lunedì 2 gennaio 2023

Corso di Storia dell'arte: Lezione 3 MESOPOTAMIA








Con arte mesopotamica si considera l'arte sviluppatasi in Mesopotamia a partire dal IV millennio a.C. al I millennio a.C. La Mesopotamia fa parte della mezzaluna fertile, cioè il territorio che comprende l'attuale Siria, Libano, Israele, Giordania, Iraq, Iran, Afghanistan ed Egitto. Quest'area ha visto la nascita delle più antiche civiltà organizzate, con importanti scambi commerciali e influenze culturali reciproche. L'arte mesopotamica si sviluppa a confronto di altre, specialmente a nord.

Caratteristiche e periodi artistici
La Mesopotamia, a differenza dell'Egitto che ha mantenuto per millenni una certa continuità etnica e culturale, ha visto susseguirsi numerosi popoli e invasioni, con la conseguente sovrapposizione di culture e forme artistiche. Fra le popolazioni mesopotamiche ricordiamo i Sumeri, gli Accadi, gli Amorrei, i Caldei, i Babilonesi e gli Assiri. Una delle rivoluzioni che consentirono lo sviluppo della civiltà fu l'introduzione dell'agricoltura irrigua, che permise da una parte un cospicuo progresso nella resa agricola e dall'altra la nascita di un considerevole numero di persone non più strettamente legate al lavoro della terra, e quindi liberi di svolgere nuove mansioni nella società: scribi, sacerdoti, mercanti, artigiani ed artisti. In Mesopotamia fu ideato il carro con ruote e la ruota da vasaio nel 3500 a.C. e venne dato l'impulso ad attività voluttuarie o comunque non vincolate solo ai bisogni primari.[1]Nonostante questo, la figura dell'artista era messa in secondo piano, infatti veniva considerato alla stregua di un calzolaio, ed era considerato un semplice esecutore di ordini dei potenti; l'arte infatti rifletteva i gusti e la volontà del sovrano. I materiali utilizzati nell'arte mesopotamica sono: l'argilla per il vasellame, per i mattoni e per le tavolette utilizzate per la scrittura; la pietra per la scultura e i rilievi; mentre per le opere più elaborate si preferì l'argento, il bronzo, il rame e l'oro. L'arte mesopotamica è suddivisa in periodi storici: "periodo protostorico" e "periodo protodinastico" dal 3500 a.C. al 2350 a.C., "periodo accadico" (fino al 2200 a.C.), "periodo sumerico" (dal 2150 al 2120 a.C.), nel quale il palazzo divenne più importante del tempio, le scene mitologiche iniziarono ad essere inserite nei sigilli, e ci fu una maggiore attenzione nella raffigurazione dell'anatomia umana. In seguito si distinsero un secondo "periodo sumerico" (dal 2120 al 2004 a.C.), caratterizzato dalle ziggurat, il "periodo babilonese" nobilitato dal codice di Hammurabi (1700 a.C.) ed il "periodo assiro". L'arte mesopotamica si chiude con un "periodo neo-babilonese" reso celebre dalla Torre di Babele.









ARTE SUMERA
L'arte sumera si divide in vari periodi: Periodo Protostorico (3500 a.C. - 2900 a.C.), Periodo Protodinastico (2900 - 2350 a.C.), Periodo Akkadico (2350 - 2200 a.C.), Periodo della II Dinastia di Lagash (2150 - 2120 a.C.), Periodo Neosumerico (2120 - 2004 a.C.). L'arte fiorì in città quali Ur, Lagash e Uruk. L'invenzione della scrittura sia a fini comunicativi sia a fini commerciali attesta il grado di sviluppo della civiltà sumerica. Il tempio sumero era chiamato Ziqqurat L'arte sumera, propria cioè del popolo dei Sumeri e sviluppatasi nella Mesopotamia tra i fiumi Tigri ed Eufrate, si può suddividere in vari periodi: Periodo Protostorico (3500 a.C.-2900 a.C.), Periodo Protodinastico (2900-2350 a.C.), Periodo Accadico (2350-2200 a.C.), Periodo della II Dinastia di Lagash (2150-2120 a.C.), Periodo Neosumerico (2120-2004 a.C.).

Periodo protostorico
Intorno al 3500 a.C. si sviluppano in Mesopotamia i primi veri centri abitati e prende inizio la fase denominata "Rivoluzione Urbana". L'arte, influenzata dalle trasformazioni introdotte con la produzione agricola, privilegia temi legati ai cicli della natura e alle divinità della fertilità, della nascita e della protezione della vita.
Statuaria
A causa delle innumerevoli sovrapposizioni urbanistiche dei secoli successivi le testimonianze della statuaria protostorica sono scarse, ma lasciano intuire la preferenza verso uno stile di tipo naturalistico, per lo più privo di caratterizzazioni individuali dei soggetti rappresentati. Le figure umane vengono solitamente rappresentate in posa ieratica, con grandi occhi privi di espressione che evocano spiritualità e trascendenza. Il significato di questi soggetti è legato al pensiero umano e alla spiritualità; in ciò si può intuire la volontà di rappresentare il rapporto devozionale e il rispetto esistente tra l'uomo e le divinità.
Rilievo
Il rilievo protostorico possiede una funzione religiosa e celebrativa, il cui significato è quasi sempre legato all'ordine sociale e divino. La figura umana diviene un mezzo per celebrare il ruolo istituzionale del personaggio raffigurato e diviene un'espressione dell'ideologia politica e religiosa della comunità. Nel rilievo compare la figura del capo della comunità che combatte contro alcuni animali, soprattutto leoni e tori, che ideologicamente rappresentano la comunità che esercita il suo potere e il suo dominio sul mondo naturale e che reca equilibrio nel rapporto con il mondo divino. Altri temi rappresentati sono i temi legati al mondo agricolo e pastorale.
Glittica
La glittica si sviluppa soprattutto per quanto riguarda la produzione di numerosi sigilli cilindrici. I sigilli erano degli strumenti utilizzati nella gestione economica e dovevano garantire un controllo di tutte l'entrate e le uscite. L'oggetto cilindrico veniva fatto rotolare su una tavoletta d'argilla che ne conservava l'impronta. Il sigillo era quasi sempre decorato con scene araldiche, mitologiche, teorie di animali e cerimonie presso santuari. Tali decori servivano come riconoscimento immediato del proprietario del sigillo. Con i primi anni del III millennio a.C. i decori divengono schematici con raffigurazioni di teorie animali.

Periodo Protodinastico
Tra il 2900 a.C. e il 2350 a.C. si assiste ad una progressiva omogeneità culturale, nonostante un fortissimo policentrismo. La nascita dei centri abitati e le migliorie apportate nella vita quotidiana delle comunità, portano ad un sostanziale aumento demografico. Le nuove forme dello stato si organizzano intorno al palazzo del sovrano, che diventa il fulcro delle città-Stato. Il tempio dedicato agli dei locali mantiene il primato ideologico. In questo periodo l'arte diviene propaganda per legittimare i sovrani e il loro governo. Per la prima volta il diritto a regnare viene giustificato da discendenza divina e donata dagli dei al sovrano.A questo periodo risalgono le prime testimonianze sulle guerre avvenute tra città-stato; testimonianza di questi scontri è il famosissimo Stendardo di Ur (2500 a.C. circa), conservato al British Museum di Londra.
Statuaria
La scultura si sviluppa sulla forma geometrica del cilindro, permettendo l'eliminazione delle spigolosità e l'arrotondamento della figura. I soggetti maggiormente raffigurati sono dei fedeli adoranti la divinità chiamati "oranti". Le figure presentano un forte schematismo che si allontana da ogni aspetto realistico; questo perché l'obbiettivo è la creazione di una sorta di tramite con la divinità, che permetta alla scultura di comunicare con il dio.
Rilievo
La tecnica del rilievo si esprime nella realizzazione di placche votive, ovvero lastre in pietra delle dimensioni di 20–30 cm. Il tema trattato è il banchetto cerimoniale a seguito di una ricorrenza religiosa. In origine le placche venivano affisse sulle pareti dei templi tramite un chiodo che veniva inserito nel foro centrale della tavoletta in pietra. La decorazione delle placche votive si svolge solitamente su due o tre registri narrativi. Verso il termine del Periodo Protodinastico si afferma il rilievo celebrativo su stele; queste svolgono la funzione di commemorare le vittorie del sovrano sul nemico.
Glittica
Le prime testimonianze sulla glittica sono molto tarde e riguardano, anche in questo periodo, la produzione di sigilli, quasi tutti provenienti da Fara. Le incisioni presenti sui sigilli presentano una decorazione a fregio continuo, con intreccio tra diverse figure (scene mitologiche). Verso la fine del Protodinastico o Protodinastico III, si assiste ad una totale rottura con lo stile precedente e l'utilizzo di un nuovo schema decorativo. I sigilli presentano un fregio composto da un uomo/eroe nudo, probabilmente Gilgamesh, in lotta con leoni intenti ad aggredire capre o antilopi.
Toreutica
L'esempio più celebre dell'arte della toreutica sumera è il vaso di Entemena (2400 circa a.C.), al Museo del Louvre di Parigi.

Periodo accadico
Statuaria
L'esempio più importante della statuaria accadica è la cosiddetta Testa di Sargon proveniente da Ninive (2300 a.C. circa) e ora conservata nel Museo nazionale iracheno a Baghdad. La testa, realizzata in bronzo, rappresenta Sargon di Akkad o suo nipote Naram-Sin. Il volto è realizzato in modo realistico: naso aquilino, zigomi pronunciati, labbra carnose, barba e capelli molto definiti e articolati.
Rilievo
L'opera che maggiormente esprime lo stile e l'arte del rilievo nel Periodo Akkadico è la Stele di Naram-Sin (2254-2218 a.C.) conservata a Parigi nel Museo del Louvre. Periodo della II dinastia di Lagash Intorno al 2150 a.C. la dinastia di Akkad crolla sotto la spinta d'invasione dei Guti, popoli provenienti dai monti Zagros. Il vuoto politico, causato dall'invasione, viene brevemente colmato dal sovrano della città di Lagash, Gudea, che estende il suo dominio su tutta la Babilonia Meridionale e Centrale. Intorno al 2120 a.C. un sovrano proveniente dalla città di Uruk, Utukhegal, scaccerà definitivamente dalla Mesopotamia i Guti e soppianterà il dominio della dinastia di Lagash, fondando la IV dinastia di Uruk.
Statuaria
Gudea stravolge lo stile in cui viene rappresentata la regalità rispetto ai periodo precedenti. Il sovrano si raffigura come un buon sovrano che guida rettamente il suo popolo, un buon amministratore, un eccellente governatore e un fervente costruttore in onore delle divinità cittadine. Numerose sono le statue in diorite che lo raffigurano. Nella statuaria viene abbandonato lo schema troncoconico e la figura è rappresentata con una plasticità molto realistica. Solitamente il sovrano è vestito con una toga, che lascia scoperta la spalla destra. Le pieghe della veste usualmente si concentrano sotto l'ascella destra, mentre un lembo ricade sul braccio sinistro. Le mani sono giunte sul ventre e l'anatomia muscolare è ben evidenziata. Spesso Gudea è raffigurato calvo o con un copricapo di vello di montone. Il viso ieratico presenta grandi occhi, sopracciglia unite (lisca di pesce), palpebre in rilievo, bocca sinuosa e chiusa.

Periodo Neosumerico
Intorno al 2120 a.C. il sovrano di Uruk, Utukhegal, riunisce il regno di Sumer e Akkad, sconfigge i Guti e fonda la IV dinastia di Uruk. La nuova dinastia verrà soppiantata sette anni dopo dalla III dinastia di Ur con il sovrano Ur-Nammu (2112 - 2095 a.C.), che si eleggerà "Re di Sumer e di Akkad". Con questa dinastia la Mesopotamia conosce un periodo di prosperità economica e stabilità politica. Nel 2004 a.C. a causa di una grave crisi economica, dalle pressioni degli Amorrei a nord e degli Elamiti a sud, la III dinastia di Ur si estingue. Da questo momento la Mesopotamia torna ad essere frazionata in diversi regni regionali (Isin, Larsa, Eshnunna, Babilonia).
Statuaria
Gli scavi archeologici hanno individuato fino ad ora scarsissime testimonianze di scultura neosumerica. Le poche statue individuate presentano uno stile molto sobrio e un alto livello naturalistico.
Rilievo
La tecnica del rilievo si manifesta sostanzialmente nella realizzazione di stele, come nei periodi precedenti, composte secondo uno schema e un'ideologia ripresa dai rilievi del periodo protodinastico, ovvero divengono veicoli di comunicazione tra il sovrano e le divinità cittadine. L'ideologia arcaica viene però affiancata da nuove tendenze plastiche, in cui l'iconografia si presenta realistica, priva di schematismi, elegante e con masse volumetriche ben distinte. La stele si presenta lavorata su entrambi i lati ed è divisa in cinque registri. L'opera presenta scene in cui il sovrano adora le divinità Ninlil ed Enlil, Enki e Ninmakh.
Glittica
La glittica neosumerica, eseguita sui sigilli, tratta temi raffiguranti il Re divinizzato che accoglie ufficiali o fedeli condotti innanzi al sovrano da divinità minori. Lo schema compositivo risulta ripetitivo, rigido, privo di espressione e interazione fisica tra i personaggi. Il tema prevede il sovrano, sulla destra, seduto in trono con il braccio proteso innanzi e con una coppa nella mano opposta, in procinto di accogliere il fedele o il funzionario. La composizione è arricchita da falci lunari, dischi radiali, globi e stelle.

 










ARTE BABILONESE

L'arte del popolo babilonese, sviluppatasi in Mesopotamia tra i fiumi Tigri ed Eufrate, succede all'arte e alla civiltà sumera, anche se per lungo tempo prosegue sullo stesso modello culturale e iconografico del periodo precedente. L'arte babilonese si divide in tre periodi: Periodo Paleobabilonese (2004 a.C.-1595 a.C.), Periodo Cassita (1595 a.C.-1150 a.C.) e della II dinastia di Isin (1150 a.C.-1025 a.C.), Periodo Neobabilonese (625 a.C.-539 a.C.). Il periodo che parte dal 1025 a.C. ed arriva al 625 a.C. vede la Mesopotamia sotto il dominio degli Assiri

Periodo Paleobabilonese
Dopo la caduta del potere della città di Ur e della sua dinastia di sovrani, periodo nel quale si fa finire anche la civiltà sumera, dovuta all'invasione di popoli elamiti e amorrei, numerose città della Mesopotamia meridionale (Isin, Larsa, Mari e Babilonia) si spartiscono e si alternano il dominio sull'intera regione. Nella città di Isin sale al trono il sovrano Ishbi-Erra (2017 - 1985 a.C.), il quale inizia una guerra contro i popoli invasori che porterà alla cacciata di questi ultimi dalla Mesopotamia meridionale. Il sovrano libera la città di Ur dagli elamiti ed estende i confini del suo regno fin sulle coste del Golfo Persico. Successivamente alla cacciata degli invasori la città di Larsa si scontra con i sovrani di Isin e nel XIX secolo a.C. li sottomette, inglobando il loro regno ai propri territori. Successivamente i sovrani della prima dinastia di Babilonia estendono la loro influenza ai territori circostanti la città e sotto il sovrano Hammurabi (1792 - 1750) regneranno su una Mesopotamia unificata. I successori di Hammurabi dovranno combattere e difendere i propri confini dall'ascesa dei Cassiti e degli Ittiti. Il popolo ittita, proveniente dall'entroterra anatolico, invaderà infine Babilonia, la saccheggerà e deprederà il suo santuario principale, dedicato al dio Marduk. Intorno al 1595 a.C. i Cassiti, approfittando del caos lasciato dal popolo ittita, conquisteranno Babilonia e tutta la regione meridionale della Mesopotamia.
Statuaria
La statuaria di questo periodo è ad oggi scarsamente documentata sia sul piano delle fonti antiche sia dai ritrovamenti archeologici, i quali hanno riportato alla luce solo parti frammentarie e spesso al di fuori dei loro contesti originari. Gli esemplari più antichi a noi pervenuti giungono dalla città di Eshnunna e possiedono una struttura volumetrica molto piatta, del tutto simile a quella riscontrata nella precedente arte neosumerica: sopracciglia unite a lisca di pesce, capelli uniti e divisi equamente sulla fronte, tiara del tutto simile alle sculture di Gudea di Lagash, baffi incisi. Dal XVIII al XVII secolo a.C. la scultura paleobabilonese si evolve e presenta una struttura volumetrica più accentuata, con l'introduzione dell'incisione per la realizzazione di particolari legati all'anatomia dei corpi e delle vesti.
Rilievo
In questo periodo si assiste alla diffusione di stele che raccolgono varie sentenze giudiziarie, affiancate alle tradizionali stele evocanti vittorie, guerre e costruzioni cultuali. Gli scultori delle stele prediligono un modellato accentuato con superfici tonde e un marcato realismo delle figure rappresentate. La stele più nota del periodo paleobabilonese è il codice di Hammurabi, proveniente da Susa e ora conservato a Parigi al Museo del Louvre. Il rilievo in pietra celebrativo dei sovrani è affiancato dal rilievo coroplastico, rappresentante le divinità del pantheon mesopotamico.
Glittica
La glittica paleobabilonese eredita lo stile dell'arte neosumerica, ma rielabora i temi delle lotte tra gli eroi e le fiere. La superficie dei sigilli viene arricchita dalla realizzazione di esseri mitologici e si assiste alla quasi totale sostituzione delle fiere, capovolte e abbattute dall'eroe, con le raffigurazioni di capridi, anch'essi assoggettati da un eroe nudo e con lunga barba. L'iconografia presente nei sigilli reali mantiene la scena d'introduzione o intercessione riscontrabile nel periodo precedente, attuando però alcune modifiche stilistiche e iconografiche: le figure divine non vengono più rappresentate sedute ma stanti, di dimensioni maggiori al fedele e con offerte poste dietro a questo, con una gamba appoggiata sopra una testa di leone, uno sgabello oppure una montagna; inoltre vengono introdotti simboli che ne permettono l'identificazione. Le divinità maggiormente rappresentate sono Ishtar e Shamash.

Periodo Cassita e della II dinastia di Isin
Dopo la conquista della città di Babilonia da parte degli Ittiti e successivamente al suo abbandono, i Cassiti provenienti dai monti Zagros occupano e conquistano la Mesopotamia meridionale, mantenendo il potere per almeno quattrocento anni. Verso il 1150 a.C. il popolo cassita viene cacciato e prende il dominio la II dinastia di Isin che governerà la regione fino al 1025 a.C. circa, data della conquista Assira.
Rilievo
In epoca cassita l'arte del rilievo è rappresentata principalmente da numerose stele o kudurru di forma ovoidale lavorate nella diorite nera, recanti testi incisi riguardanti donazioni elargite dal sovrano verso un dignitario o un principe o un funzionario. I kudurru presentano nella zona superiore simboli di divinità. I kudurru si possono distinguere in tre diversi periodi di esecuzione in base allo stile e all'accuratezza dei rilievi e alle raffigurazioni presenti:
XIV-XIII secolo a.C.: si riscontrano esecuzioni molto caotiche con collocazioni casuali dei simboli divini;
prima metà XII secolo a.C.: si assiste alla comparsa di simboli divini posti su podi che vengono sorretti dall'animale assimilato alla divinità, iconograficamente fa la sua comparsa l'uccello di Kharbe, l'aratro e il busto femminile, lo spazio decorativo non viene più diviso in vari registri, solitamente tre, privilegiando invece la scena unica;
fine XII e XI secolo a.C.: l'iconografia si standarderizza e le figure rappresentate divengono massicce, grossolane e squadrate, perdendo in vivacità, in scioltezza e in realismo.
Glittica
I sigilli cassiti si ispirano principalmente alle realizzazioni paleobabilonesi, anche se si riscontrano alcune innovazioni di stile come l'allungamento delle figure che divengono alte e slanciate. Intorno al XVI - XIII secolo a.C. le scene raffigurate sui sigilli subiscono l'influsso dell'arte assira e guadagnano in naturalezza e vivacità compositiva.

Periodo Neobabilonese
Dal IX al VII secolo a.C. la Mesopotamia viene conquistata e assoggettata al dominio degli Assiri. Babilonia viene saccheggiata e distrutta nel 689 a.C. sotto il dominio del sovrano assiro Sennacherib. L'autonomia babilonese viene raggiunta a seguito del crollo dell'impero assiro nel 614 a.C. Il sovrano neo-babilonese Nabucodonosor II rifonda la città di Babilonia, ricostruisce e restaura i templi e i maggiori centri cultuali cittadini, dando inizio ad un nuovo periodo di prosperità e benessere. La potenza babilonese termina nel 539 a.C. con la conquista di Babilonia da parte di Ciro il Grande, re dei Persiani.
Rilievo
Le opere a rilievo di questo periodo sono molto scarse e questo non ci permette di farci un'idea chiara sulla produzione e sullo stile utilizzato. I pochi reperti conosciuti mostrano l'utilizzo di nuove forme dai contorni più morbidi, in cui prevale la linea curva e sinuosa che dona alle raffigurazioni un maggior naturalismo plastico e un'eleganza assente nelle realizzazioni del periodo precedente. Le opere realizzate in questo periodo risentono dell'innovazioni artistiche, stilistiche e iconografiche introdotte in Mesopotamia durante il dominio degli Assiri. Iconograficamente si riscontra la raffigurazione su stele del sovrano, con tiara a punta sul capo, con asta regale stretta in una mano e un piccolo oggetto di forma ricurva (di difficile interpretazione) stretto nell'altra, stante innanzi a un funzionario. Le divinità sono raffigurate esclusivamente sotto forma di simboli posizionati nella zona superiore dello spazio scenico. Un esempio di quest'arte è la Stele di Mardukaplaiddina II. L'ultimo sovrano neobabilonese, Nabonedo (555 - 539 a.C.), abbandonerà il plasticismo e il naturalismo utilizzato nei rilievi dai suoi predecessori, preferendo uno stile più schematico con figure meno morbide ma più plastiche.
Glittica
Le tematiche di questo periodo riguardono principalmente temi religiosi e rituali: un sacerdote davanti ad un altare e simboli identificanti le divinità. Le figure sono eseguite in modo plastico, la scena rappresentata è essenziale, con poche figure, nella quale mancano elementi secondari; inoltre sono del tutto assenti i diffusi fregi continui e le lotte tra personaggi mitici e fiere presenti nei periodi precedenti sia babilonesi che sumeri.









ARTE ASSIRA

L'arte assira si diffuse in tre fasi storiche determinate: il periodo Paleoassiro o Antico Impero (dal 1950 a.C. al 1365 a.C.), compreso del periodo di sottomissione alla potenza babilonese, il periodo Medioassiro o Medio Impero (dal 1365 a.C. al 932 a.C.) e il periodo Neoassiro o Nuovo Impero (dal 932 a.C. al 612 a.C.). Le opere di arte assire giunte sino ai nostri giorni appartengono, nella maggior parte dei casi, al periodo del Nuovo Impero, mentre l'arte dei periodi precedenti, sviluppatasi soprattutto nella città di Assur, sono sopravvissuti solo pochi frammenti e le raffigurazioni dei sigilli, tramite i quali gli studiosi hanno potuto ricostruire scenari storici e artistici, secondo i quali, le città dell'epoca erano caratterizzate da numerosi santuari in stile mesopotamico, spesso completati da enormi ziggurat. Le pareti interne degli edifici erano impreziosite da decorazioni.
Scultura e raffigurazioni
L'arte assira, come tutta la sua cultura, deve un forte tributo a Babilonia, ma durante l'ultimo periodo mostra una certa originalità. Molte immagini rappresentano scene di guerra e spesso mostrano nel dettaglio e con crudo realismo le torture subite dai popoli sottomessi al potere assiro. Si tratta di un'arte che ha come fine la celebrazione del potere dell'imperatore e scopo di propaganda. Inoltre, nei bassorilievi, sono spesso raffigurati i passatempi preferiti dai re, ossia le battute di caccia, rese però con scene sanguinarie altrettanto crudeli, quindi in linea con uno dei gusti artistici preminenti per gli assiri.La raffigurazione del re era di tipo simbolico, priva di qualsiasi espressività ed emozioni, per avvicinare il più possibile la sua immagine a quella del dio. Molti di questi bassorilievi raffigurano anche il re che presiede a riti religiosi, insieme a diverse divinità. Numerosi di questi bassorilievi sono stati scoperti nei palazzi reali a Nimrud (Kalhu) e Khorsabad (Dur-Sharrukin). Abitualmente le figure umane sono rappresentate con la testa di profilo e il busto di fronte, i muscoli sono evidenziati a dismisura per indicare la forza e perciò la visione delle decorazioni umane è per lo più simbolica, mentre le figure animali sono maggiormente realistico-espressive. Lo stile delle sculture ha subito qualche variazione nel tempo, visto che nel periodo più antico le raffigurazioni hanno un rilievo minimo e dimensioni grandi, mentre successivamente, ai tempi di Sargon II, sporgono quasi come altorilievi e assumono una maggiore eleganza, un miglior senso della prospettiva e una dimensione ridotta. Tra le raffigurazioni più significative vi è quella maestosa di Sargon II con uno stambecco destinato al sacrificio, la scena marinara raffigurante le navi che trasportano il legno dalla Fenicia e la Leonessa ferita. La scultura assira raggiunse un alto livello di raffinatezza durante il periodo del Nuovo Impero come dimostrato dalla statua a tutto tondo raffigurante il sovrano Assurnasirpal II, proveniente da Nimrud e oggi conservata a Londra al British Museum, e dai tori alati a volto umano (detti lamassu), o gli shedu che proteggevano gli ingressi alla corte del re, secondo una usanza proveniente da Babilonia, conservati in vari musei del mondo tra i quali il British Museum e il Museo del Louvre (Lamassu dal palazzo di Khorsabad). Questi avevano una funzione apotropaica, cioè di allontanare gli spiriti maligni. Accanto alla scultura in pietra si riscontrano anche rari esempi di scultura in metallo sbalzato, come le placche di bronzo inchiodate alla porta del tempio di Balawat (Imgur-Enlil) datate al regno di Assurnasirpal II e Shalmaneser III. Si tratta di piatti orizzontali, ognuno dei quali rappresenta una fase di battaglie condotte dai sovrani: la partenza delle truppe dal campo, battaglia, presa della città nemica, deportazione degli sconfitti e infine celebrazione della vittoria con le offerte agli dei e costruzione di stele della vittoria. Sono raffigurati temi simili a quelli che si ritrovano in rilievo sulle pareti dei palazzi reali. Sappiamo da diverse fonti antiche che i palazzi neoassiri e i templi erano decorati con statue monumentali di metallo (rame, bronzo): come colonne di grandi dimensioni o tori e leoni pesanti anche centinaia di tonnellate. Rilievi
Il rilievo assiro è purtroppo poco documentato archeologicamente nel periodo dell'Antico e del Medio Impero, mentre è largamente conosciuto per quanto riguarda il Nuovo Impero. Le numerose opere conosciute provengono da cicli figurativi del palazzo nord-ovest di Assurnasirpal II (883-859 a.C.) a Nimrud, del palazzo centrale di Tiglatpileser III (744-727 a.C.) a Kalkhu, del palazzo reale di Sargon II (721-705 a.C.) a Khorsabad, del palazzo nord di Sennacherib (704-681 a.C.) e del palazzo sud-ovest di Assurbanipal (668-631 a.C.) a Ninive. I temi di questi rilievi trattano principalmente imprese militari volute dal sovrano, vittorie sui nemici, cacce al leone, cortei di dignitari e gli Annali Reali. Queste raffigurazioni avevano lo scopo di commemorare e glorificare la figura del sovrano, tramandarne la memoria ai posteri, ma anche di infondere soggezione negli ambasciatori stranieri in visita al palazzo reale. Assurnasirpal II fa scolpire nella sala del trono alcuni bassorilievi che commemorano le sue vittorie militari in Siria, utilizzando una narrazione su più registri con scene disposte in modo caotico. Le opere fatte eseguire da Tiglatpileser III risultano quasi prive di rilievo, schiacciate, rigide, prive di movimento poiché sono realizzate secondo rigidi schemi. I rilievi monumentali eseguiti per Sargon II a Khorsabad prediligono scene di cortei di dignitari in processione verso il sovrano o scene di glorificazione del re, raffigurato come un mite monarca, a discapito delle scene di guerre, assedi e scontri molto in uso tra i suoi predecessori. Con queste scene il sovrano intende glorificare lo Stato. Nel palazzo di Ninive il sovrano Sennacherib decide di rappresentare in ogni sala una diversa scena, nella quale, oltre ad inserisce un'accurata descrizione dei particolari di ogni fase bellica, inserisce per la prima volta la rappresentazione dello sfondo, creando l'ambiente naturale in cui si svolgono gli eventi descritti. Assurbanipal torna alle scene belliche e alla caccia al leone, simbolo del re che controlla le forze della natura selvaggia e del caos, rappresentate con crudo realismo, inoltre nei suoi rilievi bandisce quasi completamente lo sfondo che diviene più astratto e perde quasi ogni segno di naturalismo.
Pittura
Da alcune fonti antiche e da rarissimi reperti archeologici sappiamo che i bassorilievi dei palazzi assiri erano in origine dipinti. Alcuni frammenti sono stati rinvenuti in siti di epoca medioassira e neoassira come Assur e Khalkhu. Il ciclo più impressionante di dipinti è stata trovata nel palazzo di Til-Barsip, datato VIII e VII secolo a.C.; purtroppo molto del ciclo originale si è degradato ed è scomparso con il tempo, ed è conosciuto solo dalle copie realizzate al momento della data di completamento degli scavi archeologici avvenuti nel 1930. Lo stile e i soggetti sono gli stessi di quelli dei bassorilievi dei grandi palazzi reali. Avorio
Molti oggetti in avorio scolpito sono stati trovati nelle città neo-assire, in particolare a Nimrud. La quantità di avorio trovata in Assiria mostra che questi oggetti erano molto apprezzati dalle élite di questo paese.Gli oggetti in avorio sono di vari tipi: elementi di arredo, scatole e piatti decorativi.
Costumi e ornamenti
Gran parte della nostra conoscenza della gioielleria e dell'abbigliamento degli antichi Assiri viene dalle rappresentazioni sui bassorilievi dei palazzi, su stele, statue e da fonti testuali.Il tipo di materiale tessile più utilizzato dagli Assiri era la lana di pecora, più facilmente accessibile, successivamente furono aggiunti il pelo di capra, il lino, il cotone e il bisso. L'abbigliamento maschile era costituito generalmente da un indumento intimo, una sorta di tunica a maniche corte, coperto da un mantello o scialle con frange.L'abbigliamento di lusso si arricchisce di gioielli e altri ornamenti sontuosi realizzati in oro, argento, pietre preziose, vetro e stoffe colorate. I personaggi raffigurati nei bassorilievi spesso indossano braccialetti. Opere di gioielleria assira sono state ritrovate in tombe reali a Nimrud.
Glittica

Come in altre epoche della storia della Mesopotamia, gli Assiri utilizzato il sigillo cilindrico per sigillare e autenticare tavolette d'argilla e bolle. L'iconografia di questi sigilli è varia. Nel periodo neoassiro le raffigurazioni sono simili a quelle realizzate a Babilonia nello stesso periodo, tanto che sono difficilmente distinguibili. Molti sigilli cilindrici raffigurano scene di caccia. Altre scene sono d'ispirazione religiosa: scene di culto di una divinità, a volte seduta su un trono secondo la tradizione mesopotamica, scene mitologiche che rappresentano una divinità nell'atto di combattere o scene di riverenza verso un albero sacro. 

Nessun commento:

Posta un commento