È caratterizzato dall'uso di materiali moderni, da soggetti
dell'immaginario popolare e da contrasti assurdi. Inoltre nega apertamente i
concetti tradizionali dell'estetica. Il termine venne reso popolare da Barbara
Rose negli anni sessanta e si riferisce principalmente, anche se non
esclusivamente, ad un gruppo di opere create in quegli anni o nel decennio
precedente.
In anni recenti il termine Neo-Dadaista è stato legato ad un
gruppo internazionale di artisti conosciuti come Fondazione Kroesos condotto da
Mark Divo. Nell'inverno del 2002 hanno occupato il Cabaret Voltaire a Zurigo
fino a quando la polizia non li ha costretti ad uscire, il 2 marzo 2002.
Gli artisti connessi a questo genere includono Jasper Johns,
Yves Klein, Robert Rauschenberg, Claes Oldenburg e Jim Dine.
Il Neo Dada ha contribuito ad ispirare Happening, Fluxus e
Pop Art.
Dopo la Seconda guerra mondiale, in Italia, si scoprì un
certo interesse verso la poetica dell'oggetto, anche all'interno di quell'arte
informale denigrata dagli artisti pop. Basti pensare ai sacchi di cui Alberto
Burri faceva uso nelle sue pitture, ai frammenti di pietre e vetro di Fontana,
ai pezzi di ferro rielaborati nelle creazioni di Ettore Colla ed anche ai
collage e agli assemblage di Enrico Baj e di Brajo Fuso.
Tuttavia, soltanto grazie agli artisti Pino Pascali e Piero
Manzoni si può parlare di un effettivo affermarsi del neodadaismo italiano. A
differenza degli artisti statunitensi, però, in loro è concentrata tutta
l'ironia del dadaismo storico, insieme al gusto per il gioco. A sostegno di ciò
si pongono le scatole di Merda d'artista (1961) di Piero Manzoni, con cui egli
si riferisce alla trasformazione dell'opera artistica in bene di consumo,
pronto per essere posto sugli scaffali di un supermercato e venduto.
L'arte è immediata ed esauribile, come le uova sode che
Manzoni firma nel 1959 con un'impronta del suo pollice (Consacrazione dell'arte
dell'uovo sodo), o le modelle che diventano sculture viventi, o le linee
avvolte dentro cilindri di cartone e vendute a un tanto al metro.
Se Manzoni pensa con un tono divertito alla commercializzazione
dell'arte e sul ruolo del singolo artista, Pascali, al contrario, è convinto
che tra l'arte e il gioco vi sia una reciproca complementarità. Realizza come
modellini rettili e dinosauri di tela, bachi di seta attraverso scope in
materiale plastico (Bachi da setola, 1968), tarantole di acrilico e armi con
rottami metallici. Persino i suoi dipinti, come Primo piano labbra (1964),
subiscono un processo di oggettualizzazione, facendoli somigliare a dei grandi
e misteriosi giocattoli.
Lista di neo dadaisti: Joseph Beuys, Mark Divo, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Pino
Pascali, Piero Manzoni.
Vi racconto la Storia dell’Architettura 3. In questo terzo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione postbellica pubblicate nel blog HOMO LUDENS
(https://nonmirompereitabu.blogspot.com/)
11 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 1
Vi racconto la Storia dell’Architettura 1 raccoglie in maniera divulgativa e narrativa le lezioni tenute nel corso di molti anni d’insegnamento superiore ed universitario e pubblicate nel blog HOMO LUDENS (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/)
L’opera completa si compone di 3 volumi.
Vi racconto la Storia dell’Architettura 2. In questo secondo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione prebellica ed interbellica pubblicate nel blog HOMO LUDENS
(https://nonmirompereitabu.blogspot.com/).
L’opera completa si compone di 3 volumi.
Vi racconto la Storia dell’Architettura 3. In questo terzo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione postbellica pubblicate nel blog HOMO LUDENS
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