martedì 10 gennaio 2023

Corso di urbanistica: lezione 4 IL SERVIZIO FOTOGRAFICO DOCUMENTARIO

Da quanto sino ad ora detto, la prima esigenza di un geometra è quella di rappresentare lo spazio antropizzato, cioè modificato dagli interventi dell'uomo, ciò al fine di progettare le sue future modifiche. Ma come farlo al meglio?
L'analisi e la comprensione dell'architettura (della città e del territorio), presentano problemi più complessi di quelli posti dalle altre arti figurative, poiché, come già affermato da Vitruvio, architetto e teorico romano del I secolo a.C., si devono analizzare l’utilitas, la firmitas, la venustas, vale a dire la funzione, la struttura, la forma.
Il disegno architettonico (urbanistico e territoriale) è, quindi, un disegno che deve assolvere a compiti differenziati, ora essere di analisi, ora di sintesi, ora privilegiare l’aspetto schematico e simbolico, ora risultare documentario, ora essere naturalistico e favorire la divulgazione.
La risposta, data dai ricercatori a questa esigenza, è stata la messa a punto di una serie di metodologie di analisi e di indagine, per giungere all’acquisizione di un corpus di elementi scientifici, fatto, da un lato, dello studio della documentazione archivistica, delle grandi personalità artistiche, dei linguaggi espressivi e dei movimenti culturali, dall’altro, dell’analisi grafica delle singole opere (od episodi urbani e territoriali).
L’oggetto della nostra attenzione è, soprattutto, rivolto a quest’ultima serie di aspetti.
Per assolvere alla funzione di aiuto alla comprensione, occorre usare il disegno, non come mezzo passivo per riprodurre le sembianze dell'opera architettonica o dell’episodio urbano e territoriale (meglio, allora, la fotografia o il video), ma impiegarlo come un vero e proprio metalinguaggio.
Ciò significa che i nostri disegni non si dovranno limitare a ricopiare l’oggetto, ma ne evidenzieranno relazioni, proporzioni e schemi compositivi, risultando essenziali alla sua comprensione. Rappresentando solo le parti essenziali, scomponendole in sottoinsiemi e, successivamente, ricomponendole, si comprendono le relazioni tra i vari elementi, poiché si mettono in luce aspetti che, diversamente, rimarrebbero nascosti. In tal senso, il disegno, può fungere da modello grafico di comprensione, capace di analizzare e di interpretare l’oggetto.
Come possiamo costruire un apparato grafico-critico che risponda a queste esigenze? Proviamo a definirlo per tappe logiche.
Lo studio parte dalla semplice osservazione diretta delle strade di una città o degli spazi di un edificio, ma non può limitarsi ad essa, poiché permette di avere solo visioni parziali, magari utili alla comprensione, ma certo non esaustive.
Un supporto, adatto a fermare le osservazioni dirette, è la fotografia, che consente di ridurre la realtà ad un’immagine piana di dimensioni limitate, quindi facilmente osservabile con un solo colpo d'occhio.
Per essere sfruttata appieno, la documentazione fotografica deve essere sistematica e georeferenziata (tramite una piantina con legenda che indichi la direzione, la posizione, la data e l’ora di ogni scatto).
Una proposta di lavoro potrà contribuire, probabilmente, a chiarire meglio il concetto.


Preso, come tema, la piazza di un centro storico, dobbiamo eseguire un servizio fotografico documentario georeferenziato su planimetria.
Le foto indispensabili sono quelle che rappresentano il luogo in relazione a 4 categorie di situazioni essenziali:
1. Viste dall’alto della piazza (foto scattate dagli ultimi piani degli edifici che circondano la piazza).
2. Viste degli accessi alla piazza (foto di scorcio scattate dai diversi accessi alla piazza).
3. Viste dal basso della piazza (foto panoramiche degli edifici che circondano la piazza).
4. Viste delle uscite dalla piazza (foto di scorcio delle diverse uscite scattate dalla piazza).
LIMITI DELLA FOTOGRAFIA
Ma se la fotografia (o il video) è uno strumento prezioso, per riprodurre oggettivamente la realtà, rappresentandone tutti i suoi punti, tuttavia, è incapace di analizzarla operando una selezione critica.
Per far questo, occorre integrarla con una meditata lettura, che va oltre di essa. E’ un primo passo verso le schematizzazioni grafiche.
Il lavoro fotografico è comunque prezioso, poiché le foto si prestano molto bene a supportare il processo grafico. Una fotografia, trasformandosi in un disegno, può servire a utilizzi importanti, in quanto si passa, dalla pura rappresentazione, all’analisi critica dell’oggetto osservato.
Ancora una volta, un esempio operativo, può contribuire alla chiarezza.
Utilizziamo la serie di foto scattate in precedenza, relativamente alla piazza di un centro storico, per realizzare processi di graficizzazione delle immagini fotografiche, finalizzate alla collocazione nella piazza del déhors di un bar:
1. Con l’aiuto di una suddivisione della foto in maglie quadrate, usiamola come base per disegni a mano libera, in cui si sviluppa una determinata componente soltanto (ad es.: conformazione e qualità dei vari materiali di rivestimento, sky line, profili degli edifici, gamma tonale, ecc.).
2. Usiamo la foto per aiutarci a determinare le coordinate principali di una prospettiva nell'esecuzione di un disegno realistico a mano libera.
3. Usiamo la foto per individuare l’inserimento del déhors del bar e quindi sovrapponiamo il trasparente del progetto alla fotografia.

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