venerdì 9 maggio 2025

Corso di storia dell'architettura: Tessenow 1876

Tessenow 1876








Heinrich Tessenow:
l’architettura come ricerca di semplicità essenziale

Heinrich Tessenow (Rostock, 7 aprile 1876 – Berlino, 1º novembre 1950) è stato uno degli architetti e urbanisti più influenti della Germania del primo Novecento. Figura appartata ma decisiva, la sua parabola professionale si colloca all’incrocio tra il sogno utopico delle città giardino, la sobrietà di un linguaggio architettonico “nazionale” e le tensioni politiche e culturali della Repubblica di Weimar. Accanto a nomi come Walter Gropius, Mies van der Rohe, Bruno Taut ed Ernst May, Tessenow rappresenta la linea di un’architettura che rifugge tanto gli eccessi decorativi quanto il puro funzionalismo, cercando un equilibrio umano, sociale e costruttivo.


1. Formazione e primi anni

Cresciuto in una famiglia artigiana, Tessenow imparò il mestiere di carpentiere nella bottega del padre tra il 1893 e il 1895. Questa base pratica segnò profondamente il suo approccio progettuale: la sua architettura non sarà mai un esercizio di stile, ma un lavoro radicato nella manualità e nei materiali. Dopo l’apprendistato si iscrisse alla scuola tecnica di Rostock e successivamente, tra il 1895 e il 1902, completò gli studi di architettura al Politecnico di Monaco di Baviera, collaborando nello studio di Martin Dülfer, uno dei protagonisti del Jugendstil.

Tuttavia, il giovane Tessenow prese presto le distanze dalle decorazioni sinuose e dall’estetismo floreale tipico dell’Art Nouveau, orientandosi verso forme più sobrie, legate a una concezione etica dell’architettura.


2. L’attività accademica e il ruolo nella Repubblica di Weimar

Dopo essere stato assistente a Monaco e poi a Dresda, Tessenow si affermò come docente presso diverse istituzioni prestigiose: la Kunstgewerbeschule di Vienna (1913-1919), l’Accademia statale di Dresda (1920-1926) e infine il Politecnico di Berlino (dal 1926 fino al 1934, quando venne rimosso dal regime nazista).

Parallelamente ottenne numerosi riconoscimenti: due lauree honoris causa, l’elezione nel direttivo del Bund Deutscher Architekten e una costante presenza nella stampa specializzata. La sua riflessione teorica trovò spazio su riviste di rilievo come Der Kunstwart e nei lavori del Dürerbund, sottolineando un forte legame tra architettura, pedagogia e cultura nazionale.


3. Hellerau e il movimento delle città giardino

La consacrazione di Tessenow arrivò con il progetto per Hellerau, sobborgo di Dresda ideato dall’industriale Karl Schmidt nel 1906. Qui, insieme a Hermann Muthesius e Richard Riemerschmid, Tessenow progettò giardini pubblici e un complesso residenziale ispirato alle garden cities inglesi di Ebenezer Howard.

Le abitazioni di Hellerau si distinguevano per la riproposizione di archetipi domestici essenziali: case semplici, spesso decorate da pergole sopra gli ingressi, immerse nel verde. Non era solo un’operazione urbanistica, ma una visione sociale: offrire agli operai un contesto abitativo dignitoso, salubre e armonico.

Questa sintesi di funzionalismo urbano e attenzione alla dimensione umana anticipò i grandi interventi residenziali degli anni Venti, come le Siedlungen di Ernst May a Francoforte o di Bruno Taut a Berlino.


4. Poetica della semplicità

Tessenow è ricordato per la celebre massima:

“La forma più semplice non è sempre la migliore, ma quella migliore è sempre semplice.”

In questa frase si concentra il nucleo della sua poetica: l’architettura deve essere chiara, essenziale, ma mai banale. La semplicità non è un dogma stilistico, bensì il risultato di una ricerca di verità formale, costruttiva e culturale.

Il suo stile rifugge sia l’ornamento superfluo, sia la pura astrazione geometrica. In un’epoca segnata dalle avanguardie e dal razionalismo emergente, Tessenow cercava invece un equilibrio: edifici che comunicassero solidità e identità, senza cadere né nel monumentalismo né nel tecnicismo freddo.


5. L’influenza su Albert Speer e le ambiguità del periodo nazista

Uno degli aspetti più discussi della biografia di Tessenow riguarda la sua influenza su Albert Speer, futuro architetto del Führer. Speer fu suo studente e poi assistente al Politecnico di Berlino: nei suoi diari ricordò Tessenow come un insegnante discorsivo, poco incline al dogmatismo, ma rigoroso nella ricerca della chiarezza.

È paradossale che da una lezione improntata alla misura e alla semplicità sia derivata l’architettura monumentale e propagandistica di Speer. Questo non significa che Tessenow fosse allineato al regime nazista: anzi, nel 1934 venne allontanato dall’insegnamento proprio per le sue posizioni non conformi. Tuttavia, la sua influenza tecnica ed estetica rimase un capitolo complesso della storia culturale tedesca.


6. Il ritiro, gli studi teorici e la fine

Dal 1934 fino al termine della seconda guerra mondiale, Tessenow visse in semi-isolamento nella sua residenza di campagna. Si dedicò soprattutto a studi teorici e a piani di ricostruzione urbana per il Meclemburgo e la Pomerania, senza però concretizzare grandi realizzazioni.

Dopo la guerra, nel 1945, l’amministrazione sovietica lo nominò professore emerito al Politecnico di Berlino, affidandogli incarichi di pianificazione che non poté portare a termine a causa delle condizioni di salute ormai compromesse. Morì nel 1950, lasciando un’eredità culturale più che costruita, fatta di idee e insegnamenti.


7. Valutazione critica e lascito

Il contributo di Heinrich Tessenow va letto meno nelle opere costruite e più nel suo ruolo di educatore e teorico. La sua insistenza su un’architettura essenziale, radicata nella tradizione e attenta all’uomo, rappresenta una delle vie possibili dell’architettura moderna, alternativa tanto alle utopie avanguardistiche quanto al monumentalismo politico.

Il progetto di Hellerau resta la sua eredità più tangibile: un modello di urbanistica comunitaria che univa funzionalismo e qualità della vita. Al tempo stesso, la sua influenza pedagogica ha segnato un’intera generazione di architetti tedeschi, pur con esiti talvolta contraddittori.

In un secolo di contrasti estremi, Tessenow ha cercato una “terza via”: una modernità sobria, popolare, quasi domestica. Una lezione ancora oggi attuale, in un’epoca che discute di sostenibilità, qualità abitativa e ritorno a forme di vita comunitaria.

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