giovedì 28 agosto 2025

Fare città: Biennale Architettura 2025 – Venezia

 


🌍 Biennale Architettura 2025 – Venezia (10 maggio–23 novembre)

La Biennale Architettura 2025 apre le porte a una nuova visione del costruire: sostenibile, tecnologica, connessa ai bisogni reali delle città future. Tra i padiglioni più attesi, il Climate Tech Startup, che inaugura il 7 giugno, propone un percorso immersivo tra innovazione ambientale, urbanistica avanzata e sperimentazione sociale.

🏙️ Un padiglione per le città di domani

Il padiglione "Climate Tech Startup" ospiterà esposizioni interattive, workshop, installazioni e incontri con startup e ricercatori da tutto il mondo. Il focus è su soluzioni reali: energia rinnovabile, materiali rigenerativi, intelligenza artificiale applicata alla pianificazione urbana, e nuovi modelli di abitare collaborativo.

🌿 Tecnologia al servizio della sostenibilità

Non solo teoria: il padiglione sarà un laboratorio vivo. Ogni settimana si alterneranno dimostrazioni pratiche, esperienze immersive in realtà aumentata e tavole rotonde sull’impatto delle tecnologie verdi. L’obiettivo è creare un ponte tra progettisti, cittadini e imprese, verso una città più resiliente.

🔧 Workshop e incontri

Dal design biofilico alla sensoristica ambientale, dalla gestione smart dei rifiuti all'autocostruzione circolare, i workshop offriranno strumenti concreti per architetti, maker, urbanisti, ma anche per semplici appassionati. Saranno presenti startup emergenti, acceleratori internazionali, enti pubblici e fondazioni culturali.

📌 Perché visitare Climate Tech Startup?

  • 💡 Per scoprire soluzioni concrete al cambiamento climatico
  • 🧭 Per immaginare nuovi modelli di città intelligenti
  • 🔋 Per conoscere da vicino le startup che stanno cambiando il mondo
  • 🤝 Per partecipare a incontri e co-progettazioni dal vivo
  • 🎓 Per apprendere e ispirarsi grazie a workshop formativi

📅 Inaugurazione il 7 giugno

Un evento da non perdere per chi immagina un futuro sostenibile.

Scopri l’evento →

Fare città: Digital twins urbani – Città simulate e progettazione predittiva

 

🌐 Digital twins urbani – Città simulate e progettazione predittiva

Il concetto di digital twin si evolve dalla singola infrastruttura fino a coprire intere città. Si tratta di repliche digitali in tempo reale dell’ambiente urbano, alimentate da sensori, intelligenza artificiale e dati geospaziali. Grazie a queste tecnologie, possiamo simulare traffico, inquinamento, consumi energetici, rischi climatici e persino comportamenti sociali.

🧠 Progettazione dinamica

L’urbanistica entra così in una nuova era: il progetto non è più solo rappresentazione statica, ma previsione dinamica. Ogni elemento urbano può essere testato, adattato, migliorato in tempo reale prima di essere realizzato.

🔧 Strumenti e tecnologie chiave

  • 📡 Sensori IoT integrati negli spazi urbani
  • 🛰️ Dati geospaziali e satellitari ad alta risoluzione
  • 📊 Piattaforme AI per la simulazione predittiva
  • 🌐 Integrazione con GIS e sistemi di modellazione BIM

⚖️ Etica e tecnocontrollo

I digital twin pongono anche questioni critiche: chi possiede i dati? Come evitare che queste tecnologie diventino strumenti di sorveglianza o manipolazione sociale? La sfida è costruire modelli aperti, trasparenti e partecipati.

📌 Dal progetto al prototipo urbano

  • 🧪 Le città diventano laboratori digitali per testare scenari futuri
  • 🏗️ Si accorciano tempi e costi di realizzazione grazie a simulazioni accurate
  • 💬 Cresce il ruolo della cittadinanza attiva nei processi decisionali
  • 📈 Le politiche urbane diventano data-driven ma devono restare inclusive

🌍 Esempi dal mondo

  • 🇸🇬 Singapore: modello di digital twin urbano per la gestione in tempo reale dell’intera città
  • 🇫🇷 Parigi: simulazioni per ridurre le isole di calore e ottimizzare la mobilità
  • 🇬🇧 Londra: modelli predittivi per pianificare infrastrutture verdi e sicurezza stradale
  • 🇮🇹 Milano: progetto MIND con gemelli digitali per la rigenerazione urbana

🔗 Approfondimenti consigliati

✨ Conclusione

I digital twin urbani non sono più fantascienza. Sono già qui, pronti a trasformare il modo in cui viviamo, progettiamo e abitiamo la città.

La sfida è usarli con saggezza democratica, per costruire città intelligenti, resilienti e giuste.

Fare città: Abitare flessibile – L’architettura come servizio

 

 

🏡 Abitare flessibile – L’architettura come servizio

Le trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche stanno ridefinendo il concetto stesso di casa. Il lavoro da remoto, la precarietà abitativa, la mobilità intermittente portano alla nascita di modelli di abitare flessibile: spazi temporanei, modulari, riconfigurabili. L’architettura diventa servizio: si adatta ai bisogni, cambia con il tempo, si connette in rete.

🔄 Case che si adattano

  • 🏙️ Microappartamenti e capsule abitative per urban nomads
  • 🔧 Spazi interni trasformabili e arredi modulari
  • 📦 Architetture plug-in: componenti mobili, smontabili, condivisibili
  • 🌍 Reti abitative flessibili tra città, quartieri e comunità

📦 Abitare leggero, vivere connessi

L’abitazione diventa parte di un ecosistema di servizi condivisi: lavanderie comuni, coworking, orti urbani, hub di prossimità. Un’idea di casa meno proprietaria e più partecipata, dove conta la funzione relazionale più che l’estensione.

📌 Nuove sfide urbane

  • 🏗️ Urbanistica flessibile: spazi che si ridefiniscono nel tempo
  • ⚖️ Inclusione: evitare che la flessibilità diventi precarietà
  • 🌐 Integrazione tecnologica: sensori, domotica, sostenibilità
  • 💓 Valorizzare la dimensione affettiva dell’abitare

🌍 Esempi e sperimentazioni

  • 🏡 Muji Hut: microabitazioni in legno per vite minimal
  • 🚚 Vanlife: veicoli abitabili e mobilità permanente
  • 🏗️ Housing plug-in a Tokyo e Seoul per studenti e lavoratori mobili
  • 🔁 Co-living in Europa: comunità flessibili e intergenerazionali

🔗 Approfondimenti consigliati

✨ Conclusione

Non si tratta di rinunciare alla casa, ma di ripensarne i codici.

L’abitare del futuro è fluido, modulare e connesso, capace di rispondere ai cambiamenti della vita e della città.

L’architettura non è più solo spazio: è servizio, relazione, possibilità.

Fare città: Architetture rigenerative – Il progetto come agente ecologico

 

🌿 Architetture rigenerative – Il progetto come agente ecologico

Il passaggio dalla sostenibilità alla rigenerazione segna una svolta culturale e progettuale decisiva. L’obiettivo non è più solo non danneggiare, ma restituire, ricostruire, rigenerare. Aria, suolo, biodiversità e relazioni umane diventano parte integrante del progetto.

Le architetture rigenerative imitano i processi naturali: biomimesi, suolo attivo, sistemi idrici intelligenti, materiali traspiranti. La città si trasforma in ecosistema vivo, in cui ogni edificio contribuisce al benessere collettivo e ambientale.

🌱 Principi della rigenerazione

  • 🏞️ L’edificio come organismo vivente: respira, filtra, nutre
  • 💧 Water sensitive design: raccolta, filtraggio e riuso dell’acqua
  • 🌾 Suolo attivo e agricoltura urbana integrata
  • 🌬️ Materiali naturali e cicli di vita rigenerativi

🔧 Tecnologie e strategie

  • 🌿 Biomimesi: imitare i processi naturali per progettare ambienti resilienti
  • 🏗️ Architetture permeabili che assorbono pioggia e calore
  • 🌀 Sistemi di ventilazione naturale e microclimi controllati
  • 🧬 Integrazione tra ecologia urbana e design

🧭 Visione etica e sociale

Rigenerare significa co-evolvere con l’ambiente. Superare la logica estrattiva per costruire spazi che curano, che accolgono, che restituiscono.

È un’estetica nuova: il bello non è più solo forma, ma interazione positiva tra costruito e vivente.

🌍 Casi ispiratori

  • 🇳🇿 Living Building Challenge – L’edificio produce più energia di quanta consuma
  • 🇩🇰 Copenhill – Termovalorizzatore con pista da sci e tetto verde accessibile
  • 🇧🇷 Favela Verde – Rigenerazione ecologica e sociale delle periferie
  • 🇮🇹 Milano – Bosco Verticale e nuovi quartieri a biodiversità urbana

🔗 Approfondimenti consigliati

🌾 Conclusione

Un edificio può respirare. Può raccogliere acqua, può creare ombra, può ospitare vita.

Le architetture rigenerative non consumano: generano. Offrono una via concreta per abitare il futuro con intelligenza ecologica.

Fare città: Ecologie urbane circolari – Città come metabolismo chiuso

 


🔁 Ecologie urbane circolari – Città come metabolismo chiuso

Pensare la città come ecosistema chiuso è il cuore della nuova urban circularity. Materia, energia, acqua, rifiuti: tutto deve essere progettato in cicli rigenerativi.

L’economia circolare si traduce in architettura attraverso il riuso dei materiali, il disassemblaggio intelligente, la riduzione degli sprechi e il riciclo energetico.

Quartieri a rifiuti zero, edifici autosufficienti, food loops urbani e infrastrutture metaboliche stanno già emergendo in città sperimentali. L’obiettivo? Cambiare la logica lineare della produzione urbana per passare a un modello organico, in cui ogni scarto diventa risorsa.

🌀 Principi dell’urbanistica metabolica

  • 🔄 Ogni flusso urbano (rifiuti, acqua, energia) è parte di un ciclo
  • 🏘️ Quartieri autosufficienti e decentralizzati
  • 🍎 Food loops urbani: orti, compostaggio, distribuzione locale
  • ♻️ Architetture pensate per essere smontate e riutilizzate

🔧 Strategie progettuali circolari

  • 🌇 Design per la disassemblabilità e la modularità
  • 🔥 Recupero di calore e riciclo energetico degli scarti
  • 🌿 Integrazione tra edifici e infrastrutture verdi
  • 🚰 Sistemi idrici chiusi e riuso delle acque grigie

🏙️ Modelli ispiratori

  • 🇳🇱 Amsterdam – Circular City Roadmap e quartieri energeticamente autosufficienti
  • 🇸🇪 Stoccolma – Hammarby Sjöstad: un ecosistema urbano integrato
  • 🇨🇳 Shenzhen – Eco-quartieri progettati come circuiti chiusi
  • 🇮🇹 Milano – Nuove aree urbane integrate con reti verdi e cicli idrici

🔗 Approfondimenti consigliati

🌿 Conclusione

Le città non devono essere fabbriche di rifiuti, ma organismi viventi.

L’urbanistica del futuro progetta cicli chiusi, dove ogni elemento è parte di un ecosistema intelligente. Abitare in modo circolare significa generare valore, non spreco.

Fare città: Intelligenze urbane – AI etica e design del comportamento collettivo

🤖 Intelligenze urbane – AI, etica e design del comportamento collettivo

L’intelligenza artificiale sta entrando negli algoritmi di pianificazione, nella gestione dei flussi urbani e nella regolazione automatica delle infrastrutture. Ma quali sono le implicazioni etiche di una simile trasformazione?

L’AI urbana può essere una leva per decisioni più inclusive, oppure uno strumento che rafforza le disuguaglianze esistenti. Progettare la città con l’AI significa ripensare il ruolo dell’urbanista: da disegnatore di spazi a curatore di comportamenti collettivi.

I nuovi strumenti di machine learning permettono simulazioni adattive e complesse, ma richiedono trasparenza, governance condivisa e diritti digitali. La città intelligente del futuro non sarà quella più automatizzata, ma quella in cui l’AI è al servizio della collettività.

🧠 Principi per una AI urbana etica

  • 🔍 Trasparenza degli algoritmi e tracciabilità delle decisioni
  • 🗳️ Coinvolgimento dei cittadini nella progettazione dei sistemi
  • 📉 Prevenzione delle disuguaglianze algoritmiche
  • 📊 Uso dell’AI per analisi predittive che migliorano i servizi

📐 Nuovi ruoli professionali

  • 🏙️ Urban AI designer: integra i dati nel design urbano
  • 🧭 Facilitatore civico: collega cittadini e sistemi digitali
  • 🧑‍⚖️ Ethics officer: supervisiona gli algoritmi pubblici
  • 📡 Analista dei dati urbani: legge i comportamenti collettivi

🏙️ Esempi e sperimentazioni

  • 🇨🇭 Zurigo – Sistemi predittivi per il traffico basati su AI
  • 🇪🇸 Barcellona – Decidim: piattaforma civica algoritmica partecipata
  • 🇸🇬 Singapore – Urban Operating System per il controllo urbano in tempo reale
  • 🇨🇦 Toronto – Smart City Quayside: progetto tra AI e governance urbana (poi sospeso per motivi etici)

🔗 Approfondimenti consigliati

💡 Conclusione

La città del futuro non è solo automatizzata, ma intenzionalmente intelligente.

Una città giusta e sostenibile nasce quando l’AI diventa strumento collettivo e non controllo cieco. Il futuro urbano sarà disegnato da etica + dati.

Fare città: Diritto alla città – Verso una giustizia spaziale

 


🏙️ Diritto alla città – Verso una giustizia spaziale

Il futuro urbano dovrà affrontare la sfida cruciale della giustizia spaziale. Le città, oggi più che mai, sono lo specchio delle disuguaglianze: segregazione residenziale, gentrificazione, crisi abitativa, ghettizzazione digitale e marginalizzazione infrastrutturale ne sono solo alcuni sintomi.

Un’urbanistica anti-discriminatoria impone un cambio di paradigma: non si può progettare senza e contro le comunità. Servono pratiche inclusive, partecipative, radicate nei bisogni reali dei territori.

Il diritto alla città non è un privilegio per pochi, ma un diritto collettivo a spazi equi, accessibili, abitabili e vivi.

🧭 Gli assi di una giustizia spaziale

  • 🏘️ Co-progettazione urbana con le comunità marginalizzate
  • 🚶‍♀️ Mobilità equa e accessibile per tutti
  • 📍 Redistribuzione degli spazi pubblici e dei servizi essenziali
  • 🏗️ Usi temporanei, urbanismo tattico e pratiche ibride
  • 📡 Superamento del digital divide nei quartieri periferici

🔧 Strumenti per una città inclusiva

  • 🗺️ Mappatura partecipata: i cittadini raccontano i loro bisogni e le loro geografie invisibili
  • 🤝 Laboratori di quartiere: spazi dove si decide insieme
  • 🛠️ Urbanismo tattico: interventi rapidi e a basso costo per trasformare spazi dimenticati
  • 🏡 Diritto all’abitare: stop agli sfratti, rigenerazione senza espulsione, cohousing sociale

🌐 Esempi virtuosi e pratiche emergenti

  • 🇨🇴 Medellín – Scale mobili e spazi pubblici nei quartieri marginali
  • 🇩🇪 Berlino – Iniziative per l’housing cooperativo e anti-speculativo
  • 🇮🇹 Napoli – Beni comuni urbani: ex-ospedali, scuole e parchi restituiti alla collettività
  • 🇧🇷 San Paolo – Programmi di urbanismo partecipativo nelle favelas

🔗 Approfondimenti consigliati

💡 Conclusione

Una città giusta è una città che riconosce le sue disuguaglianze e le affronta con coraggio, creatività e partecipazione.

Il diritto alla città non è un ideale astratto: è una pratica quotidiana di democrazia urbana.