979, Klingelhöferstraße, Berlino
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