lunedì 9 gennaio 2023

Corso di storia dell'arte moderna: Lezione 4 ESPRESSIONISMO



























Edvard Munch
 
ESPRESSIONISMO 

https://youtu.be/V1Goicq8ZCA
 









Le basi dell'espressionismo nelle arti figurative sono rintracciabili nell'estetica romantica, che ha assegnato all'opera d'arte non più il compito di riprodurre, più o meno fedelmente, la realtà, bensì il ruolo intermedio tra l'artista ed il mondo, tra il sentimento e le idee che l'opera manifesta e l'ambiente che rappresenta, le prime avvisaglie dell'espressionismo sono evidenti nel Simbolismo; basta pensare al principio delle linee curve e del colore resi in funzione dello stato d'animo, proposto da Gauguin e ripreso da Van Gogh che fu anche il primo, assieme a Hervé, a meritarsi la definizione di artista espressionista, attribuitagli da Wilhelm Worringer. Tra gli altri precursori non si può dimenticare il norvegese Munch con alcune sue deviazioni dal Simbolismo francese verso un'intensità espressiva tipicamente nordica. Uno degli ultimi precursori fu il belga James Ensor, con la sua grottesca ripresa di elementi fiamminghi.
L'Espressionismo si manifestò principalmente in due aree diverse: in Francia, nelle opere dei Fauves (Belve), e in Germania, in quelle del gruppo Die Brücke (= il ponte). Gli artisti erano accomunati dalla volontà di esprimere tensioni, stati d'animo e sentimenti attraverso la violenza del colore, la sintesi della forma, l'incisività del segno. I soggetti preferiti furono i nudi, i paesaggi, le scene di vita quotidiana e le città. Recuperarono tecniche da tempo in disuso, come la xilografia (l'incisione sul legno). I pittori detti fauves presentarono i propri lavori al Salon d'Automne di Parigi nel 1905. Fu un critico del tempo, Louis Vauxcelles, ad affibbiare loro questa definizione, considerando le loro tele opere di "selvaggi" per l'uso aggressivo del colore. Tra gli artisti fauves, riuniti nella stanza centrale del Salon del 1905: Henri Matisse, André Derain e Maurice de Vlaminck.

Die Brücke 

https://youtu.be/fhhIqzvPG70
 
In area tedesca si formarono i gruppi Die Brücke e Blaue Reiter (Cavaliere azzurro). Il primo nacque per iniziativa di una piccola cerchia di artisti di Dresda, Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel e Karl Schmidt-Rottluff, i quali vollero rappresentare la sofferenza della condizione umana ed esaltare la spontaneità dell'ispirazione attraverso una violenta deformazione dei corpi, l'esasperazione dei colori e un linguaggio incisivo, immediato, a volte eccessivo. Il linguaggio degli espressionisti tedeschi si fonda sull'uso di colori violenti e innaturali e sull'uso di linee dure e spezzate. Essi non applicano le leggi della prospettiva e non cercano di dare l'illusione del volume e della profondità; colori e linee sono sufficienti a comunicare con impetuosa violenza la visione drammatica e pessimistica che questi artisti hanno del mondo e della società in cui vivono. Le premesse ideologiche del movimento furono chiarite da Ernst Ludwig Kirchner nel manifesto Il Ponte (Die Brücke), una xilografia che accompagnava la prima mostra del gruppo nel 1906 a Dresda; il gruppo fu attivo anche a Berlino, tra il 1911 e il 1913. L'intenso naturalismo primordiale sospinto da pittori quali Emil Nolde (che si aggiunge al gruppo insieme a Max Pechstein, Otto Müller, César Klein, Karl Hubbuch), lascerà il posto a una tensione sempre più ossessiva e psicologica, che si rifletterà su descrizioni di squallidi e grotteschi ambienti mondani e dopo l'esperienza della prima guerra mondiale sfocerà in una satira sociale.

 Blaue Reiter

https://youtu.be/SBGgUExYIC0
 











 
Nei decenni successivi questo movimento ha parzialmente influenzato altri artisti. Nel 1911 Kandinskij e Franz Marc fondano a Monaco Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro). Questa esperienza, seppur ancora inquadrabile all'interno del movimento espressionista, spesso si risolve in una forma romantica di orfismo, in un tentativo di unione dello spirito del pittore con l'anima pulsante dell'universo.
Il "Cavaliere azzurro" fu un fenomeno di vasta portata, nel quale il linguaggio del colore si fece sempre più libero e intenso. Sotto l'impulso di Kandinskij, i suoi protagonisti si volsero verso nuovi modi espressivi, verso la creazione di spazi immaginari, verso l'astrazione lirica e fantastica della realtà.
Tra i maggiori esponenti dall'inizio del XX secolo: Edvard Munch, Egon Schiele e Oskar Kokoschka

11 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 1

  

Vi racconto la Storia dell’Architettura 1 raccoglie in maniera divulgativa e narrativa le lezioni tenute nel corso di molti anni d’insegnamento superiore ed universitario e pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/). L’opera completa si compone di 3 volumi.

12 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 2


 
Vi racconto la Storia dell’Architettura 2. In questo secondo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione prebellica ed interbellica pubblicate nel blog  “Homo ludens” (
https://nonmirompereitabu.blogspot.com/). L’opera completa si compone di 3 volumi.



13 VI RACCONTO LA STORIA DELL'ARCHITETTURA 3


 
Vi racconto la Storia dell’Architettura 3
. In questo terzo volume sono raccolte le biografie e le opere degli architetti della generazione postbellica pubblicate nel blog “Homo ludens” (https://nonmirompereitabu.blogspot.com/) L’opera completa si compone di 3 volumi.

Nessun commento:

Posta un commento