sabato 14 gennaio 2023

Corso Artisti Italiani del XX Secolo: Lezione 11 1980 Nemo's Moneyless Ericailcane Tvboy Blu Pasquini

Nemo's











Celebre per i suoi soggetti deformi, attraversati da una certa inquietudine, NemO’s si interroga sul significato di Street Art e descrive la propria poetica. Una definizione di Street Art. Non lo so, dovrei informarmi di più ma forse la “Street Art” non ha bisogno né di un nome né di una definizione. Per certi versi descrivere un evento, per lo più così complesso ed eterogeneo, porta a ridurne i contenuti semplificandone la storia. Catalogare e definire fa parte del mondo accademico. Io sono molto ignorante e fino a ora non ho ancora capito cosa sia questa cosa. I periodi storici e culturali spesso sono stati definiti col passare del tempo. Sarebbe come chiedere a Enrico IV di Franconia cosa fosse il Medioevo. Molti concetti sono stati coniati dalla storia per collocare avvenimenti del passato e identificarli con più facilità. Come scegli i tuoi soggetti e la loro rappresentazione? I soggetti che rappresento sono il tentativo di capire l’essere umano cercando di scavare nelle profondità buie dei suoi istinti. Rifletto spesso sulla definizione “disumano – umano” Con la parola disumano intendiamo qualcosa di negativo, di tragico, qualcosa da non ripetere. Invece è proprio qui che sta la nostra umanità, non in senso letterale, ma in senso biologico. Il termine disumano sembra quasi definire uno sbaglio, un errore, qualcosa che avviene raramente, ma invece è la nostra costante maggiore. La specie umana è un parassita, un’epidemia per se stessa, per le altre specie viventi e per la terra che abita. Concludendo, “disumani” sono quegli aspetti che sempre meno, quasi per errore, ci allontanano dalla nostra natura umana, quotidiana di odio e distruzione verso noi stessi e ciò che ci circonda. Come avviene il processo artistico che prelude alla realizzazione di un’opera? Mi piace improvvisare. Quali tecniche utilizzi? Utilizzo la vernice, i pennelli e i rulli, utilizzo anche colla e carta riciclata (vecchi giornali vecchi libri, tutto quello che trovo), mi piace mischiare le varie tecniche. Cosa vorresti arrivasse alle persone che guardano  mentre attraversano le strade di una città  una tua opera? Mi piacerebbe che chi passa di fianco a un mio disegno si fermasse a pensare a quello che c’è disegnato, magari facendosi delle domande e trovando delle risposte. Mi piace che le persone possano discuterne e parlarne, bene o male non importa. Non mi importa neanche che arrivino a una conclusione esatta. La cosa fondamentale non è arrivare al significato del disegno, è più importante fermarsi e ragionarci sopra. I tuoi riferimenti nell’arte. I miei “riferimenti” vengono da tante cose. Dalla pittura, dalla storia, dalla scienza, dalle cose che leggo, dalla musica e dalla mia vita quotidiana. Mi interesso di tante cose diverse, pur rimanendo molto ignorante. Cosa oggi nell’arte può definirsi “universale” secondo te? Non credo che ci sia una universalità nell’arte. L’arte contemporanea o comunque tutte le arti in generale sono processi molto rapidi che mutano velocemente, contaminandosi l’uno con l’altro, quindi credo sia difficile avere una “universalità”. L’unica costante è l’esigenza, il bisogno atavico che spinge l’essere umano a esprimersi nelle forme più diverse possibili. L’arte è un’attività propria dell’uomo, un linguaggio mutevole che caratterizza la nostra specie. I tuoi soggetti sono spesso imperfetti e “decadenti”: cosa ne pensi del senso di perfezione, invece, a cui tutti siamo oggi devoti? L’estetica, l’armonia, la perfezione sono concetti che variano e sono molto personali. Sono definizioni che sono sempre mutate con il tempo e tra le differenti culture fino a non essere comprese da una generazione all’altra. In un periodo dove l’estetica di un certo tipo domina la nostra vita quotidiana, disegnare uomini nudi e vecchi è essenziale. Cosa ne pensi del legame “virtuale” tra social e Street Art? Una cosa non esclude l’altra. La “Street Art” è un’espressione visiva e quindi trova spazio anche su internet. Internet è semplicemente un mezzo di comunicazione e di condivisione. Non so se ci sia un legame tra le due cose, molto probabilmente c’è lo stesso legame tra la foto di un paesaggio o di un piatto di cibo. Il mondo telematico, per sua caratteristica, taglia buona parte del contenuto originale-reale che viene condiviso e che viene mostrato. Tutto ciò che viene digitalizzato per definizione perde delle caratteristiche fondamentali che aveva in origine. Poi è ovvio che se si arriva a pensare che vedere un muro fotografato è come viverselo dal vero… Allora è un altro discorso. Sarebbe come cenare leccando la foto di una pizza sullo schermo del computer, pensando di alimentarsi correttamente. I tuoi prossimi progetti. Studiare cosa sia la “Street Art.

Moneyless






Nato a Milano nel 1980 Teo Pirisi in arte Moneyless da anni svolge attività di ricerca e indagine su diversi aspetti delle forme e degli spazi geometrici come artista visivo. Dopo la laurea presso l'Accademia di Belle Arti Carrara (corso multimediale), Teo ha frequentato un corso di specializzazione in Design della comunicazione presso Isia (Firenze). Allo stesso tempo ha sviluppato un percorso artistico individuale che ha portato le sue opere ad essere esposte in spazi pubblici e luoghi abbandonati. Teo è anche un grafico e un illustratore freelance; negli ultimi anni ha realizzato diverse mostre collettive e personali in Italia e nel mond


Ericailcane











Ericailcane, pseudonimo di Leonardo (Belluno, 1980), è un artista italiano. Street artist, illustratore, disegnatore e scultore, ha realizzato graffiti e installazioni in tutto il mondo. Secondo l'Istituto di Cultura Italiana di Chicago, Ericailcane "appartiene a quella generazione europea di nuovi artisti di strada che hanno rivoluzionato il modo di concepire lo spazio pubblico". Originario di Belluno, ha iniziato a farsi conoscere all'inizio del nuovo millennio con i graffiti nei muri e nei centri sociali bolognesi, così come in alcuni eventi di videoarte organizzati dall'Accademia di Belle Arti di Bologna, presso la quale si è formato. Molto importante è la sua collaborazione con lo street artist Blu, con cui condivide fin dagli esordi la creazione di numerosi murales a più mani, quasi sempre di enormi dimensioni. I lavori di Ericailcane sono caratterizzati da una precisione scientifica con cui l'artista delinea inquietanti animali dalle movenze umane, inseriti in contesti estranianti, talvolta carichi di un significato sociale o ecologico. La stessa iconografia ricorre anche nei suoi raffinati disegni, nei libri d'artista, nei video e nelle installazioni, realizzati spesso su commissione pubblica, dall'enorme pupazzo-scolaretto allestito nel 2009 su incarico del Comune di Bologna per il tradizionale Vecchione, in piazza Maggiore, fino alla decorazione murale nel 2013 della facciata del Museo d'arte Contemporanea di Bogotà, in Colombia. Nel corso degli anni la sua fama è cresciuta e, vincendo il disinteresse per il mercato dell'arte, ha cominciato a collaborare saltuariamente anche per alcune gallerie, come Biagiotti Progetto Arte di Firenze, D406 di Modena, Squadro di Bologna e la famosa Pictures On The Walls, declinazione della galleria londinese Lazarides, che gestisce anche opere di Banksy, Stanley Donwood e 3D. Tuttavia, più che le mostre, alle quali partecipa in maniera infrequente, sono soprattutto i suoi murales ad averlo fatto conoscere in ogni angolo del mondo. Oltre che in Italia, è stato attivo in Gran Bretagna, Stati Uniti, Spagna, Messico, Ecuador, Colombia, Guatemala, Marocco, Palestina, Francia e Germania.

Tvboy






Tvboy, pseudonimo di Salvatore Benintende (Palermo, 16 luglio 1980), è un artista italiano. Artista di strada, è esponente del movimento NeoPop. È noto per il personaggio da lui creato, "TVboy", un alter ego che l'artista raffigura frequentemente come simbolo di distinzione dalla cultura massificata delle nuove generazioni, a opera principalmente della televisione. Salvatore Benintende nasce a Palermo il 16 luglio 1980, ma molto presto i suoi genitori si trasferiscono per motivi di lavoro a Novate Milanese dove Tvboy cresce, per poi spostarsi a Milano, e completare il proprio percorso di studi. Il suo esordio sulla scena dell'arte urbana avviene nel 1996, quando comincia a realizzare i primi graffiti tradizionali e i primi esperimenti di lettering sotto lo pseudonimo di “Crasto”. Nel 1999 si iscrive alla Facoltà di Design Industriale di Bovisa Politecnico di Milano e nel 2002 frequenta per un anno la Facoltà di Belle Arti di Bilbao. Al suo rientro in Italia dopo l'esperienza di studio nella capitale basca la Facoltà di Design di Milano ospita una mostra, nella quale compare per la prima volta il personaggio di “Tvboy”. In quell'occasione utilizza come supporto dei vecchi televisori abbandonati, dipingendo sugli schermi i volti di amici e personaggi dello spettacolo con la tecnica dello stencil. A partire da quella mostra, che riscuote un discreto successo fra gli studenti della facoltà, la definizione di “the tvboy”, il ragazzo della televisione, si aggiunge nella firma dell'artista al nome di Crasto, diventando così “Crasto the tvboy”. Dopo aver realizzato numerosi interventi con la tecnica dello stencil, affiggendo sui muri di Milano l'immagine del volto intrappolato dentro al televisore, lo stesso Tvboy decide di abbandonarla, poiché la considera troppo impersonale. Così comincia a schizzare a mano libera l'immagine di Tvboy, un bambino ispirato allo stile dei cartoon con la faccia dentro uno schermo televisivo, creando un segno ripetitivo e abbastanza stilizzato, replicabile velocemente con pennarello o bomboletta spray, ma sempre diverso. Ben presto il nome di “Crasto” sparisce dalla firma e dal nome d'arte di Salvatore Benintende, che resta semplicemente “Tvboy”. Nel frattempo Tvboy comincia ad attaccare sui muri con la tecnica del paste-up anche colorati poster di grandi dimensioni, realizzati in studio a mano con colori acrilici e affissi con colla di farina, ma l'invasione più consistente è quella degli sticker adesivi in bianco e nero, fotocopiati a Xerox su carta adesiva e ritagliati a mano, che sono pensati soprattutto per essere attaccati al retro dei cartelli stradali o su altri elementi di arredo urbano. Nel periodo tra il 2003 il 2004 Tvboy diffonde le proprie opere nelle principali città italiane, come Milano, Firenze e Roma, e poi internazionali. Nasce e si consolida il rapporto di amicizia e collaborazione con altri street artist italiani, fra i quali Ivan il poeta di strada, Pao e Bros. Il risultato è una serie di interventi urbani collettivi. Laureatosi nel 2004 in Disegno Industriale con specializzazione in Graphic Design presso il Politecnico di Milano, inizia la propria attività di graphic designer con alcuni incarichi per testate giornalistiche italiane, continuando anche l'attività notturna di street artist. Nell'inverno del 2004 visita Barcellona per la prima volta, restando colpito e affascinato dalla vivace scena artistica della capitale catalana, dove si rende protagonista di alcuni interventi urbani insieme agli artisti Pez, Lolo, BToy e The London Police. Nel 2005 Tvboy si trasferisce definitivamente a Barcellona, dove tuttora risiede e ha il proprio studio di design. I primi tempi nella nuova realtà sono molto intensi, segnati da numerosi interventi di arte urbana, ma anche da alcune mostre in gallerie private e luoghi istituzionali come la Iguapop Gallery e il CCCB di Barcellona e il Museo di Storia di Saragozza. Inizialmente lavora come grafico e art director per alcune riviste e nel 2007 apre il suo studio personale e comincia l'attività di libero professionista. Sempre nel 2007 è invitato a partecipare in Italia a due significative mostre dedicate alla street art. La prima è Street Art Sweet Art, curata da Vittorio Sgarbi e Alessandro Riva al PAC – Padiglione Arte Contemporanea di Milano, in occasione della quale Tvboy presenta una serie di tre tele bianche, mentre dipinge direttamente sulla parete della galleria, proprio per affermare che la street art non può essere intrappolata su una tela dentro un museo. Inoltre, realizza nel giardino del PAC un'opera costituita da un pannello di legno sagomato a forma di televisore, così lo spettatore può inserire il proprio volto dentro lo schermo di Tvboy e diventare protagonista dell'opera. L'altra mostra è Street Up, ospitata dalla Byblos Art Gallery di Verona. Sono proprio queste due importanti occasioni espositive che spingono Salvatore Benintende a continuare a dedicarsi all'arte sotto lo pseudonimo di Tvboy. Nel 2008 il marchio Tvboy viene registrato a livello nazionale e internazionale, avviando contestualmente una serie di collaborazioni con diversi brand commerciali per lo sviluppo di capi di abbigliamento e accessori, ma anche nel settore delle automobili, degli elettrodomestici, della scolastica e dell'editoria, come Fiat, Nescafè, la Rinascente, Seven, Cosimo Panini. Al 2008 risale la sua prima mostra personale alla WE LOVE Asbaek Gallery di Copenaghen in Danimarca, che gli porta un notevole riscontro nel mondo dell'arte e un ottimo consenso di pubblico. Sempre nello stesso anno è invitato al festival dell'arte di strada Más a L'Avana, Cuba, poi a Beirut in Libano per il progetto Aishti Art Week e a Berna in Svizzera presso il PROGR. Nel 2009 Tvboy è protagonista di una mostra personale alla galleria CO2 di Roma, intitolata Pop Remixes e curata da Gianluca Marziani, che è il curatore anche della mostra collettiva Scala Mercalli all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Qui Tvboy propone una serie di tele in formato gigante (2 x 2,5 metri). In questa occasione Fiat invita Tvboy a dipingere in una performance pubblica un modello della nuova Punto, che viene messo all'asta per devolvere il ricavato in beneficenza. Nel 2010 gli spazi del Superstudio Più di Milano ospitano una mostra personale di Tvboy, intitolata Mash Up e curata da Jacopo Perfetti, con la pubblicazione del catalogo da parte della casa editrice Skira. La mostra riscuote un grande successo di pubblico e critica, diventando il pretesto per avviare una collaborazione con la Rinascente per la realizzazione di un progetto per le vetrine di numerosi store in tutta Italia. Sempre nel 2010, in occasione del Salone Internazionale del Mobile di Milano, Tvboy collabora con 10elotto, realizzando una performance pubblica nella quale distribuisce maschere del suo personaggio per le strade della città e una mostra. Qui presenta dieci tele di grandi dimensioni (2 x 2 metri e 2 x 2,5 metri) nell'area espositiva del Salone del Mobile e altre tele di dimensioni inferiori nello spazio della fiera dedicato all'arte (art point). In totale si tratta di oltre 50 opere esposte, fra le quali una grande scultura in resina di poliuretano, alta 2 metri e raffigurante Tvboy con in mano pennello e secchio di pittura, e una serie in edizione limitata di sculture in ceramica di 50 cm di altezza del personaggio Tvboy e del suo cane Nico. Da quel momento l'attività artistica di Tvboy subisce un'ulteriore accelerazione anche a livello internazionale, soprattutto grazie ai numerosi interventi di arte urbana per le strade delle maggiori città europee, come Monaco, Berlino, Londra e Parigi, e negli Stati Uniti, per esempio New York, Los Angeles e San Francisco. Nel 2012 Tvboy è invitato a esporre presso la galleria N2 di Ignacio de Lasalleta a Barcellona in occasione della mostra Lo Ultimo En Pop Art. Al 2014 risale la mostra Pop Up Revolution all'MDM Museum di Porto Cervo in Sardegna, dove il nome e l'arte di Tvboy sono affiancate alle opere di grandi protagonisti dell'arte contemporanea internazionale, come Andy Warhol, Keith Haring, Jean-Michel Basquiat e Shepard Fairey aka Obey Giant, provenienti da collezioni private. Lo stesso onore viene riservato a Tvboy anche nel 2015 in occasione della mostra PopSider organizzata allo spazio OnSider di Barcellona, dove le sue opere compaiono insieme a quelle di Andy Warhol, Keith Haring, Jean-Michel Basquiat e Roy Lichtenstein, provenienti da collezioni private. Nel 2015 Tvboy è anche invitato a realizzare una tela gigante per il centenario dell'EICMA, la fiera motociclistica di Milano, e per il quarantesimo anniversario della galleria Adriano Ribolzi a Montecarlo, nel Principato di Monaco. Lo stile di TvBoy è influenzato sensibilmente dal movimento della Pop Art statunitense, in particolare da Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Keith Haring, e anche italiana, attraverso le opere di Mario Schifano. Altra influenza fondamentale, soprattutto dal punto di vista estetico, è quella dei fumetti, sia i comics americani sia i manga giapponesi. Per esempio, si notano evidenti affinità con i Peanuts di Charles Schulz e con Calvin & Hobbes di Bill Watterson, ma anche con la corrente giapponese del Kawaii e con la subcultura Otaku, soprattutto con lo stile sviluppato nella factory Kaikaii Kiki dell'artista Takashi Murakami. Naturalmente l'evoluzione di TvBoy è stata segnata dalle numerose collaborazioni con alcuni dei primi street artist italiani, come Pao e Bros, e spagnoli, come El Pez e Lolo, e dal lavoro di altri artisti internazionali, come gli olandesi The London Police.


Blu





Blu (Senigallia, ...) è un artista italiano. Attivo sotto pseudonimo, nel 2011 Il Guardian l'ha segnalato come uno dei dieci migliori street artist in circolazione. Blu, artista del quale non è pubblicamente conosciuto né il nome né la data di nascita, si ipotizza sia nato agli inizi degli anni '80 a Senigallia. Blu ha incominciato a farsi conoscere a partire dal 1999 attraverso una serie di graffiti eseguiti a Bologna, nel centro storico, nelle zone adiacenti all'Accademia di Belle Arti, e in periferia, negli spazi occupati dal centro sociale Livello 57. I primi lavori, pur esprimendo elementi di originalità stilistica, erano ancora realizzati con la bomboletta spray, tipica del writing tradizionale. A partire dal 2001 le opere di Blu incominciano a essere eseguite con vernici a tempera e con l'uso di rulli montati su bastoni telescopici. Tale tecnica gli ha permesso di ingrandire la superficie pittorica. I soggetti sono figure di umanoidi dai connotati sarcastici o talvolta drammatici il cui immaginario sembra ispirarsi al mondo dei fumetti, e dei videogiochi arcade. Sono dei primi anni le collaborazioni con artisti quali Run, Dem, Sweza ed Ericailcane, che affiancava le sue raffigurazioni del mondo animale ai soggetti umani dipinti da Blu. Altro aspetto fondamentale che ha caratterizzato i suoi esordi è la prassi dell'azione pittorica, e alcune sperimentazioni di animazione digitale. A partire dal 2004 si registrano alcune sporadiche partecipazioni a eventi e mostre in gallerie d'arte. Negli anni duemila e duemiladieci l'attività di Blu si internazionalizza, ma resta principalmente legata alla strada e alla fruizione gratuita e per tutti. Tale posizione viene ribadita a marzo 2016 da Blu stesso che, insieme con altri artisti di strada, decide di cancellare tutte le proprie opere dai muri di Bologna realizzate in vent'anni di attività. Questa azione artistica e politica è messa in atto in segno di protesta contro la scelta della municipalità e della ONLUS capeggiata da Fabio Alberto Roversi Monaco e contro la "privatizzazione" e la mercificazione della creatività: alcune opere sono state prelevate dai luoghi degradati in cui sono state realizzate per esporle in una mostra convenzionale sulla street art a Palazzo Pepoli, talvolta contro il parere degli artisti e in contraddizione con la politica antidegrado cittadina.


Pasquini












Alice Pasquini (Roma, 1980) è un'artista italiana, una delle poche donne attive nel panorama della street art.Romana e laureata all'Accademia di belle arti di Roma, le sue opere sono state recensite da quotidiani come l'International New York Times, La Vanguardia, Euromaxx, Panorama e Internazionale.Street artist, pittrice, illustratrice e scenografa, ha sviluppato nel tempo diversi filoni di ricerca, dalla narrazione della vitalità femminile[8] alle installazioni con l'uso di materiali inconsueti. Considerata una delle poche esponenti femminili della street art attiva e operativa in ambito internazionale, nel corso della sua carriera ha realizzato opere murarie per le strade di diverse città italiane e straniere come: Marsiglia, Parigi, Amsterdam, Londra, Berlino, Oslo, New York, Buenos Aires, Yogyakarta, Napoli e Roma. Ha disegnato Vertigine, il quinto libro di Melissa Panarello, nel 2011.Nel 2013 ha realizzato una serie di opere per i Musei Capitolini di Roma, alcune delle quali sono visibili in Piazza del Campidoglio, ed ha inoltre collaborato con l'Istituto Italiano di Cultura di Singapore e l'Istituto di Cultura di Montevideo. Dall'aprile 2016 è la direttrice artistica del CVTà Street Fest a Civitacampomarano, festival di arte contestuale e street art.Le sue opere sono state in mostra alla Saatchi Gallery, all'ambasciata americana di Roma e al Museo di arte contemporanea di Roma.

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