giovedì 5 gennaio 2023

Corso Architetti italiani del XX Secolo: Lezione 4 Classe 1911-1915 Quaroni Castiglioni Vagnetti

Quaroni







Ludovico Quaroni (Roma, 28 marzo 1911 – Roma, 22 luglio 1987) è stato un urbanista, architetto, saggista e docente universitario italiano. Ha lungamente e profondamente dibattuto in numerose pubblicazioni e attraverso l'insegnamento i principali problemi dell'architettura e dell'urbanistica del suo tempo, sottoponendoli a severa e continua revisione critica. «Vorrei sapere come riesce un medico, un chirurgo, a diventare esperto nel suo campo senza sperimentazione continua. Il caso dell'urbanista o dell'architetto è identico. Senza la possibilità di sperimentare, di esercitare lavorando per conto delle regioni, dei comuni o degli enti statali, non è possibile fare niente. Anzi, tutto si riduce ad una pura esercitazione verbale.» (Ludovico Quaroni, Progettare un edificio, 1977.) Studia presso l'Istituto di architettura dell'Università di Roma, dove è allievo di Enrico Del Debbio e Marcello Piacentini e si laurea nel 1934, mentre prende l'abilitazione professionale di architetto presso il Politecnico di Milano. Sempre in quell'anno, insieme con Fariello e Muratori, partecipa a diversi concorsi nazionali e internazionali, come quelli per l'Auditorium di Roma (1935), per il Piano di Aprilia e per le Preture romane unificate (1936) - vincendo il secondo premio con Saverio Muratori -, per il Palazzo dei Congressi e la Piazza Imperiale all'E42 a Roma (1938). Durante la guerra, Ludovico Quaroni è per cinque anni prigioniero in India da dove, profondamente segnato, torna nel 1946. Nell'immediato dopoguerra è tra i soci dell'APAO, l'Associazione per l'Architettura Organica, fondata da Bruno Zevi nel 1945, e partecipa, insieme con Fariello e Mario Ridolfi, al concorso per la Stazione Termini a Roma (1947). In quegli anni l'attività progettuale è fortemente caratterizzata dalla partecipazione al dibattito politico, che avviene sia attraverso l'impegno e la produzione di saggi e interventi sia con la realizzazione di progetti esemplari, come il quartiere Ina-Casa del Tiburtino a Roma, datato 1947 eseguita come capogruppo assieme a Mario Ridolfi, emblema della ricostruzione italiana, tra le opere più importanti del Neorealismo architettonico corrente del più ampio Razionalismo italiano e che ha caratterizzato il Movimento Moderno in Italia con quelle sue connotazioni regionali e vernacolari. Dal 1947 al 1951 è vicepresidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica e sviluppa il suo impegno nella redazione di alcuni piani urbanistici, come quelli di Ivrea (1952), Roma (1954), Ravenna (1956-57), Cortona (1957) e Bari (1965) nonché nel progetto del quartiere delle Barene di San Giuliano a Mestre nel 1960. Tra il 1951 e il 1954, l'azione di Quaroni si lega sia a quella del gruppo di studiosi guidati da Friedrich G. Friedmann nell'intervento di costruzione dei sobborghi UNRRA-Casas intorno a Matera, principalmente per il villaggio contadino di La Martella nel 1951, sia all'adesione a esperienze politico partecipative, prima tra tutte quella comunitaria di Adriano Olivetti, sancita con la firma sulla Dichiarazione Politica del Movimento Comunità nel 1953. Nel 1956 ha ottenuto il premio Olivetti per l'urbanistica. Agli inizi degli anni settanta fa parte del gruppo di artisti e architetti chiamati da Ludovico Corrao a dare nuova vita alla cittadina di Gibellina, distrutta dal terremoto del Belice, dove progetta la Chiesa Madre, realizzata nel 1972. Oltre al lavoro di architetto e urbanista, Quaroni è impegnato nell'insegnamento universitario dapprima a Roma, poi a Napoli (1951-55), quindi a Firenze, dove insegna urbanistica dal 1957 al 1964. La sua carriera accademica si consolida infine a Roma, dove insegna dal 1965 al 1981, e dove forma diverse generazioni di architetti e urbanisti. Ludovico Quaroni muore a Roma nel 1987.

Castiglioni 







Enrico (Richino) Castiglioni (Busto Arsizio, 29 gennaio 1914 – Busto Arsizio, 6 novembre 2000) è stato un architetto, pittore e scultore italiano. Nato nel 1914 da una famiglia di imprenditori bustocchi, nel 1937 conseguì la laurea in Ingegneria Civile presso il Politecnico di Milano con il massimo dei voti e nel 1939 l'abilitazione alla professione di architetto presso la Facoltà di Architettura di Roma. L'anno successivo sposò Lorena Fausti, italiana nata in Pennsylvania, dalla quale ebbe quattro figli: Stefano (con il quale collaborò in molti lavori a partire dal 1968), Giuliano, Monica e Marina. Tra il 1965 e il 1973 fu professore incaricato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica di Milano del corso di Storia e teoria dello spazio teatrale. Del 1971 al 1977 fu presidente dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Varese. Il 23 giugno 2015, alla vigilia della festa patronale, a Richino Castiglioni è stato intitolato il passaggio antistante la biblioteca civica di Busto Arsizio. Tra i suoi più significativi progetti vanno ricordati gli edifici per l'Esposizione Internazionale del Tessile (1952) di Castellanza, edifici religiosi come la nuova chiesa parrocchiale di Prospiano a Gorla Minore nel 1962, la ricostruzione del Presbiterio e della Cappella del S.S. Sacramento nella chiesa dei Frati Minori di Busto Arsizio tra il 1968 e il 1973 (con Stefano Castiglioni), il restauro dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso a Leggiuno sul Lago Maggiore dal 1978 al 1986, un modello per una chiesa a Montecatini Terme (1953) e il progetto per il santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa (1957), rimasto irrealizzato. Altri numerosissimi progetti di Richino Castiglioni sono rimasti irrealizzati, come la nuova chiesa parrocchiale di Sant'Anna[3] a Busto Arsizio (1963) e di Suna a Verbania (1964). Inoltre è opera dell'architetto anche l'attuale sede del Liceo scientifico statale Arturo Tosi di Busto Arsizio (1980), come anche le sedi dell'Istituto Tecnico Statale Industriale (ITIS) Cipriano Facchinetti e dell'Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato (IPSIA) Alessandro Volta di Castellanza, entrambi risalenti al 1962 e formanti oggi l'Istituto Statale di Istruzione Superiore Cipriano Facchinetti.

Vagnetti






Luigi Vagnetti (Roma, 1915 – 1980) è stato un architetto e accademico italiano; fu inoltre teorico dell'architettura e del disegno, personaggio-chiave del dibattito architettonico italiano (romano) tra la seconda guerra mondiale e la fine del XX secolo. Luigi Vagnetti nasce a Roma nel 1915 da Fausto Vagnetti pittore, la cui influenza è fondamentale nella formazione del figlio. Studia a Roma, all'Istituto Superiore di Architettura, con Arnaldo Foschini. Negli anni dell'università vince borse di studio, tra cui quella della Fondazione Palanti e del lascito G. Fuccioli. Si laurea nel 1938, con la tesi Progetto di una Residenza estiva reale sul Monte Antenne a Roma, con cui ottiene il premio Manfredo Manfredi. Nel 1935 e nel 1937 partecipa ai Littoriali dell'Arte, classificandosi primo nei concorsi di quegli anni. Nel 1936 partecipa ad un viaggio di studio in Libia, organizzato dalla Facoltà di Architettura di Roma, e collabora al rilievo del complesso della Basilica e del Foro Severiano a Leptis Magna, sotto la guida di Gustavo Giovannoni. Resta professore universitario per tutta la vita: dapprima nel (1936-1961) come assistente di Composizione Architettonica, nei corsi di Arnaldo Foschini e di Saverio Muratori a Roma, poi professore incaricato di Disegno dal Vero (Roma) e di Arte dei Giardini (Palermo). Nel 1962 è cattedratico di Architettura e Rilievo dei Monumenti a Palermo, a Genova e a Firenze dove dirige l'Istituto di Composizione Architettonica. Nel novembre del 1973 diviene membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, nel 1964 è visiting professor all'Università di Teheran, nel 1968 e nel 1972 a quella di Varsavia. Nel 1962 ottiene il premio per la Cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri; è nominato membro dell'Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze nel 1967, dell'Accademia di San Luca di Roma nel 1970, presidente dell'Accademia Francesco Petrarca di Arezzo nel 1971.

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