domenica 9 febbraio 2025

Corso di storia dell'architettura: Bunshaft 1909

Bunshaft 1909
 








Gordon Bunshaft (Buffalo, 9 maggio 1909 – New York, 6 agosto 1990) è stato un architetto statunitense.
Seguace dell'architettura di Le Corbusier e di Mies van der Rohe, le traspose in ambito americano, interpretandole e diffondendole alla luce delle tecnologie dei nuovi materiali (vetro, acciaio e cemento armato). Esempi di tale stile sono la Lever House a Manhattan, New York (1951) e la sede della Manifacturers Trust Company (1954).
Bunshaft ha sempre prediletto la progettazione di edifici di piccole e medie dimensioni, come gli uffici della Pepsi-Cola (1960) e dell'American Republic Life Insurance Company (1965) o la sede della Connecticut General Life Insurance (1957), nei quali è evidente la sua attenzione agli spazi verdi e all'arte moderna (molti suoi edifici, infatti, sono ornati di quadri o statue).
Tra i vari progetti per istituzioni culturali vi sono l'amplamento della Albright-Knox Art Gallery di Buffalo (1962), dove vetrate scure giocano un forte contrasto con le bianche forme classiche dell'edificio, la Beinecke Rare Book and Manuscript Library presso l'Università di Yale (1963), dalle pareti di marmo lucente, la biblioteca del Lincoln Center (1965), vicino al Beaumont Theatre di Eero Saarinen e il museo Hirshhorn (1974), un imponente cilindro.
Ma la sua opera si sviluppa soprattutto in opere pubbliche e d'uso lavorativo: gli uffici dell’American Car Company a Greenwich, Connecticut (1967), la Marine Midland Bank a New York (1967), la manifattura Philip Morris a Richmond, Virginia (1974), dove miscela sapientemente spazi verdi in spazi lavorativi, l'Haj Terminal dell'aeroporto e la National Commercial Bank di Gedda (Arabia Saudita, rispettivamente 1981 e 1983).

sabato 8 febbraio 2025

Corso di storia dell'architettura: BBPR 1908

BBPR 1908




BBPR era la sigla che indicava il gruppo di architetti italiani costituito nel 1932 da Gian Luigi Banfi (1910 - 1945), Lodovico Barbiano di Belgiojoso (1909 - 2004), Enrico Peressutti (1908 - 1976), Ernesto Nathan Rogers (1909 - 1969). Laureatisi al Politecnico di Milano, i quattro progettisti nei loro lavori iniziali seguono i temi del razionalismo italiano degli anni trenta, anche se non fanno parte integrante del Movimento principale "Gruppo 7" e MIAR, collaborano per alcuni progetti con Figini e Pollini; questi canoni compositivi sono ben leggibili in un edificio esemplare come la colonia elioterapica di Legnano (1938), dove realizzano anche unità abitative popolari, il cosiddetto quartiere operaio Le Grazie (1940-1942). Si distinguono per vari piani urbanistici, Piano regolatore di Pavia (1932), Piano turistico dell'Isola d'Elba (1939), e soprattutto per il più importante e di ampio respiro il piano regolatore della Valle d'Aosta (1936-1937). In questo periodo partecipano attivamente alla polemica sorta tra razionalisti e tradizionalisti e in un primo tempo, al pari di altri, ritengono di poter sostenere lo scontro per la libertà di espressione e per il trionfo dell'architettura moderna all'interno del fascismo, ma dopo l'introduzione delle leggi razziali del 1938 che colpiscono anche un loro collaboratore, gli architetti del BBPR abbracciano i valori della Resistenza. Le vicissitudini della guerra portano Rogers a fuggire in Svizzera e Banfi a prender parte attiva alla Resistenza e a morire nel campo di sterminio di Gusen nel 1945. Anche Belgiojoso è deportato a Gusen, ma riesce a sopravvivere alla prigionia del campo e a far ritorno in Italia dopo la liberazione, da parte delle truppe alleate, del lager nazista. Questa forte presa e compromissione nella guerra dei componenti dello studio si manifesta nel lavoro dello studio, dopo la fine del conflitto, con un'opera emblematica come il monumento ai morti nei lager tedeschi a Milano nel Cimitero monumentale (1946) che fu anche uno dei primi progetti dello studio BBPR. Sospeso al centro della matrice di tubi bianchi una gavetta contiene terra dal campo di campo di sterminio di Gusen. I pannelli di marmo bianco e nero, parlano di martiro, persecuzione, giustizia e libertà. Intorno al monumento otto lapidi portano nomi di Milanesi morti nei lager. Intanto il loro razionalismo aveva risentito dei cambiamenti espressivi tipici dell'ultimo Le Corbusier ed il loro avvicinarsi alle tematiche del brutalismo letto da molti critici, accanto ad altre interpretazioni neoliberty, in quella che diversi considerano la loro opera maggiore, la Torre Velasca a Milano (1958).A Palermo sono gli autori dei palazzi della Banca commerciale italiana (oggi Intesa Sanpaolo) di via Mariano Stabile, del Giornale di Sicilia di via Lincoln (1969) e Amoroso di piazzetta Santo Spirito. A Palermo sempre, hanno progettato nel 1958 l'allestimento interno del negozio di ottica Randazzo, in via Ruggero Settimo. Nel 1987 il negozio è stato modificato dall'architetto Roberto Collovà e dopo l'ultima ristrutturazione avvenuta nel 2007 non è più rimasto niente del progetto dei BBPR.

venerdì 7 febbraio 2025

Corso di storia dell'architettuta: Niemeyer 1907

 Niemeyer 1907











Oscar Niemeyer, all'anagrafe Oscar Ribeiro de Almeida de Niemeyer Soares (Rio de Janeiro, 15 dicembre 1907 – Rio de Janeiro, 5 dicembre 2012), è stato un architetto brasiliano.
È stato uno dei più noti e importanti architetti a livello internazionale del XX secolo. Tra i pionieri nell'esplorazione delle possibilità costruttive ed espressive del cemento armato, collaborò per diversi anni con Le Corbusier.
Sebbene difensore dell'utilitarismo in architettura, le sue creazioni non hanno la blocky coldness frequentemente criticata dai critici postmoderni. I suoi edifici riflettono l'uso di forme dinamiche e curve così sensuali che molti ammiratori hanno visto in lui uno scultore di monumenti più che un architetto. A volte, alcuni critici hanno considerato questa sua cifra stilistica come un difetto.
Indice
Oscar Niemeyer nacque a Rio de Janeiro, nel quartiere di Laranjeiras, presso rua Passos Manuel, strada che in seguito sarebbe stata ridenominata in onore di suo nonno materno, il giurista Antônio Augusto Ribeiro de Almeida (nominato presidente del Tribunale supremo federale del Brasile dal 1896 al 1913 e procuratore generale della Repubblica dal 1898 al 1901), il 15 dicembre del 1907, figlio di Oscar de Niemeyer Soares, di remote origini tedesche da parte di madre, e di Delfina Ribeiro de Almeida. Trascorse la giovinezza come un tipico ragazzo carioca del suo tempo, bohémien e relativamente incosciente riguardo al proprio futuro. Concluse gli studi secondari all'età di 21 anni e, nello stesso anno, sposò Annita Baldo, figlia di immigrati italiani originari di Padova. Il matrimonio gli diede un senso di responsabilità: decise di lavorare e di iniziare gli studi universitari.
Cominciò a lavorare nella tipografia del padre e si iscrisse all'Escola de Belas Artes, dalla quale uscì laureato come ingegnere e architetto nel 1934. In quegli anni ebbe difficoltà finanziarie, ma decise ugualmente di lavorare gratuitamente nello studio di architettura di Lúcio Costa e Carlos Leão. Si sentiva insoddisfatto dell'architettura che vedeva nelle strade e credette di aver trovato in questo campo una possibilità di carriera.
Nel 1945, già architetto discretamente conosciuto, si imbatté nel Partito comunista brasiliano. Niemeyer era un ragazzo negli anni della Rivoluzione russa e, durante il periodo della seconda guerra mondiale, divenne un giovane idealista. Era un comunista entusiasta, posizione politica che più tardi nella vita gli sarebbe costata. Durante la dittatura militare brasiliana, infatti, il suo lavoro fu duramente criticato ed osteggiato ed egli stesso fu costretto all'esilio in Europa. Il ministro dell'aeronautica dell'epoca riportò il fatto dicendo che "il posto per un architetto comunista è Mosca". Visitò Cuba e l'Unione Sovietica, dove ebbe modo d'incontrare diversi leader socialisti, oltre a divenire amico personale di alcuni di loro. Fidel Castro una volta disse: "Niemeyer ed io siamo gli ultimi comunisti su questo pianeta".
Primi lavori
Nel 1936 Lúcio Costa fu designato dall'allora ministro dell'educazione Gustavo Capanema architetto dei nuovi quartieri generali per il ministero dell'educazione e della sanità pubblica a Rio de Janeiro. Nel 1939, Niemeyer assunse il comando del team di architetti (Lúcio Costa, Carlos Leão, Affonso Eduardo Reidy, Jorge Moreira, Ernani Vasconcellos, assieme a Le Corbusier agente come consulente nel 1936) responsabile per il ministero che assunse il compito di modellare il novo homem, Brasileiro e moderno (nuovo uomo, brasiliano e moderno).
Seguendo le richieste di Niemeyer, fu rinominato Palácio Gustavo Capanema nel 1985. Fu un convinto sostenitore dell'architettura dei grattacieli nel mondo, e a una scala più ampia di qualsiasi cosa Le Corbusier avesse costruito fino ad allora. Completato nel 1943, l'edificio che ospitava il regolatore e gestore della cultura e del patrimonio culturale brasiliano sviluppò tutti gli elementi dei quali si cominciava a parlare come movimento modernista brasiliano: utilizzò materiali e tecniche locali, come le piastrelle (azulejos) collegate alla tradizione portoghese; i rivoluzionati brise-soleil, resi regolabili, e collegati ai dispositivi ombreggianti dei mori dell'architettura coloniale; vivaci colori; i giardini tropicali di Roberto Burle Marx; la Palma Imperiale (Roystonea oleracea); ulteriori allusioni all'icona del panorama brasiliano; gli speciali lavori su commissione di artisti brasiliani.
Nel 1939 Niemeyer e Lúcio Costa disegnarono il padiglione brasiliano al New York World's Fair (in collaborazione con Paul Lester Wiener). Impressionato dall'esecuzione del padiglione il sindaco Fiorello La Guardia onorò Niemeyer con le chiavi della città di New York. Costa spiegò che il padiglione brasiliano adottava un linguaggio di grazia e eleganza, luminosità e fluidità spaziale, piani aperti, curve e muri liberi, nei quali il termine Ionic, contrasta con il rigido stile dell'architettura modernista, denominato "Doric". Dalla metà del ventesimo secolo, il movimento modernista brasiliano è stato riconosciuto come il primo stile nazionale nella moderna architettura (Reyner Banham). Il periodo dell'architettura internazionale che va dagli anni quaranta agli anni cinquanta dedicò centinaia di pagine ditirambiche alla terra scelta dalla più originale e audace architettura contemporanea, seguite da monografie su singoli architetti come Oscar Niemeyer e
Nel 1940 Niemeyer incontrò Juscelino Kubitschek de Oliveira, che era al tempo il sindaco di Belo Horizonte, capitale dello Stato del Minas Gerais. Lui e il governatore dello Stato Benedito Valadares volevano sviluppare un nuovo quartiere a nord della città chiamato Pampulha, e commissionarono a Niemeyer il disegno di una serie di edifici che si conosceranno in seguito come il "complesso Pampulha". Il primo monumento moderno in Brasile fu la chiesa di San Francesco d'Assisi di Niemeyer, a Pampulha, fatta parte dei canoni artistici nazionali nel 1943, un anno dopo il suo completamento. Il complesso includeva un casinò, una discoteca, e un ristorante, uno yacht club, un golf club, e 100 stanze d'hotel (non costruito), distribuiti attorno al lago artificiale. Un ritratto del sindaco fu costruito vicino al lago.
L'edificio fu completato nel 1943, e provocò alcune controversie. Ricevette l'acclamazione internazionale dopo l'esibizione del 1943 di edifici brasiliani, al Museo d'Arte Moderna di New York (MoMA). Le autorità conservatrici della chiesa di Minas Gerais rifiutarono di consacrare la chiesa fino al 1959, in parte per la sua forma non ortodossa, in parte per la pittura murale dell'altare, dipinta da Candido Portinari. Il murale dipingeva Cristo come il salvatore di matti, poveri ed eretici.
Pampulha, diceva Niemeyer, gli ha offerto "l'opportunità di combattere la monotonia dell'architettura contemporanea, l'ondata del mal interpretato funzionalismo ivi nascosto, e i dogmi di forma e funzione che emersero, contrastando la libertà plastica che il cemento armato introduceva. Era attratto dalle curve - le liberate, sensuali curve suggerite dalle possibilità di nuove tecnologie ancora spesso richiamate in venerabili vecchie chiese barocche […] Io sto deliberatamente ignorando la giusta angolazione dell'architettura razionalista disegnata con riga e squadra a favore dell'audace entrata in campo di curve e linee rette offerte dal cemento armato." Questa deliberata protesta partì dall'ambiente nel quale viveva, con le sue bianche spiagge, le sue imponenti montagne, le vecchie chiese barocche e le bellissime donne abbronzate.
Nel 1947, la visione mondiale di Niemeyer fu confermata, quando viaggiò verso gli Stati Uniti per far parte del team internazionale che avrebbe lavorato sul progetto del quartier generale delle Nazioni Unite a New York. Lo 'schema 32' di Niemeyer fu approvato dal comitato per il progetto The Board of Design, ma fu incalzato dalla pressione di Le Corbusier, e insieme proposero il progetto 23/32 (sviluppato con Bodiansky e Weissmann), che combinava elementi degli schemi di Niemeyer e Le Corbusier, ma era primariamente basata sullo schema di Niemeyer. Nonostante l'insistenza di Le Corbusier per rimanere coinvolto, il disegno concettuale per la sede (schema 23/32), approvato dal comitato, fu portato avanti dal direttore del piano, Wallace Harrison, e da Max Abramovitz, in una collaborazione successiva. Negli anni precedenti Niemeyer ricevette l'invito di insegnare alla Yale University; tuttavia, non gli fu concesso il visto d'ingresso. Nel 1950 un primo libro di suoi lavori fu pubblicato negli USA da Stamo Papadaki. Nel 1953, Niemeyer fu scelto per la posizione di rettore della Harvard Graduate School of Design, ma la sua appartenenza al partito comunista lo portò, per la seconda volta, a vedersi rifiutato il visto per l'entrata negli Stati Uniti.
In Brasile, ha progettato il Parco Ibirapuera, nella città di San Paolo, per la celebrazione del quattrocentesimo anniversario della città. Nel 1951, l'edificio di appartamenti Copan (1953-66), e il Palazzo JK a Belo Horizonte (1951). Nel 1952-53 costruì la propria casa a Rio de Janeiro, la (Casa das Canoas), indubbiamente il suo capolavoro domestico, e nel 1954-60 gli appartamenti di lusso Niemeyer a Belo Horizonte.
Nel 1954-55 Niemeyer progettò il Museo di arte moderna di Caracas (MAM Caracas). Come da suo desiderio, il progetto prese una nuova direzione, avvicinandosi a quello che sarebbero stati di lì a poco gli edifici di governo di Brasilia.
Fu nella sua Casa das Canoas che un euforico presidente Juscelino Kubitschek visitò Niemeyer in una mattina del settembre del 1956, poco dopo essere stato eletto presidente del Brasile. Mentre guidava tornando dalla città il politico parlò all'architetto dei suoi più audaci progetti: «Sto per fare costruire una nuova capitale del paese e voglio che lei mi aiuti […] Oscar, questa volta costruiremo la capitale del Brasile.»
Brasilia
Niemeyer organizzò una competizione per lo schema di progetto di Brasilia, la nuova capitale, e il vincitore del progetto fu il suo vecchio maestro e amico, Lúcio Costa. Niemeyer volle progettare gli edifici e Lucio la pianta della città.
Entro alcuni mesi, Niemeyer progettò un grande numero di edifici residenziali, commerciali e di governo. Tra loro c'era la residenza del presidente (Palácio da Alvorada), la casa dei deputati, il Congresso nazionale, la cattedrale (una struttura iperboloide), diversi ministeri, per non parlare degli edifici residenziali. Vista dall'alto la città può essere vista come elementi che ripetono se stessi in ogni edificio, che forma un'unità formale. La cattedrale di Brasilia è particolarmente bella, con diversi simbolismi moderni. La sua entrata è ampia e chiara, l'illuminazione dei corridoi contrasta con l'atrio, illuminato dalla luce naturale.
Dietro la costruzione di Brasilia c'è una monumentale campagna per costruire un'intera città nel desolato centro del paese, migliaia di chilometri da qualsiasi altra città maggiore. L'intuizione di Kubitschek era di stimolare l'industria nazionale, integrando aree del paese distanti, popolare regioni inospitali e portare il progresso a regioni ove only cattle ranching had a foothold (molti storici paragonano la costruzione di Brasilia alla colonizzazione americana del West). Niemeyer e Lúcio Costa usarono quest'intuizione per testare il nuovo concetto di piano pilota: strade senza transito (Niemeyer avrebbe detto che è irrispettoso verso l'uomo impiegare 20 minuti per spostarsi da una regione a un'altra). Gli edifici, sostenuti da colonne, avrebbero permesso di liberare lo spazio, permettendone la condivisione con la natura.
Il congresso nazionale brasiliano, a Brasilia
Il progetto era sorretto anche da un'ideologia socialista: a Brasilia tutti gli appartamenti sarebbero stati posseduti dal governo e affittati ai lavoratori. Brasilia non ha zone "migliori", cosicché i ministri e i comuni lavoratori devono condividere gli stessi edifici. In seguito, molti di questi concetti sono stati ignorati o cambiati da altri presidenti, portatori di visioni diverse. Brasilia fu progettata, costruita, e inaugurata entro 4 anni. Dopo di allora, Niemeyer fu nominato capo responsabile del collegio di architettura dell'Università di Brasilia. Nel 1963, divenne un membro onorario dell'American Institute of Architects negli Stati Uniti; lo stesso anno ricevette dall'Unione sovietica il Premio Lenin per la pace.
Nel 1964, fu invitato in Israele da Abba Hushi, sindaco di Haifa, per pianificare il campus dell'Università di Haifa. Al suo ritorno in Brasile trovò un paese completamente diverso. In marzo, il presidente João Goulart, succeduto a Jânio Quadros nel 1961, fu rimosso con un colpo di stato. Il generale Castelo Branco assunse il comando del paese, che sarebbe stato trasformato in una dittatura fino al 1985.
Esilio e progetti all'estero
La posizione di Niemeyer gli sarebbe costata molto durante il regime militare. Il suo studio fu oggetto di vandalismi, la sede della rivista che coordinava fu distrutta, i suoi progetti cominciarono misteriosamente a essere rifiutati e i clienti iniziarono a scomparire.
Nel 1965, duecento professori chiesero la sua riassegnazione all'Università di Brasilia, protestando contro il trattamento ricevuto dagli universitari dal governo. Nello stesso anno, viaggiò in Francia per una mostra al Museo del Louvre.
Negli anni seguenti, il suo lavoro fu ostacolato in Brasile, e Niemeyer si spostò a Parigi. Lì cominciò una nuova fase della sua vita e della sua carriera. Aprì uno studio sugli Champs-Élysées, clienti lo contattarono da diversi paesi, specie in Algeria dove, con altri, progettò l'Università di Costantina. A Parigi creò la sede del Partito Comunista Francese, la piazza dedicata al colonnello Fabien e, in Italia, la sede della casa editrice Arnoldo Mondadori Editore a Segrate (1968), la sede della Fata a Pianezza (1977-1979) e quella delle Cartiere Burgo a San Mauro Torinese (1977). A Funchal, nella Regione Autonoma di Madera, un hotel del XIX secolo fu rimosso per costruire un casinò progettato da Niemeyer. Altri lavori salienti sono la moschea di Penang a George Town, capitale dello Stato di Penang, Malaysia negli anni settanta.
Dagli anni 80 ai giorni nostri
La dittatura durò 21 anni, fino al 1985. Sotto le regole di João Figueiredo fu addolcita e gradualmente trasformata in una democrazia. Fu allora che Niemeyer decise di ritornare nel suo paese. Ha definito se stesso come un principiante dell'ultima fase della vita. Durante questo decennio costruì il Memoriale Juscelino Kubitschek (1980), il Pantheon (1985) e il Latin America Memorial (1987), quest'ultima una bellissima scultura raffigurante una mano di Gesù ferita, e la ferita modellata quasi a rappresentare l'America Centrale e il Sud America. Nel 1988 Oscar Niemeyer fu insignito del Premio Pritzker per l'architettura, assieme all'architetto americano Gordon Bunshaft.
Ha progettato almeno altri due edifici a Brasilia, il più piccolo, il Memoriale per le popolazioni indigene e la cattedrale militare Igreja de N.S. da Paz.
Nel 1996, all'età di 89 anni creò quello che molti considerano il suo miglior lavoro: il Museo d'arte contemporanea di Niterói (nell'omonima città, una città vicina a Rio de Janeiro). L'edificio poggia su di una roccia, offrendo una bellissima vista della Baia di Guanabara e della città di Rio de Janeiro. Critici del museo affermano che l'edificio è così esotico da porsi all'attenzione più delle opere d'arte che ospita all'interno.
Nel 2003, Niemeyer fu chiamato a progettare la Galleria Serpentine, padiglione estivo all'Hyde Park di Londra, una galleria che ogni anno invita famosi architetti che non hanno mai costruito nel Regno Unito, per progettare una struttura temporanea.
Il 10 dicembre 2004, un progetto di Niemeyer per la tomba del comunista Carlos Marighella, a Salvador de Bahia nel nord est del Brasile, fu inaugurata nella commemorazione del 35º anniversario della sua morte.
Nel 2005, uno dei suoi progetti intitolato "Estaçao, ciência, cultura e artes" fu approvato e costruito a João Pessoa, il punto più a est delle Americhe, a 34° 47' 38" longitudine ovest e 7° 9' 28" latitudine sud.
Il 15 dicembre del 2006, circa 50 anni dopo la sua costruzione, Brasilia ottiene un altro paio di edifici di Niemeyer, il museo nazionale e la biblioteca nazionale. L'inaugurazione coincise con il 99º anniversario della sua nascita. Entrambi gli edifici si trovano nell'"Esplanada dos Ministérios", e fanno parte del complesso culturale repubblicano, vicino alla Cattedrale.
Niemeyer a oltre 100 anni è ancora coinvolto in diversi progetti, principalmente sculture e riaggiustamenti di suoi vecchi lavori, che, protetti da regolamenti nazionali, e in alcuni casi internazionali, per la protezione del patrimonio storico, possono essere modificati solo dall'autore. I suoi ultimi progetti sono una statua raffigurante una tigre con la bocca aperta e un uomo in combattimento che solleva la bandiera cubana contro il blocco da parte degli Stati Uniti.
Il 15 dicembre 2007, in occasione del centesimo compleanno di Niemeyer, al Palazzo Reale di Napoli si è celebrato l'evento con una mostra ("Oscar Niemeyer. Architettura, città e paesaggio") sull'opera dell'architetto, con un'esposizione di fotografie scattate dall'artista brasiliano Salvino Campos.
Nel 2009 viene completata la costruzione dell'Auditorium di Ravello, a lui intitolato.
In Spagna gli è stato intitolato il Centro Culturale Internazionale Oscar Niemeyer, da lui stesso progettato e inaugurato nel 2011.
Il 20 novembre 2012 viene ricoverato all'ospedale samaritano di Rio de Janeiro, dove si spegne il 5 dicembre, appena dieci giorni prima del suo 105º compleanno.

Corso di storia dell'architettura: Montuori 1907

Montuori 1907







Eugenio Montuori (Pesaro, 16 luglio 1907 – Roma, 4 gennaio 1982) è stato un architetto italiano. Nato a Pesaro nel 1907, nel 1932 si laureò in Architettura all'Università di Roma e nel corso della sua attività professionale si ispirò ai principi del razionalismo italiano. Seguendo i dettami del razionalismo, ampliò il piano urbanistico di fondazione della città di Carbonia (redatto inizialmente da Cesare Valle e Ignazio Guidi nel 1937-38), nella zona geografica del Sulcis in Sardegna; questo secondo piano di urbanizzazione prevedeva che la città potesse essere in grado di ospitare 35.000 abitanti. Partecipò, inoltre, alla realizzazione delle città di Sabaudia e della sopracitata Carbonia, e della cittadina carbonifera di Pozzo Littorio d'Arsia, oggi Piedalbona, nell'Istria croata. Nel secondo dopoguerra fu tra i vincitori, insieme con Leo Calini e lo studio Vitellozzi, del concorso per il completamento della nuova stazione Termini la cui costruzione era stata interrotta nel 1943 per le vicende belliche e la caduta del regime fascista. Partecipò, nell'ambito del piano INA-Casa, ai progetti di edificazione a Roma delle case popolari di Valco San Paolo e di Torre Spaccata. Insieme con Giuseppe Nicolosi, realizzò, sempre a Torre Spaccata, la chiesa parrocchiale Santa Maria Regina Mundi. Collaborò con l'architetto Adalberto Libera a diversi progetti tra i quali il cinema Airone di Roma, con gli affreschi di Capogrossi. Progettò un edificio pescarese oggi sede del Museo d'arte moderna "Vittoria Colonna". Morì a Roma, a settantaquattro anni, nel 1982. 

giovedì 6 febbraio 2025

Corso di storia dell'architettura: Johnson 1906

 Johnson 1906


 







Philip Cortelyou Johnson (Cleveland, 8 luglio 1906 – New Canaan, 25 gennaio 2005) è stato un architetto statunitense, tra i più influenti del XX secolo, teorizzatore dell'International Style e del Decostruttivismo.
È stato eletto Accademico d'Onore dell'Accademia delle Arti del Disegno ed è stato il primo architetto a vincere il Premio Pritzker nel 1979.
Il primo approccio di Philip Johnson con l'architettura avviene nel 1928 durante un viaggio in Egitto, dove dimostra particolare interesse nei templi egizi del Cairo e a Menfi, ma è nel 1929 la figura di Alfred H. Barr Jr., docente di arte moderna presso il Wellesley College a sollecitare l'interesse di Johnson per l'architettura.
Barr, ingaggiato da Abby Aldrich Rockefeller, come direttore del Museum of Modern Art di New York, spinge Philip Johnson ad iscriversi presso la Junior Advisory Commitee del museo, dove incontra Henry Russel Hitchcock, giovane e brillante storico laureatosi all'Università di Harvard nel 1927.
Come sostiene Alba Cappellieri nel suo testo Dall'International Style al Decostruttivismo (ed. CLEAN 1996) la prima monografia dedicata all'architetto americano in italiano, Harvard rappresenta “l'anello di congiunzione” tra Hitchcock e Johnson; i due, dopo la laurea di Johnson nel 1930 in filosofia si incontrano a Parigi per intraprendere un viaggio in Europa, dove nasce il progetto dell'International Style.
Muore nel 2005 a 99 anni nella villa di New Canaan in cui aveva vissuto per 45 anni insieme al compagno David Whitney, deceduto solo sei mesi prima. I due avevano trasformato l'edificio in una galleria d'arte a cielo aperto.
L'International Style
A partire da un progetto di un libro e poi con una mostra, Hitchcock e Johnson intendono proporre in America i nuovi fermenti architettonici che divulgavano in Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Svezia, Danimarca, Svizzera e i loro principali artefici quali: Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe, Jacobus Johannes Pieter Oud, Walter Gropius, Otto Haesler, Sigfried Giedion. La mostra dal titolo “Modern Architecture-International Exhibition” inaugurata al MoMA di New York il 9 febbraio 1932 sotto la direzione di Philip Johnson è volta a illustrare i criteri che accomunano gli architetti in fase progettuale, come la regolarità, l'enfasi sul volume e l'eleganza intrinseca del materiale. Questi principi ben si delineano nel libro di Hitchcock e Johnson “The International Style-Architecture since 1922”, pubblicato nel 1932 e che si rifà per certo ai canoni architettonici di Le Corbusier degli anni '20 nel suo libro “Verso una Architettura” (ed. Longanesi&C. Milano2004). La mostra composta da 66 opere realizzate tra il 1922 e il 1931 in 15 paesi, è il trionfo del Movimento Moderno e Barr, Hitchcock e Johnson vogliono dimostrare l'esistenza di uno stile, un denominatore comune, la cui omogeneità funge da scudo contro la mescolanza stilistica imponente nell'America degli anni ‘30.
Nel 1940 Johnson frequenta la Facoltà di Architettura di Harvard sotto la guida di Walter Gropius, e proprio a causa dell'eccessiva posizione funzionalistica del grande maestro, Johnson inizia a negare le basi dell'Existenz-Minimum, esprimendo il suo vero credo nella realizzazione della sua prima opera, la Johnson House a Cambridge, nel 1942, chiaro omaggio al maestro tedesco Mies Van Der Rohe, da cui copia l'esempio tipo della casa-corte del 1938. È nel 1949 che però Johnson realizza il suo più raffinato esperimento estetico: la Glass House a New Canaan; in questo progetto, si impose la chiarezza, l'autorità e la purezza del vetro come carica avanguardistica applicata tempo prima da Bruno Taut e Mies van der Rohe.
Eclettismo funzionale
Con lo scioglimento del CIAM nel 1959, Johnson è spinto a ricercare nella storia una nuova forma architettonica per poter ripetere “l'antico nel nuovo” in modo da poter attingere esempi arcaici in strutture moderne. Come si autodefinisce Johnson durante una lezione tenuta a Yale nel 1958 «”…io sono prima un classicista strutturale e poi un eclettico funzionale…”»: è un classicista in quanto ha bisogno di un programma stabilito da un cliente per il progetto, mentre è un eclettico perché è libero di vagabondare su e giù per la storia attingendo a forme preferite.
Secondo Peter Eisenman l'eclettismo invalida il rigore etico del funzionalismo legittimando le incursioni nella società iconologica della storia. Di questo periodo ne sono tipici esempi le realizzazioni del Pavillon a New Canaan nel Connecticut del 1962 e la Roofless Church a New Harmony nell'Indiana nel 1960.
Il Postmoderno
La cattedrale del Cristo, nota con il nome di "cattedrale di cristallo" quando era una chiesa protestante, a Garden Grove, California.
Nella fase post-moderna di Johnson si nota che la struttura prende la forma della scultura e la funzione incomincia a seguire una forma. Secondo Charles Jencks, nel suo libro “Il Linguaggio dell'Architettura Postmoderna” (Londra 1978), il post-moderno si può identificare in ogni edificio con divertenti ghiribizzi o immagini voluttuose, senza comunicare coerentemente perché sono codificati esclusivamente a livello estetico, quindi il termine Post-Modern va applicato solo a quei progettisti che concepiscono l'architettura come linguaggio. Ne è un chiaro esempio l'AT&T Building (oggi Sony Center) realizzato con John Burgee tra il 1978 e il 1984, un grattacielo formato da uno scheletro in acciaio e vetro, imprigionato in una scatola di granito, ricco di riferimenti storici come Serlio e Brunelleschi per il portale, Hood per la facciata. È proprio il modello in scala di questo grattacielo, tra le mani di Johnson, sulla copertina del TIME dell'8 gennaio 1979 a sembrare quasi una enorme clessidra che sembra identificare il clima spazio-temporale che si stava vivendo particolare negli States, o meglio a New York, sede dell'economia mondiale. Con questa copertina per citare Giovanni Damiani nel suo testo “Continuità” (Bernard Tschumi-Skira/Rizzoli2003), «”… è Johnson a definire qual è lo stile scelto dal grande capitale per rappresentare se stesso dopo il cambio di strategie economiche post-Vietnam…”». L'edificio dell'AT&T è uno strumento pubblicitario per pubblicizzare il contenuto e il contenitore edilizio o meglio come dice Robert Venturi nel suo libro “Learning from Las Vegas” del 1968 è un “Mass-Medium”.
Decostruttivismo
Nel 1967 il filosofo algerino/francese Jacques Derrida pubblica un libro “De La Gramatologie”, nel quale affronta il tema della decostruzione dal profilo filosofico. La parola “Decostruzionismo” è presente nella forma letteraria, mentre il “Decostruttivismo” è presente nei criteri architettonici. Nel 1988 Johnson inaugura al MoMA una mostra dal titolo “Deconstructivist Architecture” assieme a Mark Wigley, incentrata sull'emergenza di trovare una nuova sensibilità architettonica attraverso 10 progetti eseguiti da Frank O. Gehry a Los Angeles, Daniel Libeskind a Milano, Rem Koolhass a Rotterdam, Peter Eisenman a New York, Zaha Hadid a Londra, Bernard Tschumi a New York e Prix+Swiczinky dei Coop Himmelblau a Vienna e le opere presentano un denominatore comune rappresentato dall'uso di piani inclinati, deviazioni angolari, e sovrapposizioni volumetriche volte tutte ad una nuova poetica dai confini internazionali e dal lessico unitario.
Benché dai singoli architetti il termine decostruttivismo non venga completamente accettato, la mostra darà inizio ad un uso massiccio di questa parola che deriva da Johnson stesso, realizzando in questo “stile” diverse opere.
Opere
    Philip Johnson House, Cambridge, Massachusetts, 1943.
    Johnson House, "The Glass House", New Caanan, Connecticut, 1949.
    John de Menil House, Houston, Texas, 1950.
    Mrs. John D. Rockefeller III Guest House, New York, 1950.
    Hodgson House, at New Canaan, Connecticut, 1951. (con Landis Gores)
    Oneto House, Irvington, New York, 1951. (con Landis Gores)
    Reattore Nucleare a Rehovot, Israele, 1960.
    Amon Carter Museum of Western Art, Fort Worth, Texas, 1961.
    Museum for Pre-Columbian Art, Dumbarton Oaks, Washington, D.C., 1963.
    Kline Geology Laboratory, Yale University, New Haven, Connecticut, 1965. (con Richard Foster)
    New York State Theater, Lincoln Center, New York, New York, 1964. (con Richard Foster)
    Epidemiology and Public Healh Building, Yale University, New Haven, Connecticut, 1965.
    Kline Science Center, Yale University, New Haven, Connecticut, 1965. (con Richard Foster)
    Henry L. Moses Institute, Montefiore Hospital, Bronx, New York, 1965.
    Bielefeld Art Gallery, Bielefeld, Germania, 1968.
    John F. Kennedy Memorial, Dallas, Texas, 1970.
    Philip Johnson Sculpture Gallery, New Canaan, Connecticut, 1970.
    Albert and Vera List Art Building, Brown University, Providence, Rhode Island, 1972.
    Tisch Hall, New York University, New York, New York, 1972. (con Richard Foster)
    Andre and Bella Meyer Hall of Physics (facciata), New York University, New York, 1972. (con Richard Foster)
    Pennzoil Place, Houston, Texas, 1976. (Johnson-Burgee)
    Garden Grove Church (the Crystal Cathedral), Garden Grove, Los Angeles, California, 1978. (Johnson-Burgee)
    AT&T Building (ora Sony Center), New York, New York, 1984. (Johnson-Burgee)
    Museum of Television and Radio, West 52nd Street, New York, New York.
    1 Central Park West, New York, New York. (con Alan Richie)

Corso di storia dell'architettura: Moretti 1906

Moretti 1906
















Luigi Walter Moretti (Roma, 22 novembre 1906 – Capraia Isola, 14 luglio 1973) è stato un architetto italiano tra i più rilevanti del XX secolo. Fu molto attivo anche come studioso e critico d'arte. Nato nel 1906 a Roma in via Napoleone III, sul colle dell'Esquilino, nello stesso appartamento in cui visse quasi tutta la sua vita, Luigi Moretti era figlio naturale dell'architetto Luigi Rolland, le cui opere più importanti sono il Teatro Adriano e il palazzo della Cassa di Risparmio delle Poste in Piazza Dante. Sua madre, Maria Giuseppina Moretti della quale porta il cognome, era originaria di Gallo, piccola frazione del comune di Tagliacozzo in provincia dell'Aquila. Frequentò dapprima la scuola tecnica, poi il liceo classico e, dal 1925 al 1930, la Regia Scuola di Architettura di Roma. Si laureò nel 1930, con il massimo dei voti, con un progetto per un collegio di alta educazione classica in località Villa dei Papi, presso Grottaferrata, con il quale vinse il premio intitolato a Giuseppe Valadier per la miglior tesi di laurea dell'istituto. Tra il 1931 e il 1934 svolse l'attività di assistente alla cattedra di Storia e stili dell'architettura retta da Vincenzo Fasolo (autore del progetto del Liceo romano Mamiani e del ponte Duca d'Aosta) e alla cattedra di Gustavo Giovannoni di Restauro dei monumenti.[1] Nel 1931 fu vincitore della borsa di studio triennale per gli studi romani, istituita dal Governatorato di Roma e dalla Regia Scuola di Architettura: grazie a questo finanziamento poté collaborare con Corrado Ricci nella sistemazione dei settori orientale e settentrionale dei Mercati traianei. Nel 1932 Moretti abbandonò la carriera accademica e iniziò a partecipare a una serie di concorsi per progettazioni edilizie e urbanistiche, ottenendo il secondo premio per i piani regolatori, di Verona, Perugia e Faenza e per le case popolari di Napoli. Nel 1933 partecipò con Paniconi, Pediconi e Tufaroli alla V Triennale di Milano presentando un progetto per una casa per un uomo di studio. Nello stesso anno fu presentato a Renato Ricci, presidente dell'Opera nazionale balilla (poi Gioventù italiana del littorio), che l'anno seguente lo nominò direttore dell'ufficio tecnico dell'ONB al posto di Enrico Del Debbio che aveva lasciato di sua volontà l'ONB. Per l'ONB, e in seguito per la GIL, Moretti progettò tra l'altro, nello stesso anno, le case della gioventù di Piacenza (ora sede del Liceo Scientifico Respighi) e di Trastevere,[3] nel 1934 quella di Trecate, nel 1935 quella femminile di Piacenza e nel 1937 quelle di Urbino e Tivoli.[1] Nel 1936 viene incaricato di redigere il Piano regolatore del Foro Mussolini, precedentemente affidato all'architetto Enrico Del Debbio,[1] progettando, senza tuttavia mai realizzarlo, un piano espansivo. Nella stessa area realizzò la Casa Balilla sperimentale, poi Accademia di scherma al Foro italico anche nota come Casa delle Armi, la Palestra del Duce, posta al primo piano dell'edificio della piscina coperta, e la Cella Commemorativa del 1940. Nel 1934 partecipò al concorso nazionale per il Palazzo del Littorio - con un progetto duramente contestato dalla rivista Casabella e dalla cultura architettonica progressista italiana in generale - e per la Mostra della rivoluzione fascista: fu prescelto per la gara di II grado, ottenendo una menzione speciale. La capacità di coniugare nelle sue opere tradizione e modernità sollecitarono espliciti riconoscimenti. Nell'intervista concessa a ventinove anni a Luigi Diemoz, pubblicata su «Quadrivio» (dicembre 1936), anticipò alcuni concetti relativi all'architettura che sviluppò nel corso della sua attività. Nel 1937 realizzò la sistemazione architettonica del Piazzale dell'Impero che nel disegno urbanistico era già stato tracciato nei piani di Del Debbio. Le opere di Moretti furono pubblicate dalla rivista di critica Architettura con grande risalto e approfondimento. A Roma intanto era stato avviato il grande progetto relativo alla Esposizione universale prevista per il 1942, intervento urbanistico denominato E42: Moretti nel 1938 vinse - ex aequo con il gruppo Muratori, Fariello e Quaroni - il concorso per la piazza Imperiale (l'odierno piazzale Guglielmo Marconi) e nell'ambito del progetto finale, si occupò in particolare del Gran Teatro, la cui realizzazione venne interrotta a causa dell'entrata in guerra dell'Italia. Il grande edificio fronteggiante la piazza non fu mai realizzato, ma nel dopoguerra le strutture già eseguite furono utilizzate per il "grattacielo Italia" di Luigi Mattioni. Moretti ricoprì, in quel periodo, incarichi privati, grazie soprattutto alle sue amicizie con esponenti del Fascismo e giornalisti. Tra questi, il restauro della torre di Porta San Sebastiano e la sua sistemazione ad abitazione per Ettore Muti (1940). Nel 1941 si dedicò al restauro della chiesa parrocchiale di Gallo, paese d'origine della madre. Durante i lavori, ospitato dagli zii materni, con i quali sino alla loro morte intrattenne sempre ottimi rapporti, si soffermò spesso nel piccolo paese. Nel periodo tra il 1942 e il 1945 Moretti scomparve dalla scena pubblica nazionale per riapparire nel 1945 quando, arrestato per le sue collaborazioni con il fascismo, fu brevemente rinchiuso nel carcere di San Vittore. Nel novembre del 1945 fondò con il conte Adolfo Fossataro, conosciuto in carcere, la Cofimprese, società che svolse un ruolo non marginale nella gestione delle operazioni della ricostruzione post-bellica a Milano. La Cofimprese previde la costruzione di venti case-albergo nel capoluogo lombardo, solo tre delle furono poi effettivamente costruite, che diverranno un classico di questa nuova tipologia edilizia,[1] un complesso edilizio per uffici e abitazioni in corso Italia e a Roma, tra il 1947 e il 1951, un edificio residenziale per la cooperativa Astrea e la palazzina del Girasole. Dopo queste prime realizzazioni la Cofimprese si sciolse nel 1950. La palazzina "Il Girasole" costruita a viale Bruno Buozzi a Roma nel 1950 è uno dei progetti più noti del periodo, ed è considerata un esempio precoce di architettura postmoderna. L'edificio è citato anche nel saggio di Robert Venturi Complessità e contraddizioni nell'architettura come esempio di architettura ambigua, in bilico tra tradizione ed innovazione. Del 1954 è il primo schizzo per la Villa La Saracena di Santa Marinella per l'ex direttore del quotidiano romano Il Messaggero Francesco Malgeri, nella quale includerà una cancellata di Claire Falkenstein, e sculture di Pietro De Laurentiis. Dal 1950 Moretti riprese una fervida attività non solo nel campo dell'architettura ma anche come studioso e critico d'arte. Nel 1950 fondò la rivista Spazio, Rassegna delle Arti e dell'Architettura (pubblicata fino al 1953), volta alla ricerca di un collegamento fra le diverse forme d'arte (dall'architettura alla scultura, dalla pittura al cinema e al teatro): non a caso il numero uno si apriva con un saggio intitolato Eclettismo e unità di linguaggio. La rivista era gestita e redatta quasi totalmente dall'architetto romano, che fece confluire in essa i risultati della sua attività di ricerca e di studio, pubblicando su di essa saggi fondamentali quali Forme astratte nella scultura barocca, Discontinuità dello spazio in Caravaggio e Strutture e sequenze di spazi. Moretti ne fu per l'intero ciclo editoriale direttore e redattore. La rivista, stampata a Milano in un primo momento dalla tipografia E. Barigazzi, quindi dalla tipografia Lucini, ebbe una certa continuità dal 1950 al 1953, periodo in cui uscirono i sette numeri che resero celebre la testata tra gli addetti ai lavori. Nei decenni successivi Moretti fece uscire la rivista in maniera sporadica. In un numero del 1957 pubblicò il suo saggio Forma come struttura; nel gennaio febbraio 1959 uscì un numero contenente articoli di Fernand Léger, Alberto Gatti, Giampiero Giani e un'Antologia di Spazio dedicata allo scultore Pietro De Laurentiis, articolo che venne poi estratto e pubblicato - sempre a cura delle edizioni Spazio - come catalogo di una mostra tenutasi quello stesso anno. Nell'aprile del 1963 pubblicò il saggio Strutture di insiemi e, nel 1964, il saggio Significato attuale della dizione architettura. È del luglio del 1968 un numero in cui compare il saggio Capogrossi, dedicato al celebre pittore romano. Era il 1954 quando Moretti, con Michel Tapié, decise di fondare la galleria d'arte, anch'essa denominata Spazio, nella sua città, Roma, cui si affiancarono successivamente altri luoghi espositivi che alimentarono il dibattito sull'arte informale tra la Capitale e Torino. Il suo interesse verso l'arte si palesò inoltre dalla tendenza al collezionismo d'opere, soprattutto del Seicento e dell'antichità. L'attività dell'architetto dalla metà degli anni cinquanta fu ricca e diversificata: Moretti ricevette incarichi da parte di privati, amministrazioni pubbliche ed enti di rilevanza nazionale. Redasse i progetti per il Nuovo piano di coordinamento dei parchi urbani e rappresentò il Ministero dei lavori pubblici nel comitato di elaborazione del Piano intercomunale di Roma. Nel 1957 divenne consulente esterno della SGI (Società Generale Immobiliare) per la quale progettò, tra l'altro, gli edifici alla testata dell'Eur. Nello stesso anno collaborò con il Comune di Roma e con il ministero dei Lavori Pubblici, elaborando i progetti per il piano intercomunale di Roma (mai approvato) e per il Parco Archeologico, dai quali nacque la polemica con Bruno Zevi e con l'Espresso sulla "devastazione dell'Appia". Sempre nel 1957 fondò l'Istituto per la Ricerca Matematica e Operativa applicata all'Urbanistica (IRMOU) con il fine dichiarato di portare avanti gli studi sulla cosiddetta "architettura parametrica", dottrina che si rifaceva all'applicazione di teorie matematiche nella progettazione urbanistica. Rapportare la progettazione dell'ambiente costruito all'analisi matematica, evidenzia le radici funzionaliste di Moretti che studiò nuove relazioni dimensionali dello spazio architettonico e urbanistico, come Le Corbusier aveva studiato il modulor e la sezione aurea. Questi studi furono presentanti nel 1960, con vasta eco di stampa, alla XIII Triennale di Milano. Come presidente dell'Istituto, fu chiamato a far parte di numerose commissioni e intervenne a congressi e dibattiti su temi urbanistici. Nel 1958 passò poi a progettare importanti quartieri residenziali, tra cui il CEP di Livorno; inoltre in quell'anno partecipò alla realizzazione del progetto del Villaggio Olimpico pensato per la XVII Olimpiade in programma a Roma nel 1960. Proprio per la progettazione del villaggio nel 1961 ottenne il Premio IN/ARCH 1961 per la miglior realizzazione nella regione Lazio. Sulla medesima direttrice urbanistico-progettuale è il centro risidenziale denominato "Quartiere INCIS Decima" a Roma, parzialmente realizzato tra il 1960 e il 1966 per conto dell'INCIS. In questo periodo Moretti ebbe un'influenza rilevante sui lavori del piano regolatore di Roma, che sarà adottato dal Consiglio comunale il 18 dicembre 1962. Moretti ricevette, dalla metà degli anni cinquanta, significativi riconoscimenti: nel 1957 il premio nazionale di architettura Giovanni Gronchi, istituito dall'Accademia nazionale di San Luca; nel 1963 vinse di nuovo il Premio IN/ARCH per la miglior realizzazione nella regione Lazio con lo studio di progettazione di due edifici gemelli all'EUR (le sedi della Esso e della Società Generale Immobiliare). Nel 1964 gli fu conferita dall'allora Presidente della Repubblica Antonio Segni la Medaglia ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte; nello stesso anno ricevette il premio conferito dall'Istituto di architettura di Saint Louis, fu nominato membro onorario dell'American Institute of Architects e fu eletto accademico dell'Accademia nazionale di San Luca. Per la Società generale immobiliare nel 1960 iniziò a lavorare al progetto per la Stock Exchange Tower di Montréal e per il complesso residenziale Watergate di Washington (lo stesso che diede il nome allo scandalo politico omonimo). Le due opere contribuirono ad affermare la fama dell'architetto nel panorama internazionale. Tra le opere progettate nel corso degli anni sessanta a Roma la palazzina San Maurizio a Monte Mario, i due edifici gemelli all'EUR, sedi della ESSO e della Società generale immobiliare, per i quali vinse il premio regionale IN/ARCH 1966. Dal 1965, intrapreso un fecondo rapporto di consulenza con il gruppo Le Condotte (successivamente confluito nell'Italstat), curò la progettazione e la realizzazione della nuova sistemazione delle Terme Bonifacio VIII a Fiuggi, della Metropolitana di Roma nel tronco dalla stazione Termini a via Ottaviano in quartiere Prati, inaugurato nel 1980. Nell'ambito dei lavori per la metropolitana di Roma, progettò l'attuale ponte Pietro Nenni (con l'ingegnere Silvano Zorzi), aperto al transito automobilistico nel 1972. Un'altra opera considerevole di Moretti fu il parcheggio sotterraneo da duemila posti sotto Villa Borghese, inaugurato nel 1973. Luigi Moretti, nonostante gli importanti impegni nel campo della progettazione, non abbandonò gli altri suoi numerosi interessi. Partecipò al convegno internazionale di studi michelangioleschi (1964) con il saggio Le strutture ideali dell'architettura di Michelangelo e dei barocchi e produsse con Charles Conrad un film sulla vita di Michelangelo Buonarroti che ricevette il premio Film d'Arte alla Biennale di Venezia.[1][6] Nel 1967 svolse una conferenza all'Accademia nazionale di San Luca su Le serie di strutture generalizzate di Borromini. Nel 1967 ricevette il Prix d'Excellence Design Canada e nel 1968 il premio Antonio Feltrinelli dell'Accademia nazionale dei Lincei. Nel 1968 l'editore De Luca pubblicò 50 immagini di architetture di Luigi Moretti, con la prefazione di Giuseppe Ungaretti. Nello stesso anno ottenne l'incarico di progettare un santuario a Tagbha, sul Lago di Tiberiade. Il progetto venne approvato dalla Santa Sede ma i lavori non furono iniziati a causa della delicata situazione tra israeliani e palestinesi che ben presto sfociò in eventi bellici. In quell'anno Moretti si sposò con Maria Teresa Albani. L'anno seguente, nel 1969 trovò un fertile mercato di lavoro nei Paesi arabi, soprattutto in Kuwait, dove progettò la sede dell'Engineer Club e le Beduin Houses, e in Algeria (Hotel El Aurassi e il complesso Club des Pins, oltre a una serie di scuole e di quartieri residenziali; una serie di progetti che furono portati a termine dai suoi collaboratori di studio, gli architetti Giovanni Quadarella e Lucio Causa e l'ingegnere Pierluigi Borlenghi). Nel 1971 progettò le nuove costruzioni, relative ai progetti di edificazione della Generale Immobiliare all'estero, tra i quali il centro residenziale sul Potomac ad Alexandria negli Stati Uniti d'America e il centro residenziale a Roquencourt (Parigi); a Montreal, progettò infine, l'affiancamento alla sua precedente realizzazione del 1961, la Torre della Borsa (Stock Exchange Tower), di un nuovo grattacielo. Nello stesso anno espose i suoi lavori in una mostra monografica a Madrid. Morì nel 1973, 14 luglio,a causa di collasso cardiaco, a bordo dell'imbarcazione a vela KIWI nell'isola di Capraia mentre era in vacanza con la famiglia.