lunedì 30 giugno 2025

Corso di storia dell'architettura: Castiglioni 1914

Castiglioni 1914







Enrico (Richino) Castiglioni (Busto Arsizio, 29 gennaio 1914 – Busto Arsizio, 6 novembre 2000) è stato un architetto, pittore e scultore italiano. Nato nel 1914 da una famiglia di imprenditori bustocchi, nel 1937 conseguì la laurea in Ingegneria Civile presso il Politecnico di Milano con il massimo dei voti e nel 1939 l'abilitazione alla professione di architetto presso la Facoltà di Architettura di Roma. L'anno successivo sposò Lorena Fausti, italiana nata in Pennsylvania, dalla quale ebbe quattro figli: Stefano (con il quale collaborò in molti lavori a partire dal 1968), Giuliano, Monica e Marina. Tra il 1965 e il 1973 fu professore incaricato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica di Milano del corso di Storia e teoria dello spazio teatrale. Del 1971 al 1977 fu presidente dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Varese. Il 23 giugno 2015, alla vigilia della festa patronale, a Richino Castiglioni è stato intitolato il passaggio antistante la biblioteca civica di Busto Arsizio. Tra i suoi più significativi progetti vanno ricordati gli edifici per l'Esposizione Internazionale del Tessile (1952) di Castellanza, edifici religiosi come la nuova chiesa parrocchiale di Prospiano a Gorla Minore nel 1962, la ricostruzione del Presbiterio e della Cappella del S.S. Sacramento nella chiesa dei Frati Minori di Busto Arsizio tra il 1968 e il 1973 (con Stefano Castiglioni), il restauro dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso a Leggiuno sul Lago Maggiore dal 1978 al 1986, un modello per una chiesa a Montecatini Terme (1953) e il progetto per il santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa (1957), rimasto irrealizzato. Altri numerosissimi progetti di Richino Castiglioni sono rimasti irrealizzati, come la nuova chiesa parrocchiale di Sant'Anna[3] a Busto Arsizio (1963) e di Suna a Verbania (1964). Inoltre è opera dell'architetto anche l'attuale sede del Liceo scientifico statale Arturo Tosi di Busto Arsizio (1980), come anche le sedi dell'Istituto Tecnico Statale Industriale (ITIS) Cipriano Facchinetti e dell'Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato (IPSIA) Alessandro Volta di Castellanza, entrambi risalenti al 1962 e formanti oggi l'Istituto Statale di Istruzione Superiore Cipriano Facchinetti.

domenica 29 giugno 2025

Corso di storia dell'architettura: Tange 1913

Tange 1913


 











Kenzō Tange (Osaka, 4 settembre 1913 – Tokyo, 22 marzo 2005) è stato un architetto e urbanista giapponese. È considerato uno dei maggiori rappresentanti dell'architettura del Novecento.
La maggior parte dei suoi progetti si trova in Giappone, ma anche in Italia ha realizzato diverse opere: a Bologna le torri del quartiere fieristico (1972), a Catania il quartiere Librino (1971) e a Napoli il Centro Direzionale (1995). A Milano è l'autore del progetto urbanistico del Quartiere Affari di San Donato Milanese (1990-99) dove ha realizzato la sede BMW-Italia (1998) e la torre AGIP (1999).
Tange ha ricevuto numerosi riconoscimenti in diversi paesi, fra i quali la medaglia d'oro del RIBA, dell'AIA e dell'Accademia francese di architettura, e nel 1987 il premio Pritzker, il maggior riconoscimento a livello mondiale per l'architettura.
Tange, nato il 4 settembre 1913 a Osaka, in Giappone, ha trascorso la sua infanzia nelle città cinesi di Hankow e Shangai, facendo ritorno nel paese natio solo dopo la morte di uno zio.
Dopo aver terminato le scuole medie, Tange completò la propria formazione a Hiroshima nel 1930. Fu proprio qui che incontrò per la prima volta il Maestro del Modernismo svizzero: Le Corbusier, i cui disegni lo persuasero a intraprendere la carriera di architetto. Seppur promosso alla fine del liceo, Tange non brillava né in matematica né in fisica, tanto che impiegò due anni per migliorare le proprie competenze in queste due materie, al fine di entrare nella facoltà di architettura di Tokyo (cosa che effettivamente fece nel 1935).
Nel 1938, dopo il termine degli studi accademici, Tange iniziò a lavorare nello studio di Kunio Maekawa, del quale divenne assistente; durante questo incarico, tra l'altro, si recò anche a Manchuria per partecipare a un concorso di design. Quando nel 1939 iniziò la seconda guerra mondiale, Tange lasciò lo studio di Maekawa per continuare la propria formazione presso l'università di Tokyo. Qui, attingendo alle varie fonti disponibili presso la biblioteca universitaria, crebbe il suo interesse per l'urbanistica, che sfociò poi in uno studio sulle piazze del mercato romane e greche. Nel 1942, Tange partecipò a un concorso per progettare un Memorial da costruire sulle pendici del monte Fuji. Pur avendo vinto il primo premio - l'Istituto giapponese di architettura, tra l'altro, elogiò la sua capacità di sintesi fra l'architettura Shinto e quella romana - il design non venne mai realizzato.
Nel 1946, Tange diventò professore presso l'università e creò il Laboratorio Tange, dove ebbe come collaboratori Sachio Ōtani, Fumihiko Maki, Koji Kamiya, Takashi Asada, Arata Isozaki, Kishō Kurokawa e Taneo Oki.
L'interesse di Tange nell'urbanistica lo elevò a buon candidato per progettare la ricostruzione post-bellica del Giappone, incarico che gli venne effettivamente affidato nel 1946. Fra i vari progetti, vanno ricordati quelli per Hiroshima, Maebashi, per l'aeroporto di Kanon, e per un parco marittimo a Ujina (che però non venne mai costruito).
Le autorità di Hiroshima ricevettero numerosi progetti per la ricostruzione della città. Fra questi, molto acclamato fu quello (1947) di Tam Deling, che propose la costruzione di un memoriale della pace: gli edifici ubicati nei pressi del Ground Zero, inoltre, sarebbero dovuti rimanere nello stesso stato in cui si trovavano subito dopo l'attacco atomico, come simbolo di speranza e pace. Due anni più tardi, nell'agosto del 1949, venne bandito un concorso internazionale per la realizzazione del Parco del Memoriale per la Pace.
Anche Tange partecipò alla costruzione del parco. Dalla sua matita, infatti, proviene il museo della Pace, con il quale l'architetto acquisisce notorietà internazionale.
I lavori di realizzazione del Museo della Pace vennero avviati nel 1950.
Nel progetto iniziale, il museo doveva essere cinto da numerosi altri edifici, con essa collegati tramite delle passerelle sopraelevate. Tange perfezionò questo concetto, collocando la struttura museale al centro (lontana dalle succitate costruzioni), in modo da aumentarne la visibilità. Oltre alle varie simbologie architettoniche, Tange diede impulso a questa propria scelta ritenendo della massima importanza dare risalto all'edificio contenente le informazioni sulla tragedia atomica.
Il materiale scelto per la costruzione fu il cemento armato a vista. Il pavimento del museo, che regge su piloni alti sei metri, è accessibile tramite una scala. La facciata ritmica comprende elementi verticali che si susseguono dal centro verso l'esterno. Così come per gli esterni, anche l'interno è rifinito con il cemento grezzo; l'idea era quella di spogliare completamente la struttura degli orpelli stilistici, affinché nulla potesse distrarre il visitatore dai contenuti delle opere esposte.
Nel 1953 Tange e il critico Noboru Kawazoe vennero invitati a partecipare alla transitoria ricostruzione del santuario di Ise. Questo tempio giapponese ogni venti anni viene sottoposto a un processo di rinnovamento, che si manifesta nella sua distruzione e riedificazione in un luogo adiacente: nel 1953 era la cinquantanovesima ricorrenza di questo evento (che traduce in fatti il concetto di precarietà, uno dei cardini dello Shintoismo). La cerimonia, tra l'altro, coincideva con la fine dell'occupazione americana del Giappone, quasi a voler simboleggiare una rinascita dell'architettura nipponica.
Nel 1965, quando Tange e Kawazoe pubblicarono il libro Ise: Prototype of Japanese Architecture, l'architetto paragonò il santuario a una struttura modernista: nel tempio, infatti, vi erano «manifestazione onesta di materiali, un design funzionale e la presenza di elementi prefabbricati».
L'edificio della Prefettura di Kagawa, ubicato sull'isola di Shikoku, venne completato nel 1958. La sua architettura espressiva si può ricollegare a quella del Tōdai-ji, foriere dello stile noto come Daibutsu.
Le colonne sulla facciata subiscono solo carichi verticali: Tange le progettò volutamente così, per renderle più sottili e per massimizzare la superficie verniciabile. L'edificio, seppur considerato uno dei migliori progetti di Tange, non fu comunque esente da critiche: ci fu, infatti, chi manifestò il proprio scontento per l'affidamento eccessivo fatto sulla tradizione.
La casa stessa di Tange, progettata nel 1951 e completata nel 1953, utilizza una struttura simile a quella del Museo della Pace di Hiroshima: tuttavia, quest'ultima qui è completata da un design squisitamente nipponico, che si manifesta soprattutto nell'uso di carta e legno.
Il principio secondo il quale venne edificata la casa è lo stesso del tatami, con le stanze più estese progettate in modo da poter essere suddivise in stanze più piccole, attraverso l'uso di pannelli scorrevoli (detti «fusuma»). La facciata è caratterizzata da un dinamismo ritmico; comprende due tipi di design («a» e «b»), che si alternano secondo uno schema a-b-a-a-b-a. Il tetto, inoltre, è strutturato su due livelli.
Il municipio di Kurashiki venne progettato nel 1958 e completato nel 1960. Si trova ai confini del centro storico (meta privilegiata di turisti per i suoi edifici in stile Machiya), quasi a voler fungere da cerniera fra la parte vecchia e quella nuova della città.
L'edificio, che si apre su una piazza molto estesa, poggia su delle colonne che si assottigliano verso l'interno mentre si alzano: questo effetto si ottiene grazie a delle tavole orizzontali che si sovrappongono agli angoli. L'ingresso, coperto da una tettoia sporgente in calcestruzzo, anticipa la successiva presenza del monumentale atrio. Qui è tra l'altro visibile un chiaro riferimento a Le Corbusier, evidente nelle finestre, che ricordano molto da vicino quelle del convento di Santa Maria de La Tourette.
La Camera del Consiglio è invece un edificio separato, il cui tetto inclinato ha numerosi posti a sedere, disposti a mo' di spazio espositivo.
Lo Yoyogi National Gymnasium è situato in un'area aperta del Yoyogi-kōen, su un asse adiacente al santuario di Meiji. L'impianto polivalente venne costruito da Tange per disputarvi le Olimpiadi di Tokyo 1964, anno in cui per la prima volta i giochi olimpici si trasferirono in Asia. Tange iniziò a redigere il masterplan nel 1961 e il suo progetto venne approvato dal Ministero dell'Istruzione due anni dopo, nel gennaio 1963. Gli edifici vennero disposti in modo da ottimizzare sia lo spazio disponibile per i parcheggi che il corretto deflusso delle persone.
Il Gymnasium fonde svariate influenze: innanzitutto quella romana (Tange, infatti, si ispirò allo skyline del Colosseo per realizzare i tetti), dopodiché anche quelle operate dal padiglione Philips, progettato da Le Corbusier per l'Expo 1958, e dall'Ingalls Rink, pista da ghiaccio frutto della matita di Eero Saarinen. In tutti e tre i casi, tuttavia, Tange si ispirò all'architettura occidentale, opportunatamente adattata per rispondere ai dettami della cultura giapponese.
Tange vinse un premio Pritzker per questo suo design, che venne descritto come «una fra le costruzioni più belle del XX secolo».
Il palazzo della Corte suprema del Pakistan è la sede ufficiale della Corte suprema del Pakistan. Completato nel 1965, occupa un isolato a nord del Segretariato del Primo Ministro e a sud di Aiwan-e-Sadr e del Parlamento.
Nel 1965, la città di Osaka si aggiudicò l'organizzazione dell'Expo 1970; per l'evento, venne scelta un'area di 3.3 chilometri quadrati sulle colline Senri, alla periferia della città. L'ideazione del sito espositivo venne affidata proprio a Tange, con il supporto logistico di Uzo Nishiyama.
Al centro dell'area espositiva Tange creò la Festival Plaza. Si trattava di una struttura reticolare in acciaio a maglia quadrata, utilizzata come punto di interazione per i visitatori: le intenzioni dell'architetto, infatti, erano proprio quelle di creare lo scenario ideale per un «festival» (donde il nome). La Plaza, tra l'altro, era anche la cerniera fra le due aree principali del sito: quella a nord, occupata dai padiglioni, e quella a sud, dove erano insediate le strutture amministrative. Le due zone erano collegate fra di loro da marciapiedi mobili.
Il progetto di Tange del parco della Pace di Hiroshima gli valse l'ammirazione di Kunio Maekawa, che lo invitò a partecipare al Congresso internazionale di architettura moderna (CIAM). Quest'organizzazione, fondata nel 1928, si proponeva di promuovere l'architettura sia nel campo sociale che in quello economico; tuttavia, a partire dal quarto incontro nel 1933 (diretto, tra l'altro, proprio da Le Corbusier), si iniziò a discutere sempre di più sulla nozione di «città funzionale». Ciò portò a una serie di proposte sull'urbanistica moderna, sfociate poi nella redazione della Carta di Atene.
Nel 1951, in occasione dell'incontro del CIAM del 1951 (tenutosi a Hoddesdon), la Carta di Atene venne fortemente criticata da alcuni dei membri più giovani (fra i quali figurava lo stesso Tange), che trovavano il documento troppo poco focalizzato sul tema dell'espansione della città. La Carta di Atene, infatti, promuoveva l'idea che il carisma di una città fosse proporzionale al numero di cambiamenti che subiva durante gli anni; questa nozione, tuttavia, era stata scritta prima della seconda guerra mondiale e dei bombardamenti a tappeto, e quindi urtava non poco la sensibilità di Tange, che assistette in prima persona alla distruzione di Hiroshima. Il progressivo declino dei contenuti ideologici del CIAM contribuì al suo sfaldamento, che si risolse definitivamente nell'incontro di Otterlo (1959), nel quale i membri decisero di cessare le proprie attività.
In ogni caso, fu proprio grazie al CIAM che Tange, ritornando in patria dopo l'incontro del 1951, visitò le costruende Unité d'Habitation di Marsiglia, progettate proprio da Le Corbusier.
Tange, immediatamente dopo il declino del CIAM, già ricevette un incarico presso il Massachusetts Institute of Technology. In questa sua parentesi statunitense, Tange affinò le proprie conoscenze, che contribuirono anche ad edificare (con la collaborazione degli studenti del quinto anno) un nucleo abitativo presso la baia di Boston. Questa sua esperienza gettò le basi per il discorso che tenne alla Conferenza Internazionale sul Design di Tokyo del 1960; nel suo intervento, l'architetto paragonò la progettazione urbana ad un organismo vivente, utilizzando termini come «cella» e «metabolismo». Fu in queste circostanze che prese forma il movimento metabolista, capeggiato dallo stesso Tange: fra le sue file, si annoveravano Kishō Kurokawa, Junzo Sakakura, Allison e Peter Smithson, Louis Kahn, Jean Prouvé, B. V. Doshi e Jacob Bakema. La conferenza, infine, si concluse con la presentazione del progetto di Tange per riqualificare Boston e Tokyo (The Tokyo Plan – 1960).
Tange espresse il proprio scontento per il tracciato radiale e centripeto delle città di allora: si trattava di un «lascito medievale» e non avrebbe mai retto la tensione delle megalopoli, definite come centri urbani con più di 10 milioni di abitanti. La sua idea fondamentale era quella di rimuovere il centro civico, trasformando quindi la struttura da radiale a lineare, in modo da creare un asse centrale attorno al quale potevano raggrupparsi delle piccole comunità: il quadro urbano, di conseguenza, diventa aperto, flessibile e modificabile. Il desiderio di Tange, come già accennato, era quello di applicare questo suo progetto alla baia di Tokyo, considerata troppo vecchia per poter affrontare un'espansione. Questa sua visione aperta e spontanea dell'urbanistica valse a Tange l'appellativo di «architetto giapponese più amato dall'Occidente».
«L'originalità del progetto non consiste nei singoli elementi, ma nella loro simbiosi e nella scala dimensionale, nel proiettare soluzioni già esplorrate su una metropoli di 15 milioni di abitanti»
Nel 1965, Tange ricevette dalle Nazioni Unite l'incarico di ricostruire la città jugoslava (oggi macedone) di Skopje, dilaniata dal terremoto del 1963.
In occasione dell'incontro del CIAM del 1951, Tange conobbe l'architetto Walter Gropius, con il quale condivideva l'idea di quanto fosse importante il lavoro di squadra per creare un'architettura vincente. Perseguendo questo fine, nel 1961 si formò l'Urbanists and Architects Team, poi divenuto Kenzō Tange Associates.
Questo gruppo ereditò il pensiero di «gerarchia orizzontale» promosso da Tange: gli aderenti dell'associazione erano pari nell'importanza, ed erano incoraggiati a partecipare a tutti i progetti.
Durante gli anni settanta e ottanta, Tange espanse il proprio portfolio includendovi edifici costruiti in più di 20 paesi intorno al mondo. Nel 1985, spinto da Jacques Chirac (all'epoca sindaco di Parigi), Tange propose per esempio un master plan per Place d'Italie, in modo da far dialogare le varie parti della città attraverso un asse est-ovest.
Per il palazzo del governo metropolitano di Tokyo, aperto nel 1991, Tange progettò un grande centro civico, composto da una piazza a sua volta dominata da due grattacieli - dove sono insediati gli organi amministrativi. A cingere il tutto, vi è un terzo edificio più piccolo. L'architetto decise di impiegare i materiali più innovativi nel suo progetto, includendovi dei sistemi per monitorare anche la qualità dell'aria, i livelli della luce e la sicurezza. Il rivestimento degli edifici, tra l'altro, costituisce una perfetta sintesi fra la tradizione e la modernità.
Tange continuò il mestiere fino alla sua morte, avvenuta nel 2005. Il funerale si tenne in una delle sue opere più acclamate, la cattedrale di Tokyo.
La visione metabolista di Tange sull'architettura fu una fonte d'ispirazione per l'operato dell'Archigram, soprattutto per quello del membro Kiyonori Kikutake, il cui stile architettonico (visibile soprattutto nel suo municipio di Miyakonojō, 1966) fu influenzato proprio dalle scelte compositive dell'architetto di Osaka. Tange, nonostante con l'Expo di Osaka manifestasse una presa di distanze dal Metabolismo (oramai divenuto in declino), rimaneggiò sapientemente i concetti del movimento adattandoli all'emergente generazione di giovani architetti, composta da figure del calibro di Kazuo Shinohara e Arata Isozaki.
In un'intervista con Jeremy Melvin alla Royal Academy of Arts, Kengo Kuma spiegò che, all'età di dieci anni, furono proprio le arene olimpiche di Tange a spingerlo a interessarsi nell'architettura.
Per Reyner Banham, Tange fu il primo architetto a figurare fra le file del Brutalismo, i cui dettami impongono l'utilizzo del béton brut (il cemento a vista), spesso criticato per l'eccessiva rudezza che conferisce all'edificio (che, tuttavia, in questo modo acquisisce più vigore espressivo).
A Tange venne conferita la medaglia d'oro AIA nel 1966.
Il figlio di Tange, Paul Noritaka, si laureò all'università di Harvard nel 1985. Successivamente, si unì alla Kenzō Tange Associates, diventandone presidente nel 1997, per poi fondare la Tange Associates nel 2002.
Principali opere
    Prefettura di Kagawa, uffici orientali (1958)
    Grand Prince Hotel Akasaka (1982)
    OUB Centre di Singapore (1986)
    Sede della American Medical Association a Chicago (1990)
    UOB Plaza One a Singapore (1992)
    Centro direzionale di Napoli (1995)
    Edificio della Fuji Television a Odaiba, Tokyo (1996)
    Prefettura di Kagawa, uffici centrali (2000)
    Sede della Banca Nazionale della Repubblica della Macedonia del Nord
    1950: Progetto per Hiroshima, a Hiroshima in Giappone;
    1953: Hiroshima Children's Library, a Hiroshima in Giappone;
    1958: Prefettura di Kagawa, a Takamatsu in Giappone;
    1960: Piano per Tokyo;
    1962: Centro culturale Nichinan a Miyazaki in Giappone;
    1964: Yoyogi National Gymnasium, Tokyo in Giappone, in collaborazione con l'ingegnere Yoshikatsu Tsuboi;
    1964: Cattedrale cattolica di Santa Maria a Tokyo;
    1966: Piano per la ricostruzione di Skopje in Jugoslavia (oggi in Macedonia del Nord);
    1967: Centro radiotelevisivo Shizuoka a Tokyo;
    1967: Centro radiotelevisivo Yamanashi a Kōfu;
    1970: Ambasciata e cancelleria del Kuwait a Tokyo;
    1970: Piano per l'Expo 1970 ad Osaka in Giappone;
    1971: Quartiere Librino di Catania in Italia;
    1972: Torri del Fiera-district a Bologna in Italia;
    1974: Centro della Società di Belle Arti a Minneapolis negli Stati Uniti d'America;
    1977: Sogetsu Hall and Office a Tokyo;
    1982: Royal State Palace a Jeddah in Arabia Saudita;
    1982: Akasaka Prince Hotel a Tokyo;
    1986: Università Yarmouk a Amman in Giordania;
    1986: Centro OUB a Singapore;
    1988: Università del Golfo Arabo a Manama in Bahrein;
    1989: Università a Orano in Algeria;
    1991: Grand Ecran (Place d'Italie) a Parigi in Francia;
    1991: Palazzo del governo metropolitano di Tokyo;
    1995: Plaza UOB a Singapore;
    1995: Centro Direzionale di Napoli a Napoli in Italia;
    1996: Edificio Fuji a Tokyo;
    1997: Master Plan di Jesolo;
    2000: Tokyo Dome Hotel a Tokyo;
    2001: President International Tower a Taipei in Taiwan.

sabato 28 giugno 2025

Corso di storia dell'architettura: Quaroni 1911

Quaroni 1911







Ludovico Quaroni (Roma, 28 marzo 1911 – Roma, 22 luglio 1987) è stato un urbanista, architetto, saggista e docente universitario italiano. Ha lungamente e profondamente dibattuto in numerose pubblicazioni e attraverso l'insegnamento i principali problemi dell'architettura e dell'urbanistica del suo tempo, sottoponendoli a severa e continua revisione critica. «Vorrei sapere come riesce un medico, un chirurgo, a diventare esperto nel suo campo senza sperimentazione continua. Il caso dell'urbanista o dell'architetto è identico. Senza la possibilità di sperimentare, di esercitare lavorando per conto delle regioni, dei comuni o degli enti statali, non è possibile fare niente. Anzi, tutto si riduce ad una pura esercitazione verbale.» (Ludovico Quaroni, Progettare un edificio, 1977.) Studia presso l'Istituto di architettura dell'Università di Roma, dove è allievo di Enrico Del Debbio e Marcello Piacentini e si laurea nel 1934, mentre prende l'abilitazione professionale di architetto presso il Politecnico di Milano. Sempre in quell'anno, insieme con Fariello e Muratori, partecipa a diversi concorsi nazionali e internazionali, come quelli per l'Auditorium di Roma (1935), per il Piano di Aprilia e per le Preture romane unificate (1936) - vincendo il secondo premio con Saverio Muratori -, per il Palazzo dei Congressi e la Piazza Imperiale all'E42 a Roma (1938). Durante la guerra, Ludovico Quaroni è per cinque anni prigioniero in India da dove, profondamente segnato, torna nel 1946. Nell'immediato dopoguerra è tra i soci dell'APAO, l'Associazione per l'Architettura Organica, fondata da Bruno Zevi nel 1945, e partecipa, insieme con Fariello e Mario Ridolfi, al concorso per la Stazione Termini a Roma (1947). In quegli anni l'attività progettuale è fortemente caratterizzata dalla partecipazione al dibattito politico, che avviene sia attraverso l'impegno e la produzione di saggi e interventi sia con la realizzazione di progetti esemplari, come il quartiere Ina-Casa del Tiburtino a Roma, datato 1947 eseguita come capogruppo assieme a Mario Ridolfi, emblema della ricostruzione italiana, tra le opere più importanti del Neorealismo architettonico corrente del più ampio Razionalismo italiano e che ha caratterizzato il Movimento Moderno in Italia con quelle sue connotazioni regionali e vernacolari. Dal 1947 al 1951 è vicepresidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica e sviluppa il suo impegno nella redazione di alcuni piani urbanistici, come quelli di Ivrea (1952), Roma (1954), Ravenna (1956-57), Cortona (1957) e Bari (1965) nonché nel progetto del quartiere delle Barene di San Giuliano a Mestre nel 1960. Tra il 1951 e il 1954, l'azione di Quaroni si lega sia a quella del gruppo di studiosi guidati da Friedrich G. Friedmann nell'intervento di costruzione dei sobborghi UNRRA-Casas intorno a Matera, principalmente per il villaggio contadino di La Martella nel 1951, sia all'adesione a esperienze politico partecipative, prima tra tutte quella comunitaria di Adriano Olivetti, sancita con la firma sulla Dichiarazione Politica del Movimento Comunità nel 1953. Nel 1956 ha ottenuto il premio Olivetti per l'urbanistica. Agli inizi degli anni settanta fa parte del gruppo di artisti e architetti chiamati da Ludovico Corrao a dare nuova vita alla cittadina di Gibellina, distrutta dal terremoto del Belice, dove progetta la Chiesa Madre, realizzata nel 1972. Oltre al lavoro di architetto e urbanista, Quaroni è impegnato nell'insegnamento universitario dapprima a Roma, poi a Napoli (1951-55), quindi a Firenze, dove insegna urbanistica dal 1957 al 1964. La sua carriera accademica si consolida infine a Roma, dove insegna dal 1965 al 1981, e dove forma diverse generazioni di architetti e urbanisti. Ludovico Quaroni muore a Roma nel 1987.

venerdì 27 giugno 2025

Corso di storia dell'architettura: Muratori 1910

Muratori 1910







Saverio Muratori (Modena, 31 agosto 1910 – Roma, 17 ottobre 1973) è stato un architetto, urbanista, storico dell'architettura e accademico italiano, docente presso la Sapienza – Università di Roma. Ha fondato una nuova metodologia per lo studio dell'urbanistica e dell'architettura. Le sue ricerche sono sempre state condotte in aperto contrasto con la cultura contemporanea, denunciandone gli errori nei vari settori, soprattutto all'interno dell'Università di Roma dove ha insegnato. Per risolvere la crisi della società Saverio Muratori proponeva l'utilizzo di un rigoroso metodo culturale che permetteva di comprendere la realtà e le sue leggi. La costruzione di questo suo metodo appare chiaramente in una sua lezione: «Ho dovuto compiere notevolissima fatica per togliermi di dosso i luoghi comuni acquisiti come figlio del giovanile velleitarismo moderno; ho impiegato tutta l'esperienza dai venti ai quarant'anni per individuare i problemi non risolti della cultura attuale; dai quarant'anni in poi, con lo studio del tessuto urbano di Venezia e di Roma, sono giunto a comprendere le leggi della tipicità delle forme urbane e della ciclicità del mondo della città, come di quella dell'uomo, ho impiegato altri dieci anni di lavoro sul quesito del territorio, e infine ho affrontato il problema dell'autocoscienza, cioè dell'avventura della civiltà.» (Saverio Muratori)

    1910, 31 agosto - Saverio Muratori nasce a Modena da Ennio e da Elvira Cattanìa, di antica e nobile famiglia originaria di Correggio, in Emilia

    1928 - si iscrive alla Scuola Superiore di Architettura di Roma

    1933 - consegue la laurea in Architettura

    1933-34 - lavora presso lo studio di Alberto Calza Bini a Roma

    1935-39 - svolge attività progettuale in collaborazione con Francesco Fariello e Ludovico Quaroni

    1938 - pubblica il saggio il Movimento architettonico moderno in Svezia su "Architettura"

    1942 - è abilitato alla libera docenza in Composizione Architettonica e Urbanistica

    1944-45 - collabora nel corso di 'Caratteri Distributivi degli Edifici' di Enrico Calandra presso la Facoltà di Architettura di Roma

    1944 - scrive il saggio 'Storia e critica dell'Architettura contemporanea'

    1946 - scrive 'Saggi di critica e di metodo nello studio dell'architettura'

    1948-53 - elabora una serie di progetti per l'INA-Casa in collaborazione con Mario De Renzi

    1950 - pubblica il saggio 'Vita e storia delle città' su 'Rassegna critica di Architettura'

    1950-54 - è professore straordinario presso la cattedra di 'Caratteri distributivi degli edifici' allo (IUAV)

    1952 - riceve il Premio Einaudi per l'Architettura

    1954-73 - è professore ordinario presso la cattedra di 'Composizione Architettonica' della Facoltà di Architettura di Roma

    1954-58 - è membro del comitato di Elaborazione Tecnica (C.E.T.) per il Nuovo Piano Regolatore di Roma

    1959 - pubblica 'Studi per un'operante storia urbana di Venezia'

    1963 - pubblica il testo 'Architettura e civiltà in crisi' ne 'Studi per un'operante storia urbana di Roma'

    1967 - pubblica il testo 'Civiltà e territorio'

    1973, 17 ottobre - muore a Roma

giovedì 26 giugno 2025

Corso di storia dell'architettura: Saarinen 1910

Saarinen 1910







 


Eero Saarinen (Kirkkonummi, 20 agosto 1910 – Ann Arbor, 1º settembre 1961) è stato un architetto e designer finlandese naturalizzato statunitense.
Figlio di Eliel Saarinen, si trasferì negli Stati Uniti dalla Finlandia nel 1923, si diplomò a Yale nel 1934 e quindi si perfezionò presso il Cranbrook Institute of Architecture and Design, di cui suo padre era amministratore. Qui conobbe Charles Eames, col quale collaborò a vari progetti. Al pari dello stesso Eames, si dedicò alla ricerca di nuove tecnologie nell'uso dei materiali, in particolare nello stampaggio del fiberglass.
Uno dei suoi lavori di grande impegno fu il centro tecnico della General Motors a Warren (Michigan), finito nel 1955, nel quale si avvertono le indicazioni del razionalismo industriale di Mies van der Rohe, ma in forme meno classicistiche. Dello stesso anno sono la cappella e il Kresge Auditorium al Massachusetts Institute of Technology, che segnano per Saarinen l'acquisizione di un linguaggio più coerente e personale. Dopo questi inizi di ricerca eclettica tra razionalismo e romanticismo di derivazione scandinava, Saarinen s'impose nella nuova architettura statunitense con lo Yale Hockey Rink a New Haven, terminato nel 1958, una specie d'immenso dinosauro in cemento armato, espressivo non solo nella forma ma anche nello spazio interno.
Questa conquista spaziale ed espressionistica fu confermata nell'aeroporto Dulles a Washington, ma soprattutto nel suo capolavoro: il terminal della TWA nell'Aeroporto Internazionale John F. Kennedy a New York (terminato postumo nel 1962), leggerissimo ed espressivo fascio d'ali in volo posato a terra, nel quale lo spazio interno è plasmato e modellato in ogni particolare.
Sposò Aline Saarinen, che fu una nota storica dell'arte, e morì prematuramente per un tumore cerebrale a 51 anni ad Ann Arbor, nel Michigan.
Carriera architettonica
Dopo il suo tour in Europa e in Nord Africa, Saarinen tornò a Cranbrook per lavorare per suo padre e insegnare all'accademia. L'azienda era "Saarinen, Swansen and Associates", diretta da Eliel Saarinen e da Robert Swansen, dalla fine degli anni '30 fino alla morte di Eliel, nel 1950. L'azienda si trovava a Bloomfield Hills, nel Michigan, fino al 1961, quando fu trasferita ad Hamden, nel Connecticut.
Nel 1940, mentre ancora lavorava per suo padre, Saarinen ricevette il primo riconoscimento critico: con Charles Eames vinse il primo premio al concorso "Organic Design in Home Furnishings" per una sedia progettata insieme. La "Tulip Chair", come tutte le altre sedie Saarinen, è stata messa in produzione dalla società di mobili Knoll, fondata da Hans Knoll,che sposò la famiglia di amici Saarinen Florance (Schust) Knoll. Stava ancora lavorando per suo padre, quando ottenne il primo premio nel concorso del 1948 per la progettazione del Jefferson National Expansion Memorial, St. Louis, rimasto incompleto fino agli anni '60. Il premio della competizione fu erroneamente inviato a suo padre.
Durante la sua lunga collaborazione con Knoll, progettò molti importanti elementi di arredamento, tra cui la poltroncina e il pouf "Grasshopper" (1946), la sedia e il pouf "Womb" (1948), il divano "Womb" (1950), lato e poltrone (1948-1950) e il suo più famoso gruppo "Tulip" o "Pedestal" (1956), che comprendeva sedie, poltrone, tavoli da pranzo, tavolini da caffè e uno sgabello.
Una delle prime opere di Saarinen con cui ricevette consensi internazionali è la Crow Island School di Winnetka, Illinois (1940). Il primo grande lavoro di Saarinen, in collaborazione con suo padre, è il General Motors Technical Center , Michigan, che segue lo stile razionalista del design Miesiano, incorporando acciaio e vetro, ma con l'aggiunta dei pannelli in due tonalità di blu. Per il GM Technical Center, costruito nel 1956, Saarinen utilizzava modelli che gli permettevano di condividere le sue idee e di scambiare informazioni con altri professionisti.

mercoledì 25 giugno 2025

Corso di storia dell'architettura: Bunshaft 1909

Bunshaft 1909
 








Gordon Bunshaft (Buffalo, 9 maggio 1909 – New York, 6 agosto 1990) è stato un architetto statunitense.
Seguace dell'architettura di Le Corbusier e di Mies van der Rohe, le traspose in ambito americano, interpretandole e diffondendole alla luce delle tecnologie dei nuovi materiali (vetro, acciaio e cemento armato). Esempi di tale stile sono la Lever House a Manhattan, New York (1951) e la sede della Manifacturers Trust Company (1954).
Bunshaft ha sempre prediletto la progettazione di edifici di piccole e medie dimensioni, come gli uffici della Pepsi-Cola (1960) e dell'American Republic Life Insurance Company (1965) o la sede della Connecticut General Life Insurance (1957), nei quali è evidente la sua attenzione agli spazi verdi e all'arte moderna (molti suoi edifici, infatti, sono ornati di quadri o statue).
Tra i vari progetti per istituzioni culturali vi sono l'amplamento della Albright-Knox Art Gallery di Buffalo (1962), dove vetrate scure giocano un forte contrasto con le bianche forme classiche dell'edificio, la Beinecke Rare Book and Manuscript Library presso l'Università di Yale (1963), dalle pareti di marmo lucente, la biblioteca del Lincoln Center (1965), vicino al Beaumont Theatre di Eero Saarinen e il museo Hirshhorn (1974), un imponente cilindro.
Ma la sua opera si sviluppa soprattutto in opere pubbliche e d'uso lavorativo: gli uffici dell’American Car Company a Greenwich, Connecticut (1967), la Marine Midland Bank a New York (1967), la manifattura Philip Morris a Richmond, Virginia (1974), dove miscela sapientemente spazi verdi in spazi lavorativi, l'Haj Terminal dell'aeroporto e la National Commercial Bank di Gedda (Arabia Saudita, rispettivamente 1981 e 1983).