https://youtu.be/NqJmf-pYvJI
Nel 1999 Leach pubblica "The Anaesthetics of Architecture",
un testo contro l'elettronica, la società della simulazione e delle immagini,
viste come responsabili della deprivazione sensoriale e della riduzione delle
dimensioni della corporeità. Le tesi sostenute sono l’estremo controcanto al
razionalismo critico della Scuola di
Francoforte. Secondo il testo, la società e’ saturata dalle immagini,
che hanno ormai, per il nostro sistema nervoso, il valore di una droga. Nate
inizialmente da un positivo desiderio informativo, le immagini producono un
eccesso di informazione che distrugge la comunicazione, finendo per intorpidire
i sensi più che a risvegliarli (iconorrea). Avremmo bisogno di meno dati
e di più concetti. In questo clima oggi l’architettura registra lo scollamento
tra forma e contenuto, porta al perseguimento dell’immagine indipendentemente
dal programma funzionale. L’architetto si trasforma in un manipolatore
pubblicitario che lavora sul succedersi delle mode ed impone al proprio
committente modi di vita fondati su imperativi formali. Ma c’e’ chi replica a
Leach con durezza: e’ compito dell'architettura una compromissione con il
divenire della vita e dei suoi valori. Cosi’ l’opera, da un unicum
indipendente dall'artista che lo produce e dal fruitore che lo intende, si
trasforma in una macchina evocatrice di infiniti usi e significati. E' questa
la grande lezione di Duchamp. I media, e le riviste di architettura sposano
le ricerche degli architetti d'avanguardia. Se scorriamo le principali riviste
mondiali a cavallo della fine del millennio troviamo: L’architecture
d’aujourd'hui propone progettisti proiettati sul versante dell'innovazione:
Gehry, Coop Himmelb(l)au, Libeskind.
The Architectural
Review titola Emerging
Architecture; Architectural Record titola: The Millennium. Future to come e presenta progetti visionari di Asymptote, Sorkin, Hariri &Hariri;
Casabella dedica il numero al tema USA, architettura come spettacolo che
propone Gehry, Garofalo, Lynn, Mcinturf, NBBJ, Diller + Scofidio e Asymptote;
Domus dedica il numero alle architetture bloboidali di Lynn, Mac Donald, , OCEAN,
NOX, Chu. Hadid nel
MAXXI (Museo Arti XXI secolo) il Nuovo Museo di Arte Contemporanea a
Roma, propone un edificio privo di prospetti, ma fatto da flussi. Ciò vuol dire
che non può essere contemplato da uno o più punti di vista privilegiati, ma
deve essere usato. Ma se lo spazio si trasforma in un insieme di
interrelazioni, ha ancora senso parlare di forma nel senso classico? Come muta la concezione dell'oggetto
estetico, strutturato come momento di opposizione -monumento perenne,
direbbe Orazio - rispetto alla provvisorietà del divenire? Secondo questi
architetti l'architettura ha il dovere di esprimere attraverso simboli di
immediata comprensione il mondo che ci circonda. L'universo è complesso? Tali
saranno gli spazi di un edificio. Gli scienziati lavorano sulla teoria del
caos? Le articolazioni saranno sghembe, oblique, frattali. Si orecchiano
cambiamenti nelle discipline filosofiche? Immagini inquietanti
materializzeranno l’assenza di punti di riferimento. Va di moda il pensiero
debole o il poststrutturalismo? Si decostruiscono gli spazi come
fossero concetti. L’uso dei CAD ha reso possibile questo. Ma siamo al vertice
della parabola. Toccata la vetta della complessità, in architettura inizia il
lento ritorno alla semplicità. Si comincia dalla smaterializzazione dei
contenitori: i muri da stabili, immobili, sordi a qualsiasi stimolo diventano
membrane. Perdono peso, guadagnano in leggerezza, acquistano, esattamente come
un sistema nervoso, intelligenza. E, grazie al loro complesso apparato di
sensori, si proiettano verso la natura e il contesto circostante di cui,
finalmente, riescono a captare creativamente le luci, i suoni, gli odori.
L'edificio, in altre parole, diventa parte integrante del sistema naturale con
il quale può interrelazionarsi. Cessa la distinzione tra architettura e natura,
tra città e campagna. E l'ecologia, da prassi fondata su divieti e privazioni
e, soprattutto, su rigide contrapposizioni (costruito/non costruito, verde/cemento)
diventa una disciplina propositiva di nuovi equilibri, in cui artificiale e
naturale coesistono, blurring, si confondono l'uno con l'altro. Blurring
sarà la parola chiave del terzo millennio
11 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 1
11 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 1
Vi racconto la Storia dell’Architettura 1 raccoglie in maniera divulgativa e narrativa le lezioni tenute nel corso di molti anni d’insegnamento superiore ed universitario e pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/). L’opera completa si compone di 3 volumi.
12 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 2
Vi racconto la Storia dell’Architettura 2. In questo secondo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione prebellica ed interbellica pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/). L’opera completa si compone di 3 volumi.
13 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 3
Vi racconto la Storia dell’Architettura 3. In questo terzo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione postbellica pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/) L’opera completa si compone di 3 volumi.
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